a cura di Paolo Alpino
CLASSE SECONDA UNITA' DI LAVORO N° 9
GLI IMPERI COLONIALI
Filone Educazione alla pace
Indice esercizi per la formazione a distanza
Introduzione. Opportunamente guidati da scalette e questionari, gli studenti leggono testi e cercano informazioni sulle colonie moderne e sull'economia- mondo, di cui sono parte. Trovate le informazione e verificate l'esattezza delle stesse mediante il confronto e la discussione, si prova a generalizzare alla luce di modelli esplicativi vecchi e nuovi: è fondamentale arrivare a differenziare i diversi tipi di sfruttamento coloniale e a riconoscerne i tratti comuni. Il lavoro di ricerca storica è al tempo stesso lavoro sulle carte, disegno delle informazioni relative a insediamenti, vie marittime e flussi commerciali.
A permettere il lavoro di ricerca storica è il trattamento di testi storici, come quelli di Carlo Cipolla o di testi didattici della storia come quelli di Giulio Mezzetti: opportunamente smontati e rimontati, filtrati da domande per verificare la comprensione del testo, essi costituiscono i documenti della ricerca.
In conclusione, va osservato e va fatto osservare come all'origine della ricchezza europea, tra l'altro, ci siano stati conquistatori senza scrupoli, pirati, mercanti di schiavi, spacciatori di oppio. E' ciò che Marx chiamava accumulazione originaria.
Cap. I Gli imperi coloniali della Spagna e del Portogallo
Cap. II Primi esempi di globalizzazione: oro, spezie, schiavi ...
Cap. II Gli ultimi arrivati: Olandesi ed Inglesi
Documento 1 Quando gli Inglesi spacciavano in Cina
La
storia ha radici lunghe. Nel 1492 Cristoforo Colombo scopriva l'America. Nel
1840 navi inglesi bombardavano postazioni militari in Cina dando inizio alla
breve ma infame guerra dell'oppio. Ad onta di ogni apparenza in contrario, tra i
due eventi esiste un collegamento diretto. Vediamo come.
Dopo
il primo entusiasmo della scoperta, gli spagnoli attraversarono un periodo di
delusione. Le terre scoperte da Colombo non erano le Indie Orientali con le
quali la Spagna cercava una via marittima di comunicazione diretta. Di più. Le
terre nuovamente scoperte non parevano offrire
risorse particolarmente attraenti. C'erano quindi ragioni sufficienti per
riflessioni scettiche e amare. Con la metà del Cinquecento, però, le cose
cambiarono drasticamente. Prima in Messico nella regione di Zacatecas poi in
Perù nella località di Potosì gli spagnoli scoprivano ricchissimi giacimenti
argentiferi, tra il 1550 ed il 1630 favolosi convogli di galeoni spagnoli
trasportarono in Europa qualcosa come sedicimila tonnellate di argento.
L'argento
che affluì in Spagna vi pervenne per circa un ottanta per cento in cambio di
beni che intraprendenti mercanti vendevano nelle colonie alle ricche famiglie
dei conquistadores. Per il rimanente venti per cento circa l'argento arrivava in
Spagna in pagamento delle regalie pretese dalla Corona spagnola per le
concessioni di estrazione del minerale argentifero. Nell'un caso come
nell'altro l'argento veniva speso: dai mercanti per l'acquisto dei beni
destinati alle Americhe, dal sovrano per finanziare le continue guerre in cui la
Spagna si trovò coinvolta nel corso del secolo Sedicesimo.
La
Spagna però non possedeva né riuscì a sviluppare un apparato manifatturiero
tale da soddisfare l'imponente domanda di beni rappresentata dalla spesa della
massa di argento americano. Per cui ricorse all'importazione massiccia di
prodotti dalle Fiandre, dall'Olanda, dalla Francia, dalla Germania, dall'Italia
e dall'Inghilterra. Di conseguenza l'argento originariamente importato in Spagna
dalle Americhe si sparse un po' per tutta l'Europa.
A
seguito del viaggio di circumnavigazione del mondo da parte di Vasco da Gama
(1498), i portoghesi prima, gli inglesi e gli olandesi poi stabilirono diretti
rapporti commerciali via mare con la Cina.
Agli
inizi i mercanti portoghesi, inglesi e olandesi si interessarono soprattutto
all'importazione in Europa dei prodotti che da secoli l'Europa importava dalla
Cina tramite l'intermediazione di mercanti arabi e indiani. Tali prodotti
erano essenzialmente la seta e certe spezie. Ma stabilito il contatto diretto
e approfondita la conoscenza del mercato cinese, soprattutto gli inglesi e gli
olandesi si resero conto che potevano acquistare in Cina altri prodotti che
trovavano facile esito sul mercato europeo e che dati i prezzi, potevano
assicurare grossi profitti. Questi prodotti erano soprattutto le porcellane
cinesi e il tè.
Il
tè fu introdotto in Europa nel 1664 quando i direttori della Compagnia delle
Indie ne fecero dono a re Carlo II di un pacchetto da circa un chilo. Si riteneva
allora che il tè avesse miracolose virtù medicinali e, comunque sia, l'erba
aromatica ebbe specialmente sul mercato inglese un successo straordinario.
Dall'anno 1720 il tè soppiantò decisamente la seta come principale merce di
importazione dalla Cina. In effetti le importazioni di tè da Canton da parte
della Compagnia delle Indie passarono da circa 1200 tonnellate, per un valore di
831 mila lire sterline nel 1761, a circa 105 mila tonnellate per un valore di 3
milioni e 665 mila lire sterline nel 1800.
