DIVISIONE DELLA LINEA.
Operazione I.
Venendo alla dichiarazione particolare delle operazioni di questo nuovo Compasso
Geometrico e Militare, primamente faremo principio da quella faccia di esso nella quale
sono notate quattro coppie di linee con loro divisioni e numeri; e tra esse parleremo
prima delle più interiori, denominate Linee Aritmetiche per esser le loro divisioni fatte
in proporzione aritmetica, cioè con eguali eccessi, che procedono sino al numero 250,
dalle quali trarremo diversi usi. E primamente:
Col mezo di queste linee potremo dividere una linea retta propostaci in quante parti
eguali ne piacerà, operando in alcuno delli infrascritti modi.
Quando la proposta linea sia di mediocre grandezza, sì che non ecceda l'apertura dello
Strumento, piglieremo con un compasso ordinario l'intera quantità di quella, e questo
spazio applicheremo traversalmente, aprendo lo Strumento, a qualunque numero di esse Linee
Aritmetiche, pur che sia tale, che sopra le medesime linee ve ne sia un minore, e da
quello contenuto tante volte quante sono le parti in che si ha da dividere la linea
proposta; ed aggiustato in tal guisa lo Strumento, e preso lo spazio traversale tra i
punti di questo minor numero, questo senz'alcun dubbio dividerà la proposta linea nelle
parti ordinateci. Come, per essempio:
Dovendo noi dividere la linea data in cinque parti eguali, pigliamo due numeri de'
quali il maggiore sia quintuplo dell'altro, come sariano 100 e 20, ed aperto lo Strumento
aggiustiamolo in maniera, che la distanza già presa col compasso si adatti traversalmente
alli punti segnati 100.100, e non movendo più lo Strumento, prendasi la distanza pur
traversale tra li punti delle medesime linee segnati 20.20; perché indubitatamente questa
sarà la quinta parte della linea proposta. E con simile ordine troveremo ogn'altra
divisione: avvertendo di prendere numeri grandi, pur che non si passi 250, perché, così
facendo, l'operazione riuscirà più facile ed esatta.
L'istesso potremo conseguire operando in un altro modo; e l'ordine sarà tale. Volendo dividere,
per essempio, la sottoposta linea AB, v. g., in 11 parti, prenderò un numero
multiplice dell'altro undici volte, come saria 110 e 10, e presa col compasso tutta la
linea AB, l'accomoderò traversalmente, aprendo lo Strumento, alli punti 110;
dipoi, non si potendo sopra le medesime linee prendere la distanza tra li punti 10, li
quali vengono occupati dalla grandezza della nocella, in vece di questa si piglierà
l'intervallo tra li punti 100.100, stringendo un poco il compasso; del quale fermata poi
un'asta nel punto B, noterò con l'altra il segno C, onde la rimanente linea
AC sarà la undecima parte di tutta l'AB; e similmente, fermata l'asta del
compasso in A, segnerò verso l'altra estremità il punto E, lasciando la EB
eguale alla CA. Dipoi, stringendo ancora un poco il compasso, prenderò
l'intervallo traversale tra li punti 90.90 e questo trasporterò da B in D,
e da l'A in F, ed averò due linee CD, FE, undecime parti
ancor'esse della intera. E col medesimo ordine trasferendo di qua e di là le distanze
prese tra li punti 80.80, 70.70, etc., troveremo le altre divisioni; come nella sottoposta
linea distintamente si vede.
Ma quando ci fusse proposta una piccolissima linea da dividersi in molte parti, come sarebbe,
per essempio, la seguente linea AB, per dividerla, v. g., in 13 parti, potremo
secondo quest'altra regola procedere.
Prolunghisi occultamente essa linea AB sino in C; e misurate in essa
altre linee, quante ci piaceranno, eguali alla AB, e siano nel presente essempio
altre sei, sì che AC sia settupla di essa AB, è manifesto che di quelle
parti, delle quali la AB contiene tredici, tutta la AC ne conterrà 91;
onde, presa con un compasso tutta la AC, l'applicheremo traversalmente, aprendo lo
Strumento alli punti 91.91, e, stringendo poi il compasso a un punto meno, cioè a li
punti 90.90, trasporteremo questa distanza dal punto C verso A; perché,
notando il termine verso A, si lascerà la novantunesima parte di tutta la CA,
che è la tredicesima della BA, fuori, pur verso il termine A. E così, se
ci piacerà, verremo stringendo di punto in punto il compasso all'89, 88, 87, etc., e
trasporteremo questi intervalli dal termine C verso A, e si verranno di
grado in grado ritrovando e notando le altre particelle della linea proposta AB.
