Commissioni d'inchiesta ufficiali sugli UFO: USA, Canada, Sudamerica
Le conclusioni delle commissioni d'inchiesta ufficiali sugli UFO
di Antonio Manera
In tutto il mondo a partire dalla fine degli anni Quaranta in poi gli avvistamenti dei dischi volanti (definizione utilizzata dal pilota Kenneth Arnold nel suo avvistamento del 24 giugno 1947) avevano generato non poco timore e curiosità tra l'opinione pubblica che, messa in allarme dalle continue segnalazioni di quelli che saranno denominati come oggetti volanti non identificati, cominciava a spingere presso le autorità militari e governative affinché fossero date delle risposte sull'origine di questo fenomeno.
USA: dal Blue Book alle controverse conclusioni della Commissione Condon
Era l'inizio della guerra fredda e negli Stati Uniti gli avvistamenti di strani oggetti sui cieli non potevano non far pensare a qualche nuovo tipo di velivolo o arma sovietica. Fu senza dubbio questa la prima preoccupazione delle autorità statunitensi, le quali però, si resero subito conto che la natura di quegli avvistamenti era un'altra. Tuttavia, per evitare situazioni di panico si cercò di riprendere in mano la situazione. Nel settembre del 1947 1'Aeronautica americana apriva così la prima inchiesta ufficiale sugli UFO, decisa a capirne la reale natura: armi segrete sovietiche, fenomeni atmosferici sconosciuti o astronavi aliene. Il fatto che della ricerca venisse incaricato l'Air Technical Intelligence Center (ATIC), la sezione dell'USAF che si occupava di controspionaggio, era un segno evidente che le autorità governative vedevano negli UFO una diretta minaccia alla sicurezza nazionale. Anni dopo il pilota militare Vernon Baird ha ammesso che l'ordine era di "abbatterli a qualunque costo". Baird si era inbattuto in un UFO nel luglio del '47 mentre era in volo sopra il parco di Yellowstone, ma i suoi tentativi di intercettarlo fallirono miseramente. L'ordine di fare fuoco fu tenuto fino al 1952, quando ai piloti fu data un indicazione diversa: "intercettateli ma non fate fuoco". Le autorità militari, in effetti, avevano capito che era del tutto inutile (e pericoloso) provocare i velivoli intrusi, le cui prestazioni aviatorie erano di gran lunga superiori a quelle dei più moderni caccia statunitensi.
Il 30 dicembre 1947 l'Aeronautica diede vita al Project Saucers (Progetto Dischi), chiamato anche Sign (Segno) per simboleggiare l'intenzione di scoprire cosa si nascondesse dietro l'apparizione dei misteriosi segni celesti. Sign diventava esecutivo, di fatto, il 22 gennaio dell'anno seguente, dopo che un generale dell'Aeronautica, già eroe della seconda guerra mondiale, Nathan Twining, aveva inoltrato un rapporto segreto (oggi declassificato) al Comando Generale dell'Aviazione, in cui si dichiarava personalmente convinto che, a seguito di indagini puntigliose, i dischi volanti erano da considerarsi un fenomeno reale e non aggressivo e che le testimonianze raccolte sino a quel momento erano veritiere e non false o visionarie. Il documento, passato in gran segreto al Pentagono, spinse le autorità militari a chiamare a sé, come consulente per il Project Sign, un astronomo molto stimato, il professor Joseph Allen Hynek della Nortwestern University, personaggio inizialmente molto scettico, ma che anni dopo sarebbe divenuto uno dei più autorevoli sostenitori della realtà del fenomeno UFO.
I membri del Project Sign dovettero presto confrontarsi con una mole di testimonianze particolarmente credibili. Tra i casi investigati dalla commissione una mancata collisione in cielo, il 23 luglio 1948, fra un DC-3 da trasporto della Eastern Airlines in volo da Houston a Boston e un oggetto sigariforme, che evitava l'impatto con il velivolo terrestre con una virata improvvisa, effettuando così una manovra chiaramente intelligente. Sebbene le imbarazzate spiegazioni fornite dagli esperti del Sign si concentrassero sul passaggio di una meteora e sulla fantasia troppo accesa dei due piloti, l'incidente ebbe una profonda influenza sugli studi della commissione: alcuni ricercatori stesero un rapporto informale sulla situazione, sostenendo che almeno una parte degli UFO potevano essere extraterrestri. Evidentemente non erano queste le conclusioni a cui volevano giungere le autorità, ne è la prova il fatto che il rapporto redatto dai membri del Project Sign fu consegnato dai servizi segreti dell'Aeronautica al generale Hoyt Vandember, capo di Stato Maggiore dell Air Force. Quest'ultimo, per evitare una situazione troppo imbarazzante da gestire, che sarebbe stata generata dall'ammissione pubblica della presenza di una civiltà extraterrestre sulla terra, decideva infine la distruzione del rapporto.
