CURRICOLO DI SCIENZE GEOSTORICHE E SOCIALI

NELLA SCUOLA MEDIA

a cura di Paolo Alpino


CLASSE SECONDA    UNITA' DI LAVORO N° 8

La cultura europea fra conflitti religiosi e mutamenti scientifici  

Filone        Educazione interculturale


Introduzione

Mappa concettuale

Elenco attività

Documenti

Indice esercizi per la formazione a distanza


Introduzione. Gli spazi che l'Europa moderna conquista non sono solo mari e terre  prima sconosciuti, sono anche spazi spirituali e culturali. Di questi spazi tratta la ul confrontando, nell'ambito religioso, le diverse fedi cristiane e, nell'ambito scientifico, le cosmologie medievali e moderne.  La finalità complessiva è duplice: da una parte educare gli alunni ad esaminare questioni da punti di vista diversi, dall'altra renderli consapevoli che uno dei confini storici che delimita l'Europa è la autonomia dell'individuo, così come si esprime nella rivolta di Lutero o nel programma scientifico di Galilei.

Non senza dimenticare con esempi tratti dalle guerre di religione del passato lontano e vicino (i conflitti nella ex Yugoslavia) che lo stato quando nasce - ieri in occidente, oggi nei Balcani - spesso configura lo spazio culturale come uno spazio chiuso ed identitario, "pulito etnicamente" che tollera il diverso solo se ghettizzato, come è il caso degli Ebrei nella società cristiana tra medioevo ed età moderna.

Come già in altri casi, si può scegliere un percorso più breve, e separare i nuclei tematici in distinte unità.


Mappa concettuale


Elenco attività

Cap. I        La riforma protestante

Cap. II       Cuius regio eius religio

Cap. III      La rivoluzione scientifica di Galileo Galilei


Documenti

Documento 1    1492 o 1517? Quando nasce l'epoca moderna?

Alcuni storici ritengono che non solo il 1492 ma anche il 1517 sia una data cerniera tra medioevo ed età moderna: con la rivolta di Lutero finirebbe il medioevo in quanto epoca dominata dai poteri universali. Se quello temporale è sempre più monopolio degli stati territoriali, il potere spirituale non risiederebbe più nell'autorità di un unico rappresentante di dio ma nell'anima di ogni credente: guardando nella propria anima, in piena autonomia, ciascun uomo difatti trova la via della salvezza. Così facendo l'uomo - anche quello più umile - scopre un continente esteso quanto le Indie occidentali e orientali raggiunti da Portoghesi e Spagnoli: il continente spirituale dell'interiorità.

Cuius regio, eius religio

E' il principio stabilito alla fine delle guerre di religione in Europa. Solo il principe sceglie il tipo di fede cristiana, i sudditi professano quella scelta dal principe. Non c'è libertà religiosa, la popolazione è omogenea da punto di vista religioso e non vengono ammesse minoranze religiose, che o vengono espulse o eliminate. L'eccezione è la popolazione di origine ebraica che viene ammessa ma rinchiusa e separata in particolari quartieri, i ghetti.


Documento 2        La condizione degli Ebrei a Venezia. Leggi i brano, e rispondi alle domande scegliendo tra le risposte                                   indicatequella più adeguata

L'origine della parola "ghetto". Nel XIV e XV secolo a Cannaregio erano state impiantate delle fonderie, e dove venivano depositati i materiali di scarto sorse una nuova fonderia. Poiché fonderia si diceva "gettare", la prima area venne chiamata del "geto vecchio" (la vecchia fonderia"), la seconda del "geto nuovo" (la nuova fonderia). Con l'arrivo degli Ebrei, senso e pronuncia cambiarono. 

Gli Ebrei a Venezia nel XIV e nel XV secolo. La presenza degli Ebrei a Venezia è attestata con certezza solo a partire dal principio del XIV secolo, quando dei mercanti vennero a trattare compravendite nel porto e nei fondachi, senza però avere il diritto di stabilirsi in città. In seguito, nella seconda metà del secolo, degli Ebrei vi si installarono, seppur "illegalmente", ma si dovette attendere la fine della guerra di Chioggia (1381) perché una prima "condotta" li autorizzasse a risiedere ufficialmente a Venezia, esercitando il prestito a usura e la "strazziaria", ossia la vendita di oggetti e vestiti di seconda mano. Definendo sotto quali condizionino, anche finanziarie, e con quale statuto agli Ebrei fosse consentito restare in città, la "condotta" non era che una sorta di contratto temporaneo e rinnovabile. Un decreto del 27 agosto 1394 stabilì che gli Ebrei sarebbero stati espulsi al termine della "condotta" vigente, il 20 febbraio 1397. Da quel momento, essi non sarebbero potuti rimanere in città per più di quindici giorni consecutivi, con l'obbligo di portare un segno distintivo. La decisione traeva pretesto da irregolarità nella gestione dei loro "banchi", ma esprimeva anche il timore di vedere banchieri e mercanti ebrei occupare altri settori del commercio veneziano. Il decreto dovette però avere scarso effetto, dato che la presenza ebrea rimase pressoché costante nel corso del XV secolo. Nel 1496 fu emanato un decreto più restrittivo, che concedeva agli Ebrei un solo soggiorno di quindici giorni all'anno.

