a cura di Paolo Alpino
CLASSE PRIMA UNITA' DI LAVORO N° 5
IL MAR MEDITERRANEO:
COMMERCI, CITTA' E COLONIE
Filone Educazione allo sviluppo
Indice esercizi per la formazione a distanza
Questa unità utilizza i concetti dell’educazione
allo sviluppo, già “fondati” nel corso della prima unità del curricolo. Li
riprende e li mette ora alla prova con realtà di spazi, risorse, scelte umane
diversi e particolari.
Lo
spazio è quello del Mediterraneo, la risorsa principale è quella del muoversi
via mare e del migrare, come conseguenza dei quali si hanno le colonie, la moneta,
l’alfabeto, la città democratica. Non poco.
E’
essenziale pertanto in questa unità far “vedere” agli alunni ciò che si
impara: leggere carte e costruire carte sono l’attività principale, quasi un
viaggio tra le informazioni. Gli strumenti dell’analisi geografica, in corso
di formazione nel curricolo parallelo di geografia, sono a disposizione per la
lettura delle situazioni storiche.
I testi scritti utilizzati sono di diversa origine, a volte non fanno parte del manuale e sono stati consegnati sotto forma di fotocopia. In buona parte è stato frutto del caso, ma col senno di poi è bene che talvolta circostanze del genere si verifichino; è l’occasione per far capire agli alunni che il manuale di storia è solo uno degli strumenti di lavoro e non l’unico.
Cap. I La geografia del mar Mediterraneo
Lettura carte per determinare le caratteristiche geografiche del Mediterraneo
Riflessioni conclusive sull'ambiente del Mediterraneo
Cap. II L'economia commerciale dei Fenici
Lettura manuale e carte per cercare informazioni sull'ambiente naturale della Fenicia
Lettura manuale per cercare informazioni sulle attività economiche dei Fenici
Ricerca relazioni tra ambiente naturale, attività economiche, organizzazione politica
Lettura carte per determinare le rotte marittime, gli scali e le colonie, le merci scambiate
Riflessione sulle rotte marittime, sulla navigazione, sulla colonizzazione e sull'origine delle colonie
Cap. III L'economia commerciale dei Greci
Lettura della carta della Grecia e delle terre da essa colonizzate per delimitarne gli spazi principali
Ricerca di somiglianze tra i territori della Fenicia e quello della Grecia per mettere a fuoco l'ambiente marittimo del Mediterraneo
Costruzione della linea del tempo dei Greci e periodizzazione sommaria (civiltà cretese, civiltà micenea, invasioni Dori, sviluppo delle poleis, ondate migratorie)
Ricerca di informazioni sui commerci al tempo della civiltà cretese per determinare importazione ed esportazioni, ed aree geografiche dei commerci
Lettura di testi sulla civiltà micenea per determinare le popolazioni, il tipo di insediamento e la loro localizzazione, e le caratteristiche della rocca micenea
Lettura dei testi sulla polis per determinarne i principali spazi (acropoli, agorà, mura, porto) e le nuove funzioni politiche ed economiche
Confronto tra la città del re nei regni orientali e la città dei cittadini nelle città della Grecia e della Magna Grecia
Ricerca di informazioni sulle due ondate migratorie: cronologia, aree d'insediamento, cause della nascita delle colonie.
Lettura dei testi per cercare le informazioni più importanti dell'economia greca: agricoltura povera dei cereali, agricoltura specializzata di ulivi e vite, artigianato e commerci, colonizzazione, diffusione della moneta, la condizione degli schiavi
Lettura conclusiva dei principali insediamenti nel Mediterraneo nel corso del I millennio a. C: Fenici a occidente, Greci a oriente, l'Italia spartiacque tra i due "imperi"
Generalizzazione sulle forme dello scambio: il baratto, lo scambio (contro oro e/o argento), la pirateria di mare e la razzia degli schiavi, il dono.
Mappatura (classificazione) delle merci nel Mediterraneo: preziosi, materie prime non agricole, generi alimentari di prima necessità, generi alimentari di lusso (olio e vino), beni per conservare generi alimentari (sale e spezie), manodopera, prodotti artigianali.
