Lettera
di Sandro Gigliotti, presidente dell'Apef, alle
alte professionalità docenti
Fonte:
sito web ANP - 20 febbraio 2003
Sandro Gigliotii, presidente
dell'Apef,
organizzazione con cui l'Anp ha sottoscritto un protocollo
di intesa, ha indirizzato in questi giorni
alle alte professionalità docenti una lettera. In
essa, tra l'altro, sottolinea come l'adesione all'Anp
consenta di perseguire nell'attuale fase di
cambiamento della scuola italiana obiettivi quali
il rafforzamento dell'autonomia delle istituzioni
scolastiche e la valorizzazione della
professionalità docente.
Pubblichiamo di seguito il testo
della lettera.
A.P.E.F.
Associazione Professionale di Insegnanti
Lettera agli Insegnanti
di
Sandro Gigliotti
Cari
colleghi,
il terzo millennio è già da tempo iniziato.
Seppure tra mille contraddizioni, è il carattere
“globalizzato” della società a porsi in
evidenza, mentre è il tasso di know how a
definire i margini di tenuta e di possibile
sviluppo di ogni nazione. Cambiano sistemi,
strutture, modelli interpretativi. Si va, in
Occidente almeno, verso forme di decentramento
sempre più accentuate che investono tutti i
settori della società. Anche l'Istruzione
italiana vive il suo momento di complessiva
modifica. Autonomia gestionale e didattica,
valorizzazione del segmento della formazione
professionale, centralità del soggetto che
apprende, responsabilità in merito ai risultati,
efficienza amministrativa ed efficacia dell'azione
didattica: la Scuola italiana diventa scuola
europea, seppure cercando giustamente di mantenere
saldi i tratti più positivi della sua tradizione.
Partecipare alla gestione di questo grande
percorso di cambiamento è, per gli insegnanti, un
dovere sociale, ma anche e soprattutto, una grande
occasione per collocarsi al centro dell'attenzione
della società e vedere riconosciuti, esaltati e
valorizzati quei livelli di professionalità che
un insieme di motivi (non ultimo dei quali una
storica tendenza alla passività dell'intera
nostra categoria) ha finora impedito che fossero
dispiegati.
Il sindacalismo scolastico italiano, al di là dei
proclami e delle affermazioni altisonanti, non è
in grado di guidare questo processo di riscatto
della funzione docente. E non lo è perché ha
sempre privilegiato lo status quo al cambiamento.
Uno status quo fondato sull'ugualitarismo,
sull'appiattimento, sulla uniformità, che sono
tratti che consentono agli apparati il controllo
pieno di una categoria. Non ad altro è da
ascrivere la modalità “impiegatizia” del
lavoro che ha caratterizzato l'insegnamento da
decenni.
Oggi si ripropone la questione della dimensione
professionale. Cioè, per essere chiari, dei modi
attraverso cui si è di fatto ( e non per
petizione di principio) “professionisti”. E
questi modi, sono da declinare, in ogni epoca e in
ogni professione, così: responsabilità,
qualità, diversità. Cioè l'opposto di ciò
che caratterizza il lavoro impiegatizio ed
esecutivo.
Questa “declinazione” è ancor più
necessaria, oggi, per far funzionare al meglio la
Scuola dell'Autonomia. Personalmente ho impiegato
non pochi anni della mia vita a costruire una
Associazione proiettata nella auspicata dimensione
professionale. Il tentativo non è andato in
porto, come molti sanno, ed ho fondato una nuova
Associazione, l'A.p.e.f., che oggi si
federa alla nuova organizzazione dei Dirigenti,
dopo che questi hanno compiuto l'importante passo
di cambiare “ragione sociale” aprendo le
iscrizioni agli Insegnanti. Lavoreremo insieme, l'Apef
sul versante dell'elaborazione professionale, l'Associazione
Dirigenti e Alte Professionalità della
Scuola su quello sindacale, per costringere il
Parlamento ed il Governo ad assumersi le loro
piene responsabilità, e per raggiungere il
livello di rappresentatività necessario per
partecipare alle trattative contrattuali.
Obiettivi: valorizzare
la professionalità docente, ottenere
contrattazione separata, definire una vera
carriera. E, in più, costruire una mentalità
che porti Docenti e Dirigenti a collaborare perché
la Scuola sia luogo di responsabilità diffuse
e reticolari, e per chiudere l'epoca della
conflittualità permanente che fa dei Collegi dei
Docenti, in modo del tutto improprio, luoghi sindacali
invece che professionali.
Ai colleghi, soprattutto ai più giovani, che sono
meno inclini al condizionamento ideologico, e che
hanno diritto ad una prospettiva migliore di
quella che abbiamo vissuto noi, chiediamo di farsi
parte attiva in questa grande prospettiva,
nell'interesse non solo della nostra categoria, ma
dello sviluppo dell'intero nostro Paese.
Sandro
Gigliotti
Presidente dell'APEF
SI PREGA DI AFFIGGERE ALL'ALBO SECONDO LA
NORMATIVA VIGENTE
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