Il primo ghetto. La guerra condotta contro Venezia dalla Lega di Cambrai e la terribile disfatta veneziana ad Agnadello nella primavera del 1509 mutarono la situazione: temendo l'avanzata dell'esercito imperiale, gli Ebrei di Terraferma si rifugiarono a Venezia, dove alcuni portarono, malgrado le dure perdite dovute alla guerra, capitali di cui la Serenissima aveva estremo bisogno. Nella nuova congiuntura, lo Stato veneziano diede prova, come di consueto, di consumato pragmatismo politico, decidendo di tollerare gli Ebrei, organizzandone al tempo stesso la segregazione. Il 29 marzo 1516 il Senato approvò a grande maggioranza una proposta di Zaccaria Dolfin: gli Ebrei presenti a Venezia si sarebbero dovuti stabilire nel Ghetto Nuovo, specie di isolotto urbano collegato al resto della città attraverso due soli accessi, che sarebbero stati chiusi la notte. Gli Ebrei furono dunque autorizzati a restare, a esercitare l'attività di rigattieri e quella del prestito su pegno, ma la loro libertà venne limitata. La decisione andava contro un sentimento popolare diffuso che si opponeva alla loro presenza (alimentato anche dalla predicazione francescana, secondo la quale la punizione divina si sarebbe abbattuta sulla città, se essa avesse accettato di accogliere gli Ebrei), ma ne teneva conto. Il luogo prescelto consentiva di proteggere gli ebrei da saccheggi e violenze, ma anche di imporre loro un efficace coprifuoco e di separarli dal resto della popolazione. A metà tra fortezza e luogo di concentramento, il ghetto era simbolo dell'ambiguità della Serenissima, pronta ad accettare gli Ebrei e a servirsene finanziariamente, ma desiderosa di sottolineare la loro inferiorità nei confronti dei cristiani.

L'ambivalenza veneziana. La posizione ambivalente della Repubblica divenne evidente allorché, nel 1524, un gruppo di patrizi propose l'istituzione di un Monte li Pietà che, gestendo prestiti a basso tasso d'interesse, avrebbe reso inutile la presenza degli Ebrei. Il Consiglio dei Dieci ingiunse ai patrizi di abbandonare il progetto "sotto pena di morte", e un decreto precisò che per l'avvenire si sarebbe potuta riaffrontare la questione solo a seguito dell'unanime approvazione del Consiglio stesso. Una simile presa di posizione tradiva la volontà di lasciare agli Ebrei - facilmente controllabili e gravabili di tasse più pesanti - il ruolo d finanziatori. Difatti, le "condotte" furono regolarmente rinnovate. Nel dicembre del 1571, al momento della crociata contro i Turchi in cui Venezia giocò un ruolo di primo piano, fu decisa l'espulsione degli Ebrei, ma la misura non fu applicata e, anzi, nel 1573 una nuova "condotta" li autorizzò a restare a Venezia e a prestare su pegno con un tasso d'interesse massimo del 5%. Dopo questa data, non venne più manifestata alcuna intenzione di scacciare gli Ebrei. 

La vita quotidiana nel ghetto. Assegnando agli Ebrei il "geto novo" come luogo di residenza forzata, il Senato aveva fornito "il contributo dei Veneziani al linguaggio della persecuzione". Non ancora divenuto un termine generico adottato dall'intera Europa, da quel momento la parola "ghetto" significò la segregazione ebrea a Venezia. Dal 1541 il quartieri ebreo venne ingrandito, includendo la zona delle più antiche fonderie (il Ghetto Vecchio) e nel 1633 vi si aggiunse anche il Ghetto Nuovissimo. Nonostante queste espansioni, la densità demografica rimase notevole, il che spiega l'altezza, insolita per Venezia, degli edifici, spesso dai sei ai nove piani. Gli Ebrei non potevano uscire dal loro quartiere durante la notte e in occasione delle festività religiose cristiane, e dovevano portare dei segni distintivi: un cerchio giallo, e in seguito un turbante o un cappello dapprima giallo, poi rosso. Benché controllati da una magistratura straordinaria, all'interno del ghetto si amministravano da sé. Macellai e panettieri potevano preparare il cibo seguendo le prescrizioni religiose; la vita associata era fiorente e le confraternite di beneficenza numerose, così come i luoghi di culto, a Venezia chiamati "schole", per analogia con il termine designante le confraternite laiche cristiane. Le sinagoghe si trovavano di solito ai piani superiori di edifici dalle facciate discrete, e nulla lasciava intuire dall'esterno la ricchezza delle loro sale. Poiché l'intera Venezia condivideva la passione per il teatro e la musica, il campo del Ghetto Nuovo, che, ospitando non meno di sessanta botteghe di sarti e tre banchi di pegni, accoglieva di giorno una folla indaffarata, serviva spesso da cornice a rappresentazioni teatrali, alle quali anche i cristiani assistevano volentieri. Allo stesso modo, un certo numero di cristiani trasgrediva la legge che impediva loro di restare nel ghetto dopo una determinata ora, per partecipare alla festa di Purim, in occasione della quale si danzava per le calli, mascherati come a Carnevale. 