C'è
un guaio però. Mentre le importazioni in Europa di prodotti cinesi continuavano
a crescere, non c'era prodotto europeo che riuscisse a interessare il
consumatore cinese. Letteralmente disperati, i direttori della East India
Company inglese e della V.O.C, olandese fecero mille e uno tentativi di
penetrare il mercato cinese con prodotti europei. Tentarono persino con stampe e
dipinti di natura pornografica. Ma sempre invano. L'unico bene di cui gli
europei disponessero che interessava i cinesi e che questi ultimi erano disposti
ad accettare in cambio delle loro merci era l'argento americano. ="font-style:12.0pt">Così
le navi della East India Company inglese e della V.O.C, olandese partivano
dall'Europa cariche quasi esclusivamente di reales de a odio (monete d'argento
spagnuole), rixdaalders olandesi, corone d'argento francesi, talleri d'argento
tedeschi, ducatoni e piastre d'argento italiani. La bilancia commerciale
dell'Europa con la Cina si dimostrò inesorabilmente e incurabilmente
sbilanciata e il grande commercio internazionale si andò configurando nella
forma di due flussi in direzioni opposte: argento che dalle Americhe affluiva in
Europa e di qui proseguiva per la Cina e in direzione opposta prodotti cinesi
che affluivano in Europa e prodotti europei che affluivano alle Americhe.
Il
persistente sbilancio commerciale europeo con la Cina rappresentava un
continuo rompicapo per i direttori della East India Company e della V.O.C. i
quali erano frequentemente accusati dai politici e dall'opinione pubblica
dei rispettivi Paesi di impoverire la nazione (non si dimentichi che il credo
mercantilista imperante per buona parte del periodo considerato identificava
l'abbondanza di moneta metallica pregiata con la ricchezza del Paese).
Fu
in questo clima di paradossi che nella direzione della East India Company
venne formulato e messo in atto un piano diabolico.
L'oppio
era stato introdotto in Cina da turchi e da arabi nel corso del Settimo secolo
dopo Cristo. Per lungo tempo vi venne usato a scopo puramente terapeutico
nella cura di diverse malattie. Agli inizi del secolo diciassettesimo, però,
a Formosa, nel Fukien e nel Kwantung si cominciò a far uso di oppio come
stupefacente fumandolo misto a tabacco. Le autorità cinesi non mancarono di
notare presto gli effetti deleteri della droga sulle condizioni fisiche e
psicologiche dei fumatori.
Nel
1729 un editto imperiale proibiva la vendita e il consumo di oppio. Nel 1796
l'imperatore Chiech'ing ribadiva in termini particolarmente severi la
proibizione dell'importazione e del consumo della droga. Da quella data tutto
l'oppio importato in Cina vi entrò per via di contrabbando.
Con
gli inizi dell'anno 1760 la East India Company elaborò e mise in atto il
disegno diabolico cui si è accennato prima. Diede inizio alla coltivazione di
oppio in India e introdusse l'oppio indiano sul mercato cinese proponendo
l'oppio invece dell'argento come mezzo di pagamento per l'acquisto dei prodotti
cinesi. L'esperimento ebbe subito un notevole successo. A seguito del bando
imperiale del 1796 la Compagnia inglese si ritrasse dal commercio dell'oppio
in prima persona ma continuò a praticarlo tramite mercanti privati che erano
costretti ad acquistare l'oppio soltanto ed esclusivamente dalla Compagnia. I
profitti della East India Company nella produzione e vendita dell'oppio indiano
passarono da 2,4 milioni di rupie nel 1800 a circa 10 milioni di rupie nel
1832 e a circa 15 milioni di rupie nel 1837. Contemporaneamente le
importazioni di oppio indiano in Cina passarono da circa 63 tonnellate nel 1767
a una media di circa 315 tonnellate all'anno nel decennio 1821-1830.
Dopo
il 1830 l'importazione di oppio in Cina crebbe ancor più rapidamente. L'impiego
di clippers più capaci e più veloci contribuì all'aumento del volume del commercio.
Inoltre si aggiunsero gli Americani, che dalla fine dell'anno 1820 cominciarono
a importare in Cina oppio turco.
A
questo punto l'oppio veniva a causare alla Cina un triplice danno. Anzitutto
il grave danno fisico e psicologico ai sempre più numerosi fumatori che, una
volta trascinati nel gorgo della droga, non potevano più uscirne. Secondariamente,
dati i grossi interessi economici in gioco, il contrabbando dell'oppio divenne
una potente e diffusa fonte di corruzione nella burocrazia cinese sollecitata
dai mercanti occidentali con laute tangenti a chiudere un occhio o anche due
sulle importazioni illegali della droga. S'aggiunga che verso il 1840 circa il
20 per cento dei funzionar! dell'amministrazione centrale cinese e il 50-60
per cento dei funzionar! dell'amministrazione periferica fumavano oppio.
Infine le imponenti importazioni di oppio in Cina finirono col ribaltare la
bilancia commerciale tradizionalmente attiva dell'Impero Celeste. A partire
dal 1820 la bilancia commerciale cinese si fece passiva e l'argento cominciò
a fuoruscire dall'Impero. Tra il 1828 ed il 1836 i soli mercanti inglesi
esportarono dalla Cina argento per oltre 38 milioni di dollari. Il diabolico
piano elaborato dalla East India Company nella seconda metà del Settecento
era riuscito in pieno superando ogni aspettativa.
Di
fronte a tale disastrosa situazione si delinearono in Cina due tendenze. Una
minoranza guidata da due influenti funzionari, Chu Tsun e Hsu Chiù, avanzò la
proposta di legalizzare i! commercio della droga: secondo i sostenitori di
questa
tesi, la legalizzazione del commercio dell'oppio avrebbe fatto diminuire il
prezzo della droga e quindi eliminato i grossi profitti dei trafficanti; inoltre
avrebbe tolto la causa della dilagante corruzione nella burocrazia. Un altro
gruppo guidato da Huang Chuh-Tzu, direttore della Corte del Cerimoniale, e da
Lin Tse-Hsù si poneva in posizione opposta e invocava inasprimenti severi
delle pene.