Confronto tra l'economia di terra e l'economia di mare
Documento 1 Le carte del mediterraneo
Leggi le carte
del Mediterraneo per rispondere in
modo completo alle seguenti domande:
a) In quali continenti si trovano le terre che si affacciano sul mar Mediterraneo?
b) Dove si trova il Mediterraneo rispetto alle terre della mezzaluna fertile?
c) Che tipo di mare è il Mediterraneo? Semichiuso? Aperto? Come comunica con l’Oceano Atlantico?
d) Attraverso l’istmo di Suez comunica con quali mari e con quali oceani?
e) Da Ovest a Est indica i diversi nomi che prende il Mediterraneo
f) A nord le terre del Mediterraneo incontrano delle barriere naturali costituite da montagne. Indicane alcune di queste da Ovest ad Est.
g) A sud le terre del Mediterraneo incontrano una barriera naturale costituita dal deserto. Quale deserto?
h) Indica da Ovest a Est le grandi penisole che vi si affacciano
i) In quali casi il mare si assottiglia fino ad essere uno stretto?
j) Perché la posizione della penisola italiana è centrale? Quali aree del Mediterraneo divide?
k) In quale delle due aree si trova la Grecia?
l) Indica il nome delle due più grandi isole del Mediterraneo orientale e localizzale.
m) Indica le grandi isole del Mediterraneo occidentale e localizzale.
n) Lucida la carta del Mediterraneo di pag. 73 (manuale di storia) e inserisci tutte le informazioni geografiche, contenute nelle domande e nelle risposte trovate, sulla carta che hai appena lucidato.
o) Ricalca il corso dei 6 fiumi contenuti nella carta del manuale di storia e riportane il nome.
p) Disegna una cornice per la carta del Mediterraneo e scrivane il titolo
Documento 2
Il mar mediterraneo e le sue terre
Su una carta del mondo il Mediterraneo non è che una fenditura della crosta terrestre, uno stretto fuso che si allunga da Gibilterra all’istmo di Suez e al mar Rosso. Fratture, faglie, cedimenti, corrugamenti terziari hanno creato fosse liquide molto profonde, e per contro, quasi a contraltare di quegli abissi, interminabili ghirlande di giovani montagne, altissime e dalle forme scabre. Vicino al capo Matapan esiste una fossa profonda 4600 metri, più che sufficiente a sommergere la cima più alta della Grecia, i 2985 metri del monte Olimpo.
Tali montagne si spingono nel mare, talvolta strozzandolo sino a ridurlo ad un semplice corridoio di acqua salata: si pensi a Gibilterra, alle bocche di Bonifacio, allo stretto di Messina con i vorticosi gorghi di Scilla e Cariddi, ai Dardanelli e al Bosforo. Non è più mare: sono fiumi, o addirittura semplici porte marine.
Porte, stretti e montagne conferiscono allo spazio liquido la sua articolazione, ritagliandovi patrie autonome: il mar Nero; l’Egeo; l’Adriatico, per molto tempo proprietà dei Veneziani; il molto più vasto Tirreno. Alla suddivisione del mare in una serie di bacini corrisponde, come un’immagine rovesciata, la suddivisione delle terre in continenti particolari: la penisola balcanica, l’Asia Minore, l’Italia, il complesso iberico, l’Africa del Nord.
Nel disegno d’insieme spicca tuttavia una linea più netta, indispensabile per comprendere il passato del mare, dal tempo delle colonizzazioni greche e fenicie fino all’epoca moderna. La complicità della geografia e della storia ha creato una frontiera intermedia di coste e di isole che, da nord a sud, divide il mare in due universi ostili. Provate a tracciarla, da Corfù e dal Canale di Otranto, che chiude a metà l’Adriatico, fino alla Sicilia e alle coste dell’attuale Tunisia: a est siete in Oriente e a ovest in Occidente, nel senso pieno e classico di entrambi i termini. Come stupirsi, dunque, del fatto che tale cerniera si identifichi appieno con la principale linea su cui si sono svolte le grandi battaglie del passato, da Azio a Prevesa, da Lepanto a Malta, Zama, Djerba? E’ la linea degli odi e delle guerre impacabili, delle città e delle isole fortificate che si sorvegliano a vicenda dall’alto dei loro bastioni e delle loro torri di guardia.
