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LA RECHERCHE

(ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO)

Di Marcel Proust

 

Opera in 7 volumi:     

 

·               La strada di Swann

·               All’ombra delle fanciulle in fiore

·               I Guermantes

·               Sodoma e Gomorra

·               La prigioniera

·               La fuggitiva

·               Il tempo ritrovato

 

“E appena ebbi riconosciuto il sapore del pezzetto di madeleine inzuppato nel tiglio che mi dava la zia (pur ignorando sempre e dovendo rimandare a molto più tardi la scoperta della ragione per cui questo ricordo mi rendesse così felice), subito la vecchia casa grigia sulla strada... , tutto quello che vien prendendo forma e solidità, è sorto, città e giardini, dalla mia tazza di té.”

Siamo a “Combray” (I° parte del I° volume), per Proust luogo dei ricordi d’infanzia e punto di partenza di quest’opera immensa, il lavoro di una vita.

L’autore ha vissuto per quest’opera, ha resistito alla malattia e alla morte pur di completarla, pur di lasciare a noi posteri un capolavoro e grazie a lei ha trovato un senso alla sua vita nella letteratura, ha sconfitto la paura: “... la parola “Morte” non ha più senso per lui: situato fuori dal tempo, che mai dovrebbe temere dall’avvenire?”

E così tutta quella carrellata di ricordi trova un senso solo nella conclusione. Durante la lettura non sempre riusciamo a giustificare...

Perché Swann, così bello e affascinante, si perde in amori che non lo meritano, con donne leggere e un po’ stupide (“Un amore di Swann”)?

Perché in quelle belle spiagge bretoni il protagonista sogna soltanto la compagnia di quelle ragazze frivole e spensierate (“All’ombra delle fanciulle in fiore”)?

Ed è difficile perdonargli quell’ossessione per i salotti (“I Guermantes”) o la simpatia per un personaggio come Charlus (“Sodoma e Gomorra”); impossibile capire tutto quell’amore verso Albertine che gli fa solo del male, la sua possessività (“La prigioniera”) che diventa indifferenza con la lontananza (“La fuggitiva”).

Ma poi tutto acquista un senso ne “Il tempo ritrovato”: “Ma, a volte, proprio nel momento in cui tutto ci sembra perduto, giunge il messaggio che ci può salvare: abbiamo bussato a porte che davan tutte sul nulla; e nella sola per cui si può entrare, e che avremmo cercata invano cent’anni, urtiamo inavvertitamente, ed essa s’apre.”

Quel ciottolo mal livellato rievoca tutto il passato e la madeleine torna a rivelare quell’ “essere extratemporale incurante delle vicissitudini del futuro”, il solo essere che “aveva il potere di farmi ritrovare i giorni remoti, il tempo perduto... “; “un tale essere si nutre soltanto dell’essenza delle cose, e solo in essa trova il suo alimento, le sue delizie.”

Non è affatto perduto il tempo trascorso a leggere la Recherche, perché al di là della trama, fra le sue righe puoi trovare tutto ciò che è stato, è e sarà nell’animo umano.

E così, quando sarai giunto al termine, sentirai il bisogno di rileggerla, perché di tutto ciò che contiene avrai recepito solo una minima parte, perché “nulla viene mai compreso fino in fondo, quel che ha funzionato una volta ha funzionato perché era giusto, e funzionerà sempre.”