L'imperatore
ed i suoi consiglieri furono per la maniera forte. Il 30 ottobre 1839
l'imperatore dava ordine a Lin Tse-Hsù di recarsi a Canton ed estirpare il
traffico dell'oppio. Se si doveva scegliere la maniera forte, quella di Lin
Tse-Hsù era la scelta adatta. Lin era uomo deciso, incorruttibile, con un alto
senso del dovere e per di più era un organizzatore di prima forza. Lin partì
da Pechino con le patenti di Commissario imperiale l’8 gennaio 1839 e arrivò
a Canton il 10 marzo. Tra il 10 marzo e il 15 maggio successivo furono arrestate
1600 persone che avevano violato i bandi concernenti il consumo ed il traffico
dell’oppio; inoltre furono confiscati 28 mila catties di oppio e 42.741 pipe
di fumatori. Intanto il 15 giugno 1839 l'imperatore promulgava a Pechino un
drammatico statuto composto di 39 articoli in base al quale chiunque fosse
trovato a commerciare in oppio doveva essere condannato a morte per
decapitazione e chiunque fosse trovato a gestire case da oppio doveva essere
condannato a morte per strangolamento.
Nel
luglio del 1838 erano arrivate a Tong Koo Bay le navi da guerra inglesi
Wellesley e Algerine. Si astennero da azioni ostili ma il significato della
loro presenza era quanto mai chiaro. I Cinesi però, come si è visto, non si
lasciarono intimorire e Lin Tse-Hsù si mosse in maniera sempre più decisa.
Arrivò a mettere agli arresti domiciliari la colonia di mercanti stranieri e
tra l'aprile e il maggio 1839 riuscì ad imporre la consegna dì circa 20 mila
bauli di oppio oltre a circa 1.170 tonnellate di droga che fu distrutta: il
tutto per un valore di oltre 20 milioni di dollari del tempo.
Il
colpo era troppo torte per i trafficanti anglo-americani. D'altra parte
Palmerston, sotto la pressione di interessi costituiti, s'era già deciso per
un'azione di forza. Nel giugno del 1840 arrivò a fronte della baia di Canton la
nave da guerra inglese Alligator. Seguirono la Wellesley, la Conovay e la
Rattlesnake. La baia di Canton venne bloccata. Il 5 luglio truppe inglesi sbarcarono
a Chusan e dopo poche cannonate occuparono la città di Tinghai. Il Times di
Londra scriveva esultante: «La bandiera britannica sventola per la prima
volta su una porzione dell'Impero cinese». Senza possibilità di efficace
difesa i cinesi batterono in ritirata. Per salvare la faccia l'imperatore
gettò tutta la colpa e la responsabilità dell'accaduto su Lin Tse-Hsii che
venne esiliato in una provincia periferica. E l'infame commercio dell'oppio
riprese.
Oggi l'Occidente si scandalizza di fronte allo spettacolo di paesi dell’America latina che riforniscono di droga il mercato nordamericano con la complice inazione dei loro diplomatici. Si dimentica facilmente che poco più di un secolo fa l’Occidente praticò lo stesso infame gioco ai danni della Cina.
Carlo Maria Cipolla (dal Corriere della
Sera del 30 gennaio 1989)
Documento 2
Oro e argento americani. (testi tratti da Carlo M. Cipolla, Conquistadores,
pirati, mercatanti, Bologna 2004). Leggi il testo e completa la carta con i
percorsi delle merci indicati in legenda
Dalla Spagna alle Americhe. Il carico delle navi in partenza dalla Spagna con
destinazione le Indie occidentali (le Americhe) era sempre estremamente vario,
composto dagli oggetti e dalle merci più diverse … Il mercante Gaspar
Gonzàles caricò cucchiai, candelieri, cordami, alambicchi, rasoi, cuoi,
rosari, collane di vetro, stoffe, camicie, tele di Olanda, drappi di Fiandra,
nastri, fazzoletti, tappeti, taffetà, passamanerie, lanterne di rame ed altre
cose ancora. Nella stessa flotta il mercante Andrés Canel di Siviglia caricò
coperte, utensili vari, tessuti, vestiti e prodotti alimentari quali olio, olive
e grano. Questa estrema varietà di merci e di beni si spiega perché i coloni
avevano bisogno di tutto, e per tutto dovevano dipendere dalle importazioni
della madrepatria.
1.
Traccia il percorso delle merci indicate
Dalle
Americhe alla Spagna. Il carico di ritorno era tutt’altra cosa caratterizzato da una
stabile omogeneità. Di fatto sulle navi di ritorno dalle Indie si incontrano
due sole specie di carichi, e cioè le merci prodotte nelle Indie e quel che
veniva chiamato “il tesoro”. Tra le merci prodotte nelle Indie prevalevano
le materie tintorie, ossia la cocciniglia, l’indaco e altri legni usati sempre
come coloranti … Poi per importanza venivano le piante medicinali. Ed infine
un gruppo di merci varie quali la lana, il cotone, lo zucchero, il tabacco, le
spezie tra cui l’aji e lo zenzero, e la seta cinese importata via Acapulco
dalle Filippine.
L’altra
grande categoria – di gran lunga la categoria dominante – che figura tra le
importazioni in Spagna era quella definita “il tesoro”, composto da oro,
argento e perle.
2.
Traccia il percorso delle merci indicate
.Dalla
Spagna all’Europa tutta. I tesori che arrivavano in Spagna pertinenti alla Corona erano
normalmente spesi prima ancora di giungere a destinazione, e siccome l’indebitamento
era soprattutto dovuto al mantenimento degli eserciti sui vari fronti, i tesori
che la Corona spagnola sborsava per pagare i suoi debiti uscivano di Spagna per
riemergere nelle zone di guerra… Se la Spagna poteva fornire senza difficoltà
farine, olio, aceto e vino, quando si trattò di fornire alla colonia panni di
lana, calzature, tappeti, mobilio, velluti, orologi, il sistema produttivo
spagnolo palesò tutta la sua debolezza. L’offerta non fu in grado di tener
dietro al frenetico aumento della domanda … Di conseguenza i prezzi
aumentarono e la Spagna dovette rivolgersi all’estero (gli altri paesi
europei) per procurarsi i beni che le sue colonie chiedevano.
3.
