CURRICOLO DI SCIENZE GEOSTORICHE E SOCIALI

NELLA SCUOLA MEDIA

a cura di Paolo Alpino


CLASSE SECONDA    UNITA' DI LAVORO N° 12

Da sudditi a cittadini: la rivoluzione francese  

Filone        Educazione alla cittadinanza


Introduzione

Mappa concettuale

Elenco attività

Documenti

Indice esercizi per la formazione a distanza


Introduzione. La discussione su ciò che intendiamo per democrazia è il punto di partenza per l'unità finale che delimita l'ultimo confine della civiltà europea, quello politico: il vissuto dei ragazzi, i loro stereotipi, i discorsi degli adulti che hanno memorizzato o solo ascoltato, le notizie dei media sul dibattito politico che va per la maggiore, sono la cornice entro cui presentare  e fissare concetti chiave dello stato democratico.

Delle regole della democrazia si presenta poi quell'insieme di avvenimenti che le ha rivendicate prima e praticate poi seppur con esiti contraddittori: la rivoluzione francese. Le assemblee, i dibattiti, gli schieramenti di destra e sinistra - termini che sono nati proprio allora - nelle diverse fasi della congiuntura rivoluzionaria fanno emergere il fatto nuovo della storia: la partecipazione alla cosa pubblica mediante l'uso del diritto di cittadinanza.

Ai ragazzi si propone di rivivere la temperie del tempo - e anche la sostanza di ogni democrazia - attraverso la produzione di discorsi: di volta in volta sarà  chiesto a loro di essere un rappresentante della nobiltà o del terzo stato durante l'assemblea degli stati generali, o un deputato della Convenzione che si deve pronunciare sul tradimento di Luigi XVI, o un soldato di Napoleone che scrive alla famiglia mentre è in corso una campagna militare. 

Sono discorsi scritti e poi letti, anche interpretati: essi sono anche un esercizio per capire che comunicare è anche convincere, dimostrare, argomentare e che un buon cittadino è colui che sa distinguere la comunicazione razionale da quella demagogica.


Mappa concettuale

 


Elenco attività

Cap. I        L'inizio dell'epoca contemporanea

Cap. II       1789

Cap. III      La rivoluzione è finita? No, la rivoluzione continua: il terrore giacobino

Cap. IV    Napoleone


Documenti

Documento 1    Parole chiave del lessico della democrazia

Uguaglianza, fraternità, libertà, costituzione, diritti, contratto, democrazia, liberale, individui, cittadino, rappresentanza, democrazia

Rivoluzione politica: Cambiamento radicale nell'organizzazione della società

Perché la rivoluzione francese è contemporanea? Si affermano stato liberale e principi della democrazia

Le idee illuministiche sulla società

Contro le tenebre del medioevo, secondo cui il re governa i sudditi in nome di dio, gli illuministi portano la luce sul funzionamento della società affermando:

Gli individui, tutti, hanno diritti inalienabili (la vita, la proprietà, la libertà di persona, di fede, di movimento).

Gli individui stipulano un contratto sociale e affidano a rappresentanti (chi li governa) il compito di difendere i diritti

I diritti sono dichiarati nella legge fondamentale dello stato, la costituzione

Se chi li rappresenta non rispetta il contratto, gli individui hanno il diritto alla rivoluzione: cambiano i rappresentanti e stipulano un nuovo contratto

Le contraddizioni della rivoluzione

Nel periodo del terrore giacobino (ma anche negli eventi successivi di segno napoleonico) emerge la contraddizione tra ideali della rivoluzione e gli strumenti impiegati per realizzarli: la trasformazione della repubblica democratica in dittatura ne è il simbolo maggiore. Lo stato, nato per difendere i diritti degli individui, nega il diritto agli individui di essere contro la rivoluzione o anche di esprimere opinioni diverse.

Destra e sinistra nelle assemblee della rivoluzione

  destra sinistra
Durante la fase liberale della rivoluzione (1789-1791) conservare i privilegi, la società per ceti, l'assolutismo monarchico realizzare una monarchia costituzionale a suffragio ristretto che riconosca i diritti degli individui, eguaglianza davanti alla legge, separazione dei poteri
Durante la fase giacobina della rivoluzione (1791-1794) conservare la monarchia costituzionale realizzare una repubblica democratica a suffragio universale, porre limiti alle disuguaglianze economiche, vincere la guerra contro le monarchie assolute d'Europa.
Durante la fase del direttorio (1794-1799) conservare la repubblica democratica a suffragio ristretto, difendere il nuovo diritto di proprietà, vincere la guerra contro le monarchie assolute d'Europa. ha esaurito il suo compito con la difesa della rivoluzione dai nemici interni ed esterni

Funzione storica di Napoleone

Napoleone conserva in patria le conquiste della rivoluzione. Nelle leggi del codice civile, da lui promulgato, scompaiono i privilegi feudali e si afferma l'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Nella monarchia centralistica che costruisce egli è sì sovrano, ma è consapevole di esercitare la sovranità secondo criteri moderni, cioè in nome del popolo (e non più in nome di dio).

