Commissioni d'inchiesta ufficiali sugli UFO: Europa
L'atteggiamento delle autorità europee: negazioni, commissioni e declassificazioni
di Antonio Manera
La reazione ufficiale dei Paesi europei al fenomeno UFO è stato quanto mai eterogeneo: tiepidamente aperto in quelle aree non direttamente dipendenti dal blocco NATO; ufficialmente scettico nelle zone di influenza americane; graniticamente muto nei Paesi della Cortina di Ferro ma apparentemente più aperto dopo la caduta dei regimi comunisti.
Commissioni nel URSS
Nell'URSS l'insabbiamento del fenomeno UFO è stato quasi totale. L'informazione era alquanto modesta ed i gruppi ufologici pubblici e degni di rilievo, salvo rare eccezioni, erano illegali; i giornali non pubblicavano quasi mai notizie di avvistamenti, a meno che essi non venissero spiegati e banalizzati; non esistevano riviste ufologiche e gli unici bollettini in circolazione erano dei ciclostilati fuorilegge, realizzati da articolisti anonimi. Per questo, sui dati ufficiali delle autorità sovietiche non vi è molto da dire, salvo che queste hanno sempre mantenuto una posizione di Stato molto scettica. I dischi volanti, per utilizzare un'espressione del ministro degli esteri Molotov, sono sempre stati considerati "un'invenzione del decadente capitalismo americano, per spaventare e dominare la gente". L'era Gorbachov e, ancor di più, la caduta del regime negli anni a seguire, ha permesso ai ricercatori di uscire allo scoperto. Nell'estate del 1989, le mutate condizioni politiche ed economiche della ex Unione Sovietica hanno portato alla liberalizzazione dell'informazione ufologica e, quattro anni dopo, la prestigiosa rivista dei fisici "Usmieki" ha persino positivamente recensito un convegno sugli UFO. Ciò ha portato ad una situazione di grande anarchia: da una parte le autorità hanno smesso di mantenere la scettica impostazione di regime, senza peraltro prendere posizione; dall'altra l'improvvisa libertà ha portato alla diffusione incontrollata, sulla stampa, di notizie fasulle, distorte, non verificabili.
Nel febbraio del 1993, parte degli archivi dei servizi segreti sovietici sono stati aperti e venduti al miglior offerente, CIA compresa. Il materiale riguardante gli UFO, poi, è stato ceduto direttamente dal generale Nikolaj Sham del KGB (il servizio segreto sovietico) agli ufologi che ne avevano fatto richiesta. Sebbene gli ufologi russi si dicano certi che i casi più importanti siano stati scientemente occultati ancora una volta, il materiale rilasciato dimostra inequivocabilmente il coinvolgimento del governo nella questione e la politica di congiura del silenzio attuata nel corso degli anni. Infatti si è scoperto dell'interesse del regime a scoprire che cosa ci fosse dietro tali avvistamenti sin dal 1947 con il premier Stalin, che aveva incaricato una prima commissione di studio formata da scienziati. Ma la prima commissione ufficiale costituita, su decreto governativo, fu la Commissione Cosmonautica di studio UFO, istituita nel 1967. Tale gruppo si era formato grazie alle pressioni di due scienziati con il pallino dell'ufologia, Alexandr Kasantsev e Felix Zigel, che erano riusciti ad ottenere la collaborazione di diversi militari e di molti astronomi dei Paesi Satelliti. Zigel, trovandosi a Praga al raduno dell'Unione Astronomica Internazionale, aveva dichiarato alla stampa di essere al corrente dell'esistenza di duecento rapporti UFO altamente credibili, sulla base dei quali occorreva fare chiarezza. L'interesse dei media per questa autorevole dichiarazione costrinse il Cremlino ad autorizzare la nascita del gruppo di lavoro auspicato da Zigel. Tuttavia il clamore suscitato dalla neonata commissione finì con l'infastidire il regime, che decise di provocarne lo scioglimento. Fu così che il Cremlino ordinò al più prestigioso dei militari che componeva la commissione, il generale Stolyerov di cessare le ricerche. Nonostante i risultati ottenuti da Zigel e Kazantsev il governo liquidava definitivamente il gruppo, servendosi dell'autorevole opinione del professor Kostantinov, vicepresidente dell'Accademia delle Scienze, che dichiarava alla stampa: "L'Accademia ha studiato il problema da vicino, prendendo in esame quanto scritto dai giornali e commentato dalla televisione sovietica sugli UFO e ha concluso che la propaganda fatta in URSS a proposito dei pretesi dischi volanti non ha nulla del carattere proprio della scienza: queste invenzioni non hanno alcuna base di serietà, gli oggetti osservati hanno un'origine ben conosciuta". Da allora, una politica di "razionalizzazione" e discredito ha sempre contraddistinto le autorità sovietiche, sebbene, occasionalmente, si levassero voci isolate di dissenso, spesso prontamente zittite, come nel caso di Vasilij Kuprevicij, presidente dell'Accademia delle Scienze della Bielorussia, il quale nel 1968 aveva firmato su una rivista rumena un articolo in cui si lamentava per l'intensificata attività UFO sopra la sua regione.
