CURRICOLO DI SCIENZE GEOSTORICHE E SOCIALI

NELLA SCUOLA MEDIA

a cura di Paolo Alpino


CLASSE SECONDA    UNITA' DI LAVORO N° 9

GLI IMPERI COLONIALI

Filone        Educazione alla pace


Introduzione

Mappa concettuale

Elenco attività

Documenti

Indice esercizi per la formazione a distanza


Introduzione. Opportunamente guidati da scalette e questionari, gli studenti leggono testi e cercano informazioni sulle colonie moderne e sull'economia- mondo, di cui sono parte.  Trovate le informazione e verificate l'esattezza delle stesse mediante il confronto e la discussione, si prova a generalizzare alla luce di modelli esplicativi vecchi e nuovi: è fondamentale arrivare a differenziare i diversi tipi di sfruttamento coloniale e a riconoscerne i tratti comuni. Il lavoro di ricerca storica è al tempo stesso lavoro sulle carte, disegno delle informazioni relative a insediamenti, vie marittime e flussi commerciali.

A permettere il lavoro di ricerca storica è il trattamento di testi storici, come quelli di Carlo Cipolla o di testi didattici della storia come quelli di Giulio Mezzetti: opportunamente smontati e rimontati, filtrati da domande per verificare la comprensione del testo, essi costituiscono i documenti della ricerca.

In conclusione, va osservato e va fatto osservare come all'origine della ricchezza europea, tra l'altro, ci siano stati conquistatori senza scrupoli, pirati, mercanti di schiavi, spacciatori di oppio. E' ciò che Marx chiamava accumulazione originaria.


Mappe concettuali


Elenco attività

Cap. I        Gli imperi coloniali della Spagna e del Portogallo

Cap. II       Primi esempi di globalizzazione: oro, spezie, schiavi ...

Cap. II       Gli ultimi arrivati: Olandesi ed Inglesi


Documenti

Documento 1        Quando gli Inglesi spacciavano in Cina

La storia ha radici lunghe. Nel 1492 Cristoforo Colombo scopri­va l'America. Nel 1840 navi inglesi bombardavano po­stazioni militari in Cina dando inizio alla breve ma infame guerra dell'oppio. Ad onta di ogni apparenza in contrario, tra i due even­ti esiste un collegamento diretto. Vediamo come.

Dopo il primo entusiasmo della scoperta, gli spa­gnoli attraversarono un periodo di delusione. Le terre scoperte da Colombo non erano le Indie Orientali con le quali la Spagna cercava una via marittima di comunicazione diretta. Di più. Le terre nuovamente scoperte non parevano of­frire  risorse particolarmente attraenti. C'erano quindi ragioni sufficienti per riflessioni scettiche e amare. Con la metà del Cinque­cento, però, le cose cambiarono drasticamente. Prima in Messico nella regio­ne di Zacatecas poi in Perù nella località di Potosì gli spagnoli scoprivano ricchissimi giacimenti argentiferi, tra il 1550 ed il 1630 favolosi convogli di galeoni spagnoli trasportarono in Europa qualcosa come sedicimila tonnellate di argento.

L'argento che affluì in Spagna vi pervenne per circa un ottanta per cento in cambio di beni che intraprendenti mercanti vende­vano nelle colonie alle ricche famiglie dei conquistadores. Per il rimanente venti per cento circa l'argento arrivava in Spagna in pagamento delle regalie pretese dalla Corona spagnola per le concessioni di estrazione del minerale ar­gentifero. Nell'un caso come nell'altro l'argento veniva speso: dai mercanti per l'acquisto dei beni destinati alle Americhe, dal sovrano per finanziare le continue guerre in cui la Spagna si trovò coinvolta nel corso del secolo Sedicesimo.

La Spagna però non possedeva né riuscì a sviluppa­re un apparato manifatturiero tale da soddisfare l'imponente domanda di beni rappresentata dalla spesa della massa di argento americano. Per cui ricorse all'importazione massiccia di prodotti dalle Fiandre, dall'Olanda, dalla Francia, dalla Germania, dall'Italia e dall'Inghilterra. Di conseguenza l'argento originariamente importato in Spagna dalle Americhe si sparse un po' per tutta l'Europa.

A seguito del viaggio di circumnavigazione del mondo da parte di Vasco da Gama (1498), i portoghesi prima, gli inglesi e gli olandesi poi stabilirono di­retti rapporti commerciali via mare con la Cina.

Agli inizi i mercanti portoghesi, inglesi e olandesi si interessarono soprattutto all'importazione in Europa dei pro­dotti che da secoli l'Europa importava dalla Cina tra­mite l'intermediazione di mercanti arabi e indiani. Tali prodotti erano essenzialmente la seta e certe spezie. Ma stabilito il con­tatto diretto e approfondita la conoscenza del mercato cinese, soprattutto gli inglesi e gli olandesi si resero conto che potevano acquistare in Cina altri prodotti che trovavano facile esito sul mercato europeo e che dati i prezzi, potevano assicurare grossi profitti. Questi prodotti erano soprattutto le porcellane cinesi e il tè.

Il tè fu introdotto in Europa nel 1664 quando i di­rettori della Compagnia delle Indie ne fecero dono a re Carlo II di un pacchetto da circa un chilo. Si riteneva allora che il tè avesse miracolose virtù medicinali e, comunque sia, l'erba aromatica ebbe special­mente sul mercato inglese un successo straordinario. Dall'anno 1720 il tè soppiantò decisamente la seta come principale merce di importazione dalla Cina. In effetti le importazioni di tè da Canton da parte della Compagnia delle Indie passarono da circa 1200 tonnellate, per un valore di 831 mila lire sterline nel 1761, a circa 105 mila tonnellate per un valore di 3 milioni e 665 mila lire sterline nel 1800.

