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PREMESSA

Accanto alla medicina ufficialmente riconosciuta, basata sulle evidenze di tipo sperimentale, esistono da sempre forme di medicine alternative o non convenzionali, fondate alcune su conoscenze e credenze popolari, altre su concezioni filosofiche e religiose. In alcuni casi si tratta di farmaci o terapie analoghe a quelle convenzionali, proposte attraverso canali commerciali alternativi, al fine di aumentarne l'attrattiva nei confronti dei clienti-pazienti o di eludere il consiglio dei medici.

Mai come in questi tempi, nonostante i progressi evidenti della medicina ufficiale, le medicine alternative hanno avuto ampia diffusione. Sono sotto gli occhi di tutti le erboristerie ormai localizzate ovunque, i supermercati, i negozi di articoli sportivi e le palestre che offrono integratori di ogni tipo e i siti internet ove si vendono prodotti salutistici di ogni genere, o si forniscono indicazioni per prevenire e curare moltissime malattie.

 

Definizione: medicine non convenzionali, alternative e/o medicine complementari

E' difficile fornire una definizione univoca e completa delle medicine non convenzionali o alternative, vista la l'eterogeneità che le caratterizza. Spesso vengono definite per esclusione, intendendo come medicine non convenzionali (o alternative) quelle non riconosciute a livello legislativo o nelle università, o meglio che non sono state sottoposte fino ad ora, agli studi che ne affermerebbero la validità scientifica. Si può facilmente intuire come tale situazione porti di fatto a grandi differenze nel tempo e nello spazio. Nel tempo, perchè non si può escludere che ciò che non è ancora stato sottoposto a studi scientifici fino ad ora, non lo sarà in futuro; nello spazio, perchè spesso la legislzione delle singole nazioni  contribuisce a definire ciò che è convenzionale e ciò che non lo è. Sebbene molte di queste non siano state sottoposte a sperimentazioni analoghe a quelle effettuate per le terapie convenzionali, esistono alcune medicine non convenzionali che presentano un sufficiente livello di evidenza scientifica e che pertanto sono utilizzate insieme con quelle ufficiali: di qui la definizione di medicine complementari. Emerge pertanto una difficoltà nel definire un confine netto tra la medicina ufficiale e quella alternativa. Alcune volte l'attribuzione di un prodotto ad una forma di medicina o ad un'altra è condizionato più da logiche economiche e commerciali, che non da evidenze sperimentali.

In conformità a quanto espresso dal Comitato Nazionale di Bioetica (CNB) in un parere del 14/12/2001, il termine non convenzionali, prescelto dal parlamento Europeo nella sua Risoluzione del 1997 (A4-0075/97), sarebbe per gli studiosi del CNB poco corretto, perchè attribuirebbe alla medicina ufficiale il valore di medicina convenzionale, cioè definita per convenzione e non in seguito ad una sperimentazione scientifica (esattamente il contrario di ciò che dovrebbe essere!)
Lo stesso termine "medicine" viene talvolta contestato, perché si teme con questo di dare legittimazione a pratiche diverse da ciò che ufficialmente si definisce medicina.

 

Per circoscrivere l'argomento cercherò di fornire una panoramica prima abbastanza generale di tali forme mediche, per poi soffermarmi su alcuni tipi sui quali effetturò un'analisi più approfondita. In particolare prenderò in esame quelle la cui azione dipende essenzialmente da interazioni chimiche e farmacologiche con l'organismo umano.

Per le medicine alternative sono state proposte moltissime classificazioni.

Nell'appendice ho riportato sinteticamente i principali gruppi di tali medicine, utilizzando lo schema proposto dal Comitato Nazionale di Bioetica, che distingue le medicine alternative da quelle empiriche. Le prime, alternative propriamente dette, sono quelle alle quali è più difficile applicare i metodi di studio della medicina tradizionale perché generalmente basate su una filosofia di vita, e vengono raggruppate in base alla regione geografica in cui sono nate (ce ne sono soprattutto di asiatiche di europee), mentre le seconde, "empiriche", sono quelle che possono essere testate con il metodo scientifico (fitoterapia e medicina manuale). Venvono pertanto definite alternative le seguenti medicine: la pranoterapia, la medicina ayur-vedica, la medicina antroposofica, l’omotossicologia, l’omeopatia, la medicina tradizionale cinese e quella tibetana, la cromoterapia, i fiori di Bach, il Rei-ki, l’iridologia, ecc , mentre denominate empiriche altre pratiche terapeutiche, come l’agopuntura reflessologica, la fitoterapia o la medicina manuale che, più simili a pratiche accettate dalla medicina convenzionale.

v. panoramica sulle medicine alternative ed empiriche

Problematiche etiche e antropologiche

La diffusione delle medicine non convenzionali fa emergere alcune problematiche etiche.