Ma se finalmente la linea da dividersi fusse lunghissima, sì che eccedesse di molto la
maggiore apertura dello Strumento, potremo in ogni modo prendere di essa la parte
assegnataci, la quale sia, per essempio, la settima. Ora per trovarla, avendoci prima
immaginati due numeri, l'uno settuplo dell'altro, quali sieno, v. g., 140 e 20,
costituiscasi lo Strumento in qual si voglia apertura, e da esso presa con un compasso la
distanza traversale tra li punti 140.140, veggasi quante volte questa è compresa nella
gran linea proposta; e quante volte vi è contenuta, tante volte l'intervallo traversale
tra li punti 20.20 si replichi sopra la gran linea, e si averà la sua settima parte,
quando però l'intervallo, che si prese tra li punti 140, avesse misurato precisamente la
data linea. Ma se non l'avesse misurata a punto, bisogneria prendere dell'avanzo la
settima parte, secondo il modo di sopra dichiarato, e questa aggiugnere a quell'intervallo
che fu sopra la gran linea più volte replicato; e si averà la settima parte a capello,
secondo che si desiderava.
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COME DI UNA LINEA
PROPOSTA POSSIAMO PRENDERE
QUALUNQUE PARTI CI VERRANNO ORDINATE.
Operazione II.
La presente operazione è tanto più utile e necessaria, quanto che senza l'aiuto
del nostro Strumento saria difficilissimo trovar tali divisioni; le quali però con lo
Strumento in uno instante si conseguiranno. Quando dunque ci bisognasse d'una linea
proposta prendere qualunque parti ci venissero ordinate, come, per essempio, delle 197
parti doviamo prendere le 113, piglisi senz'altro con un compasso la lunghezza della data
linea, ed aperto lo Strumento sin che tale lunghezza si accomodi traversalmente alli punti
segnati 197, e più non lo movendo, prendasi con l'istesso compasso la distanza tra li
punti 113.113; ché tanta senz'alcun dubio sarà la porzione della linea proposta, che
alli centotredici centonovantasettesimi si agguaglia.
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COME LE MEDESIME
LINEE CI PRESTANO DUE, ANZI INFINITE, SCALE
PER TRASPORTAR UNA PIANTA IN UN'ALTRA MAGGIORE O MINORE,
SECONDO IL NOSTRO ARBITRIO.
Operazione III.
È manifesto che qualunque volta ci bisognasse cavare da un dissegno un altro
maggiore o minore secondo qual si voglia proporzione, fa di mestiero che ci serviamo di
due scale esattamente divise, l'una delle quali ci serva per misurare il disegno già
fatto, e l'altra per notare le linee del disegno da farsi, tutte proporzionate alle loro
corrispondenti del disegno proposto; e tali due scale avremo sempre dalle linee delle
quali ora parliamo: ed una d'esse sarà la linea già sopra lo Strumento dirittamente
divisa e ch'ha il suo principio nel centro dello Strumento; e questa, ch'è una scala
stabile, ci servirà per misurare i lati della proposta pianta: l'altra, che sarà per
disegnare la nuova pianta, deve esser mobile, cioè deve potersi crescere e diminuire ad
arbitrio nostro, secondo che la nuova pianta dovrà esser o maggiore o minore; e tale
scala mutabile sarà quella che dalle medesime linee avremo traversalmente, stringendo o
allargando il nostro Strumento. Ma per più chiara intelligenza del modo d'applicare
all'uso tali linee, ne metteremo un essempio.