C'è un guaio però. Mentre le importazioni in Europa di prodotti cinesi continuavano a crescere, non c'era prodotto europeo che riuscisse a interessare il consumatore cinese. Letteralmente disperati, i direttori della East India Company inglese e della V.O.C, olandese fecero mille e uno tentativi di penetrare il mercato cinese con prodotti europei. Tentarono persino con stampe e dipinti di natura pornografica. Ma sempre invano. L'unico bene di cui gli europei disponessero che interessava i cinesi e che questi ultimi erano disposti ad accettare in cambio delle loro merci era l'argento americano.

="font-style:12.0pt">Così le navi della East India Company inglese e del­la V.O.C, olandese partiva­no dall'Europa cariche quasi esclusivamente di reales de a odio (monete d'argento spagnuole), rixdaalders olandesi, corone d'argento francesi, talleri d'argento tedeschi, ducatoni e piastre d'argento italiani. La bilancia commerciale dell'Europa con la Cina si dimostrò inesorabilmente e incurabilmente sbilanciata e il grande commercio internazionale si andò confi­gurando nella forma di due flussi in direzioni opposte: argento che dalle Americhe affluiva in Europa e di qui proseguiva per la Cina e in direzione opposta pro­dotti cinesi che affluivano in Europa e prodotti euro­pei che affluivano alle Americhe.

Il persistente sbilancio commerciale europeo con la Cina rappresentava un continuo rompicapo per i direttori della East India Company e della V.O.C. i quali erano frequentemente accusati dai politici e dall'opinione pubblica dei rispettivi Paesi di impoverire la nazione (non si dimentichi che il credo mercantilista imperante per buona parte del periodo considerato identificava l'abbondanza di moneta metallica pregiata con la ricchezza del Paese).

Fu in questo clima di paradossi che nella direzione della East India Company venne formulato e messo in atto un piano diabolico.

L'oppio era stato introdotto in Cina da turchi e da arabi nel corso del Settimo secolo dopo Cristo. Per lungo tempo vi venne usato a scopo puramente terapeutico nella cura di diverse malattie. Agli inizi del secolo diciassettesimo, però, a Formosa, nel Fukien e nel Kwantung si cominciò a far uso di oppio come stupefacente fumandolo misto a tabacco. Le autorità cinesi non mancarono di notare presto gli effetti deleteri della droga sulle condizioni fisiche e psicologiche dei fumatori.

Nel 1729 un editto imperiale proibiva la vendita e il consumo di oppio. Nel 1796 l'imperatore Chiech'ing ribadiva in termini particolarmente severi la proibizione dell'importazione e del consumo della droga. Da quella data tutto l'oppio importato in Cina vi entrò per via di contrabbando.

Con gli inizi dell'anno 1760 la East India Com­pany elaborò e mise in atto il disegno diabolico cui si è accennato prima. Diede inizio alla coltivazione di oppio in India e introdusse l'oppio indiano sul mercato cinese proponendo l'oppio invece dell'argento come mezzo di pagamento per l'acquisto dei prodotti cine­si. L'esperimento ebbe subito un notevole successo. A seguito del bando imperiale del 1796 la Compagnia inglese si ritrasse dal commercio dell'oppio in prima persona ma continuò a praticarlo tramite mer­canti privati che erano costretti ad acquistare l'oppio soltanto ed esclusivamente dalla Compagnia. I profitti della East India Company nella produzione e vendita dell'oppio indiano passarono da 2,4 milioni di rupie nel 1800 a circa 10 milioni di rupie nel 1832 e a circa 15 milioni di rupie nel 1837. Contemporaneamente le importazioni di oppio indiano in Cina passarono da circa 63 tonnellate nel 1767 a una media di circa 315 tonnellate all'anno nel decennio 1821-1830.

Dopo il 1830 l'importazione di oppio in Cina crebbe ancor più rapidamente. L'impiego di clippers più capaci e più veloci contribuì all'aumento del volume del commercio. Inoltre si aggiunsero gli Americani, che dalla fine dell'anno 1820 cominciarono a importare in Cina oppio turco.

A questo punto l'oppio veniva a causare alla Cina un triplice danno. Anzitutto il grave danno fisico e psicologico ai sempre più numerosi fumatori che, una volta trascinati nel gorgo della droga, non potevano più uscirne. Secondaria­mente, dati i grossi interessi economici in gioco, il contrabbando dell'oppio divenne una potente e diffusa fonte di corruzione nella burocrazia cinese sollecitata dai mercanti occidentali con laute tangenti a chiudere un occhio o anche due sulle importazioni ille­gali della droga. S'aggiunga che verso il 1840 circa il 20 per cento dei funzionar! dell'amministrazione centrale cinese e il 50-60 per cento dei funzionar! del­l'amministrazione periferica fumavano oppio. Infine le imponenti importazioni di oppio in Cina finirono col ribaltare la bilancia commerciale tradizionalmente attiva dell'Impero Celeste. A partire dal 1820 la bilancia commerciale cinese si fece passiva e l'argento cominciò a fuoruscire dall'Impero. Tra il 1828 ed il 1836 i soli mercanti inglesi esportarono dalla Cina argento per oltre 38 milioni di dollari. Il diabolico piano elaborato dalla East India Company nella seconda metà del Settecento era riuscito in pieno su­perando ogni aspettativa.

Di fronte a tale disastrosa situazione si delinearono in Cina due tendenze. Una minoranza guidata da due influenti funzionari, Chu Tsun e Hsu Chiù, avanzò la proposta di legalizzare i! commercio della droga: secondo i sostenitori di questa tesi, la legalizzazione del commercio dell'oppio avrebbe fatto diminuire il prezzo della droga e quindi eliminato i grossi profitti dei trafficanti; inoltre avrebbe tolto la causa della dilagante corruzione nella burocrazia. Un altro gruppo guidato da Huang Chuh-Tzu, direttore della Corte del Cerimoniale, e da Lin Tse-Hsù si poneva in posizione opposta e invoca­va inasprimenti severi delle pene.