Prosegui il percorso di oro e argento e traccia anche il percorso delle
merci che oro e argento permettevano di acquistare
Dall’Europa
alle Indie Orientali. Nel primo decennio del secolo XVII la marea delle monete spagnole d’argento
era giunta a invadere anche l’India e la Cina. Punto di partenza di questo
ultimo capitolo della storia del movimento dell’argento verso Oriente era il
fatto che gli Europei, avidi di prodotti orientali (come spezie, sete,
porcellane,ecc) non avevano nulla però da offrire in cambio, perché né l’India
né la Cina avevano interesse ai prodotti dell’Europa.
4.
Completa il percorso dell’oro e dell’argento e traccia quello delle
merci richieste in cambio
In conclusione. Il commercio internazionale dei secoli XVI e XVII può essere descritto
sommariamente così: una massa d’argento che in forma di monete o di barre
muoveva dal Messico e dal Perù alla Spagna, da dove poi si diffondeva poi in
tutti i paesi d’Europa. Dall’Europa gran parte di questo argento muoveva
verso Oriente per finire in India e in Cina. In senso opposto una massa di
prodotti asiatici passava in Europa ed una massa di prodotti europei muoveva
verso le Americhe.
Documento 3
Le spezie
Sulle
coste dell’Africa sudorientale c’erano le basi portoghesi di Sofala e del
Mozambico, situate di fronte al Madagascar. Qui i Portoghesi portavano stoffe, o
altre merci di scarso valore, e le barattavano con l’oro africano proveniente
dall’interno. Sulle coste dell’India c’erano Calicut e Goa, scali
indispensabili dopo la traversata dell’Oceano Indiano. A Goa fondata, su una
preesistente città musulmana, risiedeva il governatore portoghese in oriente.
Nelle
Indie orientali i Portoghesi avevano una base a Malacca, dove giungevano pepe e
chiodi di garofano direttamente dai luoghi di produzione. In Cina avevano la
colonia di Macao. Di qui essi avevano stabilito vantaggiosi rapporti commerciali
con il Giappone al quale fornivano merci cinesi. L’impero cinese, infatti,
proibiva ai suoi sudditi di commerciare direttamente con il Giappone, però
tollerava sul suo territorio la base portoghese di Macao. Per i Portoghesi era
una fortuna. In conclusione essi partivano da Lisbona con le merci di scarso
valore, le barattavano con l’oro africano, e con questo, giunti in Oriente,
facevano ottimi affari acquistando spezie e raffinati prodotti da riportare in
Europa.
Rappresenta mediante frecce sulla nuova carta i flussi commerciali dell’impero portoghese: quasi tutte le località sono indicate con quadratini
Documento 4
I
neri d'Africa. Leggi
il paragrafo sul libro e rappresenta sulla carta mediante frecce e didascalie i
flussi commerciali, che facevano capo ai mercanti europei
Documento 5
Vele e cannoni.
L'artiglieria pesante almeno per tutto il '500
risulta poco efficace nelle battaglie terrestri, perché statica, pesante,
ingombrante, difficile da trasportare; diventa al contrario molto efficace se
affidata alle navi. Così, se l'espansione oceanica dell'Europa cristiana viene
assicurata dal formidabile binomio velieri + cannoni, l’espansione terrestre
non può ancora avvenire per motivi tecnici: questo spiega perché i Portoghesi
non penetrino all’interno dei territori colonizzati in Africa, in Asia e in
Brasile, limitandosi ad insediarsi nelle zone costiere con empori e scali
commerciali, in quanto non possono competere con le forze belliche di terra dell’avversario
(regni indiani e dell’estremo oriente). Viceversa, l’avanzata dei Turchi
Ottomani nell’Europa orientale, apparentemente inarrestabile per via della
loro imbattibilità su terraferma, viene frenata dall’occidente cristiano solo
per mezzo di una battaglia navale.
Velieri e cannoni spiegano dunque la supremazia
navale europea, il suo dominio assoluto sui mari e ci fanno capire il motivo per
cui Indiani e Cinesi, creatori di evolute civiltà in oriente, non siano
riusciti a fronteggiare gli invasori sui mari, resistendo più a lungo invece
alla penetrazione verso la terraferma.
Nell’Europa cristiana sono nettamente
avvantaggiati i “pezzenti del mare”, i pirati, i corsari, in
particolare gli Olandesi e gli Inglesi, che avranno la meglio prima contro le
statiche flotte di Venezia e, in seguito, contro “l’invincibile armata”
spagnola. Difatti tra il XVI e il XVII secolo le battaglie navali si evolvono e
assomigliano sempre meno a battaglie terrestri: le navi sono più agili e veloci
rispetto a quelle del passato. Non si ricorre più alla tattica di speronare la
nave avversaria per poi ricorrere all’arrembaggio in modo da trasformare la
battaglia navale in un “corpo a corpo” su terraferma. Ora la nuova strategia
impone di combattere coi cannoni da lontano: si può affondare una nave nemica a
una distanza prima inimmaginabile, ben 200-300 metri.
Ormai
dunque le battaglie navali si decidono in virtù della mobilità delle navi e
della potenza e precisione di tiro; in questo campo nessuna potenza può
competere con la forza militare delle flotte olandesi ed inglesi.
Perché l’uso dell’artiglieria pesante non risulta ancora
decisivo nelle battaglie di terra?
Come si spiega che per il XVI e XVII secolo la penetrazione coloniale
in Asia sia stata solo costiera?
Perché i regni europei avevano una superiorità tecnologico-militare
nei confronti dei Turchi nel Mediterraneo e, nei confronti dei regni dell’oriente,
nelle acque dell’oceano indiano?
Come si trasforma la battaglia navale rispetto al passato? Chi se ne
avvantaggia e perché ?Chi invece perde colpi da un punto di vista militare
ed economico?
Documento 6 L’espansione olandese nel XVII secolo.
Lo
sviluppo di Amsterdam è stato favorito dalla sua eccezionale posizione
geografica a cavallo tra l’area economica settentrionale e l’area economica
atlantica. Di qui le navi olandesi si sono avventurate alla conquista del mondo.
