Vai alla homepage

LA RECIPROCITÀ VITALE TRA IL PRIMO ORDINE FRANCESCANO E L’ORDINE FRANCESCANO SECOLARE

UNA QUESTIONE DI IDENTITÀ

fr. Noel Muscat OFM

L’identità dell’OFS secondo le fonti storiche
L’identità dell’OFS secondo la Regola e Costituzioni Generali

Le risposte iniziali al "Rule Project", con il quale si incominciava la revisione della Regola del Terz’Ordine Francescano nel novembre 1965, indicavano un desiderio di avere una Regola che avrebbe presentato i membri del Terz’Ordine Francescano (oggi Ordine Francescano Secolare = OFS) come seguaci di S. Francesco, e come persone chiamate a dare nuovo vigore al rinnovamento nello spirito di Francesco, nella chiesa e nel mondo. Questo rinnovamento, tuttavia, doveva rispondere ai veri bisogni dei laici nel periodo post-conciliare. Le risposte davano peso alla natura "francescana" e "secolare" dell’OFS.

Il cammino iniziato nel 1965 fu ufficialmente ultimato nel 1978 con la promulgazione della nuova Regola OFS, e susseguentemente sviluppato con ulteriori testi di natura spirituale e legislativa, come furono le Costituzioni Generali, il Rituale e gli Statuti della Fraternità Internazionale OFS.

È venuto fuori un nuovo volto all’OFS, con tre caratteristiche che gli hanno dato un forte senso di identità nell’ambito della grande famiglia Francescana: la Secolarità, l’Autonomia e l’Unità. Sono tre caratteristiche che vanno insieme in maniera inscindibile. Questo lo si può verificare con uno sguardo retrospettivo alle fonti francescane che riguardano l’OFS e con un’analisi del testo della Regola e Costituzioni OFS attualmente vigenti, che hanno ricevuto l’approvazione da parte della massima autorità nella Chiesa.

Il mio scopo non è quello di entrare unicamente nelle questioni puramente "canoniche" o "giuridiche" riguardo all’identità dell’OFS, che hanno pure il loro valore e peso per aiutare ulteriori riflessioni sulla questione della identità di questo Ordine, basata su una "reciprocità vitale" tra il Primo Ordine dei frati e il Terz’Ordine dei secolari. Vorrei soltanto precisare che ogni riflessione di natura giuridica va anche valutata con un esame della identità di una entità così come è nata secondo il carisma di fondazione in un determinato momento storico.

L’identità dell’OFS secondo le fonti storiche

Le Fonti Francescano parlano poco di quello che oggi si chiama Ordine Francescano Secolare, e che inizialmente si identificava con il movimento della penitenza. Tommaso da Celano dice che, con l’esempio di Francesco, "trionfa la triplice milizia degli eletti" [1] . S. Bonaventura scrive: "Moltissimi, infiammati dalla sua predicazione, si vincolavano alle nuove leggi della penitenza, secondo la forma indicata dall’uomo di Dio. Il servo di Cristo stabilì che la loro forma di vita si denominasse Ordine dei Fratelli della Penitenza. Questo nuovo Ordine ammetteva tutti, chierici e laici, vergini e coniugi dell’uno e dell’altro sesso, perché la via della penitenza è comune per tutti quelli che vogliono tendere al cielo" [2] .

Questi riferimenti principali alla "fondazione" del Terz’Ordine sono state oggetto di ulteriori studi e discussioni. Le vicende storiche riguardo l’inizio "giuridico" del Terz’Ordine Francescano non sono così chiare da poter fissare date o trarre conclusioni arbitrarie.

"Non possiamo ingenuamente sostenere che Francesco ha fondato l’Ordine Francescano Secolare" [3] . Francesco e i suoi frati avevano certamente una relazione con i penitenti, ma questa era più di un’indole spirituale che giuridica. Sappiamo che era soltanto la Regola di Niccolò IV nel 1289 che stabiliva che i visitatori dei penitenti dovevano essere presi dall’Ordine dei Frati Minori.

