a cura di Paolo Alpino
CLASSE PRIMA UNITA' DI LAVORO N° 11
NOMADI E SEDENTARI
TRA LA FINE DEL MONDO ANTICO E L'INIZIO DEL MEDIOEVO
Filone Educazione interculturale
Indice esercizi per la formazione a distanza
Introduzione. Culture, abitudini, credenze,
religioni di diversi popoli costituiscono il tema dellunità. O meglio, è il
confronto tra le ideologie di opposte civiltà a costituire lo specifico collante fra i
diversi argomenti.
Lesercizio
tipico è quello dellanalisi per cogliere somiglianze e differenze, la finalità
più generale è quella di educare alla consapevolezza del punto di vista quando si
giudicano civiltà e culture. La speranza è di educare alla interculturalità che per noi
vale non come asettico rispetto del diverso ma
come consapevolezza matura che gli incontri e gli scontri tra culture sono positivi, e che
la migrazione e la contaminazione di esperienze dai primi processi di diffusione
della specie ominide ai recenti effetti della globalizzazione siano un po il
destino dellhomo sapiens sapiens.
Tutta la parte sullIslam è
stata studiata autonomamente dagli alunni utilizzando un prodotto multimediale con
supporto elettronico. Allinsegnante sono rimasti comunque dei compiti: prima
di orientare e guidare con opportune griglie durante la navigazione
dellipertesto, dopo di tirare le fila per verificare le informazioni
acquisite.
Lunità non esaurisce la sua importanza nel fondare leducazione culturale. Essa infatti sviluppa anche lanalisi del tempo storico e del tempo storiografico tirando le fila a proposito dei tempi dell' epoca antica e si avventura con prudenza nei problemi connessi alla periodizzazione: alla domanda quando e perché finisce l'epoca antica? dà risposte diverse. Abituando anche in questo caso a vedere i fatti da punti di vista diversi.
Un'osservazione finale: la selezione
dei temi per filoni e per concetti non rinuncia alla linea temporale, alla sensibilità
diacronica per avvenimenti, per congiunture e per lunghi periodi, e allattenzione
per uno sguardo sincronico degli eventi storici. Anche
l'organizzazione dei contenuti del curricolo è il risultato di una scelta interculturale
che fa coesistere ed interagire
Cap. I Quando finisce l'epoca antica? Prima risposta
Indicazione della prima risposta, quella tradizionale (476 d. C) connessa alla fine dell'impero romano d'Occidente
Lettura di carte storiche dell'area mediterranea relative a due momenti temporali (II secolo e V secolo) per giustificare la risposta tradizionale e per individuare il limes dell'impero, le due aree di criticità in Europa ed in Asia (il regno dei Parti), i movimenti di popoli ed i cambiamenti di geografia politica (fine dell'impero romano d'Occidente e nascita dei regni romano-barbarici)
Lettura del manuale per cercare informazioni su cultura e religione, costumi e società delle popolazioni germaniche
Confronto tra le due società (greco-romana e germanica) in termini di tecnologie, organizzazione politica, attività economiche, abitudini alimentari, ideologie e pratiche della giustizia, abbigliamento.