Qui l’Italia trova il senso del proprio destino: è l’asse mediano del mare, e si è sempre sdoppiata, molto più di quanto non si dica del solito, tra un’Italia volta a Ponente e un’altra che guarda a Levante. Non vi ha forse attinto per molto tempo le proprie ricchezze? Naturale è quindi per lei la possibilità, e naturale il sogno, di dominare il mare in tutta la sua estensione.
(da F. Braudel, Il Mediterraneo. Lo spazio la storia gli uomini le tradizioni, Bompiani, pag. 11-12)
Tenere presente anche la analisi svolta in S. Guarracino , storia dell’età medievale, B. Mondadori, Milano 1997, pp 15, per il quale riprendendo il grande lavoro di Braudel “il Mediterraneo era solo il luogo ristretto di un’evoluzione precoce e fortunata, ma in ultima analisi eccezionale rispetto alle condizioni presenti al di là della linea Reno-Danubio: qui iniziava il mondo dell’equilibro ancora precario tra uomo e ambiente: il mondo dell’uomo rado, lo spazio smisurato che ancora soverchiava le deboli forze demografiche e tecnologiche dei popoli barbari, lo spazio delle grandi foreste dell’Eurpa nordorientale e delle sconfinate pianure della Russia e, ancora più a Oriente, delle infinite steppe dell’Asia centrale”
Documento 3 Le rotte commerciali dei Fenici
Inserisci nella tabella le informazioni relative a provenienza e tipologia dei beni scambiati lungo le rotte commerciali del Mediterraneo colonizzato dai Fenici
PROVENIENZA |
Prodotti agricoli per l’alimentazione primaria |
Prodotti agricoli per l’alimentazione di lusso |
Prodotti dell’agricoltura e della pesca per l’artigianato |
Beni utilizzati per la conservazione dei cibi |
Prodotti artigianli
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manodopera |
minerali |
preziosi |
altro |
Britannia |
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Penisola iberica |
Cereali |
olio |
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Stagno, piombo |
argento |
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Africa centrale |
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Egitto |
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Europa nord |
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Arabia |
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Mesopotamia |
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Anatolia |
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Asia centrale |
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Fenicia |
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porpora |
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vetro |
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legname |
Documento 4 Confronto di
economie
Sumeri
/ Egizi |
Fenici
/ Greci |
Economia
di terra: agricoltura irrigua di cereali e allevamento |
Economia
di mare: commercio e pirateria |
Economia
centralizzata |
Economia
plurale |
Il
faraone o il sacerdote della città controllano gli scambi |
Gli
scambi sono basati sull’iniziativa dei singoli |
Baratto
e/o “prezzatura” mediante riferimento a oro e argento |
Moneta
come mezzo di circolazione |
Scrittura
geroglifica per pochi |
Scrrittura
fonetica |
La
piazza della città-tempio |
La
piazza come agorà |
Società
gerarchizzata |
Società
(parzialmente) democratica |
Documento 5 Lettura carta dell’antica Grecia e delle terre sotto la sua influenza.
Al centro dell’area individuiamo la penisola e le
tante ______________ della Grecia. L’una e le altre si trovano nel
___________________ orientale.
La penisola greca, tra la regione della Macedonia ed il mare, è l’estremità meridionale della grande penisola dei ______________; essa stessa poi si compone di due parti, una a nord, l’altra a sud collegate fra loro da un istmo. A nord si trova la città di _____________, a sud quelle di Micene e ____________.
Tra le isole distinguiamo, a sud, la più grande:
_______________, che si trova quasi a metà strada tra la Grecia, l’Asia
minore e la costa settentrionale dell’Africa, non distante dal delta del
___________.
Verso est penisola ed isole si affacciano sul mar
__________________; i Greci poi hanno fondato colonie sulle coste del mar
___________ e su quelle dell’odierna Anatolia, chiamata Asia _____________
dagli antichi.