Lo stesso autore che abbiamo citato è d’accordo con altri studiosi, come Meersseman, che dicono che Francesco non ha "inventato" l’Ordine dei Penitenti. Tuttavia, l’esperienza della metanoia evangelica che ha fatto Francesco, ha ispirato molti penitenti ad abbracciare una vita penitenziale nel suo stile. In questo senso spirituale, e non certamente giuridico, Francesco può essere considerato il fondatore dell’Ordine Francescano Secolare [4] .

Kajetan Esser è del parere che, fin dall’inzio, c’è stata una netta distinzione tra i Frati Minori e il Terz’Ordine. Secondo lui, le più antiche testimonianze che riguardano le fraternità di Penitenti non fanno nessuna menzione del ruolo dell’obbedienza, e in questo senso si vede una differenza di fondo tra questi gruppi e i Frati Minori. Il Terz’Ordine, fino ai nostri giorni (cioè al momento in cui scrive l’autore) "è rimasto più un gruppo locale di cristiani laici, che malgrado tentativi occasionali, non sono mai stati organizzati in modo centralizzato, mentre l’Ordine dei Frati Minori è cresciuto in tutto il mondo come una comunità unita fermamente nella disciplina dell’obbedienza" [5] .

Non sembra reggere neanche l’argomento spesso portato avanti, che i primi frati si consideravano penitenti. La Leggenda dei Tre Compagni, 37, presenta questo quadro della prima fraternità: "Dicevano alcuni: 'Da dove venite?’, altri chiedevano a che Ordine appartenessero. Benché riuscisse fastidioso rispondere a tante interrogazioni, essi confessavano con semplicità di essere dei penitenti, oriundi di Assisi. Infatti, il loro Ordine non era ancora detto Religione" [6] .

Sempre secondo Esser, l’esistenza de facto dei fratres et sorores de poenitentia in domibus propriis existentes può essere stabilità con certezza soltanto dal 1221, con il Memoriale propositi [7].

Lo sviluppo dell’Ordine della Penitenza dopo il Memoriale Propositi, tuttavia, lo vede legato sempre più intimamente con i Frati Minori. "Le fraternità crescevano soprattutto dietro la predicazione dei Francescani e questo elemento ebbe la sua influenza nello sviluppo delle caratteristiche dei Penitenti. Quando, verso la metà del secolo, nel processo continuativo della clericalizzazione dell’Ordine dei Frati Minori questi incominciarono ad avere chiese proprie, ne venne come effetto naturale che le riunioni delle fraternità si facessero prevalentemente nelle loro chiese" [8] .

Lo sviluppo delle relazioni tra Penitenti e Frati Minori non era sempre senza difficoltà. Fino alla Costituzione apostolica Supra Montem, con la quale Niccolò IV approvò la nuova Regola del Terz’Ordine nel 1289, i Penitenti in varie città italiane furono sottomesse all’obbedienza ora dei vescovi e ora dei frati visitatori [9] . A noi interessa il fatto che, per i primi sessant’anni della loro vita, i Penitenti Francescani assumevano una certa autonomia dai Frati, e questi, a loro volta, non sempre si interessavano dei Penitenti, per motivi legati a vicende storiche. In altre parole, l’automomia del Terz’Ordine Francescano è stata una caratteristica fin dall’inizio, anche se per autonomia non sempre si intendevano buone relazioni con i frati.

L’identità dell’OFS secondo la Regola e Costituzioni Generali

La Regola OFS approvata da Paolo VI nel 1978 dice: "In seno a detta famiglia (Francescana), ha una sua specifica collocazione l’Ordine Francescano Secolare" [10] . La stessa Regola, al numero 20, dice che le fraternità OFS, "hanno singolarmente la propria personalità morale nella Chiesa". Questi testi ci dicono che l’OFS è nettamente distinto da ogni altra entità nell’ambito della famiglia Francescana, avendo una sua specifica collocazione in seno a detta famiglia, come pure che, per conseguenza, l’OFS ha diritti e doveri inerenti al suo status giuridico.