L'imperatore ed i suoi consiglieri furono per la maniera forte. Il 30 ottobre 1839 l'imperatore dava ordine a Lin Tse-Hsù di recarsi a Canton ed estirpare il traffico dell'oppio. Se si doveva scegliere la maniera forte, quella di Lin Tse-Hsù era la scelta adatta. Lin era uomo deciso, incorruttibile, con un alto senso del dovere e per di più era un organizzatore di prima forza. Lin partì da Pechino con le patenti di Commissario imperiale l’8 gennaio 1839 e arrivò a Canton il 10 marzo. Tra il 10 marzo e il 15 maggio successivo furono arrestate 1600 persone che avevano violato i bandi concernenti il consumo ed il traffico dell’oppio; inoltre furono confiscati 28 mila catties di oppio e 42.741 pipe di fumatori. Intanto il 15 giugno 1839 l'imperatore promulgava a Pechino un drammatico statuto composto di 39 arti­coli in base al quale chiunque fosse trovato a commerciare in oppio doveva essere condannato a morte per decapitazione e chiunque fosse trovato a gestire case da oppio doveva esse­re condannato a morte per strangolamento.

Nel luglio del 1838 erano arrivate a Tong Koo Bay le navi da guerra inglesi Wellesley e Algerine. Si astennero da azioni ostili ma il significa­to della loro presenza era quanto mai chiaro. I Cinesi però, come si è visto, non si lasciarono intimorire e Lin Tse-Hsù si mosse in maniera sempre più decisa. Arrivò a mettere agli arresti domiciliari la colonia di mercanti stranieri e tra l'a­prile e il maggio 1839 riuscì ad imporre la consegna dì circa 20 mila bauli di oppio oltre a circa 1.170 tonnellate di droga che fu distrutta: il tutto per un valore di oltre 20 milioni di dollari del tempo.

Il colpo era troppo torte per i trafficanti anglo-americani. D'altra parte Palmerston, sotto la pressione di interessi costituiti, s'era già deciso per un'azione di forza. Nel giugno del 1840 arrivò a fronte della baia di Canton la nave da guerra inglese Alligator. Seguirono la Wellesley, la Conovay e la Rattlesnake. La baia di Canton venne bloccata. Il 5 luglio truppe inglesi sbarcarono a Chusan e dopo poche cannonate occuparono la città di Tinghai. Il Times di Londra scriveva esultante: «La bandiera britannica sventola per la prima volta su una porzione dell'Impero cinese». Senza possibilità di efficace difesa i cine­si batterono in ritirata. Per salvare la faccia l'imperato­re gettò tutta la colpa e la responsabilità dell'accaduto su Lin Tse-Hsii che venne esiliato in una provincia periferica. E l'infame commercio dell'oppio riprese.

Oggi l'Occidente si scandalizza di fronte allo spettacolo di paesi dell’America latina che riforniscono di droga il mercato nordamericano con la complice inazione dei loro diplomatici. Si dimentica facilmente che poco più di un secolo fa l’Occidente praticò lo stesso infame gioco ai danni della Cina.

Carlo Maria Cipolla (dal Corriere della Sera del 30 gennaio 1989)


Documento 2    Oro e argento americani. (testi tratti da Carlo M. Cipolla, Conquistadores, pirati, mercatanti, Bologna 2004). Leggi il testo e completa la carta con i percorsi delle merci indicati in legenda

Dalla Spagna alle Americhe. Il carico delle navi in partenza dalla Spagna con destinazione le Indie occidentali (le Americhe) era sempre estremamente vario, composto dagli oggetti e dalle merci più diverse … Il mercante Gaspar Gonzàles caricò cucchiai, candelieri, cordami, alambicchi, rasoi, cuoi, rosari, collane di vetro, stoffe, camicie, tele di Olanda, drappi di Fiandra, nastri, fazzoletti, tappeti, taffetà, passamanerie, lanterne di rame ed altre cose ancora. Nella stessa flotta il mercante Andrés Canel di Siviglia caricò coperte, utensili vari, tessuti, vestiti e prodotti alimentari quali olio, olive e grano. Questa estrema varietà di merci e di beni si spiega perché i coloni avevano bisogno di tutto, e per tutto dovevano dipendere dalle importazioni della madrepatria.

1.    Traccia il percorso delle merci indicate 

Dalle Americhe alla Spagna. Il carico di ritorno era tutt’altra cosa caratterizzato da una stabile omogeneità. Di fatto sulle navi di ritorno dalle Indie si incontrano due sole specie di carichi, e cioè le merci prodotte nelle Indie e quel che veniva chiamato “il tesoro”. Tra le merci prodotte nelle Indie prevalevano le materie tintorie, ossia la cocciniglia, l’indaco e altri legni usati sempre come coloranti … Poi per importanza venivano le piante medicinali. Ed infine un gruppo di merci varie quali la lana, il cotone, lo zucchero, il tabacco, le spezie tra cui l’aji e lo zenzero, e la seta cinese importata via Acapulco dalle Filippine.

L’altra grande categoria – di gran lunga la categoria dominante – che figura tra le importazioni in Spagna era quella definita “il tesoro”, composto da oro, argento e perle.

2.    Traccia il percorso delle merci indicate

.Dalla Spagna all’Europa tutta. I tesori che arrivavano in Spagna pertinenti alla Corona erano normalmente spesi prima ancora di giungere a destinazione, e siccome l’indebitamento era soprattutto dovuto al mantenimento degli eserciti sui vari fronti, i tesori che la Corona spagnola sborsava per pagare i suoi debiti uscivano di Spagna per riemergere nelle zone di guerra… Se la Spagna poteva fornire senza difficoltà farine, olio, aceto e vino, quando si trattò di fornire alla colonia panni di lana, calzature, tappeti, mobilio, velluti, orologi, il sistema produttivo spagnolo palesò tutta la sua debolezza. L’offerta non fu in grado di tener dietro al frenetico aumento della domanda … Di conseguenza i prezzi aumentarono e la Spagna dovette rivolgersi all’estero (gli altri paesi europei) per procurarsi i beni che le sue colonie chiedevano.