Per
raggiungere l’Oriente secondo la rotta aperta da Vasco de Gama, le navi
dovevano aggirare l’Africa e quindi raggiungere in primo luogo il capo di
Buona Speranza. Da qui erano possibili due rotte diverse.
La rotta più semplice, seguita dai Portoghesi,
risaliva la costa africana lungo il canale di Mozambico e quindi tagliava l’Oceano
Indiano nel punto più stretto fino a raggiungere la costa occidentale della
penisola indiana. I venti utilizzati erano i monsoni, che soffiano nella
stagione calda dall’Africa all’India e nella stagione fredda in senso
contrario. L’andata e il ritorno dall’India erano quindi regolati dalle
stagioni e, per rientrare, i Portoghesi dovevano sostare in India alcuni mesi
per attendere il vento opportuno.
La rotta aperta dagli Olandesi era invece più
esterna. Essa partiva dal Capo di Buona Speranza, scavalcava il Madagascar ad
Oriente, e tagliava l’Oceano Indiano con un percorso che giungeva direttamente
fino all’arcipelago della Sonda. Su questo percorso le navi olandesi
utilizzavano i venti costanti alisei, che soffiano verso nord-est. Invece al
rientro il circuito veniva chiuso sfruttando i monsoni. Nel complesso, quindi, l’itinerario
olandese era meno legato al ritmo delle stagioni.
Trovata
questa strada, gli Olandesi cominciarono a scalzare i Portoghesi dai loro
commerci con le Indie Orientali e per raggiungere più agevolmente lo scopo essi
fondarono una colonia al Capo di Buona Speranza. La Terra del Capo divenne per
gli Olandesi la chiave d’accesso all’Oriente.
Spiega la centralità geografica di Amsterdam. Di quali mari europei è crocevia? Crea una legenda adeguata per rappresentare poi sulla carta il percorso verso le Indie di Portogallo e Olanda. Qual è il vantaggio della via olandese?
L’arcipelago della Sonda era un nodo commerciale tra l’India, la Cina e il Giappone. Gli Olandesi, che nel 1602 avevano fondato la Compagnia delle Indie Orientali, si insediarono nell’arcipelago per accedere ai ricchi commerci dell’Asia orientale.
Anche la conquista delle Indie Orientali da parte olandese fu basata su brutalità ai danni delle popolazioni indigene.
Gli Olandesi insediati a Malacca avevano fatto un inventario delle ricchezze localizzate nell’arcipelago: prima di tutto il pepe e le spezie fini – cannella, chiodi di garofano e noce moscata – poi l’oro e lo stagno. Quindi per sfruttare al massimo queste risorse, introdussero nelle isole conquistate il sistema della monocoltura. Ceylon venne specializzata nella produzione della cannella. Banda, nell’arcipelago delle Molucche, divento l’isola della noce moscata …
Gli indigeni vennero espropriati delle loro piantagioni e ridotti al lavoro forzato: li si obbligò inoltre a consegnare i prodotti ai prezzi imposti dagli Olandesi
Il principio della monocoltura costringeva la popolazione locale a ricorrere ai mercanti per acquistare tutte le altre cose necessarie. Ciò rese gli Indonesiani interamente dipendenti dagli interessi della Compagnia delle Indie, e ad Amsterdam vennero accumulate fortune colossali.
Da un punto di vista
geografico perché è strategica la posizione dell’Arcipelago della Sonda? Fai
l’elenco delle risorse locali. Descrivi con tue parole il sistema della
monocoltura e spiega perché peggiora le condizioni degli indigeni.
L’espansione olandese si era diretta anche verso le Americhe.
Nell’America settentrionale gli Olandesi impiantarono la colonia della Nuova Olanda e nel 1626 avevano fondato Nuova Amsterdam, dove ora sorge il quartiere di Manhattan a New York
In Sud America gli Olandesi avevano stabilito numerosi capisaldi, conquistando la Guyana e un tratto delle coste brasiliane. Riuscirono a conquistare il monopolio nel commercio dello zucchero.
Infine gli Olandesi si
infiltrarono nel ricco commercio degli schiavi africani, praticato dai
Portoghesi e dagli Inglesi
L’impero coloniale olandese è tanto impero economico quanto impero territoriale: fai degli esempi per documentare entrambi gli aspetti del dominio coloniale
Documento 7 L'impero coloniale degli Inglesi
Le
"Tredici colonie" della Nuova Inghilterra. La
prima colonia inglese sul litorale Atlantico era stata fondata nel 1585 ed era
stata chiamata Virginia, in onore della regina Elisabetta. La
Virginia però aveva avuto un inizio stentato e poco promettente, e le colonie
inglesi hanno incominciato a svilupparsi in modo più incoraggiante
solo quando alunne piccole comunità, per sfuggire ai conflitti religiosi che
nel ‘600 funestavano l’Europa, decisero di iniziare una nuova vita nel nuovo
mondo.
Nel
1620 giunsero infatti in America i leggendari padri Pellegrini, che a bordo del
Mayflower., sbarcarono nei pressi di Capo Cod. I Padri Pellegrini erano appena
un centinaio ed avevano abbandonato l'Inghilterra perché erano di fede
puritana, fede religiosa molto simile al calvinismo. Circa la metà di essi
morì nell’inverno successivo, tuttavia essi fondarono la colonia del
Massachusetts, cosiddetta dal nome di una tribù indiana.
Qualche
anno più tardi giunsero però un altro migliaio di Puritani, che fondarono la
cittadina di Boston e anche la colonia del Connecticut. Nelle colonie, i
Puritani si dettero dei governi locali che, pur riconoscendo la corona inglese,
erano simili a piccole repubbliche. In esse veniva applicato un codice di leggi
basato sul rigorismo morale ispirato alla loro religione.
Nel
1632 il cattolico Lord Baltimore fondò la colonia del Maryland retta da una
oligarchia cattolica. Erano i tempi della Guerra dei Trent'anni e nel nuovo
mondo si ripetevano le diversità religiose dell'Europa.