Nel marzo del 1979 gli UFO sono stati liquidati da un opinionista di Stato, l'accademico Vladimir Migulin dell'Istituto di Magnetismo e Radioattività terrestre di Mosca, come "fenomeni fisici misinterpretati, aurore boreali, rifrazioni, aeroplani, satelliti artificiali, palloni sonda ed altri oggetti di produzione umana in condizioni insolite". "Credo che l'idea degli UFO tanto in voga - ribadiva Migulin - non abbia alcuna seria ragione d'essere. Le osservazioni dei fenomeni anomali a distanza ravvicinata, che si sarebbero avute nell'URSS e all'estero, non sono abbastanza documentate e possono servire piuttosto da spunto ai racconti di fantascienza. Non vale la pena di prendere sul serio l'idea della presenza di astronavi extraterrestri in orbita intorno alla Terra". Questa posizione è rappresentativa dell'atteggiamento ufficialmente scettico del Cremlino. Sei mesi dopo l'ennesima smentita, si svolgeva un accalorato dibattito sull'esistenza della vita aliena alla conferenza annuale di Mosca, in onore di Konstantin Ziolkovsky, il fondatore della teoria del volo spaziale. Da una parte, il matematico Boris Panovkin ribadiva che la scienza non aveva in mano nessuna prova tangibile dell'esistenza di altre forme di vita intelligente nell'Universo, oltre alla Terra; dall'altra il filosofo Ieugeny Faddev contestava tale posizione, in quanto non in linea con il materialismo dialettico. Poiché questa posizione, "politica", poteva di riflesso coinvolgere il fenomeno UFO, dieci giorni dopo il Cremlino scendeva in campo con i ricercatori dell'Istituto di Oceanologia dell'Accademia delle Scienze di Mosca, spiegando gli avvistamenti come "accumulazioni vaporizzate d'acqua o di polvere". L'incrementata attività UFO veniva così spiegata con l'aumento dell'inquinamento.
Collaborazioni con gli USA?
Sappiamo che tra gli Stati Uniti e altri Paesi (in particolare quelli facente parte della NATO) intercorrono scambi di informazioni sulle segnalazioni UFO. Diversi ricercatori sono convinti che questo scambio di informazioni sia avvenuto anche con i sovietici. Le due superpotenze resesi conto che gli avvistamenti non erano originati da propri velivoli o armi segrete, persino negli anni più bui della "guerra fredda", avrebbero lavorato assieme scambiandosi notizie sugli UFO. Un primo incontro segreto fra esponenti dei servizi segreti delle due superpotenze si sarebbe tenuto a Ginevra nel 1955; un successivo meeting di scambio dati avrebbe coinvolto due importanti uomini politici, l'americano Rogers ed il sovietico Gromyko, impegnatisi ad avvisarsi tempestivamente in caso di sbarco UFO. Nell'Accordo del 30 settembre 1971 sulle "Misure per la Riduzione del Pericolo dello Scatenamento della Guerra Nucleare tra l'URSS e gli USA" si legge all'articolo n. 3, testualmente: "Le parti (USA e URSS) s'impegnano a informarsi immediatamente l'un l'altra non appena rilevino oggetti volanti non identificati mediante i sistemi di preavviso di attacco missilistico, oppure si manifestino disturbi a questi sistemi o a corrispondenti mezzi di comunicazione, se siffatti fenomeni possono determinare il pericolo dello scatenamento della guerra nucleare tra i due Paesi". Quest'idea dell'accordo è stata ribadita, nella ex Unione Sovietica, anche dallo scrittore dissidente Vladimir Arsionov che nel 1970 accusava il KGB di "sapere molte cose sugli UFO". "Se i servizi segreti avessero parlato - continuava Arsionov - nel mondo intero si sarebbe scatenato il panico e, per questo motivo, esisteva un accordo, al di sopra delle ideologie, fra americani e russi per mantenere il segreto". Se tale affermazione corrispondesse a verità, si potrebbe dunque capire perché la negazione costante del fenomeno abbia caratterizzato l'atteggiamento delle autorità per quasi un cinquantennio, sino alla fine della "guerra fredda".
Germania e altri Paesi "satelliti" dell'URSS
Particolare è la posizione ufficiale sugli UFO della Germania, un tempo divisa in due blocchi sottoposti a diverse quanto potenti sfere di influenza. In Germania Est, su disposizioni di Mosca, parlare del fenomeno UFO era proibito ed i rari casi che venivano alla luce erano investigati ed insabbiati direttamente dalla STASI, la temibile polizia segreta sovietica. Con il crollo del blocco comunista, ben poco si è saputo dalla ex Germania Est, a riprova della consistenza della politica del silenzio moscovita. Lo stesso è avvenuto anche in Paesi come la Romania, Bulgaria e Cecoslovacchia. Nella ex Germania Ovest, sotto influenza degli USA, del fenomeno UFO si occupava, e si occupa tuttora, la polizia criminale o kriminalpolizei.
Inghilterra: l'interesse della "Camera dei Lords"
Secondo una notizia diffusa agli inizi degli anni Novanta il fenomeno UFO ha interessato le autorità inglesi già dal 1943. In quell'anno il governo organizzò una commissione d'inchiesta, guidata dal luogotenente Massey, incaricata di fare luce sulle misteriose palle luminose che inseguivano i piloti durante la seconda guerra mondiale. La commissione, giunta alla conclusione che gli insoliti ordigni non rappresentavano un pericolo, venne chiusa nel 1944 ma, a guerra terminata, del fenomeno si sarebbe interessato, con uno speciale team investigativo segreto, nientemeno che il Primo Ministro Winston Churchill, allarmato dall'ondata UFO americana del 1952. Il primo approccio pubblico al fenomeno UFO da parte delle autorità del Regno Unito è datato, però, 1950, anno in cui l'Aeronautica britannica, la Royal Air Force, conduceva una ricerca durata cinque anni, e in seguito chiusa, senza che ne venissero resi noti tutti i risultati.
Nel 1967 l'Imperial College di Londra incaricava due scienziati, David Pearson e Bernard Wignall, di catalogare con gli elaboratori circa 1500 tra i migliori avvistamenti per verificarne eventuali coincidenze. La commissione lavorò per un anno, ma anche questa iniziativa sembrò passare inosservata da parte delle autorità.