Le Costituzioni Generali, all’articolo 85, parlano dell’OFS come parte integrante della famiglia Francescana, e dicono che l’OFS è chiamato a vivereil carisma di Francesco nella dimensione secolare, mantenendo stretti rapporti con il Primo Ordine e TOR. Qui subentra la questione di come conciliare insieme la giusta autonomia dell’OFS e la comunione vitale reciproca tra OFS e frati del Primo Ordine e TOR, che viene radicata nello stesso carisma comune alle varie componenti della famiglia Francescana.

In questo contesto si deve discutere fin dove arriva questa "comunione vitale reciproca" per non diventare "ingerenza inopportuna" da parte di un’entità sull’altra. "Nella situazione dell’OFS, con la sua dipendenza da più Istituti religiosi, c’è il rischio che la piena unità strutturale possa entrare in conflitto con la relazione specifica che ogni componente ha con gli Ordini di riferimento, a cui compete l’altius moderamen, che non può essere esercitato collegialmente" [11] .

L’OFS partecipa nel medesimo carisma di Francesco che ha una dimensione religiosa e una dimensione secolare. Non pare che ci sia una dipendenza giuridica l’una dall’altra, anche se ci deve essere un forte legame spirituale e di fedeltà al comune carisma. Nello stesso articolo 85 delle Costituzioni Generali viene ribadito che la cura spirituale e pastorale dell’OFS è dovere dei Ministri Generali e Provinciali, a cui spetta l’altius moderamen. Poi le Costituzioni specificano lo scopo dell’altius moderamen: "L’altius moderamen mira a garantire la fedeltà dell’OFS al carisma francescano, la comunione con la Chiesa e l’unione con la Famiglia Francescana, valori che rappresentano per i francescani secolari un impegno di vita".

L’esercizio dell’altius moderamen è certamente personale a livello di fraternità locali, ma è anche evidente che è un esercizio collegiale, specie a livello regionale, nazionale e internazionale. Questo si deduce dal fatto che la fedeltà al carisma fancescano in comunione con la Chiesa non è soltanto un dovere di ciascuna famiglia Francescana del Primo Ordine e TOR, ma soggiace alla stessa identità di ogni entità del movimento Francescano, costituendo il suo ragion d’essere nella Chiesa. Perciò è un patrimonio comune a tutti, con uguale dignità. Non pare che esista nessuna difficoltà per la legislazione OFS, approvata ufficialmente dalla Chiesa, ad ammettere una struttura di "più alta direzione" esercitata collegialmente. Questo modo di ragionare non significa affatto che ci sia uno sganciamento dai singoli Ordini. Il carisma francescano è incarnato non soltanto nei quattro Istituti diversi e autonomi del Primo Ordine, ma addirittura in ogni Istituto Francescano. È un elemento che soggiace allo stesso essere francescani. Le diverse famiglie, giuridicamente autonome, sono nate tali per motivi di natura storica, ma non erano così agli inizi. Se questo è evidente in modo lampante nel Primo Ordine, non lo è tanto chiaramente nel Terz’Ordine, perchè questo ha trovato la sua collocazione giuridica sotto la direzione dei frati soltanto dopo la Regola di Niccolò IV, e oltretutto ha cominciato a dipendere dalle singole famiglie del Primo Ordine dopo che questi sono andati ognuno per conto proprio. La divisione in "obbedienze" non ha nulla a che fare con le intenzioni originali di Francesco, e tanto meno con l’identità originaria del carisma francescano. È soltanto frutto di contingenze storiche [12] . Come struttura può essere stata valida per decenni, ma è ormai più che evidente che la nuova Regola e le Costituzioni auspicano una struttura di natura unitaria, pur rispettando le varie istanze giuridiche che non devono, tuttavia, prendere il sopravvento sull’identità del carisma. In questo modo non esiste nessuna contradizione tra carisma e istituzione, anche se si potrebbe discutere riguardo alle modalità per conciliare le due dimensioni. Sacrificare il carisma per salvaguardare un progetto giuridico di istituzione sarebbe uno snaturare l’identità propria dell’OFS e sarebbe paragonabile all’altro polo di un OFS, senza un riferimento giuridico al Primo Ordine e TOR, che passerebbe sotto la giurisdizione dei vescovi o della Congregazione. Altius moderamen che implicherebbe una reciprocità e unità nella collaborazione fraterna tra Primo Ordine/TOR e OFS è certamente ammissibile e indispensabile per garantire la fedeltà al carisma. Non sarebbe più altius moderamen secondo lo spirito della Regola e Costituzioni Generali OFS quello che chiederebbe la dipendenza pastorale e giuridica da ciascuna famiglia del Primo Ordine presa a sé stante, senza riferimento all’unione vitale reciproca che deve regnare non soltanto tra OFS e Primo Ordine/TOR, ma anche tra le varie famiglie dei frati del Primo Ordine/TOR.