Verso ovest penisola e isole si affacciano sul mar
____________; i Greci hanno navigato anche in questa direzione per fondare
colonie in Sicilia ed in __________ meridionale, l’insieme delle quali è
stata chiamata Magna Grecia.
In conclusione, mentre i Fenici hanno colonizzato
maggiormente le terre del Mediterraneo _____________________ , i Greci si sono
stabiliti per lo più tra ___________ e Asia minore nel Mediterraneo
_______________________ .
Documento 6 L'economia nel mondo antico
LA GRECIA, IL
PAESE DEL MARE[1]
In Mesopotamia e in Egitto, per l’esigenza di regolare il regime dei fiumi e controllarne le piene, si erano sviluppati stati che dominavano immensi territori: pochissime persone governavano su grandi masse di sudditi-contadini che si mantenevano grazie alla fertilità dei terreni, ottenuta mediante grandi lavori di regolazione delle acque. In Grecia la situazione è molto diversa. Il mare, disseminato di isole piccole e grandi, consente una navigazione piuttosto sicura e domina il paese: nessun luogo ne dista più di 120 km; il territorio è prevalentemente montuoso e le poche zone pianeggianti, adatte agli insediamenti, si trovano soprattutto lungo le coste; le terre sono aride perché le piogge sono scarse e i fiumi brevi e poveri d’acqua.I prodotti dell’agricoltura non erano perciò sufficienti a nutrire una popolazione numerosa e le comunicazioni per via terra erano molto difficili, perché bisognava superare varie catene montuose.
Ogni popolo si adatta all’ambiente e sviluppa la propria economia in modo da sfruttare la possibilità che esso offre: in Grecia il terreno povero non permetteva la sopravvivenza di una popolazione molto numerosa, mentre la facilità della navigazione spingeva i Greci a procurarsi altrove, con il commercio marittimo, ciò di cui avevano bisogno. Inoltre le difficili comunicazioni favorirono l’indipendenza dei vari territori che, anche per la natura montuosa, della regione, potevano facilmente difendersi dagli attacchi avversari.
I Greci erano politicamente divisi, ma coscienti di appartenere a un unico popolo, e si definivano tutti con il medesimo nome di Elleni; infatti erano legati gli uni agli altri da una lingua comune e da una stessa religione. Di fronte al pericolo, seppero anche unirsi in alleanze politiche e militari; tuttavia l’unione fu un fatto temporaneo, poché i Greci non desideravano un unico stato in cui vivere insieme. Per loro la patria era la polis, una città-stato nella quale gli abitanti, essendo pochi, si conoscevano tutti.
L’agricoltura rimaneva l’attività fondamentale. Si coltivava quello che poteva crescere in un terreno per lo più molto arido: il grano e l’orzo in quantità modeste, e soprattutto la vite e l’olivo, da cui si ricavavano olio e vino, due prodotti molto richiesti. Anche la pastorizia, basata sull’allevamento di ovini e suini, era importante. Il commercio si svolgeva quasi unicamente per mare: sfruttando la loro abilità di marinai, i Greci si spingevano senza timore lungo le coste del Mediterraneo e raggiungevano l’Italia, l’Egitto, L’Asia Minore. Si procuravano così grano, metalli, pietre preziose, in cambio di olio, vino, armi, vasi e altri prodotti dell’artigianato. La pirateria era un’attività diffusa e non veniva considerata una pratica ingiusta o disonorevole. I marinai guerrieri greci arrivavano d’improvviso con le navi, assalivano città e villaggi indifesi e li saccheggiavano; si impadronivano di ogni ricchezza e deportavano gli abitanti come schiavi.
L’ORIGINE DEL DENARO[2]
Commerci
senza denaro
Oggi chiunque di noi, per fare acquisti, usa il denaro. Gli adulti ricevono un compenso in denaro in cambio del loro lavoro, poi scambiano il denaro ricevuto con beni di consumo. Questi beni sono venduti da aziende che a loro volta, per produrli, hanno acquistato, pagandole in denaro, materie prime da altre aziende. Definiamo la moneta, che è la prima forma di denaro, così: è una merce (un bene) che esprime i prezzi delle altre merci (degli altri beni) in termini di se stessa e svolge quindi la funzione di valore.