Dopo il fallimento nel 1978 dell'iniziativa di l'Grenada all'ONU, la Gran Bretagna ebbe il merito di tenere viva la questione cercando di nuovo di coinvolgere la Nazioni Unite, ma invano. La discussione continuò però alla "Camera dei Lords"; in questa sede, il 18 gennaio dello stesso anno, il Conte di Clancarty, ovvero l'ufologo Brinsley Le Poer Trench, fervido sostenitore delle teorie sviluppate dall'archeologia spaziale, propugnò la necessità di procedere ad uno studio attento e sistematico delle manifestazioni ufologiche. Precisamente, la mozione presentata da Le Poer Trench intendeva "richiamare l'attenzione sul crescente numero di avvistamenti e atterraggi di oggetti volanti non identificati su scala mondiale" al fine di "stimolarne una discussione". Un tema insolito per la "Camera dei Lords", che fu accolto con interesse dal Conte di Kimberley, portavoce del Partito Liberale, da Lord Rankeillour, da Lord Gainford, che dichiarò di aver visto un UFO, e da due famosi scienziati: Lord Kings-Norton, ex presidente del Royal Institute, e Lord Halsbury. Naturalmente, non mancò la diffidenza di alcuni, come il vescovo di Norwich, preoccupato del fatto che "la credulità" e "la superstizione", derivanti dal fenomeno UFO, potessero diventare "un surrogato di spiritualità".
Brinsley Le Poer Trench nel suo discorso sostenne la necessità di una corretta informazione sul fenomeno: "È ora che il Governo di Sua Maestà informi la gente su quanto è a conoscenza sugli UFO. Supponiamo che i loro occupanti decidano di atterrare in massa nel nostro Paese domani. Vi sarebbe certamente panico perché la gente non è stata preparata". Questo l'invito rivolto dal Conte di Clancarty al Governo britannico ed a coloro che nella "Camera dei Lords" potevano non essere a conoscenza del fenomeno. A tale invito seguì una rapida descrizione degli UFO, riguardo alle caratteristiche della loro forma e alle interferenze che provocavano sull'ambiente circostante, così come sui vari tipi di testimoni, protagonisti di incontri ravvicinati: da semplici civili a personale militare. Tra gli altri, Le Poer Trench menzionò i nomi di otto astronomi che avevano visto gli UFO, fra cui Clyde Tombaugh, lo scopritore del pianeta Plutone, e le testimonianze di alcuni piloti in servizio presso le basi dello Strategic Air Command, i quali riferirono di aver seguito per diversi giorni le evoluzioni di alcuni UFO sui depositi di armi nucleari. Lord Clancarty concluse il discorso suggerendo al Parlamento di Sua Maestà di seguire permanentemente la questione sostenendo che il solo modo per farlo fosse "formare un comitato di studio presso la 'Camera dei Lords'". A seguito di tali dichiarazioni, dagli Archivi del Pentagono vennero rilasciate circa 900 pagine di documenti ufficiali riguardanti informazioni su avvistamenti UFO, confermate da un'organizzazione ufologica civile americana, la Ground Saucer Watch (GSW) di Phoenix. Le proposte di Le Poher Trench furono accolte favorevolmente dal Ministro della Difesa francese Robert Galley, il quale, intervistato per la rete radiofonica France-Inter, affermò che "gli UFO esistono" ma che ne ignorava la provenienza. Galley sottolineò che il Ministero della Difesa francese disponeva di un ufficio per la raccolta delle segnalazioni ufologiche, che venivano poi inoltrate al Centro Nazionale Studi Spaziali di Tolosa e sottoposte all'attenzione del CNES (gruppo investigativo dell'amministrazione statale). In seguito fu costituita la House of Lords UFO Study Group (Gruppo di Studio della Camera dei Lords sugli UFO), una commissione parlamentare permanente per lo studio del fenomeno, sotto la direzione dello stesso Lord Clancarty. Da allora, tale gruppo di studio si è più volte riunito per affrontare l'argomento e ascoltare nel contempo una serie di relazioni specificatamente richieste ad alcuni dei più autorevoli studiosi del problema di tutto il mondo.
L'iniziativa di Lord Clancarty suscitò l'interesse dell'opinione pubblica inglese, ma questa sarebbe rimasta solo un successo temporaneo. Infatti, nonostante queste importanti prese di posizione, il Ministero della Difesa britannico sulla questione ha sempre mantenuto, come molti altri, un atteggiamento apparentemente distaccato. La prima concessione si è avuta nel 1980, quando, tramite stampa, si è autorizzata la pubblicazione di un rapporto militare riferito all'atterraggio di un UFO presso la base militare di Bentwaters, tre anni prima. Alla fine del 1991 lo stesso Ministero ha divulgato i dati circa gli avvistamenti 1980-88, 2650 in tutto, dichiarando però di non essere a conoscenza di prove tangibili, quali fotografie o avvistamenti radar. È stato inoltre dichiarato che tutta la casistica antecedente il 1962 è andata distrutta e che per i casi rimanenti occorreva attendere un trentennio prima che ne venisse autorizzata la declassificazione. Quest'atteggiamento di totale chiusura è stato denunciato anche da Nick Pope, uno studioso incaricato di studiare gli UFO all'interno del Ministero della Difesa e che ha più volte denunciato l'ostruzionismo militare e governativo. Gettatosi a capofitto nelle ricerche, intervistando testimoni, confrontando la casistica degli ufologi, standardizzando le procedure di segnalazioni UFO, Pope è arrivato alla conclusione che il fenomeno è reale e che, almeno una parte di esso, potrebbe rappresentare una minaccia per il territorio britannico. In aperto contrasto con queste conclusioni, il Ministero della Difesa ha ribadito, nell'aprile del 1997, che "non esistono prove a sostegno dell'esistenza del fenomeno".
