L’oro degli Iblei: la raccolta

Testi e foto di Sebastiano Ramondetta

 

 

 

 

 

 

La coltivazione dell’ulivo avviene ancora con metodi tradizionali, ma non disdegna l’apporto della tecnologia, quando questa non pregiudica la qualità del prodotto.

Vicino alle moderne piantagioni, ancora prevalgono gli alberi secolari, vecchi anche di 400 anni.

Per bacchiare le olive, ci si serve di una lunga pertica (rumazzu) per raggiungere i rami più alti, per i rami bassi la raccolta avviene a mano, con l’aiuto di piccoli rastrelli, speciali pettini o di vibratori ad aria compressa.

Sotto l’albero si dispone un telone o una rete a maglie strette, per facilitare la raccolta.

Dopo una prima cernita per togliere rami e foglie, le olive vengono poste in tradizionali cesti detti “curbieddi”, intrecciati con verghe di ulivo e canne. Oggi questi vengono sempre più sostituiti con più comode gabbiette di plastica.

Quindi di trasportano le olive all’oleificio (trappitu).