Fino al VII secolo a.C., invece, la moneta non era stata ancora inventata, eppure materie prime, prodotti alimentari, oggetti artigianali, beni di lusso circolavano ugualmente. Vediamo dunque quattro modi di scambiare merci senza denaro all’interno di una città o tra una città e l’altra oppure tra una città e un popolo nomade.
1) Il baratto: questo era lo scambio diretto di un bene con un altro bene di valore approssimativamente uguale: due buoi per uno schiavo, una pecora per un certo quantitativo di grano, vasi e altri oggetti artigianali per un certo quantitativo di metallo grezzo.
2) La razzia: era il saccheggio di villaggi e città, l’attacco a carovane di mercanti o a navi da carico. Per gli antichi non era un’attività riprovevole, ma una normale forma di appropriazione. Ecco perché il mercante era contemporaneamente un pirata e un guerriero, pronto a difendersi o ad attaccare in qualsiasi momento.
3) Il dono: era un tipo di scambio molto importante che accompagnava eventi significativi della vita di una comunità (matrimoni, incoronazioni, ecc.) oppure dei rapporti tra città e comunità diverse (trattati, alleanze, ecc.). Fare un bel dono significava accrescere il prestigio sia di chi lo offriva sia di chi lo riceveva ed era un altro sistema col quale un gran numero di oggetti cambiava proprietario.
4)
Il tributo: questo era uno
scambio tra persone di rango (gerarchia) diverso o tra popoli legati gli uni
agli altri da rapporti di dominio. Era tipico del rapporto tra re e sudditi.
Costoro versavano tributi o fornivano il loro lavoro e in cambio il sovrano li
proteggeva difendendoli, amministrando la giustizia, parlando con gli dei. Era
tipico anche del rapporto tra città dominatrice e città dominata la quale, in
cambio di protezione o per paura di saccheggi o distruzioni, accettava di
versare periodicamente una certa quantità di beni.
I sacerdoti-banchieri della città-tempio.
E’ evidente la scomodità
del baratto: io ho 4 capre e ho bisogno di una mucca, ma se colui che ha la
mucca non ha bisogno delle 4 capre, come fare? Ai tempi dei Sumeri, nel IV e nel
III millennio a.C., di questa difficoltà già si era consapevoli tanto che,
quelli che erano a capo della città, cioè i sacerdoti, avevano inventato per
primi il denaro seppure in modo teorico (oggi diremmo virtuale). Nel tempio,
magazzino della città, affluivano i sudditi per versare tributi e per scambiare
beni, essi offrivano ciò di cui avevano
abbondanza e domandavano ciò di cui avevano bisogno. I sacerdoti escogitarono di
contare tutti i beni in termini di alcuni, oro
e argento, che conservavano gelosamente
in forme di barre e lingotti. Perciò per ogni bene versato ad esempio dal
contadino essi erano in grado di calcolare l’equivalente in oro o argento e di
valutare nello stesso equivalente il bene artigianale che poteva essere dato in
cambio. Il denaro esisteva quindi ma solo come punto di riferimento, come unità
di conto nella testa dei sacerdoti, non ancora come mezzo di circolazione.
Non esisteva cioè fisicamente, né era necessario farlo esistere e farlo
circolare in una società gerarchica e accentrata
come quella dei Sumeri perché l’unico luogo dove avvenivano gli scambi era
solo e soltanto il tempio.