Il comportamento di Vandember rispecchiava perfettamente la linea di condotta adottata dal Pentagono. L'ente militare si era mosso per ridimensionare la questione, diramando un documento, senza firma, in cui gli UFO venivano spiegati come "riflessi solari su nuvole a bassa quota", "piccole meteore che riflettevano le onde luminose", "formazioni di ghiaccio vaganti nell'atmosfera". Viste le opinioni discordanti di diversi membri dell'USAF e dell'ATIC, molti dei quali convinti che gli UFO fossero reali, all'inizio di febbraio del 1949 a Los Alamos, nel Nuovo Messico, durante una riunione a cui parteciparono il professor Joseph Kaplan, docente di fisica atmosferica, Edward Teller, padre della bomba H, e Lincoln La Paz, un astronomo dell'Institute of Meteorics del Nuovo Messico, gli scienziati trasmisero le loro conclusioni in merito agli UFO al Ministero della Difesa e venne istituito un nuovo progetto investigativo, chiamato Grudge (il nome, "Rancore", era secondo alcuni ufologi, indicativo dei sentimenti delle Forze Armate verso gli inafferrabili dischi volanti), in sostituzione del precedente Sign.
Il Project Sign aveva messo assieme, in quasi due anni di attività, un buon numero di avvistamenti e di rapporti, 375 dei quali ritenuti altamente attendibili. Nonostante questi dati, gli investigatori governativi recapitarono all'Aviazione americana un rapporto in cui si sosteneva che "nulla provava in assoluto l'esistenza dei dischi volanti". Questa conclusione, presumibilmente indotta dall'Intelligence, cercava di estrometteva le Forze Armate dalla questione UFO, le quali ovviamente chiusero il Project Sign. Compito del Project Grudge era quello di imporre una "verità di Stato". Si passava così da un gruppo di studio relativamente aperto ad un atteggiamento di totale chiusura. Conseguenza di questa nuova politica fu quello di allontanare i precedenti esperti, che avevano condotto le prime ricerche sui dischi volanti, mantenendo solo quelli che si adattavano alle nuove disposizioni. Pertanto il Pentagono, con un comunicato del 24 aprile 1949, si sbarazzava degli scienziati del Sign, trasferendoli ad altre destinazioni e mantenendo in vita solo il gruppo ritenuto più acquiescente. La parola d'ordine era minimizzare. I testimoni degli avvistamenti andavano fatti rientrare in alcune categorie a scelta: visionari, ignoranti, ubriaconi, pazzoidi, allucinati, psicopatici. Su queste basi, i vertici dell'Aeronautica impostavano la nuova linea di condotta da tenere sul fenomeno UFO, basata sul discredito ufficiale e su una più "silenziosa" ricerca militare. I pochi studiosi rimasti selezionavano, dall'ampia casistica raccolta, un buon 23% di casi inspiegati che vennero raccolti in una relazione, il "Rapporto 102", e giudicati insufficienti al punto da dichiarare la questione UFO "definitivamente chiusa, essendo il problema fittizio o illusorio". Nello stesso periodo in cui operò il Grudge, l'USAF, rimasta fuori da questa commissione istituì una propria sottocommissione, il Project Twinkle (Scintillio), il cui compito era quello di investigare in maniera approfondita su certe misteriose apparizioni di "palle di fuoco verdi", scorte a più riprese già dai piloti americani durante la seconda guerra mondiale e ribattezzate "foo-fighters". Responsabile del progetto era l'astronomo Lincoln La Paz. Quest'ultimo, peraltro convinto che i "foo-fighters" non potessero essere delle meteore, ebbe a disposizione un imponente apparato di intercettazione UFO, composto da tre stazioni con teodolite situate a Vaughn, Nuovo Messico, incaricate di triangolare accuratamente le "palle di fuoco verdi". Gli investigatori del Twinkle non ebbero però molta fortuna, in quanto, in tre mesi di rilevazioni, i misteriosi oggetti non furono mai visti nell'area di Vaughn ma vennero costantemente segnalati da testimoni occasionali nel sud-ovest degli Stati Uniti. Quando il progetto passò alla base di Holloman, nel Nuovo Messico, gli investigatori ebbero maggior fortuna. Da questo nuovo punto di registrazione si riuscì ad avvistare qualche globo verdastro e a seguirne le bizzarre traiettorie. Oltre a rilevamenti balistici, di massa e comportamentali, si cercò anche di intercettare diverse palle verdi lucenti, che esplodevano ad una velocità di circa 40.000 miglia orarie. I ricercatori di Holloman cercarono ripetutamente i frammenti dei misteriosi globi esplosi in volo, senza trovarli.
Il Project Grudge fu chiuso nel 1951. Nello stesso periodo, un prestigioso astronomo di Harvard legato ai servizi segreti governativi, il dottor Donald Menzel , scatenava sui mass media una propria battaglia contro gli UFO, etichettati come fenomeni di rifrazioni atmosferiche. Menzel, autore di ben tre libri dissacranti sul fenomeno, divenne ben presto il più accanito detrattore dei dischi volanti: i suoi interventi scettici rappresentavano un'autorevole opinione di Stato e della scienza ufficiale.