Vennero
poi fondate la Carolina del Nord e la Carolina del
Sud, e il New Jersey. Infine nel 1681 il quacchero W. Penn fondò Filadelfia, o
"città dell'amor fraterno", e la colonia della Pennsiylvania che
occupava l’ultima porzione della costa libera.
In
conclusione, la colonizzazione inglese è stata molto diversa
dalla conquista spagnola. Infatti essa è stata più il frutto di una sommatoria
di iniziative isolate che non il risultato di un grande piano di
conquista. Di conseguenza le colonie inglesi, pur riconoscendo l'autorità
della madre patria, si mostravano nel complesso come un mosaico di tanti pezzi
diversi: c'erano le colonie della corona, le colonie di proprietari privati, le
colonie in cui veniva riconosciuta la libertà di culto e una netta
separazione tra stato e chiesa.
Così si sono formate e si sono accresciute le famose Tredici Colonie della costa atlantica. La loro crescita demografica è stata galoppante. Fra il 1690 ed il 1720 i loro abitanti erano passati da 210.000 a 460.000, e nel 1750 avevano raggiunto il milione.
Sottolinea
sulla carta le colonie inglesi di cui si parla nel testo. Su quale costa si
affacciano? Oltre agli inglesi quali regni europei promuovono la
colonizzazione?Crea una tabella per inserire le informazioni relative alla
colonizzazione inglese della America del Nord in termini di
data, località, motivazioni. In generale qual è la motivazione prevalente alla
base della colonizzazione? Confronta la colonizzazione inglese con quella
spagnola per omogeneità dell’iniziativa e per il legame con la madrepatria
I
popoli
indiani. Finora
abbiamo parlato dell’arrivo dei coloni ma non dobbiamo dimenticare che i
territori delle colonie erano dei Pellerossa. Nelle
regioni nordatlantiche le tribù più popolose dei Pellerossa erano quelle dgli
Uroni, dei Mohicani, degli Irochesi e degli Algonchini. Ogni tribù aveva un
vasto territorio ed era costituito da numerosi clan confederati. Ogni clan, a
sua volta, era formato da un certo numero di famiglie che vivevano in un
villaggio mobile formato da tende, dette tepee.
Alcune tribù erano alleate, altre erano nemiche e spesso si combattevano per
rivalità o per vendetta. Ma in complesso la vita si svolgeva seguendo i ritmi
della natura.
Quando
sono arrivati gli Europei, le tribù erano concentrate nelle fasce costiere e
nella regione dei laghi. Qui le donne praticavano un po' di agricoltura che si
integrava alla caccia, fatta dagli uomini. All'inizio l'atteggiamento degli Indiani
verso gli stranieri fu di curiosità e di ospitale accoglienza. Fu facile quindi
per i primi coloni insediarsi in alcuni territori.
I
guai cominciarono quando i coloni inglesi cominciarono ad abbattere i boschi e
ad impossessarsi delle terre, recintandole. Per gli Indiani infatti la terra era
fonte comune di ricchezza e non concepivano che potesse diventare proprietà di
singoli individui. Ne scaturirono quindi i più accesi conflitti. All’inizio
furono i coloni ad essere decimati ma, con il passare del tempo, furono invece
gli Indiani ad essere sempre più sospinti verso l’interno, uccisi dalle
epidemie o eliminati con la forza dagli Inglesi.
Cosa c’è all’origine del conflitto tra Pellerossa e
coloni inglese? Chi ne fu responsabile?
Una colonizzazione di sostituzione. Si ripeteva quindi, almeno in apparenza, ciò che era avvenuto con gli Spagnoli a danno degli Indios. In realtà le cose erano molto differenti perché la colonizzazione inglese è stata radicalmente diversa da quella spagnola.
Gli
Spagnoli, nonostante il brusco calo demografico degli Indios che loro stessi
hanno provocato, non
volevano la loro eliminazione. Essi volevano invece sottomettere le popolazioni
conquistate, convertendole al cattolicesimo, per poterle poi sfruttare come
manodopera. In altre parole, gli Spagnoli erano dei conquistatori., non dei
coloni; inoltre quelli che si trasferirono nei vicereami del Messico e del Perù
erano in proporzione poco numerosi rispetto a quei vasti territori.
Gli Inglesi invece cercavano terre da dissodare e in cui trapiantarsi definitivamente. Talvolta gli emigranti per pagarsi il costo della traversata dell’Atlantico, giungevano addirittura a firmare un contratto di servitù con il quale cedevano, in cambio del viaggio, quattro anni di lavoro nelle piantagioni della Virginia. Scaduto il termine del contratto, i servi divenivano coltivatori liberi e cercavano di conquistare un proprio pezzo di terra.
In conclusione, mentre gli Spagnoli hanno sviluppato una colonizzazione di occupazione, sovrapponendosi alle popolazioni degli Indios, che però sono in gran parte sopravvissute, gli Inglesi hanno invece attuato una colonizzazione di sostituzione, scacciando dalle terre i pellerossa che, oltretutto, erano di natura più bellicosa.
Spiega
la colonizzazione di occupazione attuata dagli Spagnoli. Spiega
la colonizzazione di sostituzione attuata dagli Inglesi
L’oro
e l’argento americani tornano in Europa. …I direttori della
Compagnia inglese delle Indie non dormivano più la notte preoccupati come erano
del grave deficit della bilancia commerciale inglese con la Cina…; trovarono
finalmente la soluzione all’annoso problema verso la metà del secolo XVIII.
La trovarono con l’oppio. I primi a introdurre questa droga in Cina furono i
Portoghesi, che ne facevano mercato in Macao. Ma si trattava di ben poca cosa.
