Dopo Quando i sorrisi inciampano tra loro, e ti stringo a me fino a dolerne. Quando le mie labbra ti cercano e sei dentro di me, anima nell’anima carne nella carne. Allora, come il tiepido sole del mattino il piacere si irradia, fino alle cellule più lontane, la mente le ascolta, una a una e si satura confondendole fra respiri, sospiri, fremiti… E’ dopo, nell’oblio dell’assenza che il pensare diventa dolore. |
Ombre
Regalami le tue ombre.
Resteranno con me
quando non ti avrò accanto
per tutto il maledetto tempo vuoto
in cui il desiderio diventa mancanza
e la mente disegna e cancella
continuamente
la luce del tuo volto.
Regalami le tue ombre
e riascolterò la tua voce nel ricordo
e sarà una nuova carezza,
aspettando di rubare un altro bacio.
Regalami le tue ombre,
terrò la luce accesa
affinché non scompaiano,
le affiderò alla mia anima
e quando saranno inquiete o tristi,
ne cullerò il dolore.
Regalami le tue ombre,
sai che a me non faranno male.
Perdere
qualcuno Negli ultimi tempi c’era stata in lui un’alterazione così evidente e strana che facevo fatica a comprendere. Forse rifiutavo - credo proprio che fu questo il vero motivo - di arrendermi a quel palese decadimento che lo stava allontanando, in modo così definitivo, da tutto quello che gli ruotava intorno. I suoi occhi, nei quali ero solito leggere il desiderio d’essere vivo, parevano spenti; non osservavano più le cose. Si posavano velati e distratti su ogni oggetto e raramente si confondevano nei miei. Allorché li incrociavo era l’angoscia l’unica sensazione che s’impadroniva dei miei sensi. Ora i ricordi sono, ancorché sfumati come una vecchia e sbiadita fotografia, molto più delicati e una serena malinconia m’assale ogni volta che penso a lui. |
Nella mia mente
La primavera non è ancora qui, ma tu ci sei.
Sei qui, furtiva,
nelle piccole particelle della mia memoria,
sei qui eterea e soffice,
come in un sogno dimenticato,
dolce e frizzante come l'aria
di questo giorno morente.
E vorrei baciarti ora
e teneramente accarezzare
i tuoi capelli,
mentre il tuo sorriso mi regala, ancora,
un attimo di vita.
Disagi
Confusione e delirio...
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Bombe
L'ordine è giunto; via !
E partono rombando, in formazione
come stormo d'uccelli migratori,
verso una meta che sarà precisa,
verso una sorte ch'è di già decisa.
L'altimetro segnala i punti giusti,
la cloche manovra in precisione....
e volano fra valli ed alti arbusti
persi fra monti e in ogni direzione
nubi leggere come zucchero filato,
memorie d'un tempo ormai passato.
Vola la menteg dove é sopito il cuore
dov’è celato quello che più preme,
dove una voce allegra ti sovviene
che per domani andiamo in gita, amore..
mentre dentro la cuffia arriva forte,
l'ordine di virar verso la morte.
Ed ecco l'obiettivo, tutto a un tratto
nel buio della notte, ma è preciso
nello strumento il punto di contatto.
Premi il bottone, l'ordine è deciso!
E volano giù in basso, come biglie,
siluri roventi a devastar famiglie.
Il fuoco avvolge tutto, tutto è arsura,
premi il bottone a ristorar la gola,
ne premi un altro, non vola la paura,
mentre scende lì accanto
fresca coca-cola.
Avido bevi e t'illudi ancora
che di vincere la sete è giunta l'ora.
E allora chiudo gli
occhi… Il tuo sorriso s’è accoccolato, gattino ronfante, nel mio spazio vitale e mi accarezza da ogni vetrina, dal cenno di un amico, da ogni pensiero. E la dolcezza del ricordo si fa lieve, tenero, fugace. Vibra in me, come corde d’un arpa muta, il vuoto dell’assenza. E allora chiudo gli occhi e ti sento in me. |
Sogni
Risuona in uno spazio vuoto
l’eco dei tuoi pensieri,
palpiti nell'etere,
polvere di stelle.
Le tue eterne emozioni
da sempre accarezzano
le mie illusioni.
Le risonanze del tuo essere
danno vita a un sogno,
un sogno che ad ogni alba
sfuma e si frantuma
in cocci incomponibili
sparsi sul lucido pavimento
che ne riflette sprazzi di luce.
E più vorrei riviverlo
più muore nel ricordarlo.
Per te Per te
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Astrazione
Il posacenere
non mi ha sorriso
mentre lo guardavo fissamente.
Forse nemmeno immagina
come è buffo essere guardati
senz’essere osservati.
Rintocchi ERA NOVEMBRE
Fuori dalla metrò,
sei sceso in Duomo, ti assale il fragore e la vita della tua città.
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