a cura di Paolo Alpino
CLASSE TERZA UNITA' DI LAVORO N° 3
I problemi demografici nelle società industriali
Filone Educazione allo sviluppo
Indice esercizi per la formazione a distanza
Introduzione. I numeri sono i protagonisti: indici demografici di ogni tipo - della esperienza lontana ai ragazzi come della esperienza a loro più vicina - delimitano il tavolo di lavoro dell'unità dove si incrociano molti temi di geografia umana. Agli alunni tocca il compito di analizzare, classificare, elaborare e fare previsioni in base a criteri dati, esercitandosi anche nell'uso del foglio elettronico. All'insegnante far capire, tra le altre cose, che in questo caso la storia per così dire non si fa nei campi di battaglia ma "nelle camere da letto": la vita privata ci dà informazioni di lunga durata che ci ammoniscono sul presente, onde non cadere nella rete di pregiudizi affrettati.
Come è il caso delle migrazioni, di cui è possibile alla fine leggere non solo i problemi ma anche le convenienze e in un certo senso l'ineluttabilità. Capirlo è educazione allo sviluppo (e alla cittadinanza consapevole), soprattutto se ciò avviene per ragionamento sopra gli aridi numeri e non attraverso l'imposizione di tesi buoniste.
Cap. I Introduzione: perché lo sviluppo demografico è diventato un problema?
Cap. II Lo sviluppo della popolazione nel tempo
Cap. III I flussi migratori nello spazio: homo migrans
Documento1
La valanga demografica di Piero Angela.
La crescita della popolazione sulla terra ha assunto
negli ultimi decenni ritmi tali da allarmare scienziati e politici. Alcune
previsioni parlano di cjfre da capogiro. Per spiegare la velocità di crescita
In modo semplice si ricorre spesso all'esempio del laghetto dì ninfee:
nell'acqua del laghetto la ninfea cresce raddoppiandosi ogni giorno; il primo
giorno vi saranno 2 ninfee, il terzo 4, il quarto 8, poi sedici ecc. Se in 29
giorni la ninfea ha coperto la metà del laghetto, basta un solo giorno, il
trentesimo, per coprire l'altra metà. Questo tipo di crescita riguarda anche la
popolazione.Fra le cause sociali che influenzano tale fenomeno possiamo
considerare anche la sconfitta di malattie che sterminavano masse enormi di
esseri umani, ma non possiamo dimenticare il permanere di condizioni di povertà
che costringono molti popoli a ricorrere alla procreazione quale unica fonte di
risorse per la sopravvivenza (più figli vuol dire più braccia per procurarsi
il sostentamento).Piero Angela sostiene in questo brano che la carta vincente
per frenare l'aumento della popolazione è riposta in uno "sviluppo dl
qualità" che consenta agli uomini dl migliorare se stessi, di produrre a
livelli più alti e di trasformare quindi le condizioni di vita sulla Terra. (La vasca di Archimede, Garzanti,
Milano)
Nel 1936 la popolazione mondiale aumentava di 50.000 abitanti al giorno. Nel 1950 di oltre 100.000 al giorno. Nel 1970 di oltre 200.000 al giorno. Cioè, fatta la differenza tra nati e morti, vi sono oggi, ogni giorno, oltre 200.000 abitanti in più sulla Terra.
Ciò significa che negli ultimi 5 anni si è aggiunto al nostro pianeta l'equivalente della popolazione di tutta 1'Africa. Abbiano un'Africa in più ogni 5 anni.
Se la popolazione mondiale continuasse ad aumentare a questo ritmo, fra soli 100 anni gli Stati Uniti avrebbero 420 milioni di abitanti, il Marocco 1 miliardo e mezzo, il Bangladesh 3 miliardi, l’India 25 miliardi e cosi via.
Se poi la "curva" di sviluppo proseguisse per l'intero prossimo millennio, la Terra, nell'anno 3000, avrebbe addirittura ... 100 abitanti al metro quadrato (su tutte le terre emerse). E' bene non dimenticare queste cifre, perché esse dimostrano per assurdo che vi è una barriera naturale allo sviluppo demografico, e che non si può crescere in modo illimitato in un pianeta limitato. Prima o poi, ci si deve fermare: di qui non si scappa. Si tratta allora di scegliere il momento giusto per fermarsi (quello, cioè, che eviti di compromettere gravemente la qualità della vita).