Qualcosa
nasce perché di essa c’è bisogno
Del denaro i Sumeri non sapevano che farne perchè non ne avevano bisogno. Fenici e Greci, che nel corso del I millennio costruirono una fitta rete di scambi tra madrepatria e colonie, del denaro ebbero bisogno e furono essi, se non a inventarlo, i primi a diffonderne l’uso per il Mediterraneo: in un mondo di colonie, empori e mercati, città, che s’incontrano nel commercio via mare, era assolutamente necessario che il denaro divenisse anche mezzo di circolazione oltre che unità di conto. Si diffondono allora piccoli dischi di metallo, monete di grande, medio e piccolo taglio, perché ora i luoghi dello scambio sono tanti e le persone interessate alle transazioni divengono innumerevoli, anche di umile origine. E’ lo stato, nella sua peculiare forma di città-stato, a garantire l’autenticità della moneta, della sua lega (ad esempio una certa % di oro ed un’altra di stagno) e del suo peso: mediante la coniazione la città trasforma una lastra metallica in monete. Su di esse appaiono in rilievo i simboli della città: su quelle di Atene, ad esempio, viene impressa la civetta, animale sacro della città. Questi simboli sono i certificati di garanzia. Infine un’ultima curiosità: perché proprio oro e argento, e non capi di bestiame, conchiglie, zolle di sale o zanne di animali come pure fu tentato da diverse comunità in diversi tempi, divennero denaro? Perché questi materiali non si deteriorano, sono molto duttili, facilmente divisibili e pochissimo ingombranti.
Il sole non ha più il calore dell’estate: l’uomo piegato sul timone
dell’aratro indossa solo un semplice perizoma intorno ai fianchi ma il sudore
gli cola abbondante sulla schiena. Il bue si muove lento e potente, ma occorre
spingere con forza per far penetrare la punta nel terreno e rompere la terra
dura e compatta, riarsa dalla siccità estiva. Demetrios – questo è il suo
nome – conosce bene la fatica dell’aratura, i muscoli tesi, le braccia e la
schiena che dolgono per lo sforzo, i piedi puntati sul terreno smosso; un tempo
quando era un uomo libero, aspettava con ansia quel momento, in cui si dava
inizio ad un nuovo ciclo, e sognava le nuove messi. Ma ad ogni estate la terra
ere sempre più impoverita, il raccolto più scarso e non si riusciva a pagare i
debiti accumulati; prima aveva dovuto vendere sua figlia, poi due figli, e
infine anche a lui ha dovuto diventare schiavo del suo creditore, il ricco
Cleone. Da proprietario, sia pure di un piccolo campo, Demetrios è diventato
una semplice proprietà, trattato in pratica come il bue che tira l’aratro, a
volte con meno riguardi perché una bestia al mercato costa molto più di lui.
La vita è dura, né Demetrios ha alcuna speranza di riscatto: ignorante, capace
solo di lavorare i campi, non ha alcuna possibilità di diventare il fattore di
Cleone o di passare al suo servizio personale in città, in una posizione in cui
sia più facile accumulare qualche soldo o, persino guadagnarsi la ricompensa
della libertà, assolvendo qualche compito particolarmente importante o
rischioso. Curvo sull’aratro Demetrios vive ormai senza speranza, trascinando
senza prospettive e maledicendo la sorte e gli dei che lo hanno reso schiavo
“Diventare schiavo”: nell’antica Grecia quest’incubo da un lato perseguita il contadino che ha contratto un debito e dall’altro rinnova le energie nei combattenti. Quando si scontrano nelle pianure, in file serrate, le spade sguainate, scudo contro scudo, tutti sanno che in ogni duello si giocano insieme alla vita, la libertà propria, della moglie e dei figli, poiché il vinto se sopravvive, diventa preda del vincitore. Nella Grecia del Vi secolo a.C., come in genere in tutto il mondo antico, gli schiavi sono esseri umani considerati proprietà di un altro uomo. Privi dei diritti politici e civili, comprati e venduti come una qualsiasi merce, sono utilizzati per compiere qualunque tipo di fatica, proprio come se fossero bestie da soma.
Inoltre possedere uno schiavo è molto più vantaggioso che possedere un animale: lo schiavo può parlare e pensare e svolgere anche i lavori più impegnativi e difficili, liberando il suo proprietario da ogni preoccupazione relativa al lavoro e alle attività produttive.
Sono schiavi e schiave la maggior parte di coloro che coltivano i campi o fanno i lavori domestici; ma lo sono anche gli amministratori delle fattorie, i contabili, i sorveglianti degli altri schiavi o i maestri che insegnano a leggere e a scrivere, persino le guardie che garantiscono l’ordine pubblico ad Atene. E’ quindi naturale che le condizioni di vita degli schiavi siano molto diverse: l’unico schiavo di un piccolo contadino finisce per condurre una vita non molto diversa da quella del suo padrone. Invece l’uomo di fiducia di un grande proprietario vive meglio di questi due e di molti cittadini liberi ma poveri, mentre gli schiavi proprietà della città di Atene e costretti a lavorare giorno e notte negli stretti cunicoli delle miniere in condizioni disumane, sfruttati fino alla morte, conducono un’esistenza rischiosa e priva di qualunque prospettiva di miglioramento.