Da una parte esiste tutta una serie di pericoli per coloro che le utilizzano:

  • la mancanza spesso di studi attendibili sui prodotti, sulle terapie, sugli effetti collaterali e sulle possibili interazioni con altri farmaci o alimenti
  • la difficoltà nello stabilire dosaggi ottimali in principi attivi spesso non titolati
  • l'autoprescrizione senza il ricorso al consiglio del medico o su consiglio di personale non adeguatamente preparato
  • il rischio di "perdere tempo" non curando adeguatamente malattie gravi che la medicina tradizionale potrebbe sconfiggere solo agendo precocemente, oppure di nascondere i sintomi di gravi malatttie
  • il rischio che i pazienti più vulnerabili siano vittime di raggiri economici e di manipolazioni
  • il rischio che sotto forma di prodotti naturali non pericolosi si commercializzino invede prodotti altamente tossici o addirittura droghe d'abuso
  • nel caso in cui fosse il Servizio Sanitario Nazionale ad erogare tali cure, iò rischio di disperdere risorse che potrebbero essere meglio impiegate in cure sicuramente efficaci

D'altra parte un'approccio eccessivamente negativo nei confronti di tali terapie potrebbe farci perdere un'immensa possibilità per l'umanità. Molte medicine alternative infatti sono frutto di un'esperienza millenaria e sono effettivamente efficaci, anche se gli studi effettuati su di esse non soddisfano le norme attuali sulle sperimentazioni. Spesso infatti lo studio clinico completo non è mai stato fatto semplicemente perchè nessuno lo ha finanziato, perchè la cura è nata in un paese troppo povero o perchè riguarda malattie poco diffuse, che non  consentirebbero un guadagno sufficiente per l'industria farmaceutica.

Inoltre molti terapeuti di dette medicine dedicano molta attenzione ai malati, dedicando loro quel tempo che molti medici ortodossi non hanno

Infine esiste un problema legato al rapporto medico-paziente. Molti pazienti infatti nascondono ai medici curanti il fatto di far ricorso a medicine alternative. Questo comportamento provoca problemi a causa delle possibili interazioni tra le terapie convenzionali e quelle non convenzionali. Tutti coloro che si occupano del problema consigliano caldamente ai pazienti di informare i propri medici della questione. Purtuttavia, se anche tale considerazione pare giusta, sorgono alcune perplessità:

  • fino a che punto i medici tradizionali conoscono le medicine alternative e le loro interazioni con diete e farmaci, quando queste non sono presenti in molte università?
  • è pensabile che un paziente che non si fida completamente della medicina tradizionale ammetta, davanti ad un medico di cui non si fida, di far ricorso ad altre terapie?

 

Perchè il ricorso a tali medicine?

Per analizzare il problema delle medicine alternative è necessario analizzare , oltre alle medicine in sè, le problematiche antropologiche sottese:

  • chi si rivolge alle medicine alternative?
  • per quali motivi?

Le ricerche ci dicono che spesso chi si rivolge alla medicina naturale è spinto da:

  • curiosità
  • mancanza di fiducia nella medicina tradizionale
  • malattie gravi non curabili con le terapie tradizionali
  • convinzioni filosofiche o religiose
  • ricerca di prodotti naturali
  • ricerca di benessere
  • ricerca di migliori performance fisiche e psichiche.

Di fronte a motivazioni così diverse si intuisce facilmente che il problema è vasto e complesso; è infatti eticamente diverso l'atteggiamento di chi è spinto da motivazioni profonde rispetto a quello di chi semplicemente vuole divertirsi o migliorare il proprio grado di benessere.

 

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