pagina a cura del prof. Antonio Caporale
IL VESUVIO IERI E OGGI

Carlo Bonavia "veduta del Vesuvio in eruzione dalla lanterna del molo" 1757John Robert Cozens (1752 - 1797):Il Vesuvio visto dal porto di Napoli. Oxford, Ashmolean MuseumLuigi Crisconio "il Vesuvio visto da Portici" 1945 Andy Warhol "Vesuvio"  Philipp Hackert: l'eruzione del Vesuvio 1774 il Vesuvio imbiancato fotografato da Posillipo dal maestro Fernando Alfieri

Caratteristiche geologiche

cono vulcanico del Vesuvio foto aerea del complesso monte Somma - Vesuvio cratere del Vesuvio

Il complesso vulcanico Somma - Vesuvio è un tipico esempio di vulcano "a recinto", costituito da due strutture morfologicamente ben distinte, il Monte Somma ed il Gran Cono del Vesuvio. il primo rappresenta il residuo dell'antico vulcano, ancora ben conservato nel settore settentrionale, la cui attività terminò circa 17.000 anni fa con un collasso calderico sommitale. All'interno della caldera del Somma è in seguito sorto il Vesuvio, che attualmente raggiunge una quota di 1281 metri s.l.m. Entrambi gli edifici vulcanici sono il risultato della sovrapposizione di flussi lavici e piroclastiti (ceneri, pomici e scorie) eruttati da una bocca centrale. I due rilievi, Monte Somma e Vesuvio, sono separati dalla depressione della Valle del Gigante, a sua volta suddivisa in Atrio del Cavallo ad ovest e Valle dell'inferno ad est. I due versanti del complesso vulcanico Somma - Vesuvio sono nettamente contrastanti. Sul versante vesuviano, a sud, il continuo riversarsi di prodotti vulcanici dell'attività recente non ha consentito all'erosione di manifestarsi pienamente, mentre l'antico versante
settentrionale del Somma è solcato da profondi valloni determinati dall'impatto delle acque meteoriche.


Un pò di storia

L'origine dell'attività al Vesuvio si fa risalire a circa 25.000 anni fa, età dei prodotti più antichi affioranti, mentre prodotti di età intorno ai 30.000 anni sono stati rinvenuti in una perforazione a 1200 metri di profondità. La storia eruttiva del Vesuvio è caratterizzata dall'alternanza di eruzioni "effusive" ed "esplosive" (queste ultime dette Pliniane), le cui fasi principali, a partire da 17.000 anni fa fino al 79 d.C., sono state riconosciute con i metodi stratigrafici e radiometrici. La storia più recente, a partire dal 79 d.C. in poi, è stata ricostruita grazie al prezioso contributo di testimonianze e descrizioni dei principali eventi eruttivi. Tra questi si ricordano l'eruzione del 79 d.C. che distrusse le città di Pompei, Ercolano, Stabia ed Oplonti, ricoprendole di ceneri, lapilli e fango e che fu descritta da Plinio il Giovane in una lettera a Tacito; l'eruzione del 1631 che causò circa 40.000 vittime distruggendo gran parte degli abitati a sud del vulcano e quella del 1906 la più grande del XX secolo, durante la quale furono emessi grandi volumi di lava. L'ultima eruzione risale al 1944 la cui colata lavica è ancora ben riconoscibile nell'Atrio del Cavallo. Dal quel momento non si sono più avuti fenomeni eruttivi, sebbene manifestazioni sismiche di bassa energia ed attività fumarolica dimostrino lo stato di "riposo attivo" del vulcano.

 


PARCO NAZIONALE DEL VESUVIO

Il 5 Giugno 1995, è la data ufficiale di nascita del Parco Nazionale del Vesuvio, istituito per tutelare e valorizzare l'unico vulcano continentale attivo in Europa, ed uno dei vulcani più famosi del mondo. Gli obiettivi principali del parco sono:

· La conservazione degli ambiti florofaunistici e geomorfologici più rilevanti;

· L'applicazione di metodi di gestione e di restauro ambientale;

· La promozione di attività educative, formative, di ricerca scientifica e di attività ricreative compatibili;

· La ricostruzione e la difesa degli equilibri idraulici ed idrogeologici;

· La promozione e la conservazione di attività culturali, agricole ed artigianali tradizionali.

