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Le diverse fortificazioni di Padova, anche per accentuare la propria potenzialità difensiva, hanno spesso dovuto "fare i conti" con i corsi d'acqua che da sempre caratterizzano e attraversano il territorio padovano. L'acqua, più di ogni altra cosa, ha plasmato il suolo patavino, favorito i primi insediamenti, fatto crescere la città sia economicamente che sotto il profilo urbanistico, modellato nei secoli la forma e i percorsi delle vie, la localizzazione degli agglomerati abitativi e le sedi stesse delle attività produttive e commerciali. Per queste ragioni si è ritenuto opportuno integrare le pagine dedicate alle varie fasi della costruzione delle mura di Padova, con una specifica sezione orientata a fissare una breve cronologia dell'evoluzione dei corsi d'acqua nel tessuto ambientale e abitativo padovano.
III Secolo a.C. - Secondo le fonti più autorevoli, in questa fase storica, il fiume Brenta attraversa Padova e lungo il suo "corso urbano" (nella zona tra Ponte Altinate e Ponte San Lorenzo) si sviluppa e si organizza un importante scalo portuale a ridosso dei primi insediamenti paleo-veneti della città. Padova pre-romana - La Padova pre-romana è caratterizzata da uno sviluppo urbano sempre strettamente legato e condizionato dalla presenza del fiume: il nucleo insediativo più antico si evolve nel cuore dell'attuale centro storico nei pressi del Canton del Gallo. Le prime abitazioni sono per lo più in materiale deperibile (legno e paglia) tenuto insieme con argilla e presentano caratteristiche del tutto simili a quelle dei cosiddetti "casoni" ancora presenti nella campagna veneta. Padova romana - Durante il periodo romano, la città si sviluppa in maniera decisamente marcata attorno ai suoi corsi d'acqua, inglobando definitivamente il fiume nel suo centro. Si dà dunque inizio alla prima fase della costruzione di ponti che consentiranno di unire le diverse parti del nucleo urbano. Sono infatti del I° secolo a.C. la progettazione e la realizzazione del ponte di San Lorenzo e del Ponte Altinate: si tratta in entrambi i casi di strutture a tre arcate molto ampie (con quella centrale più larga) costruite utilizzando la grigia trachite dei Colli Euganei (grazie a questo materiale si è potuto datare queste opere intorno al 40 a.C.). Alto Medioevo - In questo periodo Padova vive una profonda fase di declino caratterizzata non solo da sconvolgimenti politico-militari (distruzione di Padova nel 601-602 d.C. ad opera dei Longobardi di Agilulfo) ma anche da imponenti turbamenti climatici: un vero e proprio "disalveamento" allontana infatti il fiume Brenta da Padova, portando nel suo letto le acque meno abbondanti del Bacchiglione che, provenendo da sud-ovest, finisce per formare una ridotta "isola città" circondata e difesa nella sua sussistenza dal corso d'acqua stesso. X-XI Secolo - In questa fase, numerosi terrapieni e fortificazioni compaiono a rinforzo e presidio dell'ansa fluviale cittadina, in particolare vanno menzionate la Torlonga (1062) e le Torricelle (1076); da segnalare inoltre in questo periodo anche la costruzione di mulini (tra cui spiccano quelli di Ponte Molino tra il 970 e il 1017), ponti (come quello di Pontecorvo datato 964) e porti fluviali (Fistomba del 1079). Padova fino all'avvento della Serenissima - Nell'arco di una flessibile e complessa politica delle acque che durerà alcuni secoli, la rete idrografica padovana subisce in questo frangente un imponente riassetto che si concretizza da un lato nell'eliminazione di ingombranti e malsane conche e paludi e dall'altro in un migliore utilizzo dell'acqua per usi domestici, al fine di favorire lo sviluppo di orti, abbeveratoi, botteghe artigiane. Nel pieno dell'età comunale carrarese, Padova ed il suo territorio circostante sono caratterizzate da un impressionante programma di lavori di sistemazione fluviale e da grandi opere di canalizzazione: il canale di Battaglia (1189-1201), il canale del Piovego (1209) e la Brentella (1314) sono il risultato più tangibile di questa fase. (..."gira" pagina…!!!)
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