Costruzione di una cronologia essenziale degli spostamenti delle popolazioni barbariche e della penetrazione nell'impero
Lettura del manuale per mettere a fuoco la crisi del III secolo, e le riforme di Diocleziano (il sistema della tetrarchia e la divisione dell'impero)
Riflessione sugli effetti delle riforme: in occidente la fine è stata ritardata di un secolo e più, in oriente l'impero ha tenuto
Cap. II La diffusione del cristianesimo nell'antichità
Lettura di documenti per definire l'atteggiamento pragmatico di Roma nei confronti delle diverse fedi religiose
Lettura manuale per mettere a fuoco le caratteristiche della religione ebraica
Confronto tra Ebraismo e Cristianesimo
Lettura manuale per contestualizzazione il messaggio di Gesù in termini di tempo e spazio
Individuazione delle tappe principali nella diffusione del Cristianesimo (gli apostoli, Paolo, l'organizzazione in diocesi, la formazione della dottrina)
Tematizzazione della funzione di Paolo, "Apostolo delle genti", per la trasformazione in senso universalistico del Cristianesimo
Problematizzazione delle persecuzioni contro i Cristiani: ricerca dei motivi di contrasto tra messaggio cristiano ed ideologia imperiale (rapporto vita terrena e vita celeste, l'obbedienza nei confronti dell'imperatore, il messaggio universale di salvezza al di là delle gerarchie sociali, razionalità pagana ed irrazionalità delle cerimonie cristiane)
Lettura del racconto "la sentinella" di F. Brown e discussione: applicazione delle lenti del racconto per leggere i contrasti tra culture (barbari/romani; pagani/cristiani)
Individuazione delle tappe principali nella cristianizzazione dell'impero (da Costantino a Teodosio)
Costruzione di relazioni tra crisi dell'impero e cristianizzazione dello stesso
Cap. III Quando finisce l'epoca antica? Seconda risposta
Indicazione della seconda risposta, quella di Pirenne (che la posticipa al VII secolo con l'affermazione dell'Islam e la fine dell'unità del Mediterraneo) mediante lettura di carte storiche
Raccolta
di informazioni, mediante consultazione ipertesto o lettura manuale, su ambiente geografico, economia
delle popolazioni (contadini delle oasi e beduini del deserto) e crede
Ricerca di informazioni per costruire la cronologia essenziale della predicazione di Maometto
Lettura della carta storica dell'Islam per individuare le direttrici della conquista e per periodizzare la stessa
Confronto fra le due risposte, analisi delle somiglianze (popoli nomadi) e delle differenze (fine dell'impero romano d'Occidente o fine dell'unità del Mediterraneo come demarcazione tra epoche)
Ricerca di informazioni per descrivere i pilastri della nuova fede religiosa
Confronto tra le religioni monoteiste (in particolare tra Cristianesimo e Islam)
Documento 1 Paganesimo e
cristianesimo: un confronto
Uno dei documenti più antichi della storia romana è il calendario, la successione dei giorni fasti (buoni per l'attività pubblica) e nefasti (negativi per gli atti che si svolgevano in comune). Questa successione di giorni era stabilita dal re, davanti al popolo in assemblea. In questa sua funzione, il re era un sacerdote, che parlava alla cittadinanza in nome degli dei. Dall'analisi di questo dato storico ricaviamo il carattere pratico della religio (così si chiamava l'insieme dei culti a Roma), che era anche un evento pubblico. Ad esempio, al dio della guerra, Marte, era consacrato il mese di marzo, che dava inizio alla stagione propizia alle campagne militari..
Anche il sacrificio e la preghiera, specialmente se eseguiti in nome della comunità, avevano scopi concreti: ottenere favori dalle divinità, mediante un regolare scambio. I fedeli porgevano la vittima o le primizie del raccolto, il dio rispondeva benevolmente inviando la buona fortuna. Questo rapporto, quasi commerciale, era indicato con la formula proverbiale: do ut des «io (uomo) dono, affinchè tu (dio) a tua volta doni». Così si spiega il fatto - unico nel mondo antico - che i Romani, quando attaccavano una città nemica, "chiedevano" agli dèi dello stato avversario di "trasferirsi" a Roma: non volevano che, oltre ai soldati "umani", le truppe di Roma dovessero combattere anche contro milizie divine!
Con queste credenze religiose, non c'è da stupirsi che il pantheon
(una parola greca che significa "l'insieme di tutti gli dèi") dei Romani fosse
vario e aperto, sempre pronto ad accogliere nuovi "ospiti" celesti. L'incontro
con gli Italici, con gli Etruschi e con i Greci fece sì che i Romani accogliessero
numerose divinità straniere o identificassero i loro antichi dèi con figure celesti
degli altri popoli. Per fare un esempio, l'Èrcole che i Romani veneravano sull'Ara
(altare) Massima era, in origine, Melqart, un dio importato via nave da mercanti
fenici.
Nel 150 d.C. un uomo, rimasto anonimo, scrive all'amico Diogneto
desideroso di essere informato «con molta cura e saggezza su come sono i cristiani».
