1. Coâe de majo 2. I Boxardi 3. Manezzi pe majâ 'na figgia |
4. Sotto a chi tocca 5. Nêutte a mëzogiorno 6. Man de vellûo |
7. Zovena cö parasô 8. Articolo V 9. Colpi di timone |
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Coâe de majo
Gruppo Esperienza Teatrale DLF di Battistina Rambelli Regia di Antonio Aversa |
Uno spaccato di vita negli anni ‘70 a Genova , (ma tutto il mondo è paese). Una zitella, rimasta sola, in tarda età sposa un commendatore, poi un capitano di nave e infine un giovane nipote del secondo marito dal quale avrà una sorpresa e Lei si vendicherà in un modo che non viene qui svelato. Il regista adopera un solo attore per le parti dei tre mariti in quanto, goduto il primo matrimonio e trovatasi bene,la donna speserà altri uomini somiglianti al primo ma, dopo il colpo di scena finale non si ritiene ancora soddisfatta in quanto la “voglia di marito” resta. |
I Boxardi
compagnia A Campanassa - Sv di Luciano Borsarelli Regia Olga Giusto |
La pièce teatrale trae origine da un antico testo. Si tratta di una presa in giro di una famiglia che non avendo i mezzi per pagarsi
una vacanza si barrica in casa per due settimane dopo aver annunciato a tutti che si sarebbero trasferiti in una famosa località
turistica svizzera. Poi dopo due settimane decantano la bellezza paesaggistica della Svizzera e dei relativi divertimenti: gite, pranzi, concerti, ecc.
È necessario non farsi mai vedere ma soprattutto sentire. Finestre chiuse, vita al buio, provviste accumulate in cucina,
nessun rumore con lo sciaquone del bagno... Però c'è un contrattempo: sbuca in casa Bernardo, un ladro che non ci deve essere.
Le vicende della famiglia Scannagatti (padre, madre, figlia, fidanzato, serva) preoccupata più di apparire che di essere per il buon nome di cui gode |
Manezzi pe majâ 'na figgia
Nuova Compagnia Comica - Ge 3 atti di N. Bacigalupo Regia-autore Lucio Dambra con: F. Cappello (Steva), Simona Garbarino (Giggia), Piero Parodi (Venanzio) |
Il testo ambientato nella Genova degli anni ’50, ha come protagonista il signor Steva, un maturo e semplice sensale, vessato dalla moglie volitiva ed autoritaria e con una figlia da maritare, per la quale sembra esserci lo spasimante ideale nel Signor Riccardo, figlio di un Senatore, che si ritrova in concorrenza con Cesarino, altro pretendente che non pare abbia le carte in regola per giungere trionfante al traguardo. Per maritare la ragazza si fanno carte false, i pretendenti vanno e vengono in una girandola di situazioni da risata. La signora Giggia (moglie del protagonista), concentrato di perfidia e di malignità, è a caccia di un buon partito per la figlia e si prefigge a tutti i costi di accasarla con il benestante signor Riccardo, un marito senz’altro migliore del nullatenente Cesarino, ostinato pretendente della figlia Metilde. Il testo è stato rivisitato, senza alcun stravolgimento, dal regista Lucio Dambra. La registrazione tv è del 10/2/1959. |
Sotto a chi tocca
compagnia I Caroggê di L. Orengo e G. Govi Regia di Enrico Aretusi |
I Caroggê si cimentano con una commedia del repertorio “goviano” e hanno scelto proprio una delle più conosciute, una delle sei di cui si ha la registrazione televisiva. Questa commedia è forse la più “corale” tra il repertorio di Govi; qui il personaggio di Bertomê (Govi) è uno dei tanti, non è mattatore ma personaggio tra personaggi ben definiti, ognuno con i suoi “momenti di gloria”. La trama: la ricca eredità dello zio Nicola che spetterà a chi, tra i cugini Pittaluga, per primo avrà un figlio maschio, sconvolge la vita di una famiglia della borghesia genovese, creando situazioni esilaranti che si chiudono con il classico finale a sorpresa. Tra i