Le dichiarazioni di un personaggio stimato come Menzel sembravano aver dato un definitivo colpo di grazia a chi sosteneva che gli UFO fossero astronavi extraterrestri. Era questa l'inizio della "congiura del silenzio" sulla questione. Ma dinnanzi a questo muro innalzato dalle autorità militari e politiche sulla questione UFO non si fermò il maggiore a riposo dei Marines, Donald Keyhoe. Già nel dicembre del '49, con un articolo su "True", una pubblicazione a grande diffusione, Keyhoe riferiva che, dopo otto mesi di indagini private sugli UFO, non si poteva certo escludere l'origine extraterrestre degli UFO. La serietà della pubblicazione ed il prestigio di Keyhoe ebbero un effetto dirompente sul pubblico. Gli UFO ricomparvero prepotentemente sulle prime pagine dei giornali, dopo esser stati dimenticati per alcuni mesi, e l'articolo di Keyhoe venne più volte discusso pubblicamente. Nel marzo del 1950 True pubblicava un altro pezzo esplosivo. Questa volta era un comandante di Marina esperto missilistico, R.B. McLaughlin, che riferiva di un proprio avvistamento. L'avvistamento era avvenuto il 21 aprile 1949 quando il comandante McLaughlin e il suo gruppo di scienziati della marina statunitense, seguendo le tracce di un pallone sonda Skyhook presso la base, individuò un insolito oggetto argenteo. Con l'aiuto di un teodolite e di un cronografo, gli scienziati riuscirono a stabilire che l'UFO si trovava a un'altezza di circa 8300 metri, era lungo 12 metri, largo 30 metri, e la sua velocità, quando fu avvistato per la prima volta, era di 11 chilometri al secondo. "Sono convinto", asserì "che si trattasse di un disco volante e che questi dischi sono navi spaziali provenienti da un altro pianeta, azionati da esseri viventi intelligenti." In un'altra occasione, due piccoli dischi, individuati da cinque posti di osservazione a White Sands, furono visti procedere alla stessa velocità di un missile militare da alta quota. I dischi gli girarono attorno brevemente, poi ripartirono a velocità incredibile. L'intervista a McLaughlin fece rapidamente il giro degli uffici del Pentagono, provocando molto disappunto. Anni dopo McLaughtlin confermò di aver visto spesso "dischi volanti che seguivano e superavano missili in volo presso la base sperimentale di White Sands", dove, com'è noto, fu collaudata la prima bomba atomica.
Non c'è dubbio che le parole di McLaughlin e le ricerche di Keynoe creavano non pochi imbarazzi negli ambienti governativi e dell'Intelligence, e ingenerarono nella popolazione e nei primi gruppi privati di ricerca composti da ufologi, la convinzione che l'USAF stesse cercando di nascondere scientemente la verità, screditando il fenomeno per poterlo gestire meglio in segreto. Tale sospetto era alimentato dai continui dispacci tranquillizzanti che l'Aeronautica consegnava pubblicamente e periodicamente alla stampa; nelle veline gli avvistamenti erano continuamente banalizzati con spiegazioni convenzionali (nubi, palloni meteorologici, fulmini, voli d'uccelli) e così puerili che, come dimostrò un sondaggio effettuato nel 1950, gran parte della popolazione americana finì con il convincersi dell'esistenza degli UFO e di una cospirazione governativa per nascondere le prove al riguardo.
Il clima di insoddisfazione, di sospetto e di congiure spingeva le autorità governative e militari a costituire una commissione di ricerca più credibile. Così il 27 ottobre 1951 fu costituito un nuovo Project investigativo, Bear (Orso), coordinato dall'Aeronautica e guidato dal capitano Edward I. Ruppelt. Bear si trovò a lavorare in un clima molto più disteso e collaborativo. Suo compito era "soddisfare ogni richiesta di chiarificazione sul tema dischi volanti, da qualsivoglia fonte provenisse"; questo probabilmente perché le alte sfere, vista l'inutilità dei propri atteggiamenti contraddittori, intendevano chiarire il problema una volta per tutte. Ruppelt ebbe a disposizione uomini e mezzi e fu così in grado di esaminare dettagliatamente circa 1300 rapporti, compilando le prime vere statistiche ufologiche. Quest'atteggiamento di apparente apertura fruttò all'Aeronautica la rinnovata fiducia dei contribuenti, testimoni l'anno seguente di una massiccia ondata di avvistamenti. Sempre nel 1952, Bear veniva chiuso e sostituito dal Project Blue Book, che sarebbe stata la commissione più durevole in assoluto, punto di riferimento obbligato per gli studi sugli UFO, sino al dicembre 1969. Alla sua guida veniva posto nuovamente Ruppelt, ma se tale decisione poteva rappresentare, agli occhi dell'opinione pubblica, un segno della buona disponibilità dell'USAF circa una politica di trasparenza, in realtà questa era soltanto l'impressione che doveva dare al pubblico. Infatti, agli inizi di gennaio del 1953, il Pentagono teneva una serie di riunioni segrete, a seguito delle quali si consigliava di nuovo di adottare pubblicamente, da parte delle autorità e delle Forze Armate, una politica di costante discredito del fenomeno. Alle riunioni partecipavano il fisico H.P. Robertson, lo scienziato e politico Lloyd Berkner delle Associated Universities, i professori Luis Alvarez dell'Università della California, S.A. Goudsmith dei laboratori governativi di Brookhaven e Thornton Page della Hopkins University. Ma erano altresì presenti il generale Garland, direttore del Centro Informazioni Aerotecniche dell'USAF, e tre uomini della CIA, che condizioneranno in maniera determinante i lavori della commissione. Essi erano gli agenti R.L. Clark, PG. Strong e Marshall Chadwell, l'ultimo dei quali riuscirà, nel 1977, a creare una rete segreta e mondiale di raccolta dati sugli UFO. Il segreto imposto dalla Commissione Robertson rappresentò una delle più grandi vittorie dell'Intelligence, timorosa di un crollo di autorità e anche di una possibile strumentalizzazione del fenomeno da parte di potenze nemiche (aereispia sovietici potevano essere scambiati per pacifici UFO ed ignorati dalla popolazione).