Francia: le indagini del SEPRA
Una prima commissione francese ufficiale di studio sugli UFO fu creata nell'ottobre 1954, a seguito di un copiosa ondata di avvistamenti che aveva interessato quell'anno tutto il Paese. SEMOC, questo il nome della commissione, dipendeva dall'ufficio scientifico dello Stato Maggiore dell'Armata Aerea. Le inchieste erano condotte da ufficiali della polizia aerea, con la collaborazione della gendarmeria, agli ordini del colonnello Richard Martin. Dopo pochi mesi la commissione fu chiusa con la spiegazione di non aver trovato sufficiente materiale di studio. Quest'ambigua presa di posizione suscitò proteste tali, nei diversi ambienti militari, che, il 12 gennaio 1955, il Ministero dell'Aria si vide costretto a prendere una posizione ufficiale: gli UFO erano soltanto misinterpretazioni di fenomeni conosciuti. Il deputato Jean Nocher, diretto interlocutore proprio del Ministero dell'Aria, contestò le conclusioni ufficiali, prontamente imitato dai deputati De Leotard e Dejeau. Tali proteste non ebbero, però, nessuna conseguenza.
Nel 1977 il Centro Nazionale Studi Spaziali di Tolosa all'interno del CNES costituì una struttura denominata GEPAN (Groupement d'Etudes des Phénomènes Aerospatiaux Non Identifiés = Gruppo di studi dei fenomeni aerospaziali non identificati), con lo scopo di studiare tutto quello di cui non si poteva dare una spiegazione scientifica. Sotto la direzione di Claude Poher, un ingegnere aerospaziale convinto assertore della realtà oggettiva degli UFO, in effetti, dalle poche pubblicazioni di questo gruppo di studi, si scopre che esso si interessò prevalentemente del fenomeno UFO od OVNI (come vengono chiamati dai francesi). In particolare si occupò di analisi di reperti caduti al suolo, analisi sui testimoni di avvistamenti, in pratica, di indagini simili a quelle fatte dai centri privati che si occupano del problema. Poher lasciò la guida del gruppo nel 1978 a Alain Esterle, ma problemi politici interni al GEPAN e un'eccessiva pubblicità fatta a questo gruppo di studi spinse il CNES ad abolire l'ente ed a far nascere, nel 1980, il SEPRA (acronimo per Servizio di Esperti sui Fenomeni di Rientro Atmosferico), nella cui sigla non sono nominati espressamente i fenomeni aerei a carattere ufologico. Il compito "ufficiale" di questa nuova struttura è quello di vigilare su eventuali cadute di rottami spaziali di origine terrestre. Si tratta di un compito importante visto che in orbita attorno al nostro pianeta si calcola ci siano oltre 100.000 detriti di varie dimensioni e su varie orbite, di cui i più pericolosi sono quelli tra i 150 ed i 2000 chilometri d'altezza. L'estremo interesse ed utilità di questa attività, per i problemi legati alla sicurezza, non esclude naturalmente che tra gli oggetti tenuti sotto osservazione dal SEPRA ci possa essere anche qualche UFO. Non a caso tra i fenomeni studiati ci sono anche fulmini globulari, palloni sonda, aberrazioni ottiche generate dalla luce della luna, stelle e pianeti, luci laser da discoteca, ovvero tutti quei fenomeni ottici che si manifestano con caratteristiche tali da essere scambiati per UFO.
Il caso "ufologico" più interessante studiato dal SEPRA è senza dubbio quello avvenuto nel gennaio del 1981 nella regione del Trans en Provence: un oggetto volante non identificato sarebbe atterrato di fronte ad alcuni testimoni e le analisi, ripetutamente condotte per conto del SEPRA da laboratori specializzati sul terreno contaminato, hanno mostrato tra le altre cose che la vegetazione colpita dalla contaminazione sembrava stata sottoposta ad irraggiamento da microonde. Le conclusioni del SEPRA sono interessanti ed inattese: "I risultati delle analisi del testimone, dell'impronta al suolo e delle analisi biochimiche non hanno permesso di giungere ad alcuna conclusione categorica sulla natura del fenomeno. Il fenomeno resta dunque non spiegato".
I dati raccolti dal SEPRA vengono inviati all'ESOC, l'Agenzia Spaziale Europea, ed al CODISC, il Centro operativo della direzione della Sicurezza Civile, che dipende dal Ministero degli Interni. Anche le forze armate di altri Paesi vengono collegate in tempo reale al sistema informativo francese. Quando si pensa, per esempio, che qualche satellite stia rientrando nell'atmosfera terrestre per anomalie nella sua orbita, la banca dati NASA cui il SEPRA ha accesso, comunica i dati necessari ed il monitoraggio dell'oggetto è attuato in tempo reale. I dati vengono prelevati dal DGA, sigla delle installazioni radar francesi, affiancato dal MONCE, struttura inglese, con base a Brest, dotata di due radar di elevata potenza. Esiste ed opera con il sistema anche il CSG (Centro Spaziale della Guiana), con il suo speciale sistema radar. Tutto il sistema operativo è controllato dal Norad (North Air Defence) e dal CCOC (Command Combat Operation Centre) installati sotto i monti Cheyenne. Vista questa imponente organizzazione e le tecnologie utilizzate, molti ufologi si dicono alquanto insospettiti dal lavoro del SEPRA. Balza subito agli occhi che la quantità di attrezzature impiegate paragonate al modesto risultato ottenuto; il fatto che il personale del SEPRA sembra lavorare per soli 30 giorni all'anno, datosi che in questo lasso di tempo segue in media un solo rientro di satellite (lavoro che impegna, appunto, in modo serio 30 giorni prima dell'impatto previsto). Ci si può dunque legittimamente chiedere che attività svolga il SEPRA negli altri undici mesi. Tenuto conto della mole di verbali stilati in questi anni (varie migliaia) in relazione a testimonianze di presunti avvistamenti UFO si può presumere che in realtà la principale attività di questa cellula del CNES sia proprio il seguire con i radar gli UFO che rientrano nell'atmosfera, allenandosi di tanto in tanto con qualche detrito spaziale terrestre. Non a caso, la massiccia mole di lavoro del SEPRA è rigorosamente coperta da segreto militare. Sui risultati di tutta l'attività svolta esiste infatti una sola pubblicazione, evidentemente non coperta da segreto militare, del 1996: troppo poco per giustificare le spese sostenute con i soldi dei contribuenti. È dunque chiaro che il CNES sa molto bene distinguere i satelliti dagli UFO e dice chiaramente che questi ultimi non devono essere confusi con altri tipi di fenomeni naturali, di cui fa una lunga lista. Se poi si aggiunge che tra il 1980 e il 1990 il SEPRA ha investigato ben 2200 casi di avvistamento ufologico avvenuti prevalentemente in territorio francese, da cui sono scaturiti altrettanti processi verbali, statistiche e nuovi approcci metodologici al problema, sembrerebbe proprio che tutto questo lavoro di indagine viene mascherato con il monitoraggio e l'analisi dei rottami spaziali di origine terrestre ricaduti sulla Terra.
