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Megara: le arti figurative

(i seguenti reperti, rinvenuti a Megara,   sono esposti al Museo Archeologico Paolo Orsi di Siracusa)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Statua funeraria di Kouros di marmo greco, datata intorno al 560/550 a.C. eretta in onore del medico Sombrotidas, figlio di Mandroklés, come dice l’iscrizione eseguita sulla coscia destra della figura.

Rappresenta una figura maschile acefala mancante della parte inferiore delle gambe e del braccio destro. Rigidamente eretta, la figura poggia sulla gamba destra, mentre la sinistra è leggermente portata in avanti; le braccia sono distese lungo i fianchi; i capelli, stretti nella parte terminale da un nastro che li avvolge, formano una massa compatta e arrotondata che poggia sulle spalle.

Fu rinvenuto casualmente nel 1940 nell’area della necropoli sud.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Statua di dea madre (Kourotrophos) in calcare della metà del VI secolo a.C. che costituisce un’opera di grande forza espressiva rappresentante una figura femminile seduta che allatta due bambini e che rende appieno il concetto della maternità.

La figura, vestita di chitone, è interamente avvolta in un pesante mantello poggiato sulle spalle, che lascia scoperti petto e grembo della donna. Nel largo campo ovoidale che ne risulta si intrecciano, disposti in uno schema incrociato, i due poppanti avvolti nelle fasce.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Maschera teatrale in terracotta proveniente dall’agorà.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Frammento di deinos di fabbrica locale a decorazione policroma proveniente dall’agorà, rappresenta figure maschili che tirano una fune.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Matrice in terracotta e calco raffigurante testa di negro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Arula fittile con rilievo raffigurante i compagni di Ulisse che escono dall’antro del Ciclope sotto gli arieti.

Seconda metà del VI secolo a.C.