Una spiegazione adeguata dell’altius moderamen inteso nel senso di comunione vitale e reciproca, viene data da Priamo Etzi: "Questa spiritualità tipica comporta un legame particolare con il medesimo istituto, che ha il diritto-dovere di esercitare l’altius moderamen. Esso dovrebbe soprattutto significare non - come nel vecchio Codice - l’intervento o la direzione dei superiori dell’istituto religioso negli affari del Terz’Ordine Secolare (cfr. can. 702 CIC 1917), il che mortificherebbe direttamente il diritto alla soggettività giuridica, né necessariamente una specie di supervisione degli atti quanto, piuttosto, la partecipazione vitale dei membri secolari nell’adempimento dello spirito e del carisma dell’istituto religioso e la garanzia per quest’ultimo, della condivisione autentica e fedele da parte dei secolari di tale carisma, attraverso la relazione ufficiale all’istituto religioso" [13] .

La Lettera dei Quattro Ministri Generali della Famiglia Francescana, scritta a Roma il 4 ottobre 1978 in occasione dell’approvazione della Regola OFS da parte della Santa Sede, dice ai secolari: "Dovete mettere in pratica l’invito della regola alla creatività e all’esercizio della corresponsabilità ... Noi, ministri francescani, con tutti i nostri frati abbiamo l’animo pronto ed aperto ad offrirvi tutta l’assistenza per camminare assieme a voi nelle vie del Signore". Queste affermazioni, a mio parere, sono una prova della competenza dei Ministri Generali Francescani di esercitare collegialmente la "più alta direzione" dell’OFS, che essenzialmente comprende l’assistenza e il camminare insieme ai secolari, secondo le indicazioni che la Regola offre nell’esercizio della corresponsabilità. Questa visione dell’altius moderamen non pare che leda minimamente alle sue componenti di natura giuridica e formale, che sono principalmente, come deduce Carfagna in modo esatto: l’erezione delle fraternità locali (Regola OFS 22); la visita pastorale (Regola OFS 26); la nomina degli Assistenti (Regola OFS 26). Riguardo alla rimozione del Ministro Generale, le Costituzioni, all’articolo 85, paragrafo 5, dicono: "L’eventuale rimozione del Ministro Generale è di competenza dell’Unione dei Ministri Generali del Primo Ordine e del TOR". È un atto di natura collegiale, che viene sancito dalle Costituzioni Generali approvati dalla Chiesa [14] .

In questi ultimi decenni i Francescani Secolari si sono impegnati a riscoprire la loro specifica identità come Ordine nella Chiesa e come parte insostituibile della grande famiglia Francescana. Il decreto conciliare Perfectae caritatis[15] auspicava un ritorno al Vangelo e alle finalità proprie dei fondatori degli istituti di vita consacrata. Le famiglie del Primo Ordine Francescano/TOR si sono impegnate profondamente in questo rinnovamento, e anche oggi, stanno ancora interrogandosi riguardo alla identità propria e specifica secondo le intenzioni di Francesco al momento di fondazione dell’Ordine [16] . Se questo processo lodevole negli Ordini religiosi è da ammirare e favorire, è anche opportuno rivalutare l’impegno dei laici cristiani nel riscoprire la propria identità nella Chiesa. "C’è nella chiesa diversità di ministero ma unità di missione [...] I laici, resi partecipi dell’ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, nella missione di tutto il popolo di Dio assolvono compiti propri nella chiesa e nel mondo" [17] .