Siaci dunque proposta la pianta ABCDE, alla quale se ne deve disegnare
un'altra simile, ma sopra la linea FG, la quale sia omologa, cioè risponda alla
linea AB. Qui è manifesto che bisogna servirsi di due scale l'una per misurar le
linee della pianta ABCDE, e l'altra con la quale si misurino le linee della pianta
da farsi, e questa deve esser dell'altra maggiore o minore secondo la proporzione della
linea FG alla AB. Piglia dunque con un compasso la linea AB, la quale
applica rettamente sopra la scala dello Strumento, ponendo un'asta del compasso nel centro
dello Strumento, e l'altra sopra il punto dove cascherà, che sia, per essempio, al 60;
dipoi prendi pur col compasso la linea FG, e posta una delle sue aste nel punto 60,
apri lo Strumento sin tanto che l'altr'asta caschi giusto traversalmente sopra l'altro
corrispondente punto 60: né più si muterà tale costituzione dello Strumento, ma tutti
gli altri lati della pianta proposta si misureranno sopra la scala retta, ed
immediatamente si prenderanno le distanze corrispondenti ad essi traversalmente, per li
lati della nuova pianta. Come, verbi gratia, vogliamo ritrovare la lunghezza della
linea GH rispondente alla BC: prendi col compasso la distanza BC, e
questa applica dal centro dello Stromento rettamente sopra la scala; e fermata l'altr'asta
nel punto dove casca, quale sia, per essempio, 66, volta l'altr'asta all'altro punto 66,
traversalmente rispondente, secondo la cui misura taglierai la linea GH, che
risponderà alla BC in quell'istessa proporzione che la linea FG alla AB.
Ed avvertiscasi, che quando si volesse trasportare una pianta piccola in un'altra assai
maggiore, bisognerà servirsi delle due scale con ordine opposto, cioè usare la scala
retta per la pianta da farsi, e la traversale per misurar le linee della pianta proposta.
Come, per essempio, aviamo la pianta ABCDEF, la quale vogliamo
trasportare in un'altra assai maggiore, cioè sopra la linea GH che sia rispondente
alla linea AB. Per aggiustar le scale prendasi la linea GH, e veggasi quanti
punti contiene nella scala retta, e veduto contenerne, v. g., 60, prendasi la sua
rispondente AB, ed adattisi traversalmente alli punti 60.60, né più si muova lo
Strumento: per trovar poi la linea HI, rispondente alla BC, piglia col
compasso essa BC, e va investigando a quali punti si accomodi sopra la scala
traversale; e trovato accomodarsi, per essempio, alli punti 46, piglia immediatamente
l'intervallo de i punti 46 sopra la scala retta; e troverai la lunghezza della linea HI
rispondente alla BC. E notisi, tanto per questa quanto per la precedente
operazione, che non basta aver trovato la lunghezza HI, se non si trova ancora a
qual punto si deve drizzare, acciò che costituisca l'angolo H eguale all'angolo B.
Però, trovata che si averà essa linea HI, fermata un'asta del compasso nel punto H,
si noterà con l'altra occultamente una porzione di arco, secondo che mostra la linea
puntata OIN; di poi si piglierà l'intervallo tra 'l punto A e 'l punto C,
e si cercherà quanti punti sia sopra la scala traversale; e trovato essere, v. g., 89, si
prenderà rettamente la distanza 89 col compasso; del quale fermata un'asta in G,
si noterà con l'altra l'intersecazione dell'arco RIQ con l'arco primo OIN,
fatta nel punto I, al quale si deve drizzar la linea HI: e sarà senza dubio
l'angolo H eguale all'angolo B, e la linea HI proporzionale alla BC.
E con tale ordine si troveranno li altri punti K, L, M, rispondenti
all'angoli D, E, F.
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REGOLA DEL TRE
RISOLUTA COL MEZO DEL COMPASSO
E DELLE MEDESIME LINEE ARITMETICHE.
Operazione IV.
Servonci le presenti linee non tanto per la resoluzione di diversi problemi
lineari, quanto per alcune regole di aritmetica: tra le quali porremo questa, che risponde
a quella nella quale Euclide c'insegna. Proposti tre numeri, trovare il quarto
proporzionale; perché altro non è la regola aurea, che del tre domandano i
prattici, che trovare il quarto numero proporzionale alli tre proposti. Dimostrando
adunque il tutto con l'essempio, per più chiara intelligenza, diciamo:
Se 80 ci dà 120, che ci darà 100? Hai dunque tre numeri posti con quest'ordine 80 120
100: e per trovare il quarto numero che cerchiamo, prendi sopra lo Strumento rettamente il
secondo numero de i proposti, cioè 120, ed applicalo trasversalmente al primo, cioè
all'80; dipoi prendi trasversalmente il terzo numero, cioè 100, e misuralo rettamente
sopra la scala; e quello che troverai, cioè 150, sarà il quarto numero cercato. E nota
che l'istesso avverria se, in vece di prendere il secondo numero, pigliassi il terzo, e
poi, in vece del terzo, pigliassi il secondo; cioè che l'istesso ci darà il secondo
numero preso rettamente ed applicato al primo trasversalmente, pigliando dipoi il terzo
trasversalmente e misurandolo rettamente, che ci daria il terzo rettamente preso e
trasversalmente al primo applicato, pigliando poi il secondo trasversalmente e rettamente
misurandolo: ché nell'uno e nell'altro modo troveremo 150. E ciò è bene aver avvertito,
perché, secondo le diverse occasioni, questo di quello o quello di questo modo di operare
ci tornerà più accomodato.