3.    Prosegui il percorso di oro e argento e traccia anche il percorso delle merci che oro e argento permettevano di acquistare

 Dall’Europa alle Indie Orientali. Nel primo decennio del secolo XVII la marea delle monete spagnole d’argento era giunta a invadere anche l’India e la Cina. Punto di partenza di questo ultimo capitolo della storia del movimento dell’argento verso Oriente era il fatto che gli Europei, avidi di prodotti orientali (come spezie, sete, porcellane,ecc) non avevano nulla però da offrire in cambio, perché né l’India né la Cina avevano interesse ai prodotti dell’Europa.

4.    Completa il percorso dell’oro e dell’argento e traccia quello delle merci richieste in cambio

In conclusione. Il commercio internazionale dei secoli XVI e XVII può essere descritto sommariamente così: una massa d’argento che in forma di monete o di barre muoveva dal Messico e dal Perù alla Spagna, da dove poi si diffondeva poi in tutti i paesi d’Europa. Dall’Europa gran parte di questo argento muoveva verso Oriente per finire in India e in Cina. In senso opposto una massa di prodotti asiatici passava in Europa ed una massa di prodotti europei muoveva verso le Americhe.


Documento 3    Le spezie . Leggi il testo e svolgi gli esercizi

Sulle coste dell’Africa sudorientale c’erano le basi portoghesi di Sofala e del Mozambico, situate di fronte al Madagascar. Qui i Portoghesi portavano stoffe, o altre merci di scarso valore, e le barattavano con l’oro africano proveniente dall’interno. Sulle coste dell’India c’erano Calicut e Goa, scali indispensabili dopo la traversata dell’Oceano Indiano. A Goa fondata, su una preesistente città musulmana, risiedeva il governatore portoghese in oriente.

Nelle Indie orientali i Portoghesi avevano una base a Malacca, dove giungevano pepe e chiodi di garofano direttamente dai luoghi di produzione. In Cina avevano la colonia di Macao. Di qui essi avevano stabilito vantaggiosi rapporti commerciali con il Giappone al quale fornivano merci cinesi. L’impero cinese, infatti, proibiva ai suoi sudditi di commerciare direttamente con il Giappone, però tollerava sul suo territorio la base portoghese di Macao. Per i Portoghesi era una fortuna. In conclusione essi partivano da Lisbona con le merci di scarso valore, le barattavano con l’oro africano, e con questo, giunti in Oriente, facevano ottimi affari acquistando spezie e raffinati prodotti da riportare in Europa.

Rappresenta mediante frecce sulla nuova carta i flussi commerciali dell’impero portoghese: quasi tutte le località sono indicate con quadratini


Documento 4    I neri d'Africa. Leggi il paragrafo sul libro e rappresenta sulla carta mediante frecce e didascalie i flussi commerciali, che facevano capo ai mercanti europei  


Documento 5    Vele e cannoni.

 L'artiglieria pesante almeno per tutto il '500 risulta poco efficace nelle battaglie terrestri, perché statica, pesante, ingombrante, difficile da trasportare; diventa al contrario molto efficace se affidata alle navi. Così, se l'espansione oceanica dell'Europa cristiana viene assicurata dal formidabile binomio velieri + cannoni, l’espansione terrestre non può ancora avvenire per motivi tecnici: questo spiega perché i Portoghesi non penetrino all’interno dei territori colonizzati in Africa, in Asia e in Brasile, limitandosi ad insediarsi nelle zone costiere con empori e scali commerciali, in quanto non possono competere con le forze belliche di terra dell’avversario (regni indiani e dell’estremo oriente). Viceversa, l’avanzata dei Turchi Ottomani nell’Europa orientale, apparentemente inarrestabile per via della loro imbattibilità su terraferma, viene frenata dall’occidente cristiano solo per mezzo di una battaglia navale.

Velieri e cannoni spiegano dunque la supremazia navale europea, il suo dominio assoluto sui mari e ci fanno capire il motivo per cui Indiani e Cinesi, creatori di evolute civiltà in oriente, non siano riusciti a fronteggiare gli invasori sui mari, resistendo più a lungo invece alla penetrazione verso la terraferma.

Nell’Europa cristiana sono nettamente avvantaggiati i pezzenti del mare”, i pirati, i corsari, in particolare gli Olandesi e gli Inglesi, che avranno la meglio prima contro le statiche flotte di Venezia e, in seguito, contro “l’invincibile armata” spagnola. Difatti tra il XVI e il XVII secolo le battaglie navali si evolvono e assomigliano sempre meno a battaglie terrestri: le navi sono più agili e veloci rispetto a quelle del passato. Non si ricorre più alla tattica di speronare la nave avversaria per poi ricorrere all’arrembaggio in modo da trasformare la battaglia navale in un “corpo a corpo” su terraferma. Ora la nuova strategia impone di combattere coi cannoni da lontano: si può affondare una nave nemica a una distanza prima inimmaginabile, ben 200-300 metri.

Ormai dunque le battaglie navali si decidono in virtù della mobilità delle navi e della potenza e precisione di tiro; in questo campo nessuna potenza può competere con la forza militare delle flotte olandesi ed inglesi.

 


Documento 6    L’espansione olandese nel XVII secolo.

 Lo sviluppo di Amsterdam è stato favorito dalla sua eccezionale posizione geografica a cavallo tra l’area economica settentrionale e l’area economica atlantica. Di qui le navi olandesi si sono avventurate alla conquista del mondo.

Per raggiungere l’Oriente secondo la rotta aperta da Vasco de Gama, le navi dovevano aggirare l’Africa e quindi raggiungere in primo luogo il capo di Buona Speranza. Da qui erano possibili due rotte diverse.

