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L'interno
è stato gravemente danneggiato dall'incendio del 17 gennaio
1946 e non
1944 come erroneamente scritto. Sono andati distrutti numerosi affreschi
di Scuola
Emiliana, così pure il mobilio, l'arredamento e i solai. Si
sono salvate e successivamente restaurate da Giuseppe Pedrocco, le
decorazioni del vano scala e delle due stanze anteriori del piano
nobile.Detti affreschi sono dai più attribuiti alla mano del
quadraturista Girolamo Mengozzi Colonna.Dalla lettura, però,
del secondo volume di "Vita de' Pittori e Scultori Ferraresi"
di Girolamo Baruffaldi si viene a conoscenza dei pittori, di scuola
ferrarese, che nella seconda metà dei '600 hanno affrescato
nella villa "Nani" di Canda. In tale testo si legge, appunto,che
intorno al 1650 Gabriello Rossi, "buon frescante bolognese, nella
quadratura specialmente molto elegante", lavorò nel "Palagio
della Canda". Il Rossi, secondo una nota riportata a piè
di pagina, "era valente nelle finte architetture, prospettive,
fregi, edaltre delizie dell'arte".
Successivamente, verso la fine del '600, venne chiamato ad affrescare
"pure alla
Canda in casa Nanni" Francesco Ferrari, discepolo del Rossi,
che era nato nel Castello della Fratta nel Polesine di Rovigo il 25
gennaio 1634.
I Più tardi anche il figlio del Ferrari, Antonio Felice, "che
fu quello che continuò,mantenne ed amplificò ancora
il buon gusto del padre di tal maniera che seco prendevalo I dove
a grandi opere fossesi accinto", abile nel ridurre" il finto
ad una grande emulazione col vero", venne chiamato dai Nani ad
adornare il proprio "palagio". Le
conoscenze attuali non permettono di affermare alcunché di
certo circa i diversi interventi attuati sulla struttura originaria
della villa, nè la loro precisa collocazione temporale.
I dati forniti dal Baruffaldi consentono, se non altro, di rendere
meno povere di certezze le decorazioni dei saloni del piano terra,
piano nobile e del vano scala
Cèrtamente di epoca più tarda, forse del Mengozzi Colonna
(discepolo di Antonio Felice Ferrari e poi collaboratore del Tiepolo),
i dipinti delle due sale anteriori, aggiunte nel
'700.
L'osservabile diversità di stili pittorici e decorativi testimoniano
il succedersi dei vari
artisti in questa villa.
Per quanto riguarda le caratteristiche architettoniche di questo complesso
si rimanda ai testi "Ville del Polesine" di A. Canova e
C. Semenzato e "Ville Venete" del Mazzotti.
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