Fuori dalla patria l'esercito della rivoluzione, che lui guida alla vittoria contro le monarchie assolute, sovverte tanto la geografia politica quanto la società dell'Europa: da una parte la Francia impone la sua potenza sul continente che sottomette ai suoi interessi e sconvolge l'equilibrio della politica internazionale , ma dall'altra porta, diffonde e in parte realizza anche gli ideali di libertà e uguaglianza contribuendo al risveglio dei popoli tutti.

In conclusione, in Napoleone coesistono tanto le funzioni di dominatore quanto quelle di liberatore.


Documento 2        I discorsi del III stato

«La nobiltà gode di tutto, possiede tutto e tende a liberarsi da ogni vincolo. Però, se la nobiltà comanda l'esercito, è il terzo stato che lo compone; se la nobiltà versa una goccia di sangue, il terzo stato ne spande a ruscelli; se la nobiltà vuota le casse reali il terzo stato le riempie. Il terzo stato infatti paga ogni cosa e non gode di niente. [...]

[...]siamo noi che formiamo gli eserciti, noi che paghiamo per il nutrimento e il mantenimento dei nostri figli che per amore e per forza servono il re e la patria; siamo noi che paghiamo i cannoni, i mortai, le bombe, i fucili e ogni altra fornitura militare, senza avere speranza alcuna di vedere i nostri figli raggiungere gli alti gradi dell'esercito, perché considerati non adatti al comando [...]. Ci sembra dunque assolutamente giusto riformare tutti questi abusi. [...]dichiariamo di avere l'onore di esporre a Sua Maestà che le popolazioni della città e delle campagne sono trattate come degli schiavi sia dai nobili che dall'alto clero. Essi costringono, essi obbligano il terzo stato ad andare a macinare, a cuocere presso i loro mulini e forni comuni» 

«Sire, tutte le volte che abbiamo avuto un cenno da parte Vostra è stato per chiederci del denaro. Ci è stato fatto sperare che questo sarebbe finito, ma invece ogni anno la situazione è divenuta più grave per noi. Noi non vogliamo attribuirne a Voi la colpa, poiché noi Vi amiamo, ma ai Vostri funzionari. Noi crediamo che essi Vi ingannino e, nel nostro dolore, noi diciamo nel nostro animo: se il nostro buon Re lo sapesse! Noi siamo gravati da tasse di tutti i generi; Vi abbiamo dato, finora, una parte del nostro pane, che ora ci verrà a mancare se le cose continueranno così. Ma ciò che ci addolora soprattutto è che coloro che hanno di più pa­gano di meno. Noi paghiamo le imposte e gli ecclesiastici e i nobili, che hanno la maggior par­te dei beni, ne sono del tutto esenti».

(dai Cahiers des doléances , 1789)


Discorsi alunni

Il rappresentante del terzo stato alla assemblea degli Stati Generali 

Deputati degli stati generali, come avrete potuto intuire, la situazione della società francese è disastrosa. Il 98% della popolazione lavora e paga le tasse, e i suoi soldi vengono spesi per mantenere guerre che non danno frutti e nobili indebitati e corrotti. Un vescovo viene pagato più di quanto un artigiano abbia mai visto in vita sua per mangiare del pane rubato ai contadini, e al posto di pagare delle tasse ne incassa!

Ciò non è ammissibile. Coloro che chiamiamo nobili: dove sta scritto che essi meritano questo sostantivo? L’ha detto dio? Datemi un pezzo di carta con su scritto “Tizio è nobile” firmato Dio.

Almeno i nobili dovrebbero lavorare come ogni onesto suddito e pagare le tasse. Sempre il 98% della popolazione non ha diritto di parola e decisione riguardo al territorio dove vive. Non c’è bisogno di commenti per le menti intelligenti, ma neanche pretendo che i nobili comprendano queste poche parola.