Questa famosa lettera è uno splendido documento sui primi cristiani, uomini comuni,
spesso semplici, ma resi potenti da un nuovo credo. Apprendiamo quindi, proprio come
Diogneto, che il cristiano non è riconoscibile per un fattore immediatamente visibile, ma
«per una caratteristica meravigliosa: l'abitare nel mondo, ma non essere del mondo». La
lettera continua: «I cristiani, né per paese, né per linguaggio, né per usanze si
distinguono dal resto degli uomini: non abitano città a loro riservate, né usano una
lingua speciale, né fanno una vita fuori dal comune ma, pur abitando in città greche o
non greche, pur seguendo le usanze del proprio paese nel vestire, nel mangiare e in tutto
il resto, testimoniano un modo di vivere ammirevole e straordinario. Vivono nella loro
patria; ma come forestieri: ogni terra straniera è loro patria, obbediscono alle leggi,
ma con il loro modo di vivere dimostrano di essere superiori alle leggi. Amano tutti e
tutti li perseguitano. Sono insultati e benedicono. Fanno del bene e sono puniti. Per
dirla in breve, quello che è lanima per il corpo sono i cristiani nel mondo.
L'anima è in tutto il corpo, i cristiani in tutto il mondo»
Documento 2 LA DIFFUSIONE DEL CRISTIANESIMO
DURANTE LETA IMPERIALE
Le religioni dell'impero. I
Romani permettevano a tutti i popoli sottomessi di continuare a venerare le loro
divinità, ma pretendevano che essi rispettassero la natura divina dell'imperatore, compiendo
sacrifici in suo onore. Nel I secolo d.C., accanto ai culti delle divinità egizie e
greche, in molte città dell'Impero si era diffusa anche la fede monoteista delle
comunità ebraiche, originarie della Palestina. Gli Ebrei erano divisi in varie sette religiose
e vivevano nell'attesa dell'arrivo del Messia, l'inviato di Dio, che secondo i
profeti della Bibbia avrebbe riscattato il popolo ebraico dall'oppressione straniera.
La nascita del cristianesimo. Mentre le comunità ebraiche
attendevano l'arrivo del Messia, in Palestina aveva cominciato la sua predicazione Gesù,
nato in Giudea durante il regno di Augusto. Le vicende della sua vita e il suo
messaggio ci sono giunti attraverso i vangeli, scritti da quattro dei suoi seguaci
(Matteo, Marco, Luca e Giovanni). Gesù prometteva il Paradiso per tutti coloro che
avevano fede e si rivolgeva soprattutto ai poveri: il suo messaggio fu ritenuto
rivoluzionario dai capi politici ebraici, che convinsero il governatore romano Ponzio
Pilato a condannarlo a morte.
L'impero contro i cristiani. Dopo
la morte di Gesù il suo messaggio fu divulgato dai discepoli, chiamati apostoli. In
breve tempo le comunità cristiane si diffusero in tutto l'Impero, ma nei primi secoli
subirono le feroci persecuzioni organizzate dagli imperatori.
L'ostilità dei Romani nei confronti
dei cristiani dipendeva dal fatto che questi ultimi criticavano la schiavitù,
rifiutavano il servizio militare e condannavano i giochi cruenti nei circhi: insomma,
non si integravano assolutamente nella società romana ed erano considerati una setta
misteriosa, accusata addirittura di compiere riti macabri. All'ostilità dell'opinione
pubblica si aggiungeva l'odio delle autorità romane, esasperate con i cristiani perché,
unici tra tutti gli abitanti dell'Impero, si rifiutavano di compiere sacrifici di fronte
alle statue degli imperatori divinizzati.
I cristiani durante la crisi
dell'impero. Le
persecuzioni non fermarono la diffusione della fede cristiana, in tutte le classi
sociali: la promessa della salvezza eterna rappresentava per i poveri una sorta di
riscatto dalle miserie terrene e per i ricchi una fuga dal declino dei valori tradizionali
della cultura romana. In ogni città le comunità cristiane si organizzarono sotto la
guida dei vescovi, che riconoscevano come suprema autorità religiosa il vescovo di
Roma, chiamato papa.
Grazie a questa perfetta
organizzazione le basi dell'affermazione del cristianesimo furono poste durante la
crisi del III secolo, quando l'Impero era in preda al disordine sociale e politico e non
riusciva più a garantire il benessere ai suoi cittadini.
L'affermazione del cristianesimo. L'imperatore Diocleziano tentò
invano di ridare vigore all'Impero romano riformando l'esercito, arrestando la
corruzione e imponendo un calmiere ai prezzi dei prodotti. Inoltre, per frenare la
fuga dei contadini dalle campagne, devastate dalle epidemie e dalla miseria, egli impose
agli agricoltori e ai loro figli di non cambiare lavoro, creando la servitù della
gleba.