Il colonnello
Watson pensava invece in grande e, per saldare il deficit, suggerì alla
Compagnia di fare uso estensivo dell’oppio che l’Inghilterra poteva trarre
dall’India. Il piano del diabolico colonnello funzionò a meraviglia…
A
partire dagli ultimi decenni del 1700 la quantità di oppio esportata dagli
Inglesi crebbe di colpo e continuò a crescere rapidamente negli anni successivi…
Il tradizionale surplus della bilancia commerciale cinese cominciò a diminuire
fino a trasformarsi in un pauroso deficit… L’argento uscì in massa dalla
Cina ritornando in occidente. (adattato da C. M. Cipolla, Conquistadores,
pirati, mercatanti)
Spiega
l’ultima tappa del viaggio di oro e argento americano. Ricorda in cambio
di quali merci asiatiche fosse arrivato nell’Estremo Oriente nei secoli
passati. Come rimediano gli Inglesi al deficit della bilancia commerciale?
Vendendo che cosa in Cina?
Indice esercizi per la formazione a distanza
Verifica n. 1 (completamento testi)
Consegna:
completa il testo con i termini appropriati
La
nuova economia mondo. Dopo le scoperte geografiche l’economia-mondo era completamente
cambiata: lo spazio si era ___________________ , i centri e le periferie erano
mutate, perché a dominare i traffici ora erano i paesi
________________________, mentre iniziava il lento ma inesorabile declino del
_______________ e delle città italiane come __________.
Con
la benedizione del papa il trattato di ___________________ legittimava la
spartizione dei nuovi mondi tra Spagna e Portogallo: a Ovest del 45° di
longitudine Ovest le terre scoperte appartenevano al(la) _________________, a
Est dello stesso meridiano incominciavano le terre del(la)
_____________. Per quanto riguarda le Americhe ciò significava che ad
eccezione del _____________ l’intero continente apparteneva alla Spagna.
Gli
Spagnoli.
Iniziò cosi nei primi decenni del _________ l’epoca dei Conquistadores:
Fernando Cortes in __________________,e ________________________ nel Perù
ebbero la meglio sulle antiche civiltà degli Aztechi e degli ________________
. In seguito queste terre diventarono vicereami della corona spagnola, che
esportò nel nuovo continente il sistema sociale del ___________________: in
pratica terre e uomini vennero distribuite ad una ristretta cerchia di
famiglie spagnole. Per gli indigeni iniziò il lavoro forzato nelle
_____________ e nei campi: anche a causa delle condizioni di lavoro la
popolazione degli Amerindi incominciò a _________________ . Per questo motivo
a poco a poco sia nel sud America sia nelle isole del centro America gli
indigeni vennero sostituiti dagli schiavi, provenienti da
______________________.
In
conclusione l’impero degli Spagnoli risulta essere un impero di tipo
________________ , perché puntava all’amministrazione diretta del
territorio conquistato per predarne le principali risorse.
I
galeoni spagnoli trasportarono dalle Americhe in madrepatria quantità
crescenti di oro e ___________________. I metalli preziosi sotto forma di
lingotti o di monete venivano impiegati o per finanziare le _________________
che la Spagna stava conducendo allora sul continente europeo o per comprare
negli altri paesi europei i diversi tipi di ____________, che le stesse navi
avrebbero trasportato nelle colonie durante il viaggio d’andata. In un caso
e nell’altro i preziosi abbandonavano la Spagna e, lungi dall’arricchirla,
contribuirono al suo declino. In particolare l’abbondanza dei metalli
pregiati fu all’origine dell’aumento dei prezzi, che gli economisti
definiscono ancora oggi con il termine di ____________________ .
Ma
il viaggio delle monete spagnole non era ancora finito: i mercanti olandesi e
______________ usarono tali monete per acquistare in _____________ i prodotti
come le _______________.
I
Portoghesi.
L’impero del Portogallo è di tipo ______________: sulla base di alcuni
scali lungo le coste dell’________ e, in Asia, dell’________ e della Cina,
essi si inserirono nei traffici preesistenti. Le loro navi scambiavano in
Africa chincaglieria varia in cambio di ____________, e con questo
acquistavano in Oriente le spezie, che poi rivendevano sui mercati
____________.
Traffici
di uomini.
Come già si è detto sopra, a viaggiare non erano solo le merci ma anche gli
uomini, soprattutto quelli di cui avevano bisogno le miniere e le piantagioni
del nuovo continente. Per definire questo traffico gli storici parlano di
____________________________: i vertici sono costituiti da Europa,
_______________ e ______________________. I mercanti europei acquistavano
schiavi neri in ________________, per venderli in ______________________, e
riportavano indietro dalle colonie i prodotti tropicali come
___________________ e ______________.
Nuove
tecnologie militari. Se l'artiglieria pesante almeno per tutto il '500 risulta poco
efficace nelle battaglie _________, perché _________________, diventa al
contrario molto efficace se affidata alle _____________. Così
l'espansione oceanica dell'Europa cristiana viene assicurata dal
formidabile binomio ______________________ più cannoni.
Nell'Europa
cristiana sono nettamente avvantaggiati i “pezzenti del mare", i
pirati, i corsari, in particolare quelli olandesi e ______________, che hanno
la meglio prima contro le statiche flotte di Venezia e, in seguito, contro “l’invincibile
armata" ______________. Difatti tra il XVI e il XVII secolo le battaglie
navali si evolvono e assomigliano sempre meno a battaglie terrestri: le navi
sono più ________ rispetto a quelle del passato. Non si ricorre più alla
tattica di ___________________ la nave avversaria per poi ricorrere
all'arrembaggio in modo da trasformare la battaglia navale in un "corpo a
corpo" su terraferma. Ora la nuova strategia impone di combattere coi
cannoni da lontano: si può affondare una nave nemica a una distanza prima
inimmaginabile, ben 200-300 metri.
Ormai
dunque le battaglie navali si decidono in virtù della mobilità delle navi e
della potenza e precisione di tiro dei _______________.
Gli Olandesi. Lo sviluppo di Amsterdam è stato favorito dalla sua eccezionale
posizione geografica a cavallo tra l’area economica ______________- e l’area
economica atlantica. Di qui le navi olandesi si sono avventurate alla
conquista del mondo.