Dalla caduta della repubblica ai giorni nostri. Le porte del ghetto vennero demolite dai Francesi il 10 giugno 1797, "affinché non sussistesse più alcuna divisione apparente tra i cittadini di questa città", ma con l'arrivo degli Austriaci, ai quali Napoleone consegnò ben presto Venezia, gli Ebrei si ritrovarono confinati nel ghetto, pur se la segregazione non fu ufficiale. Solo dopo l'unità d'Italia Vittorio Emanuele Il accordò loro gli stessi diritti di tutti gli alti sudditi. Da quel momento, la storia degli Ebrei di Venezia si confonde con quella di tutti i cittadini, finché il regime fascista promulgò le leggi razziali e procedette alla deportazione degli Ebrei veneziani nei campi di concentramento, come ricordato dall'iscrizione incisa su un muro della Scuola Spagnola. 


i1. Gli Ebrei sono accettati volentieri dalla popolazione cristiana di Venezia a) Vero b) Falso 

2. Si ha notizia degli Ebrei a Venezia sin dall'alto medioevo a) Vero b) Falso 

3. Agli Ebrei era concesso possedere terra e lavorare i campi a) Vero b) Falso 

4. Gli Ebrei avevano gli stessi diritti degli abitanti di Venezia a) Vero b) Falso 

5. Il governo di Venezia costringe gli Ebrei a risiedere in un quartiere, chiamato Ghetto a) Vero b) Falso 

6. Il governo della Serenissima accetta gli Ebrei a Venezia per attirare i loro capitali e poter tassare le loro attività economiche a) Vero b) Falso 

7. Gli Ebrei potevano esercitare a Venezia qualsiasi mestiere a) Vero b) Falso 

8. Gli Ebrei prestavano soldi con interesse a) Vero b) Falso 

9. I luoghi religiosi degli Ebrei si chiamano moschee a) Vero b) Falso 

10. All'interno dei loro quartieri gli Ebrei decidevano come organizzare la vita in comune a) Vero b) Falso 

11. Di giorno i Cristiani non possono entrare nei quartieri dove vivono gli Ebrei a) Vero b) Falso 

12. Di notte le entrate ai quartieri, dove vivono gli Ebrei, vengono chiuse a) Vero b) Falso 

13. Quando l'Italia diventa uno stato unitario persiste la discriminazione nei confronti degli Ebrei a) Vero b) Falso 

14. "Ghetto", in origine, in veneziano significava: a) quartiere malfamato b) fonderia c) mercato popolare d) gettata di metallo 

15. "Ghetto" col tempo acquista il significato: a) quartiere dove si svolgono le feste popolari b) quartiere dove si svolgono i commerci c) quartiere dove risiedono tutte le minoranze religiose d) quartiere dove gli Ebrei risiedono segregati dagli altri 

16. Le case del ghetto sono alte da 6 a 9 piani perché: a) Perché era imposto dal governo della Serenissima b) La densità demografica è molto elevata c) Sono simbolo di prestigio d) Per motivi estetici 

17. Le porte del ghetto sono chiuse di notte: a) Per limitare la libertà degli Ebrei b) Per proteggere gli Ebrei c) Per motivi di sicurezza d) Perché ogni quartiere di Venezia era chiuso di notte 

18. Le "schole" sono: a) Negozi di artigiani b) Edifici in cui gli Ebrei sono alfabetizzati c) I luoghi all'aperto dove si svolgevano le feste religiose d) Associazioni in cui gli Ebrei organizzano la vita del quartiere e si prendono cura dei bisognosi facendo beneficenza 

19. Gli Ebrei di giorno circolano per Venezia: a) Senza nessun segno di riconoscimento b) Con un foglio di riconoscimento c) Indossando braghe di un particolare colore d) Portando un cappello particolare come segno distintivo e di riconoscimento 