I membri del Project Blue Book si trovarono così a lavorare con grandi difficoltà: da una parte osteggiati dagli accademici di Stato, come Donald Menzel, dall'altra parte avevano davanti a sé un'imponente casistica che sembrava dar ragione ad un ipotesi extraterrestre del fenomeno, e come se non bastasse nel 1954 ci fu una nuova corposissima ondata di segnalazioni sugli Stati Uniti. A seconda del responabile di turno la commisione assumeva di volta in volta un atteggiamento possibilista o scettico. Alla sua direzione si susseguirono, dopo Ruppelt (direttore anche tra il luglio '53 ed il maggio '54), i militari Bob Olsen, Charles Harding, George Gregory, Robert Friend ed Hector Quintanilla.
Negli anni '60, considerati ormai gli UFO un problema di secondaria importanza, le attività del Blue Book si erano drasticamente ridotte al rilascio di stringati bollettini informativi, in alcuni dei quali traspariva, più che altro, la voglia di mettere a tacere ogni cosa per non avere seccature. Ma, nel 1965, una nuova ondata di apparizioni interessava gli USA. Nella fretta di fornire spiegazioni convenzionali ai rapporti che affluivano da ogni parte, l'Air Force cadde in contraddizioni e gaffes, suscitando la sfiducia e il risentimento della stampa e del pubblico. La goccia che fece traboccare il vaso fu la spiegazione dei "gas di palude" di Hynek, proposta per gli avvistamenti del Michigan del marzo 1966, e in particolare per quello di Dexter, un incontro ravvicinato a cui avevano assistito numerosi civili e agenti di polizia. I cittadini del Michigan reagirono appellandosi ai loro rappresentanti governativi, fra i quali il futuro Presidente degli Stati Uniti, Gerald Ford. Il clamore suscitato da questi fatti spinse alcuni rappresentanti della Camera a fare rimostranze verso il Governo, spingendolo a discuterne la questione e ad attaccare il Blue Book in quanto incapace di fornire, al di là delle solite banali spiegazioni convenzionali, una vera risposta alle misteriose apparizioni. Il 5 aprile 1966 fu tenuta una sessione speciale sugli UFO davanti alla "Commissione Affari Militari" della Camera dei Rappresentanti. Alla seduta, diretta dal senatore L. Mendel Rivers, parteciparono fra gli altri il ministro dell'Aeronautica Harold Brown e il capo del Blue Book Hector Quintanilla. Dinanzi alla Camera il maggiore Hector Quintanilla si dimostrò inefficiente, incapace, male organizzato. L'incarico di studiare gli UFO venne così girato, nel novembre del '66, ad una speciale commissione d'inchiesta, in seno all'Università del Colorado, ritenuta più efficiente. Il team era diretto dal fisico Edward Condon, un notissimo scienziato che aveva lavorato alla bomba atomica, e da alcuni collaboratori, compreso il professor Hynek. Al suo interno il NICAP, unica organizzazione nominata a carattere privato diretta dal maggiore Keyhoe, era indicato come una fonte d' informazione del nuovo progetto finanziato dall'USAF e la sua cooperazione fu richiesta sia dal dottor Condon sia dal dottor Low, rispettivamente capo e coordinatore dell'équipe. Ma sebbene tale gruppo si ammantasse di serietà e di obiettività grazie al calibro di taluni esperti, fu presto evidente che anche quest'ultima inchiesta si sarebbe conclusa con un nulla di fatto. Molti membri del gruppo, tra cui il dottor Saunders e il dottor Levine, si dimostrarono sensibili e seriamente interessati al materiale documentario prontamente sottoposto dal NICAP. Prima ancora che venissero resi noti i risultati delle investigazioni, iniziò a circolare la voce che l'équipe avrebbe negato d'ufficio il fenomeno.