Possono, circa l'operazione di questa regola del tre, occorrere alcuni casi, li quali
potriano partorir qualche difficoltà se non si avvertissero, dimostrando appresso come in
essi si deva procedere. E prima, potria alcuna volta occorrere che, delli 3 numeri
proposti, né il secondo né il terzo, preso rettamente, si potesse applicare
trasversalmente al primo: come se si dicesse: 25 mi dà 60; che darà 75? dove tanto il 60
quanto il 75 passa il doppio del primo, cioè di 25, sì che né l'uno né l'altro di essi
si può, rettamente preso, applicare trasversalmente ad esso 25. Onde, per conseguire
l'intento nostro, piglieremo o il secondo o il terzo rettamente, e l'applicheremo al
doppio del primo trasversalmente, cioè a 50 (e quando non bastasse al doppio,
l'applicheremo al triplo, al quadruplo, etc.); dipoi, pigliando l'altro trasversalmente,
affermeremo che quello che ci mostrerà misurato rettamente sarà la metà (o vero la
terza o quarta parte) di quello che cerchiamo. E così, nel proposto essempio, 60 preso
rettamente, applicato al doppio di 25, cioè a 50, trasversalmente, e subito preso il 75,
pur trasversalmente, e questo misurato rettamente, troveremo che ci darà 90; il cui
doppio, ciò è 180, è il quarto numero che si cercava.
Potria in oltre occorrere che il secondo o il terzo de i numeri proposti non si potesse
applicare al primo, per esser esso primo troppo grande, sì che eccedesse il numero
segnato sopra le linee, cioè 250: come se dicessimo: 280 mi dà 130; che mi darà 195? In
tal caso, preso rettamente il 130, si butterà trasversalmente alla metà di 280, che è
140; dipoi si prenderà trasversalmente la metà del terzo numero, cioè di 195, che è 97
e mezo, e questo spazio, misurato rettamente, ci darà 90 e mezo: che è quello che si
cercava.
Un'altra cautela sarà bene che ponghiamo, per servircene quando il secondo o terzo
delli numeri proposti fusse molto grande, essendo li altri due mediocri: come quando si
dicesse: Se 60 mi dà 390, che mi darà 45? Preso dunque 45 rettamente, si applicherà
trasversalmente al 60; e non si potendo pigliare il 390 intero, lo piglieremo in pezzi,
secondo che più ci piacerà: come, v. g., piglierò 90 trasversalmente, il quale,
misurato rettamente, mi darà 67 e mezo, il che noterò da parte; piglierò poi
trasversalmente 100, che, misurato rettamente, mi darà 75; e perché nel 390 vi è una
volta 90 e tre volte 100, prenderò tre volte il 75 trovato, e di più 67 e mezo, che fu
trovato in virtù del 90; e tutta questa somma fa 292 e mezo, per il quarto numero che si
cerca.
Ultimamente non resteremo di dire come si possa operare la medesima regola in numeri
picciolissimi, ben che nello Strumento non si siano potuti notare i punti dal 15 in giù,
mediante la nocella che unisce e collega le aste dello Strumento. Ma in questa occasione
ci serviremo delle decine de i punti come se fussero unità: sì che dicendo, per
essempio: Se 10 dà 7, che darà 13? non potendo pigliar 7 per buttarlo a 10, piglieremo
70, cioè 7 decine, e lo butteremo a 10 decine, cioè a 100; e subito pigliando 13 decine,
torneremo a misurar questa distanza rettamente, e la troveremo contenere punti 91, che
sono 9 ed un decimo, facendo, come si è detto, che ogni decina vaglia uno. E da tutti
questi avvertimenti, quando si averanno bene in prattica, si potrà facilmente investigare
la soluzione di tutte le difficoltà, che ci potessero in ogni caso occorrere.