20. Malgrado l'odio ed il pregiudizio nei confronti degli Ebrei la Serenissima accoglie gli Ebrei: a) Per pragmatismo politico: gli Ebrei svolgono attività economiche - rigattiere, commercio e prestito di soldi con interesse - di cui la città ha bisogno b) Sperandoli di convertire c) Perché non aveva pregiudizi religiosi d) Per interesse economico: ha bisogno di manodopera 

21. "Condotta" significa: a) contratto commerciale b) editto emanato dal governo di Venezia c) tubatura idraulica d) modo di comportarsi

 ----------Key----------

1. (b) 2. (b) 3. (b) 4. (b) 5. (a) 6. (a) 7. (b) 8. (a) 9. (b) 10. (a) 11. (b) 12. (a) 13. (b) 14. (b) 15. (d) 16. (b) 17. (a) 18. (d) 19. (d) 20. (a) 21.b


Documento 3         La rivoluzione scientifica. Leggi i diversi testi e rispondi sul quaderno alle domande.

La tradizione e la rivoluzione scientifica. Verso il 1500 le conoscenze scientifiche, le idee sulla natura, sull'universo, sul corpo umano poggiavano su alcuni fondamentali principi, nella sostanza abbastanza simili a quelli che già erano stati validi centinaia e migliaia di anni prima, per i Greci e i Romani:  

In circa 150 anni - tra il 1550 e il 1700 - quelle idee così a lungo ritenute valide e immutabili furono prima messe in dubbio, poi criticate e attaccate, infine smentite, rovesciate, distrutte. Questi i nuovi fondamenti della scienza:

Costruisci una tabella a tre colonne e riporta le opinioni tradizionali e rivoluzionarie riguardo ai seguenti punti: a) posizione di terra, sole e pianeti, b) la conoscenza della natura, c) concezione del corpo umano d) come è la natura.

L' universo-macchina. Questo grandioso rovesciamento delle conoscenze ebbe il suo simbolo più famoso nella figura dell'universo-macchina. La realtà, il mondo che circondava gli uomini, l'intero creato fu paragonato a un immenso, perfetto, mirabile meccanismo regolato da ferree leggi matematiche. L'importanza di quella concezione fu grandissima, perché scardinava un'idea sino ad allora prevalente e accettata: nei secoli precedenti la natura era stata vista in vari mo­di, ora come amica, simile all'uomo, ora misteriosa e mutevole, ma sempre impreve­dibile e strana, che poteva cambiare di volta in volta. Al contrario, con l'immagine dell'universo-macchina - sostenuta dai maggiori scienziati, da Galilei a Newton, da Bacone a Descartes - si faceva strada l'idea di una realtà, di una natura, di un mondo regolati da leggi precise e immutabili, non sottoposte al capriccio degli uomini o alla volontà di Dio. L'universo non era né amico né nemico, ma semplicemente «vero» e «reale».  

A che cosa è paragonato ora l’universo? Come sono le leggi che lo regolano? Nella concezione tradizionale l’universo come veniva rappresentato? Qual può essere il ruolo di Dio nelle due concezioni dell’universo?

Una vicenda straordinaria: la rivoluzione astronomica. Ancora verso il 1550 gli uomini, sulla base di studi accettati da quasi 2.000 anni, avevano una ben precisa idea circa la struttura dell'universo. In primo luogo si pen­sava che vi fosse una netta differenza tra mondo terrestre e mondo extraterrestre: la Terra è composta di quattro elementi fondamentali, aria, fuoco, terra, acqua. Il peso e la leggerezza di un qualsiasi oggetto dipende dalla diversa combinazione di questi quattro elementi: se vi sono più terra o acqua, l'oggetto cadrà verso il basso; se vi so­no più aria o fuoco, l'oggetto tenderà verso l'alto. In secondo luogo si pensava che il mondo extraterrestre - la Luna, il Sole, i pianeti, tutte le stelle - fosse composto di etere, un materiale totalmente differente rispetto alla terra: l'etere era puro, cristalli­no, trasparente, indistruttibile, incorruttibile. In terzo luogo si pensava che i movi­menti, sulla Terra, fossero rettilinei (un sasso cade secondo una linea retta), mentre i movimenti, nel cielo, fossero circolari. Infine si pensava che l'universo fosse compo­sto di una serie di sfere (anch'esse di etere): nella prima sfera, la più lontana dalla Terra, vi erano le stelle fisse, poi, nelle altre, i vari pianeti, sino all'ultima, ove era incastonata la Luna; ogni sfera era autonoma e non comunicava con l'altra.

Indica le differenze tra mondo terrestre e mondo extraterrestre in termini di a) elementi costitutivi b) movimenti dei corpi. Prova a disegnare mediante tante circonferenze il mondo, così come lo immaginavano nel medioevo.