Attualmente il direttore del SEPRA è l'ingegnere Jean Jacques Velasco, succeduto a Alain Esterle nel 1986.
Belgio: le ammissioni del generale de Brouwer
Tra il 1989 e la primavera inoltrata del 1990 un'ondata di avvistamenti UFO interesso varie zone del Belgio. Le autorità ricevettero più di 2000 rapporti di avvistamenti di UFO, in gran parte di forma triangolare, documentati da fotografie, filmati, studi compiuti da eminenti scienziati e dichiarazioni dei vertici militari. La prima reazione delle autorità fu il silenzio; evidentemente si sperava che il fenomeno si attenuasse, in seguito, quando le emittenti televisive cominciarono a trasmettere, nei vari notiziari, le immagini dei globi luminosi filmati da diverse persone, la strategia mutò. Il fenomeno non poteva essere più nascosto e cominciò così la cooperazione tra i militari e il gruppo civile belga sul problema degli UFO, il SOBEPS (Società Belga per lo Studio dei Fenomeni Spaziali). In effetti, vista la posizione geografica strategica che ricopre il Belgio per il suo ruolo politico militare, in quanto sede della Presidenza del Comitato Militare della NATO e della Commissione per l'Energia Atomica, era sicuramente allarmante una presenza ignota che in continuazione violava lo spazio aereo senza identificarsi.
In una conferenza stampa, verso la fine di dicembre del 1989, il generale Wilfred De Brouwer parlando a nome dello Stato maggiore della Reale Aeronautica del Belgio, ammise che i cieli del Belgio erano stati solcati da oggetti volanti non identificati che avevano eluso le intercettazioni degli aerei. Nulla avevano potuto i modernissimi jet dell'Aeronautica di fronte a questi misteriosi oggetti triangolari. Siamo interessati a stabilire cosa succede nel nostro cielo - disse il generale - perché chiunque essi siano, non hanno alcun diritto di utilizzare lo spazio aereo del Belgio . Anche se si trattasse di eco totalmente false, dobbiamo comunque tener conto delle tracce radar ed è in questo settore che si sta orientando il nostro lavoro, con l'aiuto di operatori particolarmente esperti in grado di riconoscere tutti gli oggetti noti.
L'avvistamento più clamoroso, ripreso anche dalle telecamere, si ebbe tra la notte del 30 e il 31 marzo 1990. Due caccia da combattimento F-16 furono fatti levare in volo per intercettare un oggetto volante non identificato di forma triangolare, la cui presenza era stata confermata da varie stazioni radar. La polizia e i ricercatori del SOBEPS furono messi in allarme: l'UFO volava lentamente a un altezza di circa 1950 metri di altezza, fino a che non venne puntato dai radar degli aerei; allora l'oggetto compì una velocissima manovra che lo portò oltre i 2000 metri dove fu perduto dai radar. Dopo mesi di indagini l'Aeronautica Militare belga ammise che non vi era nessuna spiegazione logica per quell'avvenimento. Analizzando i filmati dell'evento, si accertò che l'UFO passava, improvvisamente, da una velocità di 280 Km/h a 1800 Km/h in un secondo, ciò indusse le autorità militari, seppur a denti stretti, ad affermare che l'oggetto potesse avere un'origine extraterrestre. Alcuni mesi dopo si fecero strada altre ipotesi: qualcuno sostenne che l'Aeronautica Militare americana stesse collaudando in quel periodo, un nuovo tipo di aereo l'F117A della nuova generazione "Stealth", ma le autorità statunitensi smentirono. Inoltre i caccia F-16 belgi, erano in grado di raggiungere una velocità doppia rispetto all'F117A, come sarebbe stato possibile per questi aerei superare i jet belgi? Nessun aereo conosciuto può raggiungere tali velocità, e, anche se esistesse un prototipo coperto da segreto militare, nessun pilota terrestre potrebbe sopportare quelle accelerazioni improvvise.
Italia: interrogazioni parlamentari
Il governo italiano si occupò degli UFO una prima volta nel 1950, quando il senatore socialdemocratico Piemonte rivolse un'interrogazione parlamentare al sottosegretario alla Difesa Vaccaro, per sapere cosa fossero le strane palle di fuoco che si vedevano nel cielo. La risposta di Vaccaro, l'8 luglio 1950, fu che "gli osservatori meteo dell'Aeronautica non avevano mai segnalato alcun fenomeno".