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REGOLA DEL TRE
INVERSA, RISOLUTA COL MEZO DELLE MEDESIME LINEE.
Operazione V.
Con non dissimile operazione si risolveranno i quesiti della regola del tre
inversa: eccone un essempio. Quella vittovaglia che basteria per mantenere 60 giorni 100
soldati, a quanti basteria giorni 75? Questi numeri, disposti alla regola, stariano in
quest'ordine 60 100 75. E l'operazione dello Strumento richiede che pigli rettamente il
primo numero, cioè 60, e l'applichi trasversalmente al numero terzo, cioè 75; e non
movendo lo Strumento, piglia trasversalmente il 100, che è il secondo, e misuralo
rettamente, e troverai 80: qual'è il numero cercato. Dove si deve parimente avvertire,
che 'l medesimo ritroveremo applicando il secondo rettamente al terzo trasversalmente, e
poi misurando rettamente il primo trasversalmente preso. Devesi oltre a ciò notare, che
tutti gli avvertimenti posti sopra circa la regola del tre si devono ancora in questa per
l'appunto osservare.
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REGOLA PER
TRASMUTAR LE MONETE.
Operazione VI.
Col mezo di queste medesime Linee Aritmetiche possiamo trasmutar ogni spezie di
moneta l'una nell'altra con maniera molto facile e spedita: il che si conseguirà con
l'aggiustar prima lo Strumento, pigliando rettamente il prezzo della moneta che vogliamo
trasmutare, ed accomodandolo trasversalmente al prezzo di quella in cui si ha da fare la
trasmutazione; come, acciò più distintamente il tutto s'intenda, dichiareremo con un
essempio. Vogliamo, v. g., trasmutare scudi d'oro in ducati veneziani: e perché il prezzo
o valuta dello scudo d'oro è lire 8, e la valuta del ducato lire 6, soldi 4, è
necessario (poi che il ducato non è misurato precisamente dalle lire, entrandovi soldi 4)
risolvere l'una e l'altra moneta, e valutarla con li soldi, considerando come il prezzo
dello scudo è soldi 160, e quello del ducato 124. Per aggiustar dunque lo Strumento alla
trasmutazione di scudi d'oro in ducati, piglia rettamente la valuta dello scudo, cioè
160, ed applicala, aprendo lo Strumento, trasversalmente al valore del ducato, cioè a
124, né più moverai lo Strumento: dipoi qualunque somma di scudi proposta trasmuterai in
ducati, pigliando la detta somma trasversalmente e misurandola rettamente. Come, per
essempio, vogliamo sapere quanti ducati faccino 186 scudi: piglia 186 per traverso e
misuralo rettamente, e troverai 240; e tanti ducati faranno li detti scudi.
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REGOLA DE
GL'INTERESSI SOPRA INTERESSI,
CHE ALTRIMENTI SI DICE DE I MERITI A CAPO D'ANNO.
Operazione VII.
Assai speditamente potremo risolvere le questioni di questa regola con l'aiuto
delle medesime Linee Aritmetiche, e ciò con due diverse maniere di operare, come con due
seguenti essempi faremo chiaro e manifesto. Cercasi quanto siano per guadagnare 140 scudi
in 5 anni a ragione di 6 per 100 l'anno, lasciando gl'interessi sopra il capitale e sopra
li altri interessi, acciò che continuamente guadagnino. Per trovar dunque quanto
cerchiamo, piglia rettamente il primo capitale, cioè 140, e questo butta trasversalmente
al 100; e senza mover lo Strumento, piglia subito, pur trasversalmente, la distanza tra li
punti 106, che è il 100 con l'interesse, e torna di nuovo ad aprir lo Strumento, e questo
intervallo, ch'ultimamente pigliasti col compasso, ributtalo al 100; ed aprendo un poco
più il compasso, piglia trasversalmente la distanza tra li punti 106, e di nuovo aperto
un poco più lo Strumento, butta questa distanza pur ora trovata al 100; ed aprendo il
compasso, piglia il 106; ed in somma va replicando questa medesima operazione tante volte,
quanto è il numero de gli anni del merito; ed essendo, nel presente essempio, il merito
per anni cinque, devi reiterar l'operazione cinque volte. Ed in ultimo, misurando
rettamente l'intervallo ch'averai preso, troverai comprender punti 187 e un terzo: e tanti
scudi saranno doventati li 140 posti da principio, col guadagno de i sei per cento, nello
spazio di anni cinque. E nota, che se ti tornasse più comodo di servirti, in cambio del
100 e 106, del 200 e 212, come spesse volte occorrerà, il medesimo sarà ritrovato.