Alcuni
economisti affermano che la Terra può ospitare ancora molti abitanti, e che
ridurre le nascite significherebbe privare l'umanità di una "pressione
demografica" capace di fornire la necessaria spinta vitale; e
significherebbe anche privarla di un continuo ricambio
di giovani, aumentando così il numero dei vecchi.Questo indubbiamente è il
modello che ha accompagnato lo sviluppo umano dal neolitico in poi, ma oggi
sappiamo con certezza che un'espansione di questo tipo non può continuare,
perché ha dei limiti fisici: così come in una stanza o in un cinema non può
entrare più di un certo numero di persone, analogamente sulla Terra c'è solo
un numero limitato di posti disponibili.
Non a caso, del resto, questi stessi economisti sono gli stessi che affermano che la principale risorsa è la mano d'opera capace di creare in un paese le condizioni prime per uno sviluppo economico. Già i faraoni d’Egitto erano d'accordo per uno sviluppo di questo tipo, dal momento che le piramidi non sarebbero mai state costruite senza una "esuberanza coatta” di mano d'opera. Ma è evidente che oggi la tecnologia consente uno sviluppo di diverso tipo, a condizione che una società metta in grado i suoi componenti di utilizzare questa tecnologia nel modo più intelligente (e quindi di meritarla culturalmente). Per ottenere migliori risultati non sono necessari più uomini, ma migliori uomini. E' rimasto ormai poco spazio nella Terra per uno sviluppo di quantità, ma rimane un immenso spazio per uno sviluppo di qualità. Ed è in questa direzione che occorre muoversi, è questa la vera battaglia dello sviluppo, e non soltanto perché un uomo con un bulldozer vale cento analfabeti con la zappa (...)
Analizza
il brano rispondendo alle domande seguenti:
1.
Qual è il problema analizzato nel brano? Quali sono le cifre del
problema? Riporta alcuni esempi
2.
Qual è la tesi tradizionale, rispetto a cui non è d’accordo l’autore?
Su che argomenti si basa la tesi tradizionale? Come si può definire
lo
sviluppo che essa sostiene?
3.
Qual è l’obiezione di Angela alla tesi sopra indicata?
4.
Qual è la tesi di Angela? Quali sono gli argomenti su cui si appoggia?
Come si può definire lo sviluppo che essa sostiene?
5.
Individua i riferimenti a epoche
storiche del passato e specifica a che proposito sono state fatte
Documento 2 Dati demografici
Lo sviluppo della popolazione nel tempo
età |
abitanti (in milioni) |
500.000 anni fa |
1 |
10.000 anni fa |
5 |
anno 0 |
250 |
1300 |
360 |
1830 |
1000 |
1930 |
2000 |
1960 |
3000 |
1975 |
4000 |
1987 |
5000 |
2000 |
6000 |
La distribuzione della popolazione nello spazio
continenti |
superficie in kmq |
popolazione |
densità |
Europa |
9.626.994
|
733.029.255 |
|
Asia |
45.100.399 |
3.957.007.827 |
|
Africa |
30.206.704 |
912.649.388 |
|
America |
42.397.733 |
897.353.596 |
|
Antartide |
14.000.000 |
1.500 |
|
Oceania |
8.525.370 |
33.338.385 |
|
Totale |
|
|
|
Le previsioni per il futuro: procedi seguendo le istruzioni sottostanti
continenti |
1900 (milioni) |
1900 % |
1985 (milioni) |
1985 % |
Incremento dal 1900 al 1985 |
2070 (milioni) |
2070 % |
Europa |
390 |
|
695 |
|
|
|
|
Asia |
970 |
|
2874 |
|
|
|
|
Africa |
110 |
|
557 |
|
|
|
|
America Nord |
81 |
|
263 |
|
|
|
|
America centro-sud |
64 |
|
372 |
|
|
|
|
Oceania |
7 |
|
27 |
|
|
|
|
Totale |
|
|
|
|
|
|
|
Calcola
la popolazione complessiva nel 1900 e nel 1985
Calcola
la % della popolazione di ogni continente rispetto al totale della
popolazione, sia per il passato del 1900, sia per il passato più recente
del 1985 (la parte / tutto * 100)
Calcola
per ogni continente di quanto è aumentata la popolazione dal 1900 al 1985
(valore finale / valore iniziale)
Per
fare la previsione relativamente al 2070 moltiplica la popolazione del 1985
per il tasso d’incremento registrato nell’arco di tempo precedente (come
a dire: “se il tasso di crescita rimanesse invariato …)
Calcola
la popolazione complessiva nel 2070
Calcola
la % della popolazione di ogni continente rispetto al totale della
popolazione, relativamente al futuro del 2070.