Quelle idee che parevano solide e sostenute anche dall'esperienza - la Terra sembra immobile, e vediamo il Sole che, via via, nel corso della giornata, si muove - furono inizialmente messe in dubbio da uno studioso polacco, N. Copernico (1473-1543), il quale non discusse la teoria delle sfere di etere, dei moti circolari, ma avanzò l'ipotesi che il Sole, immobile, potesse essere al centro dell'universo, e che la Ter­ra ruotasse.

Un secondo attacco venne, qualche decennio più tardi, da un danese, l'astronomo Ticho Brahe (1546-1601), il quale studiò l'andamento di una cometa, ne descrisse la traiettoria, giungendo a stabilire che essa passava accanto a vari pianeti; ma ecco quindi un interrogativo: se ogni pianeta è fisso in una sfera cristallina, e ogni sfera è indipendente da ogni altra, come può accadere che la cometa passi da una sfera al­l'altra? Evidentemente non esistono le sfere.

Una terza critica venne da J. Keplero (1571-1630), il quale dimostrò che le orbite dei pianeti non erano circolari, ma ellittiche; inoltre ribadì la teoria del moto della Terra, e dell'immobilità del Sole.

La definitiva vittoria delle nuove teorie si ebbe con G. Galilei (1564-1642). Sue furono le dimostrazioni, attraverso l'uso del cannocchiale, che Terra, Luna, tutti i pianeti, erano composti di materiali identici; sue furono le scoperte dei satelliti di Giove, delle macchie solari, degli anelli di Saturno; sue furono le definitive dimostra­zioni della rotazione della Terra e della fissità del Sole.

Quelle nuove idee non furono accettate da tutti. In particolare la Chiesa lottò con grande accanimento contro quelle sconvolgenti teorie. Tutta la visione cristiana, sino a quel momento, si era basata sull'uomo che stava al centro del creato, sul sacrificio di Gesù che aveva redento l'intero universo, sulla purezza e trasparenza dei cieli, ove stava Dio. Galilei, in particolare, fu processato, condannato, costretto al silenzio e a lasciare i suoi studi.

Però, pur lentamente, quella nuova scienza andava affermandosi. Essa ebbe in­fine una definitiva vittoria con l'opera di un altro genio matematico, l'inglese I. New­ton (1643-1727), il quale trovò, elaborò, calcolò le fondamentali leggi che regolano l'intero universo.

Per ciascun scienziato indica il ruolo che ebbe nel rovesciare la concezione tradizionale dell’universo. Perché la chiesa rifiutò le nuove teorie? Cosa successe a Galileo Galilei?


Documento 4          La condanna di Galilei.

Documento A

Il motivo per cui viene condannata l'opinione della mobilità della terra e della stabilità del Sole è che, leggendosi nelle sacre scritture che il Sole si muove e che la Terra sta ferma e non potendo le Sacre scritture mentire o errare, ne deriva per necessaria conseguenza che chi volesse affermare il contrario sarebbe in errore.

A questo proposito mi sembra si debba innanzitutto osservare che la Sacra scrittura, come è santissimamente detto e prudentissimamente stabilito, non può mai mentire se si comprende il suo vero significato, che a volte può essere nascosto e molto diverso da quello apparente delle pure e semplici parole.

Altrimenti, se ci si fermasse sempre al significato letterale di esse, si potrebbe far apparire che contengono contraddizioni e affermazioni lontane dal vero, o addirittura gravi eresie o bestemmie: infatti dovremmo allora dare a Dio piedi, mani e occhi, o sentimenti umani come l'ira, il pentimento, l'odio... cose che gli scrittori sacri scrissero sotto dettatura dello Spirito Santo per adattarsi alle capacità di comprensione del popolo rozzo, per cui è necessario che gli interpreti delle Sacre scritture ne chiariscano il vero significato.

Perciò mi pare che nelle dispute attorno a problemi naturali non si dovrebbe cominciare dalle autorevoli affermazioni delle Scritture, ma dalle sensate esperienze e dalle dimostrazioni necessarie.

Galileo Galilei, Lettera alla Granduchessa di Toscana

Documento B.

Diciamo, pronuntiamo, sentenziamo e dichiariamo che tu, Galileo suddetto, per le cose dedotte in processo e da te confessate come sopra, ti sei reso a questo S. Offizio vehementemente sospetto d'heresia, cioè tenuto e creduto dottrina falsa e contraria alle Sacre e divine Scritture, ch'il sole sia centro della terra e che non si muova da oriente ad occidente, e che la terra si muova e non sia centro del mondo, e che si possa tener e difendere per probabile un'opinione dopo esser stata dichiarata e diffinita per contraria alla Sacra scrittura; e conseguentemente sei incorso in tutte le censure e pene dai sacri canoni et altre constituzioni generali e particolari contro simili delinquenti imposte e promulgate.

