MOTO DELL’ACQUA NELLE CONDOTTE FORZATE

 

Fino ad ora abbiamo considerato i liquidi come perfetti ed abbiamo volutamente trascurato le forze d’attrito. Nella realtà i liquidi non sono perfettamente fluidi e le molecole oppongono una certa resistenza al loro movimento reciproco ed allo scorrimento sulla superficie dei corpi (attrito interno ed esterno).

Potendo controllare il movimento di un liquido all’interno di una tubazione ci renderemo conto che l’eguaglianza espressa dal principio di Bernulli non sussisterà più, e quindi la somma delle energie non si manterrà costante, ma andrà via via decrescendo (Vedi fig. 21). Vi sarà cioè una perdita di energia, dovuta appunto all’attrito, alla quale si dà il nome di perdita di carico.

 

Fig. 1

La diventerà quindi

dove y1 e y2 rappresentano le perdite di carico.

    Tali perdite di carico "y" possono essere rappresentate, nelle condotte a pelo libero, come

fra h1 ed h2 esiste una pendenza, detta "pendenza motrice che sarà pari al rapporto fra il dislivello y e la lunghezza della condotta, quindi:

L = lunghezza della condotta;

sappiamo anche che:

dove:

l = coeff. adimensionale di attrito;

D = diametro della condotta ;

Energia cinetica.