possibili eredi si scatena la competizione. Bartolomeo non ha figli e in più è stato abbandonato dalla moglie, Emanuele è un vecchio scapolo, Gaetano, il più giovane, sta per farsi prete. Il testo di Orengo fu da Govi arricchito di battute diventate storiche (se fa mâ a corî quande cieuve, se ti stæ fermo ti piggi solo quella che vegne lì, se ti cöri ti piggi anche quella che vegne da-e âtre parti!) e che il comico genovese inserì anche in un famoso disco. A quasi quarant’anni dalla scomparsa del grande Gilberto ci si può avvicinare a queste commedie con il necessario distacco e il dovuto rispetto, rigenerando un repertorio che è una parte importante della storia del teatro in genovese. |
Nêutte a mëzogiorno
compagnia T76 - Ge di M.Montarese e A. Rossi Regia di Arnaldo Rossi |
Agli attori di una compagnia di dilettanti capita l’inattesa possibilità di volare a Buenos Aires per portare alla Boca tre commedie in dialetto genovese. Tale prospettiva provoca un vero cataclisma nella compagnia. L’unico con i piedi saldi in terra è Croce, l’anziano elettricista, scenografo, magazziniere, al quale gli attori si rivolgono perché li segua nelle prove. Al centro dello spaccato brillante e divertente, si innesta il dramma di un uomo maturo, che ha cambiato nome e identità per dimenticare un episodio tragico vissuto quando era un giovane attore e regista professionista. Tutto questo accade mentre la compagnia è in attesa di un ispettore che, presa visione dei testi, dovrà dare il suo benestare al viaggio. Arriva l’ispettore. Da questo punto la commedia si dipana nell’attesa di un accadimento, di un qualcosa che si avverte nell’aria e che soltanto nel finale troverà la soluzione. Un finale particolare che esula dai soliti finali passerella cui, nella maggior parte dei casi, ci ha abituato il teatro in vernacolo. Questa commedia al suo debutto vinse il Premio Nazionale FITA come miglior testo. |
Man de vellûo
compagnia Commedia Zeneize - Ge di Emilio Del Maestro Regia di Elio Parodi |
Una commedia dialettale dove si parla di dollari, di gangster, dell'FBI che coinvolge un professore di fisica nucleare con sparatoria.
Lo scienziato prof. Giovanni Pinasco, un solitario professore amante della pace e della solitudine, si trova suo malgrado nel mezzo di un complotto per catturare un famoso gangster soprannominato "Little angel" che in realtà ha sulla coscienza una valanga di omicidi. Sfruttando la rassomiglianza del professore col feroce gangster, agenti federali americani travestiti da gangster preparano la trappola e un malloppo di 100.000 dollari. Il professore accetta di collaborare come "Man de vellûo" (mani di velluto). |
Zovena cö parasô
compagnia I Caroggê di Plinio Guidoni Regia di Iula Rossetti |
Da un piccolo quadro raffigurante una giovane con l’ombrellino, si dipana la commedia. Lo sguardo di quella donna che si posa sul mare, uno sguardo carico di aspettativa e sentimento, impregna la vita di due sorelle. Il loro quieto vivere di anziane, viene sconvolto dall’improvvisa sparizione del quadro. Si innesca la dinamica del giallo alla ricerca del quadro scomparso. Sospetti, paure e sotterfugi si impadroniscono della scena. |
Articolo V
compagnia di Ugo Palmerini (morto nel 1959) Regia Riccardo Canepa |
Tommaso Badano, il protagonista, è vittima delle angherie della moglie e della cognata, preoccupate solo di trovare marito alla giovane Gemma, viziata e vanitosa.
Tutta la vicenda si svolge in un groviglio spassoso di trovate per rimettere in carreggiata la ragazza, farle sposare l'uomo che la desidera e liberare Tommaso
dalla oppressione delle due donne. Commedia d'insieme, con bellissima parte per il protagonista. Uno dei successi di Govi. |