Dalle quali siamo contenti tu sia assolto, pur che prima, con cuor sincero e fede non finta, avanti di noi abiuri, maledica e detesti i suddetti errori et heresie et qualunque altro errore et heresia contraria alla Cattolica ed Apostolica Chiesa, nel modo e forma che da noi ti sarà data. Et ac­ciocché questo tuo grave e pernicioso errore e transgressione non resti del tutto impunito, et sii più cauto nell'avve­nire et essempio all'altri che si astenghino da simili delitti, ordiniamo che per pubblico editto sia prohibito il libro de' Dialoghi di Galileo Galilei.

Ti condanniamo al carcere formale ad arbitrio nostro, e per penitenze salutari t'imponiamo che per tre anni a venire di­ca una volta la settimana li sette Salmi penitenziali: riservando a noi facoltà di moderare, mutare, o levar in tutto o parte le suddette pene e penitenze.

Et così diciamo, pronuntiamo, sentenziamo, dichiariamo, ordiniamo e reserviamo in questo et in ogni altro meglio modo che di ragione poterne e doverne. (dal testo della condanna di Galilei, 1664)

Leggi i documenti A e B rispondi alle seguenti domande:


Indice esercizi per la formazione a distanza

Verifica

Obiettivo: legge documenti storici e ricava informazioni sulla riforma religiosa e sulla rivoluzione scientifica  

 

Documenti sulla Riforma. Leggi i testi e, collegandoli a quanto hai studiato, rispondi alle domande

Queste sono le riflessioni sulle condizioni della chiesa da parte di Pio II,  un papa colto e raffinato, che sedette sulla la cattedra di Pietro tra il 1458 e il 1464.

“La gente dice che noi viviamo per il piacere, accumuliamo ricchezza, ci comportiamo con superbia, cavalchiamo grossi muli e splendidi cavalli, ci trasciniamo appresso il lembo dei nostri manti e mostriamo facce tonde e paffute sotto il cappello rosso e il cappuccio bianco.

Aggiunge anche che teniamo cani da caccia, che spendiamo assai per organizzare sontuosi spettacoli e nulla di nulla per difendere la Fede.

E in queste parole c'è qualcosa di vero: molti cardinali e dignitari della nostra Corte menano vita siffatta.

Se si deve dire la verità, lusso e sfarzo della nostra Corte sono eccessivi.

Ed ecco perché siamo così detestati dal popolo che esso non vuole ascoltarci, nemmeno quando diciamo ciò che è giusto e ragionevole.”

  1. Che cosa amavano e di che cosa si circondavano i papi ed i cardinali secondo Pio II?

  2. Che cosa si dimenticavano di fare?

  3. Quale impressione suscitavano nel popolo?

 

Da una delle raccomandazioni di Lutero ai fedeli:

“Siano rese grazie e lodi a Dio, il quale ha suggerito di fondare e di organizzare nella città di Norimberga con grandi mezzi e fondi una scuola così bella e così splendente e di destinarvi una scelta di ottime persone come insegnanti quali finora - non voglio esagerare - nessuna Università, nemmeno Parigi, ha potuto vantare.

Spero pertanto che anche la città di Norimberga vorrà riconoscere l'amore dei suoi reggenti e che, continuan­do a mandare i propri figli a scuola, vorrà dare giusta forza e giusto aiuto a tale opera nel vedere che i suoi fi­gli sono curati, educati e istruiti senza spesa alcuna.

Uno dei tiri più grandi e malvagi, fatti dal demonio ai danni dell'uomo, è certamente quello di abbindolare e di ingannare le persone semplici inducendole a smettere di mandare i figli a scuola e quindi di istruirli, portando a pretesto che non c'è bisogno di tanta gente istruita e di tanto studiare, ma solo di mangiare e fare soldi.”

  1. Perché Lutero loda la città di Norimberga?

  2. Il demonio ha più influenza, secondo Lutero, sulle persone ignoranti o su quelle istruite?

  3. Perché un alto livello d’istruzione favorisce la vera fede religiosa secondo Lutero?

 

Dalla predica di un frate cattolico tedesco contemporaneo di Lutero:

“Il monaco Martino sostiene teorie false e bugiarde, poiché mette in discussione i poteri della chiesa. Anche il nostro imperatore Carlo V lo ha condannato perché il suo insegnamento genera ribellione e divisione. La chiesa ha cercato con pazienza di convincerlo, ma questo ribelle, vero diavolo in abito da monaco, arriva persino a negare la parola del papa e pretende di interpretare a suo piacimento le Sacre scritture”.