L'inizio della crisi arrivò nel settembre del 1967, a causa di alcune pubbliche affermazioni di Condon, velate di preconcetto scetticismo ed evidente disprezzo nei confronti della tematica ufologica; il maggiore Keyhoe, chiedendo spiegazioni, minacciò di non collaborare oltre col Progetto. La situazione si fece critica quando il NICAP venne a sapere da Saunders che non solo Condon era del tutto scettico sul problema, ma non aveva mai condotto una sola indagine sul copioso materiale del NICAP. La cosa era dunque molto seria. Il sospetto di un accordo segreto fra Air Force e Università del Colorado, e quindi di un verdetto negativo preconfezionato, trovò la sua clamorosa conferma nel maggio 1968 quando David Saunders e Norman Levine, scoprirono casualmente un promemoria di Robert Low, amministratore del Comitato, scritto prima della firma della convenzione con l'Air Force. In quelle pagine Low aveva delineato quale sarebbe stata la politica della Commissione Condon: dare al pubblico l'impressione di uno studio obiettivo, ma, nel contempo, apparire al mondo scientifico come un gruppo di scettici che non avrebbero mai provato l'esistenza degli UFO. Il NICAP, informato da Saunders, sebbene scosso dalla gravità delle affermazioni contenute nel documento, preferì non prendere iniziative immediate. Il professor James E. McDonald, il fisico che, a seguito dei suoi contatti con U Thant, aveva pochi mesi prima lanciato un appello per uno studio scientifico a livello internazionale del fenomeno UFO dal Palazzo dell'ONU, fu informato del fatto e di comune accordo col NICAP e con i professori Saunders e Levine, fece sapere a Low, in una lunga lettera, che egli e il NICAP erano a conoscenza del documento. Infuriato per la scoperta del documento, Condon licenziò in tronco Saunders e Levine con l'accusa di incompetenza. Ma la notizia era ormai trapelata. Sulla rivista "Look" del maggio 1968 il giornalista John Fuller pubblicò il testo del promemoria di Low in un articolo intitolato "The Flying Saucers Fiasco" (Il fiasco dei dischi volanti). Il mondo seppe così che la Commissione Condon era solo una messinscena per insabbiare definitivamente la questione UFO. Questo indusse Condon e il suo staff a cambiare il programma, che fu portato a termine secondo gli indirizzi prefissati e sfociò nella redazione del rapporto conclusivo, poi presentato al giudizio dell'Accademia Nazionale delle Scienze nel dicembre 1968. Avallato da quest'ultima (Condon stesso era un ex membro dell'Accademia), fu reso pubblico nel gennaio 1969, subito dopo la Commisione Condon chiuse i lavori.
Nessuno dunque si meravigliò quando nel 1969 la Commissione chiuse i lavori banalizzando gran parte degli avvistamenti, pubblicati in tredici volumi (più un allegato, misteriosamente sparito). Il rapporto conclusivo del Comitato Condon comprendeva tre volumi rilegati per un totale di 1465 pagine e fu pubblicata a cura del Government Publishing Office; quasi contemporaneamente apparve nelle librerie un'edizione commerciale edita dalla Bantam Books (965 pagine). Le conclusioni del Condon risultano esposte in un breve capitoletto (cinque pagine) all'inizio del Rapporto, e possono essere sintetizzate così: in 21 anni di indagini sugli UFO non è emerso nulla di utile per il progresso della scienza, pertanto l'ulteriore studio del fenomeno appare, dal punto di vista scientifico, del tutto ingiustificato. L'effetto di questo verdetto fu conforme alle intenzioni: tranquillizzare l'opinione pubblica (notoriamente sensibile ai pronunciamenti degli scienziati); fornire un pretesto per la soppressione dell'inchiesta dell'USAF (il Blue Book fu chiuso nel dicembre 1969); scoraggiare l'interessamento accademico (offrendo nel contempo agli scettici un'arma in più a sostegno della loro posizione).
Com'era prevedibile (e probabilmente auspicato), le contestazioni della realtà degli UFO basate sulle conclusioni del Rapporto Condon fanno riferimento solo e sempre all'unica parte del documento (cinque pagine su quasi mille) pubblicizzata dai giornali e presa in considerazione dai rappresentanti del mondo accademico. Pochi, infatti, hanno avuto la curiosità e soprattutto la volontà di esaminare il Rapporto nella sua interezza; i risultati dell'inchiesta sono in contraddizione con le conclusioni negative espresse dal Condon, al punto che è lecito affermare che il Rapporto conferma la natura ignota del fenomeno UFO. Infatti, i casi di avvistamento esaminati a fondo dalla Commissione del Colorado sono in tutto 59. Di questi, ben 23 sono esplicitamente elencati nell'indice analitico del Rapporto come inesplicati. Nel contesto del documento risultano più brevemente considerati altri 31 avvistamenti, più tre osservazioni fatte da astronauti americani in orbita intorno alla Terra. Di questo secondo gruppo, sette rapporti (tra cui i tre degli astronauti) vengono a loro volta definiti inesplicati. Il numero dei casi non risolti sale quindi a 30, ciò che rappresenta circa il 30% del totale complessivo preso in esame.