La rotta più semplice, seguita dai Portoghesi, risaliva la costa africana lungo il canale di Mozambico e quindi tagliava l’Oceano Indiano nel punto più stretto fino a raggiungere la costa occidentale della penisola indiana. I venti utilizzati erano i monsoni, che soffiano nella stagione calda dall’Africa all’India e nella stagione fredda in senso contrario. L’andata e il ritorno dall’India erano quindi regolati dalle stagioni e, per rientrare, i Portoghesi dovevano sostare in India alcuni mesi per attendere il vento opportuno.

La rotta aperta dagli Olandesi era invece più esterna. Essa partiva dal Capo di Buona Speranza, scavalcava il Madagascar ad Oriente, e tagliava l’Oceano Indiano con un percorso che giungeva direttamente fino all’arcipelago della Sonda. Su questo percorso le navi olandesi utilizzavano i venti costanti alisei, che soffiano verso nord-est. Invece al rientro il circuito veniva chiuso sfruttando i monsoni. Nel complesso, quindi, l’itinerario olandese era meno legato al ritmo delle stagioni.

Trovata questa strada, gli Olandesi cominciarono a scalzare i Portoghesi dai loro commerci con le Indie Orientali e per raggiungere più agevolmente lo scopo essi fondarono una colonia al Capo di Buona Speranza. La Terra del Capo divenne per gli Olandesi la chiave d’accesso all’Oriente.

Spiega la centralità geografica di Amsterdam. Di quali mari europei è crocevia? Crea una legenda adeguata per rappresentare poi sulla carta il percorso verso le Indie di Portogallo e Olanda. Qual è il vantaggio della via olandese?


L’arcipelago della Sonda era un nodo commerciale tra l’India, la Cina e il Giappone. Gli Olandesi, che nel 1602 avevano fondato la Compagnia delle Indie Orientali, si insediarono nell’arcipelago per accedere ai ricchi commerci dell’Asia orientale.

Anche la conquista delle Indie Orientali da parte olandese fu basata su brutalità ai danni delle popolazioni indigene.

Gli Olandesi insediati a Malacca avevano fatto un inventario delle ricchezze localizzate nell’arcipelago: prima di tutto il pepe e le spezie fini – cannella, chiodi di garofano e noce moscata – poi l’oro e lo stagno. Quindi per sfruttare al massimo queste risorse, introdussero nelle isole conquistate il sistema della monocoltura. Ceylon venne specializzata nella produzione della cannella. Banda, nell’arcipelago delle Molucche, divento l’isola della noce moscata …

Gli indigeni vennero espropriati delle loro piantagioni e ridotti al lavoro forzato: li si obbligò inoltre a consegnare i prodotti ai prezzi imposti dagli Olandesi

Il principio della monocoltura costringeva la popolazione locale a ricorrere ai mercanti per acquistare tutte le altre cose necessarie. Ciò rese gli Indonesiani interamente dipendenti dagli interessi della Compagnia delle Indie, e ad Amsterdam vennero accumulate fortune colossali.

Da un punto di vista geografico perché è strategica la posizione dell’Arcipelago della Sonda? Fai l’elenco delle risorse locali. Descrivi con tue parole il sistema della monocoltura e spiega perché peggiora le condizioni degli indigeni.


L’espansione olandese si era diretta anche verso le Americhe.

Nell’America settentrionale gli Olandesi impiantarono la colonia della Nuova Olanda e nel 1626 avevano fondato Nuova Amsterdam, dove ora sorge il quartiere di Manhattan a New York

In Sud America gli Olandesi avevano stabilito numerosi capisaldi, conquistando la Guyana e un tratto delle coste brasiliane. Riuscirono a conquistare il monopolio nel commercio dello zucchero.

Infine gli Olandesi si infiltrarono nel ricco commercio degli schiavi africani, praticato dai Portoghesi e dagli Inglesi

L’impero coloniale olandese è tanto impero economico quanto impero territoriale: fai degli esempi per documentare entrambi gli aspetti del dominio coloniale


Documento 7    L'impero coloniale degli Inglesi

Le "Tredici colonie" della Nuova Inghilterra. La prima colonia inglese sul litorale Atlantico era stata fondata nel 1585 ed era stata chiamata Virginia, in onore della regina Elisabetta. La Virginia però aveva avuto un inizio stentato e poco promettente, e le colonie inglesi hanno incominciato a svilupparsi in modo più incoraggiante solo quando alunne piccole comunità, per sfuggire ai conflitti religiosi che nel ‘600 funestavano l’Europa, decisero di iniziare una nuova vita nel nuovo mondo.

Nel 1620 giunsero infatti in America i leggendari padri Pellegrini, che a bordo del Mayflower., sbarcarono nei pressi di Capo Cod. I Padri Pellegrini erano appena un centinaio ed avevano abbandonato l'Inghilterra perché erano di fede puritana, fede religiosa molto simile al calvinismo. Circa la metà di essi morì nell’inverno successivo, tuttavia essi fondarono la colonia del Massachusetts, cosiddetta dal nome di una tribù indiana.

Qualche anno più tardi giunsero però un altro migliaio di Puritani, che fondarono la cittadina di Boston e anche la colonia del Connecticut. Nelle colonie, i Puritani si dettero dei governi locali che, pur riconoscendo la corona inglese, erano simili a piccole repubbliche. In esse veniva applicato un codice di leggi basato sul rigorismo morale ispirato alla loro religione.

Nel 1632 il cattolico Lord Baltimore fondò la colonia del Maryland retta da una oligarchia cattolica. Erano i tempi della Guerra dei Trent'anni e nel nuovo mondo si ripetevano le diversità religiose dell'Europa.