Nel 1953 mentre l'ambiente militare manifestava il proprio interesse per la questione con una serie di articoli pubblicati sulla prestigiosa "Rivista Aeronautica", Giovanni Gronchi, presidente del Consiglio Supremo della Difesa, si adoperò per la creazione di una commissione d'inchiesta sugli UFO, che doveva riferire direttamente al presidente. Questa commissione fu incaricata, tra l'altro, di vagliare il materiale che un importante diplomatico, il console Alberto Perego, aveva raccolto sull'argomento nel corso dei suoi viaggi in Italia e all'estero, suscitando le critiche ammirate anche dell'allora ministro delle Finanze Giulio Andreotti e degli esponenti politici, quali il senatore alla Difesa Angelo Cerica e Martino, ministro degli Esteri. I lavori della commissione approdarono al nulla di fatto e solo nel 1962 le alte sfere italiane ritornarono a parlare di UFO. Il capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, per rispondere ad un quesito del presidente Gronchi, commissionò un'inchiesta sul fenomeno, sulla scia degli articoli e delle inchieste giornalistiche apparse su alcune riviste italiane che avevano allarmato ed incuriosito la popolazione. Nel 1965, come documenta una lettera a firma del colonnello John Spaulding dell'Aviazione americana, la questione finì nel mirino del Servizio Informazione Operativo e Situazione (SIOS) dell'Aeronautica, coadiuvato dai carabinieri.
Nel 1977 il Ministero della Difesa rilasciava al Centro Ufologico Nazionale un dossier SIOS, contenente avvistamenti militari da non divulgare, ma da utilizzare "per soli scopi di studio". Un anno dopo altri dossier sarebbero stati inviati al CUN e a tutti quegli enti privati che ne avessero fatto richiesta. Questa fu forse una mossa azzardata, da parte dei militari, visto che molti privati non rispettarono il riserbo e cominciarono a divulgare il materiale grossolanamente, in maniera gonfiata e scandalistica. Come conseguenza il Ministero si irrigidì e smise di fornire documentazione.
Il periodo più critico per le autorità italiane fu sicuramente il 1978, quando la più grande ondata di avvistamenti di UFO interessò il Paese. Si era creato un evidente imbarazzo da parte delle autorità italiane, incapaci di comprendere e spiegare convenzionalmente gli strani fenomeni che stavano interessando tutta la penisola: ben 600 differenti segnalazioni, alcune provenienti da fonti militari. Dinanzi ad un'opinione pubblica in cerca di risposte sicure, il Ministero della Difesa non trovò di meglio che esorcizzare la paura degli UFO, facendo dire a qualche cattedratico di rilievo che il fenomeno era inconsistente e frutto di allucinazioni. Il 29 gennaio 1979 il deputato socialista Falco Accame si rivolse al Presidente del Consiglio per conoscere le intenzioni circa la necessità di creare una commissione di studi sugli UFO. La risposta del ministro della Difesa Ruffini fu che "nessun fenomeno anomalo era stato registrato in quel periodo!" Nello stesso periodo il Centro Ufologico Nazionale si dichiarò disponibile alla collaborazione con i vertici governativi. Il 15 gennaio 1979 l'ufologo e sociologo Roberto Pinotti, veniva quindi convocato al Ministero della Difesa ed informato del fatto che il Governo intendeva affidare le ricerche sugli UFO al CNR. Cosa che in realtà non è mai avvenuta.
Superata l'ondata degli anni 1978-79, il 1980 fu un anno decisamente più calmo dal punto di vista degli avvistamenti. Il problema venne per un po' dimenticato. Il 9 settembre i missini Baghino e Parlato tornarono a chiedere delucidazioni. La risposta del ministro Balzamo fu: "Lo Stato Maggiore dell'Aeronautica ha il compito di raccogliere e coordinare, con la collaborazione degli altri Stati Maggiori di Forza Armata, i dati inerenti gli avvistamenti di UFO. Presso l'Ispettorato Telecomunicazioni e Assistenza al Volo (ITAV) è operante una commissione per l'analisi tecnico-scientifica dei casi di comprovata attendibilità. Fanno parte di tale commissione organi del servizio del traffico aereo, della difesa aerea e meteo". Ancora una volta però i risultati di questi studi non furono conclusivi.
Il 10 luglio 1984 quattro deputati di diversi partiti, gli onorevoli Abete, Fiori, Scaiola e Scovacricchi, rivolgevano due interrogazioni al Governo, motivandole con il fatto che vi erano stati positivi sviluppi all'estero, citando in particolare le affermazioni di diversi astronomi statunitensi che avevano confermato l'esistenza del fenomeno con osservazioni dirette, le commissioni governative di studio sul fenomeno istituite in Cina e in Francia. Il Ministro della Difesa Spadolini rispose che esisteva già una commissione di studi UFO, ovvero il 2° reparto dello Stato Maggiore dell'Aeronautica che era delegato a ricevere tutte le segnalazioni sul problema UFO, sia dalle forze dell'ordine sia da cittadini. Tali informazioni avrebbero dovuto essere divulgate a meno che esse non avessero coinvolto la sicurezza nazionale. Il Ministro aggiunse che "il Ministero non ravvedeva la possibilità di aprire ad enti privati civili". In effetti ogni volta che degli ufologi si sono rivolti ai responsabili del 2° Reparto dello SMA per avere informazioni hanno ottenuto un netto rifiuto.
Per quanto concerne i rapporti del SIOS, oltre duecento tra il 1979 ed il 1998, occorre sottolineare che il materiale rilasciato agli ufologi non contiene informazioni di rilievo. Tali rapporti, ordinati cronologicamente in apposite schede, contengono unicamente indicazioni circa il luogo e la data dell'avvistamento, la forma e la quota dell'oggetto non identificato notato e le condizioni meteorologiche. Non compaiono mai i nomi dei testimoni, sino agli anni Novanta generalmente piloti militari; in seguito il SIOS ha esteso la raccolta dati anche a testimonianze di privati, schedate dai carabinieri. Il materiale rilasciato nel complesso è troppo scarno e telegrafico perché possa essere utilizzato per scopi di studio.