Esaminando più da vicino lo "Scientific Study of Unidentified Flying Objects", cioé il Rapporto Condon si nota che il rapporto è tutt'altro che convincente in certi punti. Nell'introduzione si legge: "Definiamo qui un oggetto volante non identificato lo stimolo che conduce al rapporto, fatto da uno, ovvero da più individui, circa qualche cosa vista nel cielo (o un oggetto ritenuto capace di volare, ma avvistato giacente sul terreno), oggetto cui l'osservatore non è stato in grado di attribuire un'ordinaria origine naturale, e che gli è sembrato talmente strano da spingerlo a parlare della cosa con gli organi di polizia, con uffici governativi, ed anche con i rappresentanti di un'organizzazione privata dedicata allo studio di tali oggetti". Condon prosegue osservando come, con una tale definizione, la realtà fisica degli UFO sia ammessa in ogni caso, "indipendentemente dal fatto che l'oggetto fosse reale, e non piuttosto qualcosa di psicologico, o anche l'impressione visiva di un ordinario fenomeno fisico, distorta dalle condizioni atmosferiche o da una visuale imperfetta, al punto di essere irriconoscibile, senza tenere in considerazione l'eventualità che si trattasse semplicemente di un'illusione mentale dell'osservatore, non sorretta da alcunché di reale". Altre sorprese si hanno analizzando i criteri metodologici seguiti dagli scienziati dell'Università del Colorado, sulle cui basi è stato steso il rapporto. "Un'accurata attenzione è stata rivolta - si legge nel Rapporto Condon - all'investigazione di ogni caso, sia mediante dettagliate indagini sulle vecchie testimonianze, sia attraverso studi effettuati sul posto, nei casi più recenti". Il rigore metodologico dell'indagine sembrerebbe necessariamente incontestabile a quanti non procedessero oltre nella lettura del testo. In effetti più avanti si legge: "Da questa attività si è compreso come lo studio dei vecchi casi serva a molto poco, tranne forse che a fornire idee sugli sbagli da evitare nello studio dei casi recenti. Pertanto abbiamo deciso di combinare gli studi su qualche caso più recente". In pratica significava che di venti anni di avvistamenti erano stati analizzati solo i casi più criticabili e meno documentati mentre un imponete casistica, ricca di testimonianze e documentazioni filmate e radar era stata volutamente ignorata.
Le contraddizioni, le carenze e le debolezze del Rapporto Condon sono state messe in evidenza dai più autorevoli esperti di ufologia. Valga per tutte la critica di McDonald. Anche secondo l'astronomo i casi affrontati erano pochi e poco significativi rispetto ad altri che invece sono stati ignorati; la descrizione dei fatti fondamentali di molti rapporti è gravemente lacunosa e molte testimonianze non sono state prese neanche in considerazione; non sono specificate le date e i luoghi geografici in gran parte dei casi esaminati; le argomentazioni sono, in molti casi, scientificamente deboli. Alla fine rimangono comunque 30 casi esaminati definiti inesplicati.
David Saunders, uno dei licenziati in seguito alla scoperta del promemoria Low, pubblicò in contemporanea al Rapporto Condon un contro-rapporto intitolato "UFOs? Yes!". In esso l'autore, oltre a denunciare gli ambigui retroscena della Commissione, ne contestò la conclusione negativa sostenendo al contrario la consistenza e l'importanza scientifica del fenomeno UFO. Da parte sua Condon fino alla sua morte, avvenuta nel 1974, non ha mai ritrattato il suo verdetto negativo, ma nemmeno risulta che le obiezioni e le accuse dei critici siano state mai demolite o almeno autorevolmente confutate. È ormai assodato che la Commissione Condon, così come 15 anni prima il Giuri Robertson nel 1952, non sia stato un evento scientifico ma politico. Un altro che si ribellò a Robert Low fu l'astronomo Allen Hynek che si ritirò disgustato dal progetto e fondò un proprio gruppo ufologico, il CUFOS, a Evanston, ove, senza alcun condizionamento politico, avrebbe potuto studiare gli UFO in santa pace.
Sotto lo "Scientific Study of Unidentified Flying Objects", finanziato dall'USAF, si celava dunque un tentativo di archiviare definitivamente, da un punto di vista ufficiale, l'intero problema degli UFO? Dietro consiglio di Condon e del suo gruppo, infatti, nell'euforico clima generato dallo sbarco lunare dell'Apollo XI, l'USAF decideva di concludere, dopo oltre 22 anni, ogni indagine pubblica e ufficiale sugli UFO, chiudendo il Project Blue Book. Il 17 dicembre 1969, infatti, fu chiuso anche questo Project. Nel resoconto finale del Blue Book, 701 casi su 12.168 studiati rimanevano inspiegati (pari al 5,5%). Terminavano così le indagini ufficiali sugli UFO negli Stati Uniti. In tal modo le autorità governative non erano più tenute, nei confronti dei cittadini, a rispondere periodicamente circa la scomoda questione, arrampicandosi sugli specchi con imbarazzate e fuorvianti dichiarazioni; si era così liberi di occuparsi del problema al livello ritenuto più opportuno: quello dell'Intelligence. Da allora si vocifera di commissioni segrete per lo studio sui dischi volanti caduti nel Nuovo Messico e di fantomatici agenti addetti alle pubbliche relazioni con i visitatori alieni. Forse fantascienza e fantapolitica. Tuttavia è certo che le ricerche e le indagini, seppur segrete, non sono mai cessate.