Vennero poi fondate la Carolina del Nord e la Carolina del Sud, e il New Jersey. Infine nel 1681 il quacchero W. Penn fondò Filadelfia, o "città dell'amor fraterno", e la colonia della Pennsiylvania che occupava l’ultima porzione della costa libera.

In conclusione, la colonizzazione inglese è stata molto diversa dalla conquista spagnola. Infatti essa è stata più il frutto di una sommatoria di iniziative isolate che non il risultato di un grande piano di conquista.  Di conseguenza le colonie inglesi, pur riconoscendo l'autorità della madre patria, si mostravano nel complesso come un mosaico di tanti pezzi diversi: c'erano le colonie della corona, le colonie di proprietari privati, le colonie in cui  veniva riconosciuta la libertà di culto e una netta separazione tra stato e chiesa.

Così si sono formate e si sono accresciute le famose Tredici Colonie della costa atlantica. La loro crescita demografica è stata galoppante. Fra il 1690 ed il 1720 i loro abitanti erano passati da 210.000  a 460.000, e nel 1750 avevano raggiunto il milione.

 

Sottolinea sulla carta le colonie inglesi di cui si parla nel testo. Su quale costa si affacciano? Oltre agli inglesi quali regni europei promuovono la colonizzazione?Crea una tabella per inserire le informazioni relative alla colonizzazione inglese della America del Nord in termini di data, località, motivazioni. In generale qual è la motivazione prevalente alla base della colonizzazione? Confronta la colonizzazione inglese con quella spagnola per omogeneità dell’iniziativa e per il legame con la madrepatria


I popoli indiani. Finora abbiamo parlato dell’arrivo dei coloni ma non dobbiamo dimenticare che i territori delle colonie erano dei Pellerossa. Nelle regioni nordatlantiche le tribù più popolose dei Pellerossa erano quelle dgli Uroni, dei Mohicani, degli Irochesi e degli Algonchini. Ogni tribù aveva un vasto territorio ed era costituito da numerosi clan confederati. Ogni clan, a sua volta, era formato da un certo numero di famiglie che vivevano in un villaggio mobile formato da tende, dette tepee.
Alcune tribù erano alleate, altre erano nemiche e spesso si combattevano per rivalità o per vendetta. Ma in complesso la vita si svolgeva seguen­do i ritmi della natura.

Quando sono arrivati gli Europei, le tribù erano concentrate nelle fasce costiere e nella regione dei laghi. Qui le donne praticavano un po' di agricoltura che si integrava alla caccia, fatta dagli uomini. All'inizio l'atteggiamento degli In­diani verso gli stranieri fu di curiosità e di ospitale accoglienza. Fu facile quindi per i primi coloni insediarsi in alcuni territori.

I guai cominciarono quando i coloni inglesi cominciarono ad abbattere i boschi e ad impossessarsi delle terre, recintandole. Per gli Indiani infatti la terra era fonte comune di ricchezza e non concepivano che potesse diventare proprietà di singoli individui. Ne scaturirono quindi i più accesi conflitti. All’inizio furono i coloni ad essere decimati ma, con il passare del tempo, furono invece gli Indiani ad essere sempre più sospinti verso l’interno, uccisi dalle epidemie o eliminati con la forza dagli Inglesi.

Cosa c’è all’origine del conflitto tra Pellerossa e coloni inglese? Chi ne fu responsabile?


Una colonizzazione di sostituzione. Si ripeteva quindi, almeno in apparenza, ciò che era avvenuto con gli Spagnoli a danno degli Indios. In realtà le cose erano molto differenti perché la coloniz­zazione inglese è stata radical­mente diversa da quella spagnola.

Gli Spagnoli, nonostante il brusco calo demografico degli Indios che loro stessi hanno provocato, non
volevano la loro eliminazione. Essi volevano invece sottomettere le popolazioni conquistate, convertendole al cattolicesimo, per po­terle poi sfruttare come manodopera. In altre parole, gli Spagnoli erano dei conquistatori., non dei coloni; inoltre quelli che si trasferirono nei vicereami del Messico e del Perù erano in proporzione poco  numerosi rispetto a quei vasti territori.

Gli Inglesi invece cercavano terre da dissodare e in cui trapiantarsi definitivamente. Talvolta gli emigranti per pagarsi il costo della traversata dell’Atlantico, giungevano addirittura a firmare un contratto di servitù con il quale cedevano, in cambio del viaggio, quattro anni di lavoro nelle piantagioni della Virginia. Scaduto il termine del contratto, i servi divenivano coltivatori liberi e cercavano di conquistare un proprio pezzo di terra.

In conclusione, mentre gli Spagnoli hanno sviluppato una colonizzazione di occupazione, sovrapponendosi alle popolazioni degli Indios, che però sono in gran parte sopravvissute, gli Inglesi hanno invece attuato una colonizzazione di sostituzione, scacciando dalle terre i pellerossa che, oltretutto, erano di natura più bellicosa.

Spiega la colonizzazione di occupazione attuata dagli Spagnoli. Spiega la colonizzazione di sostituzione attuata dagli Inglesi


L’oro e l’argento americani tornano in Europa.  …I direttori della Compagnia inglese delle Indie non dormivano più la notte preoccupati come erano del grave deficit della bilancia commerciale inglese con la Cina…; trovarono finalmente la soluzione all’annoso problema verso la metà del secolo XVIII. La trovarono con l’oppio. I primi a introdurre questa droga in Cina furono i Portoghesi, che ne facevano mercato in Macao. Ma si trattava di ben poca cosa. Il colonnello Watson pensava invece in grande e, per saldare il deficit, suggerì alla Compagnia di fare uso estensivo dell’oppio che l’Inghilterra poteva trarre dall’India. Il piano del diabolico colonnello funzionò a meraviglia…

A partire dagli ultimi decenni del 1700 la quantità di oppio esportata dagli Inglesi crebbe di colpo e continuò a crescere rapidamente negli anni successivi… Il tradizionale surplus della bilancia commerciale cinese cominciò a diminuire fino a trasformarsi in un pauroso deficit… L’argento uscì in massa dalla Cina ritornando in occidente. (adattato da C. M. Cipolla, Conquistadores, pirati, mercatanti)

Spiega l’ultima tappa del viaggio di oro e argento americano. Ricorda in cambio di quali merci asiatiche fosse arrivato nell’Estremo Oriente nei secoli passati. Come rimediano gli Inglesi al deficit della bilancia commerciale? Vendendo che cosa in Cina?