Penso che tutto il discorso riguardo alla unione vitale reciproca tra Ordine Francescano Secolare e Primo Ordine/TOR dovrebbe essere impostato in questi termini post-conciliari. Le conseguenze logiche da trarre sono abbastanza evidenti. L’OFS post-conciliare dovrebbe presentare un’immagine di un Ordine Francescano e Secolare, unito inscindibilmente a tutte le altre componenti della grande famiglia francescana, eppure automono nella gestione dei propri affari. La comunione vitale reciproca, esercitata anche tramite l’altius moderamen , è la garanzia di fedeltà all’unico carisma, che la Chiesa affida principalmente alle famiglie del Primo Ordine/TOR per tutelarlo. Se c’è questa fedeltà, che è certamente segno di "ortodossia", non vedo nessun motivo per una ingerenza inopportuna negli affari interni all’OFS, che in questi ultimi decenni ha auspicato l’unità come un valore che da senso alla propria identità.

NOTE
-----------------

  1. 1 Celano, 37, in Fonti Francescane (FF), Edizioni Messaggero Padova 1980, 384.
  2. S. Bonaventura, Legenda Maior, IV,6, in FF 1073.
  3. Robert M. Stewart, “De Illis Qui Faciunt Penitentiam”. The Rule of the Secular Franciscan Order: Origins, Development, Interpretation, Istituto Storico dei Cappuccini, Roma 1991, 213.
  4. Robert M. Stewart, “De Illis Qui Faciunt Penitentiam”, 216: “Possiamo perciò affermare che, sebbene non con una intenzione esplicita ma implicitamente con la sua vita ed esempio, Francesco, e per estensione i primi frati, certamente hanno fondato questo Ordine dei Penitenti” (mia traduzione dall’originale in inglese).
  5. Kajetan Esser OFM, Origins of the Franciscan Order, Franciscan Herald Press, Chicago 1970, 70-71.
  6. Leggenda dei Tre Compagni, 37, in FF, Edizioni Messaggero Padova 1980, 1441. Cfr. Anonimo Perugino, 19, in FF 1509.
  7. Kajetan Esser OFM, Origins, 45, nota 18.
  8. Raffaele Pazzelli TOR, San Francesco e il Terz’Ordine. Il movimento penitenziale pre-francescano e francescano, Edizioni Messaggero Padova 1982, 255.
  9. Raffaele Pazzelli TOR, San Francesco e il Terz’Ordine, 263-267.
  10. Paolo VI, Regola OFS, 2. Cfr. Costituzioni Generali OFS (CG), art. 1, par. 2.5. Il corsivo nei testi citati dalla Regola e CG è mio.
  11. Pietro Carfagna OFM, “In Comunione Vitale Reciproca. Tra partecipazione e condivisione del carisma: una questione di identità”, in Il Cantico. Mensile dell’Ordine Francescano Secolare, 5 (Maggio 2000), inserto speciale. L’autore cita dei documenti per far valere la tesi che esiste una dipendenza dell’OFS dal Primo Ordine. “La partecipazione al carisma dell’istituto religioso, e la conseguente dipendenza giuridica, è l’elemento discriminante per cui un certo tipo di associazione di fedeli laici possa definirsi III Ordine. Ne segue che se viene meno questa 'partecipazione carismatica - dipendenza giuridica’, l’associazione che è detta Terz’Ordine diventa un’altra cosa”. I documenti citati sono i seguenti: Sacra Congregatio pro Religiosis et Institutis Saecularis, Decretum Experimenta (2 febbraio 1972), in Acta Apostolicae Sedis 64 (1972), 393-394: “Ad mentem Concilii Oecumenici Vaticani II (Decr. Perfectae caritatis, 14) et Adhortationis Pontificiae Evangelica testificatio, n. 25 (AAS 63 [1971], 510) ratione habita legitimarum consultationum necnon limitum a iure sive communi sive particulari receptorum, Superiores auctoritate frui debent personali”. Si deve precisare, tuttavia, che il decreto Experimenta che viene citato non riguarda le relazioni tra religiosi e secolari, ma soltanto quelli esistenti tra religiosi. In questo senso non può essere presentato come prova che nell’esercizio del l’altius moderamen di cui parla il Canone 303, e come risulta essere stato capito nella legislazione OFS (approvata pure dalla Chiesa) sia da escludere un’azione di natura collegiale.