A questo punto, dopo aver completato la tabella, osserva i dati in % relativamente ai tre momenti temporali. Qual è la tendenza in atto - dal 1900 al 1985 come anche dal 1985 al 2070 - per quanto riguarda la distribuzione della popolazione nelle diverse aree continentali? Quali continenti pesano di meno? Quali pesano di più? Quali pesano allo stesso modo?
Distribuzione popolazione per età (% - 1995)
Francia | Marocco | |
età | ||
20 | 0-14 | 34 |
21 | 15-29 | 30 |
23 | 30-44 | 18 |
18 | 45-59 | 9 |
14 | 60-74 | 6 |
6 | +75 | 2 |
Reddito e indicatori demografici
stati | PNL ($) | tasso di natalità (per mille) | tasso di mortalità (per mille) | tasso di crescita (%) |
UE | 28.700 | 12 | 10 | 0,4 |
Giappone | 28.190 | 10 | 8 | 0,7 |
Filippine | 770 | 30 | 6 | 2,1 |
India | 310 | 29 | 10 | 1,9 |
Iran | 2.200 | 35 | 7 | 2,6 |
Egitto | 640 | 29 | 8 | 2,2 |
Nigeria | 320 | 45 | 15 | 3 |
USA | 23.240 | 16 | 9 | 1 |
Messico | 3.470 | 28 | 5 | 2,1 |
Bolivia | 680 | 36 | 10 | 2,4 |
Australia | 17.260 | 15 | 7 | 1,4 |
Documento 3 Calcoli demografici
E’ importante sapere quante persone risiedono in un
territorio, perciò ogni stato organizza, periodicamente un censimento della
popolazione (in Italia, ogni dieci anni).Inoltre ogni anno, tutti i comuni
devono aggiornare i loro conti demografici, per sapere se la popolazione cresce
o diminuisce. Ecco i conti che devono fare:
Saldo naturale: è la differenza tra il numero dei nati, in un anno, e il numero dei morti. Il saldo è positivo se in nati sono più dei morti, altrimenti è negativo
Saldo migratorio: gli immigrati sono le persone che vengono a vivere nel nostro territorio, provenienti da fuori; gli emigrati sono quelli che partono dal nostro territorio per andare a vivere altrove. Il saldo migratorio è la differenza tra immigrati ed emigrati. E’ positivo quando gli immigrati sono più degli emigrati
Saldo totale: di quanti abitanti è aumentata, o diminuita la popolazione in 1 anno? Lo sappiamo calcolando il saldo totale, cioè sommando alla popolazione dell’anno precedente tutti i nati e gli immigrati e sottraendo i morti e gli emigrati.
Saldo naturale= nati - morti
Saldo migratorio= immigrati – emigrati
Come si calcola la variazione di popolazione di anni in anno:
Popolazione anno precedente
+ saldo naturale
+ saldo migratorio
Come si calcola il tasso di natalità
(totale nati : popolazione) * 100 (o 1000)
Come si calcola il tasso di mortalità:
(totale morti : popolazione) * 100 (o 1000)
Come si calcola il tasso di incremento della popolazione:
(nuovi abitanti : popolazione) * 100 (o 1000)
Calcolo dela variazione della pop. in un comune (esempio)
32417 (pop. alla fine del 2001)
+370 (tutti i nati nel 2002)
+221 (immigrati)
- 394 (morti)
- 29 (emigrati)
= 32585 abitanti alla fine del 2002
Tasso di incremento della popolazione: ci dice quanti abitanti ci sono in più., ogni anno, ogni 100 o 1000 abitanti. Si calcola così: numero di nuovi abitanti diviso per la popolazione, moltiplicato per 100 o per 1000 mille. In Italia: 0,4/100.
Tasso di natalità: quante persone muoiono, in un
anno, ogni 100 o 1000 abitanti. Calcolo: nr. di nati di un anno diviso
popolazione per 100 0 1000. In Italia: 8,6/1000
Tasso di mortalità: quante persone muoiono, in un anno, ogni 100 o 1000 abitanti. Italia: 9/1000
Documento 4 Indagine sul numero dei figli per famiglia.