Ad Atene dopo l’abolizione della schiavitù per debiti è sempre più raro il caso di schiavi greci, ma aumentano continuamente quelli di altre nazionalità mano a mano che la città diventa più ricca e potente, e conduce guerre vittoriose imprigionando numerosi nemici o comperando schiavi in quantità dai mercanti.
In tutto il mondo antico domina la schiavitù, e gli schiavi sono la merce più importante del commercio internazionale dell’antichità. E’ difficile oggi poter ricostruire il modo di pensare prodotto dall’esistenza della schiavitù. Nella nostra società chi non fa nulla e vive alle spalle degli altri è giudicato in modo negativo, mentre stimiamo chi lavora. Nell’antichità, essendoci, gli schiavi, è il contrario: lavorare e soprattutto svolgere un’attività faticosa è considerato disonorevole per un uomo libero, poiché di solito questo onere tocca agli schiavi. Per un cittadino benestante le uniche occupazioni ritenute onorevoli sono la guerra, la politica e l’amministrazione della polis, le attività intellettuali e artistiche in genere. Tutto questo giunge persino a limitare lo sviluppo della tecnica: infatti non ci si preoccupa di inventare macchine che risparmino fatica o che migliorino la vita quotidiana, perché non c’è interesse a farlo. Così ad esempio il mulino ad acqua viene inventato dai Greci e perfezionato dai Romani, ma l’invenzione non si diffonde fino al Medioevo perché è più semplice ed economico far spingere le macine dagli schiavi anziché costruire macchinari costosi e complessi.
[1] Cfr. Aziani P., Mazzi M., Storia dell’antichità e del medioevo, Principato, Milano, !997, pp.96
[2] Cfr. almeno per la prima parte Baffi E., Beni E., Il racconto della storia, Arnoldo Mondadori Scuola, Milano 1997, Vol. I, pp. 77
[3] Cfr. Mazzi M., Aziani P., Chronos, Principato, Milano !997, vol. I, pp. 120-121
Indice esercizi per la formazione a distanza
Verifica
Obiettivo: Conosce informazioni sull’economia commerciale nel mar mediterraneo durante l’epoca antica
Inserisci nella carta le seguenti informazioni geografiche:
Mar Egeo; Penisola iberica; m. Ionio; m. Nero; m. Tirreno; Creta; str. Bosforo; delta Nilo
Asia minore (Anatolia); Monti Balcani; Sicilia; Cipro; Isole Baleari; str. Dardanelli; Danubio; Colonne d’Ercole; Cartagine.
Tratteggia nella carta con due colori diversi le terre della Fenicia e della Grecia peninsulare.
Descrivi le caratteristiche dell’ambiente comuni alla Fenicia e alla Grecia.
Elenca le diverse forme in cui si è realizzata la circolazione dei beni nel mar Mediterraneo durante l’epoca antica
Elenca i prodotti che i Fenici esportavano.
Elenca i prodotti che i Greci esportavano.
Per ogni gruppo di beni commerciali fai uno o più esempi:
l’esercizio di completamento della tabella è già iniziato, continualo!
cereali |
Beni alimentari di lusso |
Beni per la conservazione dei generi alimentari |
Prodotti artigianali |
manodopera |
preziosi |
metalli |
Grano |
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|
orzo |
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Quali sono le zone d’influenza nel Mediterraneo di Fenici e Greci?
In particolare in quali terre hanno fondato colonie i Greci?
Indica come e perché si sono formate le colonie dei Fenici.
Indica come e perché si sono determinate le due ondate migratorie dei Greci.
Indica caratteristiche della moneta ed i vantaggi che essa apporta nella circolazione dei beni.
a cura di Paolo Alpino