L'impegno della Repubblica di San Marino
La più antica repubblica del mondo (fondata dal monco Marino nel III secolo d. C.), entrata a far parte nel 1992 del ONU, si è conquistata una più che doverosa menzione in ambito ufologico consentendo l'annuale "Simposio internazionale sugli oggetti volanti non identificati e i fenomeni connessi", realizzato in collaborazione dal CUN italiano con il suo collegato sanmarinese CROVNI a partire dal 1993 sotto la formale egida politica del governo locale (con la Segreteria di Stato per le telecomunicazioni ed i trasporti e quella per l'università e la cultura che si sono, al riguardo, direttamente e pubblicamente esposti). La manifestazione, occasione di libero confronto internazionale per tutti i ricercatori, ha riscosso un grande successo, innescando la costituzione del "Centro Internazionale Permanente di Documentazione sugli UFO". Lo scopo del Centro, diretto dal sociologo e ufologo Roberto Pinotti, è gettare le basi di un progetto ufficiale che serva da libero punto di riferimento, di raccolta e di scambio di informazioni, a livello internazionale e per tutti gli studiosi del problema. Secondo Pinotti "un Paese come San Marino, come negli anni Settanta Grenada, per la sua posizione non certo di superpotenza, potrebbe più di altri fare da catalizzatore e avere un ruolo importante nel portare finalmente alla luce la questione UFO a livello internazionale". Non a caso il 4 aprile 1998 le Agenzie di Stampa internazionali hanno battuto il seguente comunicato stampa da San Marino: "In rappresentanza di 16 diversi Paesi, i Delegati del VI Simposio Mondiale sugli UFO apertosi ieri a San Marino sotto l'egida della Repubblica del Titano hanno redatto una 'Carta di San Marino' che richiede al Governo sammarinese di presentare alle Nazioni Unite una mozione solleciatante 'la costituzione di una Agenzia o Dipartimento delle Nazioni Unite per affrontare, coordinare e divulgare i risultati della ricerca sugli oggetti volanti non identiftcati e i fenomeni connessi' come già suggerito dalla Decisione 33/426 adottata durante 1'87° Meeting Plenario dell'assemblea Generale il 18 dicembre 1978 in conseguenza dell'azione della Delegazione di Grenada." Infatti nel 1978 l'azione di quest'ultimo Stato fu bloccata, poco prima della Assemblea Generale che avrebbe dovuto istituzionalizzare la proposta, per un colpo di Stato che coinvolse il Paese caraibico e che impedì il suo rappresentante all'ONU di continuare l'iniziativa. In effetti più che una Grande Potenza o un Paese politicamente "importante", l'azione di uno Stato-Membro di minore rilevanza territoriale e politica potrebbe avere più possibilità di sucesso. Un impegno non da poco per il Governo di San Marino, che dal 1993 continua a sostenere tale iniziativa a livello politico.
Spagna: una controversa declassificazione
Una delle nazioni che, almeno apparentemente, si è più aperta al fenomeno, negli ultimi anni, è la penisola iberica. In seguito alla pressione esercitata sull'opinione pubblica dai ricercatori Eduardo Buelta, Antonio Ribera, Vicente-Juan Ballester Olmos e Juan José Benitez, il Governo Spagnolo, ha aperto parte degli archivi dell'Aeronautica relativi ai casi ufologici. Il primo importante passo avanti fu compiuto nel 1976; in quell'anno il giornalista Juan José Benitez, del quotidiano di Bilbao "La Gaceta del Norte", ricevette una dozzina di documenti militari segreti sugli UFO (pubblicati nel libro "Documentos Oficiales del Gobierno Espanol") dal Tenente Generale Capo di Stato Maggiore Don Felipe Galarza che pretese, al momento della consegna del fascicolo, l'anonimato dei testimoni finché non fosse stata divulgata in maniera ufficiale la fonte delle informazioni. Tale documentazione era corredata da cartine, planimetrie e fotografie, per un totale di 78 cartelle. I casi riguardavano per lo più avvistamenti di piloti militari, radaristi, soldati e ufficiali in servizio da terra avvenuti tra il 1965 e il 1976, ma anche un sensazionale caso di IR3 avvenuto nel giugno del 1976 con testimoni civili: un medico civile che nei pressi di Las Rosas (Isola di Canaria) avrebbe osservato una sfera fosforescente che stazionava molto vicino al suolo, all'interno della quale vi erano due strani esseri umanoidi molto alti, con le mani appuntite, il cranio macrocefalo celato da un casco e il corpo rivestito da una di tuta rossa.
Le conclusioni alle quali giunse il ricercatore spagnolo, dopo la lettura dei documenti ufficiali rilasciati dal Governo, sono le seguenti: "Gli OVNI (così vengono chiamati gli UFO in Spagna) esistono, sono una realtà.... Nessuno, ad eccezione di quelli che hanno interesse al cover-up e al debunking, può mettere in dubbio l'esistenza del fenomeno e la buona fede dei testimoni i quali, fino a prova contraria, non avevano e non hanno tuttora interessi ad inventare storie".