Il campione statistico è rappresentato dalle famiglie degli alunni della classe, dalle famiglie dei loro genitori e da quelle dei loro nonni
la famiglia | numero figli |
di oggi | 1,8 |
dei miei genitori | 3,2 |
dei nonni | 3,9 |
Documento 5 Indagine sulla provenienza delle famiglie
Il campione statistico è rappresentato dalle famiglie degli alunni della classe, dalle famiglie dei loro genitori e da quelle dei loro nonni
genitori | % | nonni | % | |
Lombardia | 29 | 60,4 | 36 | 37,5 |
altre regioni | 19 | 39,6 | 60 | 62,5 |
Valle d'Aosta | 0 | 0,0 | 0 | 0,0 |
Veneto | 1 | 2,1 | 3 | 3,1 |
Piemonte | 0 | 0,0 | 0 | 0,0 |
Friuli | 0 | 0,0 | 1 | 1,0 |
Emilia Romagna | 2 | 4,2 | 9 | 9,4 |
Liguria | 1 | 2 | 2,1 | |
Trentino | 1 | 2,1 | 2 | 2,1 |
Italia nord | 5 | 10,4 | 17 | 17,7 |
Toscana | 1 | 2,1 | 4 | 4,2 |
Marche | 0 | 0,0 | 0 | 0,0 |
Umbria | 0 | 0,0 | 0 | 0,0 |
Lazio | 0 | 0,0 | 1 | 1,0 |
Italia centro | 1 | 1,9 | 5 | 4,8 |
Sicilia | 1 | 2,1 | 4 | 4,2 |
Puglia | 6 | 12,5 | 17 | 17,7 |
Calabria | 2 | 4,2 | 4 | 4,2 |
Basilicata | 0 | 0,0 | 0 | 0,0 |
Campania | 1 | 2,1 | 5 | 5,2 |
Sardegna | 2 | 4,2 | 4 | 4,2 |
Abruzzo | 0 | 0,0 | 3 | 3,1 |
Italia sud | 12 | 25,0 | 37 | 38,5 |
Altri stati | 1 | 1,9 | 1 | 1,0 |
Documento 6
Gli stranieri residenti in Italia. Il
rapporto della Caritas 2006 (edizione ondine di La Repubblica).
ROMA - Alla fine del 2005, gli immigrati regolari in Italia erano 3.035.000, il 5,2% della popolazione, in pratica uno ogni 20 residenti: ma tra dieci anni la loro incidenza sarà raddoppiata. Ad aggiornare la contabilità del fenomeno è il Rapporto Immigrazione Caritas/Migrantes 2006. Questo dato colloca il nostro tra i grandi Paesi europei di immigrazione: Germania (7.287.980), Spagna (3.371.394), Francia (3.263.186), Gran Bretagna (2.857.000). Il rapporto della Caritas delinea anche la "carta d'identità" degli immigrati in Italia, che sono in gran parte di provenienza europea, si stabiliscono al Nord o a Roma, son uomini e donne in percentuale uguale e hanno tra i 15 e i 44 anni.
Aumento
costante.
L'aumento - dovuto in parte ai nuovi arrivi (187 mila), in parte alle nascite di
figli di cittadini stranieri (52 mila) - nel prossimo futuro sarà ancora più
consistente, come dimostrano le 485 mila domande di assunzione presentate nel
mese di marzo 2006 per rientrare nel tetto fissato dal decreto flussi. Se si
tiene conto del nostro deficit demografico e della pressione dei Paesi d'origine
- avvertono i ricercatori Caritas - è realistico stimare l'impatto in entrata
in almeno 300 mila unità l'anno. Gli immigrati - rileva il dossier -
"diventeranno sempre più l'unico fattore di crescita demografica in grado
di rimediare alla prevalenza dei decessi sulle nascite".
Le zone di residenza. Roma e Milano detengono, rispettivamente l'11,4% e
il 10,9% della popolazione straniera. La Lombardia è la prima regione perché
accoglie da sola quasi un quarto del numero complessivo. Al Nord si trova il
59,2% degli stranieri, al centro il 27% e nel meridione il 13,5%. Le province
con il più alto tasso di incidenza della popolazione straniera sono Prato
(12,6%), Brescia (10,2%), Roma (9,2%), Pordenone (9,4%), Reggio Emilia (9,3%),
Treviso (8,9%), Firenze (8,7%), Modena (8,6%), Macerata e Trieste (8,1%). La
maggioranza dei permessi di soggiorno è a carattere stabile: più di 9 su 10
immigrati sono presenti per motivi di lavoro (62,6%) e per famiglia (29,3%).
La provenienza. Ogni 10 stranieri, cinque sono europei, due africani, due
asiatici e uno americano: trent'anni fa erano euroamericani nove su 10. Gli
originari dell'Est europeo sono circa un milione, tra questi i principali gruppi
sono quello albanese e ucraino mentre tra i comunitari quello polacco. Per
l'Africa, spicca quello marocchino, per l'Asia quelli cinese e filippino, per
l'America quelli peruviano e statunitense.