Il parco occupa una superficie di 8482 ettari, ed interessa il territorio di 13 comuni: Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano, Terzigno, Boscoreale, Boscotrecase, Trecase, Torre del Greco, Ercolano, San Sebastiano al Vesuvio, Massa di Somma, Pollena Trocchia, Sant'Anastasia, Somma Vesuviana.
Al suo interno il parco oltre al Gran Cono, ospita la Riserva Tirone-alto Vesuvio, splendido esempio di habitat forestale, e l'antico borgo del Casamale a Somma Vesuviana.


LA FAUNA

cincia morafaina

 

La fauna è particolarmente interessante. Tra i mammiferi si segnalano il Topo quercino, il Moscardino, la Faina, la Volpe, il Coniglio selvatico e la Lepre. Tra gli uccelli più di cento sono le specie presenti, tra residenti, migratrici, svernanti e nidificanti. Da segnalare le nidificazioni di Sparviere, Pellegrino, Poiana, Gheppio, Codirossone, Passero solitario, Colombaccio, Corvo imperiale e Cincia mora. Tra i rettili sono da citare il Ramarro, il Biacco, l'Emidattilo verrucoso e il Colubro d'Esculapio. Da confermare la presenza della Salamandrina dagli occhiali. Ricchissima di specie è anche la fauna invertebrata con la presenza di molte specie di farfalle (44) tra le quali la
Farfalla Atalanta e la Vanessa del Cardo, e molte falene tra cui la celebre Sfinge Testa di Morto.


LA FLORA

bosco vesuviano del versante nord

Il versante vesuviano più arido e assolato, presenta una caratteristica vegetazione spontanea di tipo mediterraneo. Il versante sommano, più umido, ha una vegetazione boschiva di tipo appenninico con boschi misti di castagno, querce, ontano, aceri e lecci.
La colonizzazione vegetale dei suoli lavici ha inizio poco dopo il raffreddamento ed è operata dallo Stereocaulon vesuvianum, un lichene coralliforme e di colore grigio-argenteo, primo essere vivente a insediarsi sulla lava raffreddata preparando il suolo per l'attecchimento delle piante.
L'elenco floristico comprende 906 specie differenti tra le quali 18 endemismi di grande interesse come l'Acero napoletano, l'Ontano napoletano e l'Helichrysum litoreum. Da segnalare anche l'alto numero di specie di orchidee (23) e di ginestre (tra cui la Genista aetnensis importata dall'Etna nel 1906).


 

I PRODOTTI TIPICI DEL SUOLO VESUVIANO

pesche di Somma Vesuviana

La terra vesuviana, grazie al Suolo lavico ricco di minerali, al buon drenaggio e al clima mediterraneo, è una delle terre più fertili
e rende unica per varietà di produzioni e tipicità di sapori l'agricoltura vesuviana.
Tra i prodotti vanno segnalati in primo luogo i vini.
Sul Vesuvio è localizzata l'area di produzione del Lacryma Christi, vinificato nelle varietà rosso, bianco e rosato, e ottenuto dalle uve Falanghina, Coda di Volpe (localmente detta Caprettone), Aglianico e Piedirosso.
Tra le varietà di frutta fresca i prodotti più importanti e significativi sono l'albicocca e la ciliegia. Dell'albicocca vesuviana, ritenuta la più buona al mondo per la ricchezza del gusto, sono conosciuti circa settanta cultivar diversi, i più noti dei quali sono: Pellecchiella, Boccuccia, Cafona, Carpone. Tra le ciliege coltivate sul Monte Somma le più famose sono la Ciliegia Malizia e la Ciliegia del Monte.
Tra gli ortaggi, oltre alla tradizionale coltivazione dei friarielli,
vanno ricordati i famosi "Pomodorini del piennolo": di
piccole dimensioni, tondeggianti, con una caratteristica punta alla base, hanno un sapore dolce-acidulo, vengono raccolti ancora acerbi e legati in ceppi, detti appunto piennoli e lasciati maturare lentamente. Nella cucina napoletana sono l'ingrediente
essenziale in un gran numero di piatti: dalla pizza agli spaghetti, al pesce.

il Vesuvio visto dal mare

Dal largo cono spaccato e frastagliato del Monte Somma emerge il cono più piccolo del Vesuvio.Visti dal mare i due crateri si fondono in un'immagine suggestiva

Una vista del vulcano dal lato nord. Da questa prospettiva  si evidenziano le coltivazioni  e la vegetazione che si è sviluppata alle falde del vulcano fino ad un'altitudine di 900 metri il Vesuvio visto dal lato nord

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