Infine divise l'Impero in due parti,
l'Occidente e l'Oriente, affinché fosse meglio amministrato. Con l'editto di
tolleranza del 313, emanato dall'imperatore Costantino, il cristianesimo
cessò di esser fuorilegge e nel 380 Teodosio lo riconobbe come religione
ufficiale dell'Impero. In questo periodo nacquero anche le prime eresie: la
più diffusa fu l'arianesimo, condannata nel 325 dal Concilio di Nicea,
che stabilì l'ortodossia della Chiesa cattolica.
Documento 3 La sentinella di Frederic Brown
Era bagnato fradicio e coperto di
fango e aveva fame e freddo ed era lontano cinquantamila anni-luce da casa.
Un sole straniero dava una gelida
luce azzurra e la gravità, doppia di quella cui era abituato, faceva d'ogni movimento una
agonia di fatica.
Ma dopo decine di migliaia d'anni
quest'angolo di guerra non era cambiato. Era comodo per quelli dell'aviazione, con le loro
astronavi tirate a lucido e le loro superarmi; ma quando si arrivava al dunque, toccava
ancora al soldato di terra, alla fanteria, prendere la posizione e tenerla, col sangue,
palmo a palmo. Come questo fottuto pianeta di una stella mai sentita nominare finché non
ce lo avevano sbarcato. E adesso era suolo sacro perché c'era arrivato anche il nemico.
Il nemico, l'unica altra razza intelligente della Galassia ... crudeli, schifosi,
ripugnanti mostri.
Il primo contatto era avvenuto
vicino al centro della Galassia, dopo la lenta e difficile colonizzazione di qualche
migliaio di pianeti; ed era stata la guerra, subito; quelli avevano cominciato a sparare
senza nemmeno tentare un accordo, una soluzione pacifica.
E adesso, pianeta per pianeta,
bisognava combattere, coi denti e con le unghie.
Era bagnato fradicio e coperto di
fango e aveva fame e freddo, e il giorno era livido e spazzato da un vento violento che
gli faceva male agli occhi. Ma i nemici tentavano d'infiltrarsi e ogni avamposto era
vitale.
Stava all'erta, il fucile pronto.
Lontano cinquantamila anni-luce dalla patria, a combattere su un mondo straniero e a
chiedersi se ce l'avrebbe mai fatta a riportare a casa la pelle.
E
allora vide uno di loro strisciare verso di lui. Prese la mira e fece fuoco. Il nemico
emise quel verso strano, agghiacciante, che tutti loro facevano, poi non si mosse più.
Il verso e la vista del cadavere lo fecero rabbrividire. Molti, col passare del tempo, s'erano abituati, non ci facevano più caso; ma lui no. Erano creature troppo schifose, con solo due braccia e due gambe, quella pelle d'un bianco nauseante, e senza squame.
Documento 4 Quando finisce il mondo antico: due carte a confronto.
Le invasioni germaniche (IV-V secolo d. C.)
L'espansione dell'Islam
Indice esercizi per la formazione a distanza
Verifica
Obiettivo: sa memorizzare informazioni relative alla fine dellepoca antica
Rispondi alle seguenti domande:
Qual è largomento
dellunità? Quale periodo riguarda nel suo complesso? Quali sono le aree geografiche
interessate?
Quali sono le due tesi che si
confrontano nellunità studiata? Descrivi entrambe in modo completo
Metti in ordine cronologico i seguenti eventi numerando in ordine crescente (dal più lontano al più vicino)
Lultimo imperatore
dellimpero romano doccidente viene deposto
Roma sconfigge Cartagine
Maometto fugge a Medina
Costantino concede la libertà di
culto
Diocleziano inaugura la tetrarchia
Paolo predica a Roma
Gesù diffonde la buona
novella
In Africa e anche in Spagna si
formano regni musulmani
Traiano estende il limes
dellimpero
Incominciano le scorrerie dei Germani
dentro limpero
Con Ottaviano Roma da repubblica diventa un impero
Descrivi i punti di contrasto tra
paganesimo e cristianesimo
Descrivi i pilastri della fede
islamica
Descrivi i mutamenti nella
geografia politica nel corso del V sec. D. C. (dove e che cosa)
Descrivi i mutamenti politici nella geografica politica dellarea mediterranea e del Medio Oriente tra VII e VIII secolo (dove e che cosa)
a cura di Paolo Alpino