Donne e uomini. Parità fra i sessi, il 50,1% è uomo, il 49,9% donne.
Per il 70% (contro il 47,5% degli italiani) si concentrano nella fascia di età
15-44 anni. La fecondità delle donne immigrate è maggiore delle italiane: 2,4
figli contro 1,2; nel 2005 sono nati 52 mila bambini ed hanno inciso per il 9,4%
sulle nuove nascite. Tra i marocchini i figli sono 4 per donna, tra i polacchi e
i rumeni 1,7. Tra le immigrate ci sono più divorziate rispetto alle italiane
(2,5% contro l'1,7%).
Occupazione e retribuzioni. Nei confronti del mercato del lavoro, gli
immigrati stanno esercitando un peso crescente: 1 ogni 10 occupati è nato in un
paese extracomunitario. Nel 2005, 727.582 nuovi assunti su 4.559.952 erano
immigrati. Sono 130.969 i cittadini stranieri titolari d'azienda, con un aumento
del 38% rispetto al giugno 2005. Secondo la banca dati dell'Inps, le
retribuzioni degli immigrati sono mediamente pari alla metà di quelle degli
italiani, anche a causa del loro discontinuo impiego.
La
religione.
Rispetto alla fede, il 49,1% si riferisce a cristiani (circa un milione e
mezzo), il 33,2% a musulmani (circa un milione), il 4,4% a religioni orientali.
Rispondi
alle domande e svolgi le attività richieste basandoti sui dati presenti nel
testo:
Quanti
sono gli abitanti in Italia? Di questi in % quanti sono gli stranieri?
Sempre in termini di %, tra dieci anni, quanto incideranno gli stranieri sul
totale della popolazione italiana?
Quali
sono i paesi europei che ospitano più immigrati? Riportali in ordine
decrescente inserendo anche l’Italia.
Due
sono le origini dell’aumento degli stranieri in Italia. Indicale.
Rappresenta
mediante grafico a colonne la distribuzione degli stranieri nelle tre parti
del paese.
Descrivi
il profilo dello straniero in termini di sesso e classe d’età prevalenti.
Indica
i tassi di fecondità delle straniere e delle italiane. Indica anche le
differenze relative al numero dei figli tra le diverse comunità di
stranieri.
In
% quanto rappresentano gli stranieri sul totale dei lavoratori in Italia?
Rappresenta
mediante grafico a colonne la religione degli stranieri.
In conclusione la presenza degli stranieri come modifica il profilo demografico della popolazione italiana? In altre parole come sarebbe senza gli stranieri la popolazione italiana per: crescita demografica complessiva e tasso di natalità, distribuzione popolazione per classi d’età, e % popolazione attiva sul totale della popolazione
Documento 7 Il processo di ominizzazione
Documento 8 Le migrazioni oggi
Documento 9
La
paura dei nuovi barbari di Piero Ottone.
Intorno
al 1950, per un insieme di coincidenze, la cittadina inglese di Bedford
attirò numerosi immigrati italiani. Nei primi tempi, gli inglesi accolsero di
buon grado i nostri connazionali, e le ragazze locali erano contente. L’atmosfera
era anzi così buona che le famiglie italiane continuavano ad affluire. L’amministrazione
comunale,a un certo punto, disse: ora basta.
In
quegli anni ero a Londra, e andai a Bedford per scrivere una corrispondenza su
tali eventi. Incontrai italiani, brave persone che svolgevano il loro lavoro
nei ristoranti o nelle fabbriche, senza dar fastidio a nessuno.
Sentimentalmente ero solidale con loro. Ma alla fine dovetti dare ragione al
sindaco di Bedford. Gli Italiano erano inevitabilmente diversi dai locali,
avevano usanze diverse, una diversa cultura: la comunità italiana, se fosse
diventata troppo numerosa, avrebbe reso Bedford irriconoscibile. Avrebbe
cancellato la sua identità.