Indice esercizi per la formazione a distanza

Verifica n. 1 (completamento testi)

Consegna: completa il testo con i termini appropriati

La nuova economia mondo. Dopo le scoperte geografiche l’economia-mondo era completamente cambiata: lo spazio si era ___________________ , i centri e le periferie erano mutate, perché a dominare i traffici ora erano i paesi ________________________, mentre iniziava il lento ma inesorabile declino del _______________ e delle città italiane come __________.

Con la benedizione del papa il trattato di ___________________ legittimava la spartizione dei nuovi mondi tra Spagna e Portogallo: a Ovest del 45° di longitudine Ovest le terre scoperte appartenevano al(la) _________________, a Est dello stesso meridiano incominciavano le terre del(la)  _____________. Per quanto riguarda le Americhe ciò significava che ad eccezione del _____________ l’intero continente apparteneva alla Spagna.

 

Gli Spagnoli. Iniziò cosi nei primi decenni del _________ l’epoca dei Conquistadores: Fernando Cortes in __________________,e ________________________ nel Perù ebbero la meglio sulle antiche civiltà degli Aztechi e degli ________________ . In seguito queste terre diventarono vicereami della corona spagnola, che esportò nel nuovo continente il sistema sociale del ___________________: in pratica terre e uomini vennero distribuite ad una ristretta cerchia di famiglie spagnole. Per gli indigeni iniziò il lavoro forzato nelle _____________ e nei campi: anche a causa delle condizioni di lavoro la popolazione degli Amerindi incominciò a _________________ . Per questo motivo a poco a poco sia nel sud America sia nelle isole del centro America gli indigeni vennero sostituiti dagli schiavi, provenienti da ______________________.

In conclusione l’impero degli Spagnoli risulta essere un impero di tipo ________________ , perché puntava all’amministrazione diretta del territorio conquistato per predarne le principali risorse.

I galeoni spagnoli trasportarono dalle Americhe in madrepatria quantità crescenti di oro e ___________________. I metalli preziosi sotto forma di lingotti o di monete venivano impiegati o per finanziare le _________________ che la Spagna stava conducendo allora sul continente europeo o per comprare negli altri paesi europei i diversi tipi di ____________, che le stesse navi avrebbero trasportato nelle colonie durante il viaggio d’andata. In un caso e nell’altro i preziosi abbandonavano la Spagna e, lungi dall’arricchirla, contribuirono al suo declino. In particolare l’abbondanza dei metalli pregiati fu all’origine dell’aumento dei prezzi, che gli economisti definiscono ancora oggi con il termine di ____________________ .

Ma il viaggio delle monete spagnole non era ancora finito: i mercanti olandesi e ______________ usarono tali monete per acquistare in _____________ i prodotti come le _______________.

 

I Portoghesi. L’impero del Portogallo è di tipo ______________: sulla base di alcuni scali lungo le coste dell’________ e, in Asia, dell’________ e della Cina, essi si inserirono nei traffici preesistenti. Le loro navi scambiavano in Africa chincaglieria varia in cambio di ____________, e con questo acquistavano in Oriente le spezie, che poi rivendevano sui mercati ____________.

 

Traffici di uomini. Come già si è detto sopra, a viaggiare non erano solo le merci ma anche gli uomini, soprattutto quelli di cui avevano bisogno le miniere e le piantagioni del nuovo continente. Per definire questo traffico gli storici parlano di ____________________________: i vertici sono costituiti da Europa, _______________ e ______________________. I mercanti europei acquistavano schiavi neri in ________________, per venderli in ______________________, e riportavano indietro dalle colonie i prodotti tropicali come ___________________ e ______________.

 

Nuove tecnologie militari. Se l'artiglieria pesante almeno per tutto il '500 risulta poco efficace nelle battaglie _________, perché _________________, diventa al contrario molto efficace se affidata alle _____________. Così  l'espansione oceanica dell'Europa cristiana viene assicurata dal formidabile binomio ______________________ più cannoni.

Nell'Europa cristiana sono nettamente avvantaggiati i “pezzenti del mare", i pirati, i corsari, in particolare quelli olandesi e ______________, che hanno la meglio prima contro le statiche flotte di Venezia e, in seguito, contro “l’invincibile armata" ______________. Difatti tra il XVI e il XVII secolo le battaglie navali si evolvono e assomigliano sempre meno a battaglie terrestri: le navi sono più ________ rispetto a quelle del passato. Non si ricorre più alla tattica di ___________________ la nave avversaria per poi ricorrere all'arrembaggio in modo da trasformare la battaglia navale in un "corpo a corpo" su terraferma. Ora la nuova strategia impone di combattere coi cannoni da lontano: si può affondare una nave nemica a una distanza prima inimmaginabile, ben 200-300 metri.

Ormai dunque le battaglie navali si decidono in virtù della mobilità delle navi e della potenza e precisione di tiro dei _______________.

 

Gli Olandesi. Lo sviluppo di Amsterdam è stato favorito dalla sua eccezionale posizione geografica a cavallo tra l’area economica ______________- e l’area economica atlantica. Di qui le navi olandesi si sono avventurate alla conquista del mondo.

