"La passione tinge dei propri
colori tutto ciò che tocca"
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IL ROSSO E IL NERO di Stendhal Il protagonista,
Julien Sorel, mi è piaciuto fin dalle prime righe del romanzo e non poteva
essere altrimenti: “Invece
di sorvegliare attentamente il funzionamento di tutto il meccanismo, Julien
leggeva... Aveva le lacrime agli occhi, meno per il dolore fisico che per la
perdita di quel libro tanto amato.” E’ chiaro fin
dall’inizio che si tratta di una persona fuori del comune, che si distingue
dall’ambiente meschino in cui vive; e così si riesce a perdonargli in seguito
quei comportamenti un po' subdoli con cui cercherà di innalzarsi sulle persone
indegne che lo circondano. E’ un personaggio
ambizioso, ma soprattutto passionale, che vive in un’epoca sbagliata e in un
ambiente piccolo - borghese che non può certo soddisfare le sue ambizioni a
raggiungere la “Gloria”. Il suo mito è
Napoleone, colui che dal nulla creò un impero, ma rendendosi conto che i tempi
sono cambiati cerca la sua gloria nella carriera ecclesiastica e nelle grandi
storie d’amore, che vive con un’intensità, con una passione che porta quasi
inevitabilmente alla tragedia. Nel mondo in cui
cerca di inserirsi si sente sempre però un
estraneo, un diverso: “Sono
solo sulla terra, nessuno si degna di pensare a me. Tutti quelli che vedo far
fortuna hanno una sfrontatezza e una durezza di cuore che io sento di non avere.
Mi odiano per la mia facile bontà. Ah! Presto morirò, o per fame, o per il
dolore di vedere gli uomini così duri” (citazione
da Young in apertura di un capitolo); consapevole
che “la
differenza ingenera l’odio” non riesce
comunque ad adattarsi (“E
avevo la stupidità di essere orgoglioso”)
ad un ambiente dominato dal denaro e dalla proprietà. E quando finalmente
entra nel “gran mondo” mantiene un atteggiamento diffidente che non gli fa
esprimere fino in fondo i suoi sentimenti, “non
s’ abbandonava a tutta la sua felicità... “,
ma al contrario si dimostra duro nei confronti di chi lo ama al punto da
generare sofferenza anche in se stesso. Una vita vissuta
così non può che portare alla tragedia:
“tutta la sua vita
non era stata che una lunga preparazione alla sventura... “ e
soltanto dopo quell’atto sconsiderato egli ritroverà la tranquillità:
“E’ strano però
che io abbia imparato l’arte di godere la vita solo da quando ne vedo così
prossima la fine”. Un grande romanzo,
che appassiona, emoziona e commuove ; il romanzo di una vita fatta di passione
(il rosso) e che finisce con una morte tragica (il nero). Perché “un
romanzo è uno specchio che percorre una strada maestra. A volte riflette ai
vostri occhi l’azzurro del cielo, a volte il fango delle pozzanghere”. Dello stesso autore
“La Certosa di Parma”, un’altra grande storia d’amore e di
sogni di gloria.
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