  1. Quali sono i due errori di Lutero secondo il frate cattolico?

 

Da un’opera di Martin Lutero del 1520:

“Perciò questa dev’essere per tutti i cristiani la sola opera ed il solo esercizio: che formino diligentemente in sé la Parola e Cristo, ed esercitino e fortifichino continuamente quella fede. Poiché nessun’altra opera può rendere uno cristiano. Come Cristo disse ai Giudei (Giovanni VI), quando gli domandavano che cosa dovevano fare per compiere opere divine e cristiane: “Questa è la sola opera divina, che crediate in colui che Dio ha mandato”.

  1. Quale aspetto fondamentale della dottrina di Lutero è trattato in questo testo?

  2. In che cosa differisce dalle tesi fino ad allora diffuse nella Chiesa?

 

Dall’atto di Supremazia, approvato dal Parlamento inglese nel 1534:

“Affinché in questo regno d’Inghilterra sia rafforzata la fede nella religione di Cristo e affinché siano puniti gli errori, estirpate le eresie, soppresse malvagità e abusi, l’autorità di questo parlamento decreta che il re, nostro sovrano e signore, come pure i suoi eredi e futuri sovrani, sarà accettato e considerato come unico capo supremo della Chiesa d’Inghilterra, d’ora innanzi chiamata Anglicana Ecclesia, e godrà non solo di questa carica e di questo nome, ma di tutti gli onori, privilegi, dignità, immunità, giurisdizione inerenti alla suddetta carica di capo supremo della Chiesa!”

  1. Sulla base di questo documento (e degli altri già letti ) rileva le differenze tra la riforma religiosa in area germanica e riforma religiosa in area inglese

 

Documenti sulla rivoluzione scientifica. Leggi i testi e, collegandoli a quanto hai studiato, rispondi alle domande

 

Da N. Copernico, De revolutionibus orbium coelestium, 1543

“Non ci vergognamo di affermare che la terra compie una rivoluzione annua intorno al Sole, e intorno ad esso è il centro del mondo; e che, poiché il sole resta immobile, tutto ciò che appare come un movimento del Sole, si verifica piuttosto per la mobilità della Terra.

… L’ordine delle sfere segue in questo modo, prendendo inizio dal più alto: la prima e la più alta di tutte è la sfera delle stelle fisse, che contiene se stessa e tutte le cose, ed è perciò immobile. Segue, dei pianeti, per primo Saturno, che compie il suo circuito in trent’anni. Dopo di questo Giove, che si muove con una rivoluzione di dodici anni. Poi Marte, che ruota in un biennio. Occupa il quarto luogo nell’ordine la Terra. Nel quinto luogo Venere ritorna in nove mesi. Mercurio finalmente occupa il sesto luogo, girando intorno allo spazio di ottanta giorni. In mezzo a tutti sta il sole.”

  1. Disegna l’universo ipotizzato da Copernico mediante una serie di circonferenze e le opportune didascalie

 

Da G. Galilei, Sidereus Nuncius, Venezia 1610

“Circa 10 mesi fa ci giunse notizia che era stato costruito da un certo Fiammingo un occhiale, per mezzo del quale gli oggetti visibili, pur distanti assai dall’occhio di chi guarda, si vedevano distintamente come fossero vicini; … e questo fu causa che io mi volgessi tutto a cercar le ragioni e ad escogitare i mezzi per giungere all’invenzione di un simile strumento, che poco dopo conseguii, basandomi sulla dottrina delle rifrazioni.

Preparai dapprima un tubo di piombo alle cui estremità applicai due lenti, entrambe piane da una parte e dall’altra una convessa e una concava; posto l’occhio alla parte concava vidi gli oggetti abbastanza grandi e vicini, tre volte più vicini e nove volte più grandi di quanto non si vedano ad occhio nudo. In seguito preparai uno strumento più esatto, che mostrava gli oggetti più di sessanta volte maggiori. E finalmente non risparmiando fatiche e spese, venni tanto da costruirmi uno strumento così eccellente, che gli oggetti visti per il suo mezzo appaiono ingranditi quasi mille volte e trenta volte più vicini che visti ad occhio nudo.