  12. Priamo Etzi OFM, L’“Altius Moderamen” del Can. 303 CJC 1983 nell’organizzazione dell’Ordine Francescano Secolare, Pontificium Athenaeum Antonianum, Facultas Iuris Canonici, Theses ad Lauream n. 105, Romae 1994, 202: “Il cambiamento del nome (da Ordo Poenitentiae a Tertius Ordo Sancti Francisci) non è che il segno di un cambiamento che investe la stessa struttura dell’Ordo Poenitentium: quest’ordine di laici, aveva certo una propria struttura giuridica, ma nello stesso tempo doveva dipendere dai Frati Minori, che li dirigevano con i loro visitatori e istruttori. In altre parole, affidandone la cura e la direzione, nella figura del visitatore, ai Frati Minori, i Pontefici sottoponevano (de factose non de iure) il Terz’Ordine al Primo; ai Frati Minori che vedevano nei Penitenti nient’altro che dei loro seguaci, dei loro benefattori e spesso dei loro amministratori nell’uso del denaro. La completa sottomissione comunque fu sancita dalla Costituzione apostolica “Romani Pontificis Providentia” emanata da Sisto IV il 15 dicembre 1471. Essa definiva e concedeva ai Frati Minori la “superiorità, la potestà e l’autorità” nei confronti del Terz’Ordine. I terziari cessano così di essere un soggetto di diritti e doveri e diventano un “oggetto”, tra l’altro conteso dalle quattro famiglie francescane (Frati Minori, Frati Minori Conventuali, Frati Minori Cappuccini, Terziari Regolari)”.
  13. Priamo Etzi, L’“Altius Moderamen”, 205.
  14. Priamo Etzi, L’“Altius Moderamen”, 208: “Spetta all’unione dei ministri generali del Primo Ordine e del Terz’Ordine Regolare - l’altius moderamen deve dunque essere esercitato collegialmente - curare i rapporti con la Santa Sede per quanto concerne l’approvazione dei documenti legislativi e liturgici, per la cui approvazione sia competente la medesima; visitare il consiglio internazionale dell’Ordine Francescano Secolare e il suo consiglio di presidenza; confermare l’elezione del ministro generale del Terz’Ordine Secolare; confermare lo statuto del Consiglio Internazionale dell’OFS.
  15. Concilio Ecumenico Vaticano II, Decreto Perfecate caritatis sul rinnovamento della vita religiosa, 2, in Enchiridion Vaticanum, Vol. I, Edizioni Dehoniane Bologna 1979, numeri marginali 706-711.
  16. Conferenza dei Ministri Generali del Primo Ordine e TOR, L’Identità dell”Ordine Francescano al momento della sua fondazione, Roma 1999.
  17. Concilio Ecumenico Vaticano II, Decreto Apostolicam actuositatem sull’apostolato dei laici, 2, in Enchiridion Vaticanum, Vol. I, numero marginale 917. C’è da notare che i laici vivono nel mondo in mezzo agli affari secolari (vero laicorum statui hoc sit proprium ut in medio mundi negotiorumque saecularium vitam agant). Se questo principio viene applicato all’Ordine Francescano Secolare, che è prevalentemente composto di laici, si deve studiare molto profondamente il loro ruolo di “secolari”, che purtroppo risulterebbe offuscato da una troppa preoccupazione di farli entrare sotto la “protezione” o “direzione” dei religiosi, salvo sempre il carisma francescano comune a tutti e due.



O.F.S. S.Croce in Fossabanda - c/o Convento Francescano OFM
Piazza S.Croce, 1 - 56127 Pisa - tel. 050570193

Clicca QUI per la piantina di Pisa con l'indicazione del convento.

Per contatti e informazioni clicca QUI oppure scrivi all'indirizzo:
ofs.scroce@libero.it


visite dalle Stimmate di San Francesco 2002 This Site Tracked by OneStat.com