È inutile ribadire la funzione indispensabile del voto a testa: ogni individuo ha il diritto di esprimere il suo pensiero che non sempre combacia con quello della classe a cui appartiene. Qualcuno mi correggerebbe se dicessi che a tutti i nobili piace il cioccolato e allo stesso modo qualche nobile può essere d’accordo nell’abolire i privilegi feudali, e anch’egli ha diritto di esprimersi.

Il rappresentante della nobiltà alla assemblea degli Stati Generali

Deputati degli stati generali, in Francia ci sono molti problemi che un tempo non si presentavano. Si parlò mai di bancarotta quando ogni eletto da Dio governava sulla terra che Dio gli aveva concesso? No! È ora che la gente comune vuole immischiarsi negli affari dell’alta società che si presentano i problemi, risolvibili invece solo con un ritorno al passato.

Il terzo stato si lamenta del fatto che noi nobili non lavoriamo? Certo, hanno ragione, ma è colpa loro. Se ci ascoltassero e ci obbedissero come è giusto che sia, perché è dio a volerlo, nessuno ora sarebbe qui. E noi non abbiamo privilegi, ma siamo vittime della vostra ignoranza. Il Signore ci ricompensa per un lavoro che ci viene impedito di svolgere per poi essere accusati di non far niente! La società è da rivoltare radicalmente, occorre tornare al feudalesimo e sopprimere le teste calde. Inoltre è necessario il voto per stato, perché se si vuole una Francia unita bisogna prima trovare l’unità nelle classi. 

Il giacobino alla Convenzione

Cittadini, la Rivoluzione è in pericolo. Le monarchie assolute d’Europa minacciano l’equilibrio che stiamo raggiungendo e anche il nostro re ci ha tradito, tentando di scappare e unirsi al nemico. È questo un comportamento degno di un Re?

Io ritengo che vada processato per alto tradimento, e non si potrà fare a meno che la testa sua e quella di sua moglie cadano. Un soldato verrebbe fucilato sul campo se disertasse, e l’uguaglianza fra gli uomini è uno dei nostri fondamenti. Per questo la Francia deve diventare una repubblica. Che venga privato del mio parrucchino se troverete un sovrano non corrotto (per tanto non imparentato con i monarca d’Europa) che ci garantisca i nostri diritti. Solo noi stessi siamo in grado di farlo, votando personalmente il nostro rappresentante, che sarà un uomo uguale a noi e libero come noi. Cittadini, gridiamolo al mondo: Noi Vogliamo la Repubblica! E allora venite tutti a difendere la repubblica, prendete le armi e affrontate per sconfiggerlo l’invasore straniero al quale non abbiam fatto alcun torto se non dichiararci liberi, uguali e tutti fratelli. E che piombi la lama della morte su coloro che tradiscono la rivoluzione per sporchi denari o perché incapaci di aprire la loro mente: il mondo è cambiato e bisogna accettarlo. Attenzione poi a non confondere le guerre con la rivoluzione: sono due cose ben diverse e non un tuttuno. La rivoluzione è una cosa che per ora riguarda noi e solo noi, la guerra è una conseguenza portata dall’ingiustificata paura di stolti monarchi. Quindi non diamo la colpa alla rivoluzione se i soldati stranieri sono ora alle nostre porte, perché essa porterà soltanto bene, mentre l’unica conseguenza della terra sarà la caduta di altre teste. Cittadini, ho concluso e spero di aver insediato nel vostro cuore i principi della repubblica.


Documento 3    Immagini della rivoluzione francese

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Documento 4        Schema di relazione su Napoleone. Inserisci per esteso le informazioni nello schema di relazione sottostante:

  1. Esportazione in Europa degli ideali e delle pratiche della rivoluzione francese

  2. Fine dell'equilibrio tra le potenze: l'Europa continentale è sotto l'egemonia francese

  3. Sotto il governo del Direttorio continuano le guerre tra la Francia della rivoluzione e le monarchie assolute

  4. Fra i generali emerge Napoleone a causa dei suoi successi militari nella campagna d’Italia

  5. Gli eserciti ed i comandanti degli eserciti acquistano prestigio e potere

  6. Napoleone conserva in Francia i mutamenti operati dalla rivoluzione: l'eguaglianza davanti alla legge e l'abolizione del feudalesimo nelle campagne

  7. Napoleone continua le guerre in Europa mescolando politica di potenza con gli ideali della rivoluzione

  8. Napoleone forte del prestigio acquistato sui campo di battaglia s'impadronisce del potere politico e trasforma la repubblica in un impero


Indice esercizi per la formazione a distanza

esercizio 1

esercizio 2

esercizio 3


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