… mi volsi all’osservazione del cielo; e primamente vidi la luna così vicina come distasse appena due raggi terrestri”

  1. Completa sul foglio le seguenti frasi:

  1. Galileo viene a sapere che …

  2. Galileo cerca di capire le ragioni …

  3. Le scopre basandosi sulla …

  4. Costruisce …

  5. Guarda nello strumento e …

  6. Infine giunge a costruire …

  7. Usa questo strumento per …

  8. Galileo è insieme scienziato e artigiano perché …

 

Da G. Galilei, Sidereus Nuncius, Venezia 1610

“Da osservazioni più volte ripetute di tali macchie lunari fummo tratti alla convinzione che la superficie della Luna non è levigata, uniforme ed esattamente sferica, come un gran numero di filosofi credette di essa e degli altri corpi celesti, ma ineguale, scabra e con molte cavità e sporgenze, non diversamente dalla faccia della terra, variata da catene di monti e profonde valli”

  1. Come scopre Galileo le macchie solari?

  2. In che cosa consiste la scoperta?

  3. Perché la scoperta delle macchie solari è in contrasto con quanto pensavano i filosofi del passato?

 

Da Galileo Galilei, Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, 1632

“Mi trovai un giorno in casa di un medico molto stimato in Venezia, dove alcuni per loro studio, ed altri per curiosità convenivano talvolta a vedere qualche taglio di anatomia [1] . Ed accadde quel giorno che si andava ricercando l’origine e la nascita dei nervi, e mostrando l’anatomista come, partendosi dal cervello e passando per la nuca, il grandissimo ceppo dei nervi si andava poi distendendo per la spinale e diramandosi per tutto il corpo, e che solo un filo sottilissimo come il refe [2] arrivava al cuore, voltosi ad un gentil uomo che egli conosceva per filosofo aristotelico, gli domandò se egli restava della convinzione che l’origine dei nervi venisse dal cervello e non dal cuore. Al che il filosofo, dopo aver riflettuto a lungo, rispose: << Voi mi avete fatto vedere questa cosa talmente aperta e sensata, che se il testo di Aristotele non fosse d’opinione contraria perché apertamente dice che i nervi nascono dal cuore, bisognerebbe confessarla per vera”.

  1. In che modo il medico dimostra che i nervi hanno origine dal cervello?

  2. Che cosa ritiene il filosofo aristotelico prima della dimostrazione?

  3. Su che cosa basa la sua convinzione?

  4. Dopo la dimostrazione il filosofo cambia idea?

  5. Con questo aneddoto che cosa vuol far capire Galileo?

Da una lettera del cardinale Bellarmino, 1634

“… cercare di affermare che il Sole è realmente fisso al centro dei cieli, e ruota semplicemente su di sé senza viaggiare da est a ovest; poiché la terra è situata nella terza sfera, e ruota molto rapidamente intorno al sole, è cosa molto pericolosa, non solo perché irrita tutti i teologi e filosofi scolastici [3] , ma perché offende la nostra santa fede e rende falsa la Sacra Scrittura”

  1. Perché la teoria di Copernico, difesa da Galileo, è ritenuta pericolosa dalla Chiesa?

 

Da un’opera di Blaise Pascal, filosofo e matematico francese vissuto tra il 1623 e il 1662:

“Le prime conoscenze che gli antichi ci hanno dato sono servite da gradini per raggiungere le nostre … Infatti essendoci noi levati fino al punto al quale essi ci hanno portato, è sufficiente un minimo sforzo per salire più in alto; con minor fatica e con minor gloria ci troviamo dunque più in alto di loro. Da questa altezza possiamo scoprire cose che era loro impossibile da percepire. La nostra vista è più estesa, e noi vediamo più di loro. E’ strana quindi la venerazione che si ha per le loro opinioni: si vede come un crimine il contraddirli, ed è considerato un reato aggiungere qualcosa a quello che era il loro sapere, quasi che essi non avessero lasciato più nessuna verità da conoscere … L’uomo infatti nella prima età della vita è nell’ignoranza; ma nel suo progressivo sviluppo si istruisce senza sosta: egli infatti trae vantaggio non solo dalla propria esperienza, ma anche da quella dei suoi predecessori … Gli antichi non erano forse scusabili per le opinioni che avevano sulla Via Lattea? Ma noi saremmo imperdonabili se rimanessimo nella stessa opinione, ora che siamo aiutati dal telescopio, e che abbiamo potuto scoprire un’infinità di piccole stelle, il cui splendore più vivo ci ha fatto riconoscere qual è la causa vera di quella bianchezza … Pertanto possiamo asserire il contrario di ciò che asserivano gli antichi. Qualunque forza possegga questa autorità, la verità deve avere sempre il sopravvento, anche se scoperta da poco, poiché essa è sempre più antica di tutte le opinioni.”

  1. Questo brano registra un cambiamento nel modo di pensare dell’Occidente europeo: esso rivela un nuovo modo di ragionare, in netto contrasto con regole, abitudini, credenze, accettate da centinaia di anni. Qual è a tuo giudizio questo elemento di novità?


[1] Pratica medica che permette di conoscere l’anatomia del corpo umano mediante il taglio dei cadaveri

[2] filo sottilissimo e resistente

[3] che seguivano le teorie del filosofo greco Aristotele


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a cura di Paolo Alpino