Tutto
ciò avveniva più di 40 anni fa, e l’episodio di Bedford fu uno dei primi
sintomi di quello che sarebbe diventato col tempo, il problema più angoscioso
del Duemila: l’immigrazione. Il problema si manifesta su tre diversi
livelli. C’è il livello nazionale: i meridionali che si trasferiscono in
Piemonte o in Lombardia, i tedeschi dell’est che vanno in Baviera o in
Renania. C’è il livello continentale: italiani e spagnoli in Germania, in
Francia e in Belgio. C’è infine, più drammatico e allarmante, il livello
intercontinentale: i Turchi, i Marocchini, i neri che premono sulle nostre
frontiere. E ormai non è più questione di salvaguardare, come a Bedford, la
propria identità. E’ questione di sopravvivenza.
E’
il dramma della sovrappopolazione. Dramma duplice. Ci sono da una parte le
comunità aggredite, le nostre, prese d’assalto, minacciate, infiltrate in
mille modi. Ma c’è, ben più grave, il dramma degli invasori, in fuga da
condizioni di miseria e di fame, senza una possibilità di lavoro, e
trasferiti in condizioni di vita totalmente
diverse, ma per loro sempre durissime, in un altro genere di miseria,
per lo più clandestini …
Dobbiamo
renderci conto che oggidì, alle soglie del Duemila, la comunità occidentale,
insediata in Europa, negli Stati Uniti ed in qualche lontana propaggine (Nuova
Zelanda, Australia, Sudafrica) è accerchiata e incalzata da quella vasta
umanità, composta di popolazioni primitive o appartenenti a civiltà ormai
spente che conosciamo sotto il nome di terzo mondo. E per chiarire le idee
possiamo far ricorso ad un parallelo storico: quello della civiltà
greco-romana, incalzata e assediata dai popoli dell’Oriente e del
Settentrione, vale a dire dai barbari, che erano il terzo mondo di allora.
Il
genere umano, adesso come allora, si scinde in due schieramenti, assolutamente
diversi e inconfondibili. Gli Indiani, gli Egiziani, i neri d’Africa,, come
allora gli Sciti, i Parti o i Germani, sono ai limiti della sussistenza,
vivono in condizioni primitive … e si moltiplicano: gli Africani
rappresentano oggi l’otto per cento della popolazione mondiale, fra trent’anni
saranno il diciotto per cento.
…
A fronteggiare questo schieramento la comunità occidentale, quella che l’arcivescovo
di Bologna, il cardinale Biffi, ha definito “sazia e disperata”, con un
andamento demografico di segno opposto. Oggi gli europei sono il 15% della
popolazione mondiale; nel 2025, ai ritmi attuali, saranno il 6%.
Decadenza
dell’occidente? Ci limitiamo ad osservare che un’umanità benestante,
quella dell’occidente, avendo raggiunto condizioni di vita opulenta
[1]
, come mai nel passato, amministra con circospezione
[2]
il suo benessere, e per massimizzarlo
[3]
spegne a poco a poco un istinto primordiale, quello dell’autoconservazione,
accettando la possibilità del male estremo, rassegnandosi in altre parole a
scomparire dalla faccia della terra.
Rispondi alle seguenti domande
Quale esperienza personale del problema l’autore ha maturato anni
addietro? Perché ha dovuto dare ragione al sindaco di Bedford?
Qual è il problema che l’autore discute? Descrivi le tre scale
spaziali in cui si manifesta.
Quali schieramenti di popolazioni si fronteggiano sul pianeta?
Descrivine gli spazi, i ritmi di riproduzione e lo sviluppo economico
L’autore ricorre ad un paragone storico in base al quale gli
occidentali e gli immigrati di oggi sono simili a chi nel passato? Come andò
a finire allora?
In che senso l’occidente è in decadenza secondo l’autore?
[1] Ricche e lussuose
[2] prudenza
[3] ottenere il massimo
Indice esercizi per la formazione a distanza
Verifica
finale Obiettivo:
analizza lo sviluppo della popolazione nel tempo e gli spostamenti della
popolazione nello spazio
Consegne:
Calcola
la popolazione sapendo che la popolazione all’inizio dell’anno è di
5000 abitanti, i nati sono 500, gli emigranti sono 45, i morti sono 450 e
gli immigrati sono 550
Scrivi
un testo chiaro e completo che spieghi il processo di transizione
demografica. In particolare per ogni stadio individua i riferimenti di tempo
e spazio, i tassi di natalità e di mortalità, la spiegazione per gli
stessi, il tipo di crescita, la composizione per fasce d’età.
Scrivi
un testo chiaro e dettagliato (ricco di informazioni numeriche) sugli
stranieri residenti oggi in Italia. Spiega anche come il loro afflusso
modifichi il profilo complessivo della popolazione italiana
Costruisci
una carta tematica sulle migrazioni oggi
a cura di Paolo Alpino