L'altro modo di operare non richiede altra mutazione nello Strumento che un solo primo
accomodamento; e procedesi così. Servendoci del medesimo quesito posto sopra, per
aggiustar lo Strumento piglia 100 col suo primo interesse, cioè 106, rettamente; ed
aperto lo Strumento, applicalo trasversalmente al 100, né mai più moverai lo Strumento.
Piglia poi trasversalmente la somma de i denari proposta, che fu 140, e misurala
rettamente; e vederai già il guadagno del primo anno esser 148 e due quinti, comprendendo
però anche il capitale. Per trovar il secondo anno, piglia trasversalmente questo 148 e
due quinti, e senz'altro misuralo rettamente; e troverai 157 e un terzo per il secondo
anno. Piglia poi questo medesimo numero 157 e un terzo trasversalmente, e torna a
misurarlo rettamente; e troverai 166 e tre quarti per il capitale e guadagno del terzo
anno. Torna a pigliar questo 166 e tre quarti trasversalmente, e misuralo rettamente; ed
averai per il quarto anno 176 e tre quarti. Finalmente piglia questo trasversalmente, e
torna a misurarlo rettamente; ed averai per il quinto anno, tra capitale e guadagno, 186 e
un terzo. E così, volendo per più anni, andrai replicando l'operazione. E nota, che
quando il primo capitale proposto fusse somma tale che eccedesse il numero de i punti 250,
segnati sopra le Linee Aritmetiche, devi operare a pezzi, pigliando la metà, il terzo, il
quarto, il quinto, o altra parte della somma proposta; ché in fine, pigliando due, tre,
quattro, o cinque, o più volte, quello che trovi, verrai in cognizione di quello che
desideri.
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DELLE LINEE GEOMETRICHE, CHE SEGUONO
APPRESSO, E LORO USI ;
E PRIMA, COME COL MEZO DI ESSE POSSIAMO CRESCERE O DIMINUIRE
IN QUALUNQUE DATA PROPORZIONE TUTTE LE FIGURE SUPERFICIALI.
Operazione VIII.
Le linee che seguono appresso le Aritmetiche, di sopra dichiarate, sono dette Linee
Geometriche, per esser divise secondo la geometrica proporzione procedente sino al 50;
dalle quali trarremo diverse utilità: e prima ci serviranno per trovar il lato di una
figura superficiale che ad un'altra proposta abbia una data proporzione; come saria, per
essempio, sendoci proposto il triangolo ABC, vogliamo trovar il lato di un altro,
che ad esso abbia proporzione sesquialtera. Piglinsi due numeri nella data proporzione, e
siano, per essempio, 12 ed 8; e presa con un compasso la linea BC, adattisi,
aprendo lo Strumento, alli punti delle Linee Geometriche 8.8, e senza punto muover
l'apertura, prendasi l'intervallo tra li punti 12.12; perché, se faremo una linea di tal
grandezza lato di un triangolo, rispondente alla linea BC, sarà la sua superficie
indubitatamente sesquialtera del triangolo ABC. E questo medesimo intendasi di
ogn'altra sorte di figura; e delli cerchi ancora faremo questo medesimo, servendoci delli
loro diametri o semidiametri come de i lati delle figure rettilinee. E notisi, per le
persone più vulgari, che la presente operazione è quella che c'insegna crescere o
diminuire tutte le piante superficiali; come, v. g., avendo una pianta, la quale contiene,
per essempio, 10 campi di terreno, ne vorremmo disegnare una che ne contenesse 34. Piglia
qualunque linea della pianta di 10 campi, ed applicala trasversalmente alli punti 10 delle
presenti Linee Geometriche, e senza più muover lo Strumento, prendi l'intervallo
trasversale tra li punti 34 delle medesime linee, e sopra una tal lunghezza descrivi la
tua pianta simile alla prima, secondo la regola che di sopra nella terza operazione fu
insegnato; ed averai la pianta cercata, capace precisamente di 34 campi.
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