Una nuova svolta sembrava esserci stata nel marzo del 1992, quando gli ufologi Vicente Juan Ballester Olmos e Joan Piana Crivillén, entrambi membri del "Centro de Estudioa Interplanetarios" di Barcellona (CEI) riuscirono ad ottenere dai vertici militari spagnoli, dopo anni di richieste, la declassificazione di una pur minima parte di casistica militare. Essa comprende una sessantina di casi, fra il primo maggio 1988 e il 6 agosto 1992. Ma non è tutto: a differenza di quanto avviene in altri Paesi, i militari spagnoli hanno promesso di togliere l'etichetta di "materiale riservato" , in un arco di tempo ragionevole, a tutta la documentazione ufologica in loro possesso. Questo atteggiamento lodevole da parte dei militari spagnoli fu indotto dal generale Alfredo Chamorro Chapinal, oggi in pensione, che durante gli ultimi anni di servizio rivesti l'incarico di Comandante del Comando Operativo Aereo (MOA), e quindi di Responsabile del Servizio Informazioni dell'Aeronautica. Poco dopo il suo pensionamento, nei primi giorni del 1994, il generale Chamorro così riassunse come nacque l'idea di declassificare il problema UFO e gli obiettivi che con essa si intendono perseguire:
"Abbiamo ricevuto l'ordine dal Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica di procedere all'analisi, allo studio e nel caso alla declassificazione dell'archivio degli avvistamenti non identificati. Quest'ultimo conteneva numerosi eventi accumulati in molti anni e stiamo procedendo all'analisi partendo dai più vecchi. In qualche caso ricaviamo nuove informazioni da persone che hanno vissuto tali episodi oppure da esperti. Li stiamo così completando e vagliando onde stabilire se ci fosse qualche elemento in grado di incidere sulla sicurezza e sulla difesa aerea della Spagna, che è la nostra principale preoccupazione. Se dall'analisi di un episodio completata dalle informazioni che abbiamo potuto raccogliere, riteniamo che esso sia il più completo possibile e che sembri non aver avuto alcuna incidenza di sorta sulla sicurezza della Spagna, allora procediamo alla proposta, al Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica (JEMA), di declassificazione e di inoltro del rapporto all'Ufficio Relazioni Pubbliche perché lo metta a disposizione di studiosi, investigatori, tecnici e scrittori che desiderino approfondire i fatti. Non escludiamo la possibilità di qualunque mezzo conoscitivo aperto alla immaginazione, all'esperienza e alla tecnica degli appassionati e degli esperti".
Queste dichiarazioni di Chamorro costituiscono le uniche pubbliche rilasciate da un alto ufficiale dell'Aeronautica Spagnola, e riassumono il pensiero dei militari iberici su tale processo di declassificazione. Peraltro, verificando più da vicino questo "evento" di prim'ordine per lo studio degli UFO, alcune delle affermazioni del generale Chamorro non risultano del tutto corrispondenti a verità. In effetti, ogni volta che un rapporto è venuto alla luce, i militari non solo hanno inoltrano tutti i relativi incartamenti all'Ufficio Relazioni Pubbliche dell'Aeronautica e alla Biblioteca del Quartier Generale di tale istituzione a Madrid, ma hanno redatto anche un piccolo resoconto (da una a tre pagine) che offre una "conclusione" del caso stesso. Il che significa, contrariamente a quanto ha assicurato il generale Chamorro nelle sue dichiarazioni, che viceversa i militari chiudono il caso in questo modo. Per tali ragioni non sono stati pochi i ricercatori del settore che hanno visto nel processo di declassificazione una manovra militare per screditare la realtà del fenomeno UFO in linea con delle direttive, probabilmente statunitensi, che coinvolgono a tutt'oggi i paesi europei e in particolare quelli membri della NATO.
Nel febbraio 1994 una lettera di protesta sottoscritta da oltre cinquanta persone, fra cui numerosi ufologi spagnoli, è stata fatta pervenire al Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, generale Ignacio Manuel Quintana Arévalo. I firmatari denunciavano il fatto che le conclusioni della trentina di casi declassificati fino a quel momento dall'Aeronautica "richiederebbero un minimo di imparziatà". Inoltre si precisava che "in alcuni di questi resoconti - al di là delle varie mutilazioni dei documenti che per nulla incidono sulla sicurezza nazionale - le testimonianze e la stessa preparazione tecnica e professionale dei testimoni (controllori radar, piloti civili e militari ecc.) appaiono seriamente svalutate".
Non tutti i ricercatori sono, però, così pessimisti nel valutare negativamente l'atteggiamento delle autorità spagnole. Alcuni ritengono che le ragioni che fecero sì che la Giunta dei Capi di Stato Maggiore (JUJEM) decidesse di togliere l'etichetta di "materiale riservato" alle documentazioni sugli UFO non fu dovuto tanto alle pressanti richieste di Ballester e Piana ma ad una ben definita operazione di apertura a lunga scadenza che iniziata nel 1976, con il già citato materiale consegnato a Benitez, dovrebbe proseguire negli anni a venire. In effetti pur non mancando le irregolarità nelle divulgazione degli avvistamenti, secondo Benitez, l'atteggiamento delle autorità spagnole fa ben sperare. "Per la prima volta - sostiene il ricercatore - nella storia dell'ufologia spagnola, le autorità militari hanno aperto i loro archivi, rilasciando valide e concrete documentazioni di avvistamenti. Questo sta a significare come sia cambiata la mentalità del Governo Spagnolo e come, forse, abbia capito l'importanza di questo fenomeno. La Spagna si pone fra i primi Paesi del mondo ad aver aperto una parte dei suoi archivi segreti agli studiosi del fenomeno UFO e di conseguenza all'opinione pubblica. In realtà, in nessun passo dei documenti riservati rilasciati dal Governo si cita la dizione 'astronave extraterrestre', ma si ammette che il fenomeno esiste ed è studiato dal Governo; è altresì probabile che il successivo passo possa essere l'ammissione che gli UFO abbiano come provenienza lo spazio extraterrestre". In futuro sapremo se le autorità spagnole faranno questo passo o se tutta la questione sarà di nuovo censurata è affidata esclusivamente nelle mani dell'Intelligence.
Commissioni d'inchiesta ufficiali: USA, Canada e sudamerica . UFO all'ONU e alla CEE
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