"La passione tinge dei propri
colori tutto ciò che tocca"
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"Un fiore sboccia in silenzio, ed in silenzio appassisce. Ma quante parole, quanta musica riesce a comunicare." (Francis Thompson)
“Molti
fiori nascono per fiorire non visti e disperdono la loro fragranza nell’aria
deserta” (T.
Gray)
DEL PARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI La flora del
Parco è molto ricca e comprende circa 1200 specie di cui un centinaio
appartenenti alle liste protette, un valore piuttosto alto (rapportato alla
flora d’Italia che conta circa 5600 specie) considerando che nel territorio
del Parco sono presenti solo due fasce vegetazionali: quella montana e quella
submontana, mentre è assente quella soprastante il limite altitudinale del
bosco. Altra caratteristica a sfavore della presenza di numerose specie
floristiche è l’esclusiva presenza di substrato di arenaria o
marnoso-arenacea , con l’eccezione del massiccio calcareo del Monte Penna che
ospita un ricchissimo patrimonio botanico (più di 400 specie). Diversi fattori
contribuiscono ad incrementare la ricchezza di specie vegetali ad esempio la
presenza, all’interno del Parco, di zone conservate quasi integralmente, come
Sasso Fratino, e allo stesso tempo di zone antropizzate e quindi aree
disboscate, pascoli e coltivi che una volta abbandonate sono state colonizzate
da numerose specie pioniere. Inoltre sono
presenti modeste formazioni rupestri, praterie e zone umide che contribuiscono
ad aumentare il numero delle specie tipiche di questi ambienti. Un altro
elemento a favore della ricchezza floristica del Parco è la collocazione
fitogeografica dell’Appennino tosco-romagnolo nel punto
d’incontro tra la zona mediterranea e quella medioeuropea: il numero
delle specie appartenenti ai due bioclimi aumenta nelle zone di transizione. Il 50% delle
specie del Parco è costituito da quelle con distribuzione eurasiatica, europea
(soprattutto nella fascia montana) e mediterranea (nella fascia submontana). Le “orofite
sud-europee” , tipiche dei sistemi montuosi dell’Europa peninsulare,
raggiungono la massima concentrazione in prossimità del crinale e sul Monte
Penna: Campanula scheuchzeri, Campanula
rotundifolia, Linum
alpinum, Polygala alpestris, Doronicum columnae, Lonicera alpigena, Alyssoides
utriculata, Tozzia alpina (la cui unica stazione appenninica si trova nella
foresta di Campigna)... Le “Artico-alpine”,
relitti dell’ultima glaciazione, si trovano al di sopra del limite del bosco,
in particolare nei lembi di praterie e negli affioramenti rocciosi del Monte
Falco: Anemone narcissiflora, Saxifraga
paniculata, Saxifraga moschata, Saxifraga latina, Viola eugeniae, Rhynchosinapis
cheiranthos, Hurbeckiella zanonii, Hieracium villosum, Asplenium viride... Le
“Stenomediterranee” sono invece localizzate in ambienti caldi e assolati: Viburnum tinus, Erica scoparia... Nelle radure e
nelle praterie originate da pascoli e coltivi abbandonati si trovano specie
erbacee: Dactylis glomerata, Bromus
erectus, Cynosurus cristatus, Brachypodium pinnatum... e arbustive: Rosa
canina, Biancospino, Ginepro, Ginestra odorosa
e Ginestra dei carbonai. Sui versanti
erosi delle formazioni di marnoso-arenacea, sulle scarpate stradali tagliate
nella roccia e nelle zone calanchive della Valle Santa si trovano: Sesleria italica (graminacea endemica, cioè esclusiva,
dell’Appennino tosco-romagnolo e di quello umbro-marchigiano settentrionale), Bromus
erectus, Campanula medium e Carlina
utzka (queste ultime due in particolare in zone ricche di detriti)... Nelle zone
umide della Lama si trovano: Arisarum
proboscideum e Spargium erectum;
alle quote più elevate, lungo ruscelli e ristagni d’acqua, Caltha
Palustris. Tra le
genziane: Gentiana verna, Gentiana
cruciata e Gentianella ciliata;
tra i gigli: Lilium martagon e Lilium croceum
e poi
ancora Polygonatum verticillatum e
multiflorum, Cardanime trifolia, Trollius europeans (Botton d’oro), Eriophorum
latifolium, Convallaria majalis (Mughetto)... Degne di nota
le Orchidee: Orchis purpurea, chlorantha, Dactylorhiza maculata,
Ophrys apifera, Ophrys fuciflora,
Ophrys bertolonii, Neottia nidus-avis, Himantoglossum hircinum, Gymnadenia
conopsea, Anacamptis pyramidalis, Epipactis Helleborine, Epipactis flaminia (recentemente scoperta nel
territorio del Parco)... Altra pianta di
recente rinvenimento è la felce Matteuccia
struthiopteris, che rara nelle Alpi e nelle Prealpi, ha nella foresta della Lama
l’unica stazione appenninica.
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