Ricerche in Canada
Non solo l'opinione pubblica americana era scossa dagli avvistamenti UFO, anche in Canada alla fine degli anni '40, in seguito ad un'ondata, i contribuenti canadesi spingevano il loro governo affinché fosse fornita loro una spiegazione. Fu così che il Governo canadese, sulla scia di quello americano, creava, nel 1950, una commissione investigativa, il Project Magnet (Magnete). Organizzato dal comandante C.P. Edwards e da subito gestito dai mllitari, Project Magnet si avvaleva dell'apporto dell'ingegnere Wilbert Smith, sovrintendente presso il reparto di Radioingegneria del Ministero dei Trasporti e grande esperto in elettronica ed elettromagnetismo. A disposizione del gruppo di ricerca furono messe a disposizione le apparecchiature di intercettazione della base militare di Shirley Bay (apparecchi radio, radar intercettatori, rivelatori magnetici ed elettronici) ed un imponente dispiegamento di forze e di uomini competenti e preparati. In quattro anni di attività - il progetto venne chiuso l'8 agosto 1954 - Smith riuscì a mettere assieme una casistica notevole, comprendente tra l'altro anche presunti reperti UFO, come frammenti ferrosi di disco volante, non attribuibili a nulla di conosciuto. Le prime ricerche "libere", quindi, come era accaduto al Project Sign statunitense stavano portando ad interessanti risultati ma la popolarità del Gruppo si Studi finì con l'infastidire le autorità. Così, già nell'aprile del 1952, si costituì un altro comitato d'investigazione governativo, meno ufficiale e indipendente del Project Magnet, noto come Project Second Storey (Progetto Secondo Piano). Sebbene di esso facesse parte ancora Wilbert Smith, Second Storey agiva per conto dei servizi segreti. Organizzato dal dottor O.M. Solandt, segretario del Defense Research Board, il Ministero Ricerche della Difesa, Second Storey era composto da sei membri, parte dei quali provenienti dalla Difesa stessa, e parte - il capitano D.M. Edwards ed il comandante J.C. Pratt - rispettivamente dai servizi segreti dell'Aeronautica e della Marina. Second Storey esaminava accuratamente, e segretamente, i rapporti del Project Magnet. Nonostante la maggioranza dei membri della commissione si dicesse scettica sull'ipotesi extraterrestre di Smith, i resoconti di quelle sedute sono rimasti sempre classificati. Questa posizione scettica è stata in passato ribadita, dinanzi all'opinione pubblica, dal dottor Peter Millman, segretario del Second Storey, il quale in un'intervista ha dichiarato che "tutti i frammenti UFO analizzati sono risultati pezzi di meteoriti e che il Governo canadese non aveva mai avuto rottami di dischi volanti". Il gruppo si riunì ufficialmente solo cinque volte, fra il 1952 ed il 1954, e poi cessò le attività; eppure, secondo diversi ufologi il Second Storey lavorava ben più attivamente, gomito a gomito, con il Project Blue Book americano. Da quest'ultimo i canadesi ricevettero, il 21 aprile 1952, un allarmato rapporto circa sorvoli di UFO sopra basi logistiche e centri atomici americani. Il rapporto, inoltrato per conoscenza all'Aeronautica canadese, auspicava una maggiore collaborazione tra USA e Canada. Secondo l'ufologo inglese Timothy Good, "buona parte dei dossier del Second Storey sono ancora segreti, compreso un rapporto del 1953, la cui esistenza è stata recentemente confermata dal Primo Ministro Louis St. Laurent, direttore della commissione per soli tre mesi, in cui si diceva che, con buona probabilità, gli UFO erano velivoli extraterrestri". Tuttavia nel dicembre 1957, il Governo di Ottawa con una risposta confidenziale al governo inglese, dichiarava che né l'Aeronautica né la Difesa avevano team di indagine sugli UFO; si smentiva inoltre che "fossero mai state condotte delle serie indagini sui rapporti ricevuti dall'Aviazione". Si smentiva cioè l'esistenza del Second Storey.
Dal febbraio del 1959 la questione UFO, "per motivi di sicurezza nazionale", passò dall'Aviazione al Dipartimento della Difesa Nazionale, il DND; quest'ultimo ha stilato una serie di procedure comportamentali che i militari debbono adottare in caso di avvistamento; nel 1967, su suggerimento del Comando Aereo sembra che tutta la documentazione UFO dell'Aeronautica sia stata ceduta al National Research Council, un ente governativo che opera a contatto con i servizi segreti della Difesa e che si appoggia ai laboratori dell'Università di Toronto. Risulta che dagli inizi degli anni Settanta, temendo ripercussioni sull'opinione pubblica, il Governo canadese abbia collaborato con i servizi segreti americani, attuando la stessa politica di insabbiamento e di discredito.