Per raggiungere l’Oriente secondo la rotta aperta da Vasco de Gama, le navi dovevano aggirare l’Africa e quindi raggiungere in primo luogo il capo di __________________. Da qui erano possibili due rotte diverse:

1.    La rotta più semplice, seguita dai Portoghesi, risaliva la costa africana lungo il canale di _____________ e quindi tagliava l’Oceano _____________ nel punto più stretto fino a raggiungere la costa occidentale della penisola _____________. I venti utilizzati erano i __________________, che soffiano nella stagione calda dall’Africa all’India e nella stagione fredda in senso contrario. L’andata e il ritorno dall’India erano quindi regolati dalle stagioni e, per rientrare, i Portoghesi dovevano sostare in India alcuni mesi per attendere il vento opportuno.

2.    La rotta aperta dagli Olandesi era invece più esterna. Essa partiva dal Capo di Buona Speranza, scavalcava l’isola del _______________ ad Oriente, e tagliava l’Oceano Indiano con un percorso che giungeva direttamente fino all’arcipelago della ___________. Su questo percorso le navi olandesi utilizzavano i venti costanti _____________, che soffiano verso nord-est. Invece al rientro il circuito veniva chiuso sfruttando i monsoni. Nel complesso, quindi, l’itinerario olandese era meno legato al ritmo delle stagioni. Trovata questa strada, gli Olandesi cominciarono a scalzare i __________________ dai loro commerci con le Indie Orientali.

Anche la conquista delle Indie Orientali da parte olandese fu basata su brutalità ai danni delle popolazioni indigene.

Gli Olandesi insediati a Malacca avevano fatto un inventario delle ricchezze localizzate nell’arcipelago: prima di tutto il pepe e le spezie fini – cannella, chiodi di garofano e noce moscata – poi l’oro e lo stagno. Quindi per sfruttare al massimo queste risorse, introdussero nelle isole conquistate il sistema della _________________. Ceylon venne specializzata nella produzione della cannella. Banda, nell’arcipelago delle Molucche, divento l’isola della noce moscata …

Gli indigeni vennero espropriati delle loro piantagioni e ridotti al lavoro ___________: li si obbligò inoltre a consegnare i prodotti ai prezzi imposti dagli Olandesi. L’obbligo di coltivare un solo prodotto costringeva la popolazione locale a ricorrere ai mercanti per acquistare tutte le altre cose necessarie. Ciò rese gli Indonesiani interamente ______________ dagli interessi della Compagnia delle Indie, e ad Amsterdam vennero accumulate fortune colossali.

L’espansione olandese si era diretta anche verso le Americhe: a nord avevano fondato Nuova Amsterdam, dove ora sorge il quartiere di Manhattan nell’attuale ______________. A Sud avevano stabilito numerosi capisaldi, conquistando la ______________ e un tratto delle coste brasiliane. Riuscirono a conquistare il monopolio nel commercio dello zucchero e ad inserirsi in quello degli schiavi africani.

 

Gli Inglesi. Sulla costa dell’__________________ nell’America del ______________ essi fondarono ____________ colonie. La colonizzazione fu opera di successive ondate di uomini che lasciavano la madrepatria per motivi ________________ e politici: nel nuovo mondo cercavano quella libertà di fede, impossibile nell’Europa dilaniata a quel tempo dalle guerre di religione e dall’intolleranza religiosa. Nacque così un colonialismo di tipo nuovo che non si limitava alla conquista e allo sfruttamento ma che tendeva a _______________ le nuove terre e a renderle prospere con l’agricoltura ed il commercio.

La società delle colonie era più _____________ rispetto a quella della vecchia Europa: mentre qui contavano ancora i privilegi ___________ ed i titoli _______________, là invece la proprietà era largamente __________________ e non c’erano grandi differenze sociali.

Tra le colonie inglesi distinguiamo, a __________, quelle del cosiddetto New England, che gravitavano intorno alla città di _____________, quelle del centro che gravitavano intorno alle città di New York e ______________, e quelle del Sud prevalentemente rurali. Qui il clima __________ favoriva le tipiche colture coloniali (tabacco, cotone, e canna da zucchero), il cui sviluppo si ebbe nelle piantagioni a manodopera prevalentemente _______________ proveniente dall’Africa. Nelle altre colonie erano sviluppate attività economiche come l’agricoltura di cereali, il commercio e __________________: la popolazione era costituita prevalentemente da uomini __________ di origine europea.

I rapporti tra colonie e Inghilterra furono da subito _________________: alle colonie era attribuita una funzione _______________ rispetto alla madrepatria. Esse potevano vendere i prodotti agricoli solo sui mercati ____________ al prezzo fissato da _______________ e servendosi di navi __________ per il trasporto. Erano inoltre costretti ad importare solo prodotti inglesi, soprattutto ______________ e macchine.


Verifica n. 2 (costruzione carte e schemi)

 Obiettivo: organizza le informazioni in carte e schemi


Consegne:

  1. Inserisci sulla carta le seguenti informazioni: Messico degli Aztechi, Perù inca, m.dei Caraibi (o mar delle Antille), colonie inglesi in America, Brasile, g. di Guinea, capo Buona Speranza, Sofala e Mozambico, Calicut e Goa, Calcutta, isole della Sonda (o Indonesia), Macao, Malacca, Giappone, m. del Nord, m. Rosso, Arabia, o. Indiano, o. Atlantico, o. Pacifico..

 

  1. Rappresenta i traffici provocati da oro e argento americani inserendo luoghi e frecce

 

  1. Rappresenta mediante legenda e frecce i traffici portoghesi relativi alle spezie orientali:

 

  1. Disegna una carta schematica del triangolo commerciale, legato al traffico degli schiavi neri (titolo, legenda e informazioni dello schema)

  2. Rappresenta mediante legenda e frecce le due vie per le Indie di Portogallo e Olanda:

 

  1. Rappresenta mediante schema i rapporti tra centro e periferia dell’economia-mondo durante la formazione degli imperi coloniali in epoca moderna (titolo, legenda e informazioni dello schema)  


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a cura di Paolo Alpino