Per
raggiungere l’Oriente secondo la rotta aperta da Vasco de Gama, le navi
dovevano aggirare l’Africa e quindi raggiungere in primo luogo il capo di
__________________. Da qui erano possibili due rotte diverse:
1.
La rotta più
semplice, seguita dai Portoghesi, risaliva la costa africana lungo il canale
di _____________ e quindi tagliava l’Oceano _____________ nel punto più
stretto fino a raggiungere la costa occidentale della penisola _____________.
I venti utilizzati erano i __________________, che soffiano nella stagione
calda dall’Africa all’India e nella stagione fredda in senso contrario. L’andata
e il ritorno dall’India erano quindi regolati dalle stagioni e, per
rientrare, i Portoghesi dovevano sostare in India alcuni mesi per attendere il
vento opportuno.
2.
La rotta aperta
dagli Olandesi era invece più esterna. Essa partiva dal Capo di Buona
Speranza, scavalcava l’isola del _______________ ad Oriente, e tagliava l’Oceano
Indiano con un percorso che giungeva direttamente fino all’arcipelago della
___________. Su questo percorso le navi olandesi utilizzavano i venti costanti
_____________, che soffiano verso nord-est. Invece al rientro il circuito
veniva chiuso sfruttando i monsoni. Nel complesso, quindi, l’itinerario
olandese era meno legato al ritmo delle stagioni. Trovata questa strada, gli
Olandesi cominciarono a scalzare i __________________ dai loro commerci con le
Indie Orientali.
Anche la conquista delle Indie Orientali da parte olandese fu basata su brutalità ai danni delle popolazioni indigene.
Gli Olandesi insediati a Malacca avevano fatto un inventario delle ricchezze localizzate nell’arcipelago: prima di tutto il pepe e le spezie fini – cannella, chiodi di garofano e noce moscata – poi l’oro e lo stagno. Quindi per sfruttare al massimo queste risorse, introdussero nelle isole conquistate il sistema della _________________. Ceylon venne specializzata nella produzione della cannella. Banda, nell’arcipelago delle Molucche, divento l’isola della noce moscata …
Gli indigeni vennero espropriati delle loro piantagioni e ridotti al lavoro ___________: li si obbligò inoltre a consegnare i prodotti ai prezzi imposti dagli Olandesi. L’obbligo di coltivare un solo prodotto costringeva la popolazione locale a ricorrere ai mercanti per acquistare tutte le altre cose necessarie. Ciò rese gli Indonesiani interamente ______________ dagli interessi della Compagnia delle Indie, e ad Amsterdam vennero accumulate fortune colossali.
L’espansione olandese si era diretta anche verso le Americhe: a nord avevano fondato Nuova Amsterdam, dove ora sorge il quartiere di Manhattan nell’attuale ______________. A Sud avevano stabilito numerosi capisaldi, conquistando la ______________ e un tratto delle coste brasiliane. Riuscirono a conquistare il monopolio nel commercio dello zucchero e ad inserirsi in quello degli schiavi africani.
Gli Inglesi. Sulla costa dell’__________________ nell’America del ______________ essi fondarono ____________ colonie. La colonizzazione fu opera di successive ondate di uomini che lasciavano la madrepatria per motivi ________________ e politici: nel nuovo mondo cercavano quella libertà di fede, impossibile nell’Europa dilaniata a quel tempo dalle guerre di religione e dall’intolleranza religiosa. Nacque così un colonialismo di tipo nuovo che non si limitava alla conquista e allo sfruttamento ma che tendeva a _______________ le nuove terre e a renderle prospere con l’agricoltura ed il commercio.
La società delle colonie era più _____________ rispetto a quella della vecchia Europa: mentre qui contavano ancora i privilegi ___________ ed i titoli _______________, là invece la proprietà era largamente __________________ e non c’erano grandi differenze sociali.
Tra le colonie inglesi distinguiamo, a __________, quelle del cosiddetto New England, che gravitavano intorno alla città di _____________, quelle del centro che gravitavano intorno alle città di New York e ______________, e quelle del Sud prevalentemente rurali. Qui il clima __________ favoriva le tipiche colture coloniali (tabacco, cotone, e canna da zucchero), il cui sviluppo si ebbe nelle piantagioni a manodopera prevalentemente _______________ proveniente dall’Africa. Nelle altre colonie erano sviluppate attività economiche come l’agricoltura di cereali, il commercio e __________________: la popolazione era costituita prevalentemente da uomini __________ di origine europea.
I rapporti tra colonie e Inghilterra furono da subito _________________: alle colonie era attribuita una funzione _______________ rispetto alla madrepatria. Esse potevano vendere i prodotti agricoli solo sui mercati ____________ al prezzo fissato da _______________ e servendosi di navi __________ per il trasporto. Erano inoltre costretti ad importare solo prodotti inglesi, soprattutto ______________ e macchine.
Verifica n. 2 (costruzione carte e schemi)
Obiettivo: organizza le informazioni in carte e schemi
Consegne:
Inserisci
sulla carta le seguenti informazioni: Messico
degli Aztechi, Perù inca, m.dei Caraibi (o mar delle Antille), colonie
inglesi in America, Brasile, g. di Guinea, capo Buona Speranza, Sofala e
Mozambico, Calicut e Goa, Calcutta, isole della Sonda (o Indonesia), Macao,
Malacca, Giappone, m. del Nord, m. Rosso, Arabia, o. Indiano, o. Atlantico,
o. Pacifico..
Rappresenta
i traffici provocati da oro e argento americani inserendo luoghi e frecce
Rappresenta
mediante legenda e frecce i traffici portoghesi relativi alle spezie
orientali:
Disegna
una carta schematica del triangolo commerciale, legato al traffico degli
schiavi neri (titolo, legenda e informazioni dello schema)
Rappresenta
mediante legenda e frecce le due vie per le Indie di Portogallo e Olanda:
Rappresenta
mediante schema i rapporti tra centro e periferia dell’economia-mondo
durante la formazione degli imperi coloniali in epoca moderna (titolo,
legenda e informazioni dello schema)
a cura di Paolo Alpino