Le reazioni dei governi del Centro e Sudamerica
L'atteggiamento nei confronti della questione UFO negli Stati del Centro e Sudamerica è abbastanza controverso. In Messico, nonostante la grande ondata che ha investito il Paese dall'inizio degli anni Novanta, mancano prese di posizioni ufficiali a favore o contro il fenomeno. Mentre una straordinaria quantità di filmati, pervenuta al giornalista televisivo Jaime Maussan, è stata divulgata tramite l'importante network satellitare Televisa, le autorità hanno mantenuto posizioni contraddittorie, smentendo, ad esempio, con spiegazioni molto convenzionali le apparizioni del cosiddetto Chupacabras, una creatura cui si fanno risalire numerosi casi di mutilazioni animali. Tuttavia, non esistono carteggi ufficiali che dimostrino una congiura del silenzio messicana indotta da alte sfere statunitensi, ma è sintomatico notare come il primo caso ufficializzato di avvistamento UFO, risalente al 1976, vide protagonista un pilota, Carlos Antonio de los Santos, al quale "gli alieni bloccarono l'aereo". Questo interessante Incontro del Secondo Tipo, con disturbo degli strumenti, venne ben presto dimenticato, assieme ad un presunto UFO-crash verificatosi l'anno seguente nella sierra di Puebla, su cui si sarebbe potuto invece dire e scrivere molto. Molto complesso è il panorama offerto da Porto Rico. L'isola caraibica, vive all'ombra degli USA, da cui riceve linfa per quanto riguarda l'economia, il turismo, gli investimenti, ma soprattutto per le pesanti ingerenze politiche. L'isola, dalla fine degli anni Ottanta, è costantemente "visitata" da oggetti volanti non identificati, ma avvengono anche altri fenomeni: sparizioni di aerei, rapimenti. Le autorità sembrano ignorare questi fenomeni ma, i ricercatori, tra i quali Jorge Martin, ritengono che questi fenomeni siano da ricollegarsi alla base statunitense presente sull'isola, nella quale i militari lavorerebbero in stretta collaborazione con degli alieni...
Più aperti sono i Paesi del Sud, come Brasile, Perù e Uruguay. In Brasile si riscontra verso la questione UFO un atteggiamento positivo. Già nel gennaio 1958 le autorità brasiliane, rompendo il riserbo, divulgarono una sequenza fotografica riguardante un disco volante in rapido allontanamento sopra l'isola di Trindade, ripreso dal fotografo Almiro Barauna a bordo della nave Almirante Saldanha. Quello di Trindade, avallato dal presidente del Brasile Joscelino Kubitschek, può essere considerato il primo caso ufologico ufficialmente riconosciuto. Nel maggio del 1986 il Ministero dell'Aeronautica ed il presidente del Brasile Sarney hanno pubblicamente confermato l'apparizione di una flotta di 21 UFO sopra lo Stato, intercettati dai radar e vanamente inseguiti dai caccia Mirage. Nel 1995 le regioni di Rio Grande do Sul e Minas Gerais sono state interessate da continui avvistamenti, alcuni dei quali con tracce, riproposti dalle televisioni di tutto il mondo apparentemente senza alcun tipo di censura. Tuttavia non bisogna dimenticare il clamoroso caso di Varginha (vedi nella sezione casi storici N.D.W.): la presunta cattura di un'entità aliena che sarebbe avvenuta nel 1996, che lascia, a tutt'oggi, pensare che anche il Brasile sia soggetto ad una sudditanza agli apparati di Intelligence statunitensi.
In Uruguay nell'agosto del 1979 venne organizzata una commissione ufficiale di studio, mista, presso il Comando General de la Fuerza Aerea, nota come Comision Receptora y In vestigadora de Denuncias de Objectos Non Identificados (CRIDOVNI). Tale commissione militare, costituita da una direzione ed una segreteria e coordinata da un militare di carriera preposto alla direzione tecnico-investigativa con tre dipartimenti, in pochi mesi si aprì anche alla collaborazione degli ufologi e dei civili, rompendo la tradizione militare del riserbo a tutti i costi e favorendo così uno studio completo e serio del fenomeno.
Nel 1965 la segreteria della Marina Militare argentina autorizzava la diffusione di un rapporto militare, steso dal tenente Daniel Perisse della nave Decepcion, circa la comparsa di un oggetto luminoso sopra l'Antartide. Poiché nell'avvistamento erano stati coinvolti membri delle basi e dei distaccamenti navali sia argentini che cileni, anche il Ministero della Difesa di Santiago rendeva pubblica una nota, in cui si autenticava 1'avvistamento, confermando trattarsi del secondo caso, in tre settimane, in cui venivano allertate le stazioni di collegamento radio cilene. Quest'atteggiamento di grande apertura, in Cile, venne meno negli anni Settanta con la dittatura di Pinochet. Nel celebre caso di rapimento del caporale Armando Valdez, sparito all'interno di un globo infuocato dinanzi alla propria truppa a Putre e riapparso un quarto d'ora dopo in stato confusionale, fu imposto un rigido cover up militare.
Commissioni e declassificazioni in Europa . UFO all'ONU e alla CEE
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