Capitolo
Primo
AMBROSIO DE LUCA (sostituto
procuratore)
Se mi avessero detto che quella
calda mattina di fine estate, recandomi come tutte le domeniche a La Thuile
in cerca di funghi e.....di Raffaella, avrebbe portato un certo scompiglio
nella mia vita, non ci avrei creduto.
Da cinque anni ormai percorrevo i 42 km. che dividono Aosta dal quel
fascinoso luogo magico ogni fine settimana; dal giorno in cui, da poco
assegnato al tribunale di Aosta, fermandomi in un bar all'angolo di via
Leoncavallo a La Thuile, la vidi per la prima volta. Fui subito attratto dai
suoi capelli scuri tenuti da un nastro viola, le labbra senza rossetto,
pronunciate, gli occhi fondi che, seppur severi, mi squadravano sfrontati,
gli zigomi alti che le davano un aspetto un po' sdegnoso.
Girovagando per il mondo prima di finire gli studi, ho conosciuto molte
persone, e molte altre ne ho incontrate nell'esercizio della mia attività di
procuratore, ma Raffaella è una donna che non si dimentica, né sono mai
riuscito a dimenticare le sue ultime parole sprezzanti....
Studi, fatiche, logorìo, consumo di energie e di tempo per essere poi
oggetto di un'infinità di satire fiorite intorno alla mia professione. Già
perché noi, nei processi, abbiamo sempre degli avversari; e nella
schermaglia ci lanciano contro accuse, insinuazioni, stoccate; se poi si è
sconfitti la maldicenza continua anche fuori, nei crocchi degli amici,
magari insaporita da frecciate ed epigrammi.
E' davvero frustrante; mentre un procuratore, con le spalle gobbe, gli
occhiali sul naso, sfoglia uno scrittore in traccia dell'autorità che valga
a sostenere il suo assunto, e la trova; il suo avversario curiale, con le
spalle gobbe, gli occhiali sul naso, va squadernando il medesimo scrittore
in traccia della dottrina contraria; e la trova!
Davvero avvilente.
IL MUTO
2"Mi chiamo Bondo.
Giacomo Bondo."
Ho sempre sognato di presentarmi così. E invece non parlo. E qui, dove vengo
a passare le vacanze, tutti mi conoscono come il Muto.
Muto, forse.
Cieco, no.
E li vedo tutti, questi immarcescibili campioni del genere umano: cordiali:
tanto la calunnia è invisibile; disponibili: e ti caricano l’iva su un
consiglio amichevole; dolci: anche il cianuro sa di mandorle.
Il Muto; così mi chiamano.
Ma non sanno come io chiamo loro e la loro ridente cittadina.
Già: ridente cittadina, che chiude il saltabeccante snodarsi di una vallata
alpina: ridente anch’essa. Così recitano le ipocrite descrizioni del
depliant promozionale e i turisti, in litanìa, sbottano in un liberatorio
“ridente col cazzo” che la dice lunga sul loro modo di vivere lì le
fatidiche due settimane di riposo. Ridente anch’esso
E ogni anno mi arrampico lungo il sentiero degli stronzi per raggiungere
quel ridente residence che s’affaccia su un ridente slargo dove ridono dei
ridenti montanari che non hanno mai riso per tutta la vita, ma che devono
ridere all’arrivo dei turisti: disposizione dell’azienda turistica locale.
Il sentiero degli stronzi.
Vorrei poter dire che lo chiamo così per le quintalate di residui organici
che la quintalata di passeggiatori a quattro zampe vi deposita
incessantemente.
Vorrei poter dire che lo chiamo così per i proprietari dei passeggiatori a
quattro zampe, passeggiatori a due zampe, che con aria indifferente fingono
di guardare il panorama per non raccogliere i souvenir dello loro dame di
compagnia.
Devo invece dire che lo chiamo così per la pletora dei passeggiatori a due
zampe, tutti insieme, senza riserve od eccezioni, accompagnati o meno,
villeggianti o no.
Mi accompagna nell’ultimo tratto del percorso verso le stanze, ridenti, che
mi ospiteranno un rumore ossessivo di bocce che tende a diventare sempre più
forte, man mano che mi avvicino all’abitazione di Gianni Baselina.
Dire che è zoppo sarebbe fargli un complimento. La natura lo ha sciancato.
E’ deforme: nei piedi e nelle gambe. Eppure è un asso delle bocce: il
miglior accostatore mai visto in valle. E’ anche un autista provetto: al
volante di una vecchia 500L gialla, adattata alle sue possibilità di guida,
dà spettacolo quando si arrampica in valle. Nessuno ha capito come diavolo
faccia ad ingranare la prima marcia a trenta chilometri all’ora, ma ci
riesce. Sensibilità d’orecchio, decisamente. E in omaggio al suo talento
d’autista lo chiamo Fittipaldi. Così faccio credere. Ma in realtà penso alla
sua zoppìa.
ANTONIO SILVESTRI (AMMUINA)
Ricordo ancora l’aria tersa e
il freddo frizzante di quella primavera in cui arrivai a Le Thuile.
Il cielo azzurro , tanto brillante da sembrare ridipinto da una mano di
pittura fresca.
Quest’ ultimo particolare mi fece sentire a casa .
Per questo decisi di fermarmi lì , almeno per quella stagione turistica. Ma
non da turista.
Il mio carattere irrequieto mi aveva già portato via per molti luoghi. Senza
meta. Solo porti in partenza la mia vita. Un po’ di tempo, e poi via, si
riparte inseguendo nuove e antiche inquietudini.
Il silenzio di quel giorno mi sembrò una carezza al cuore, un riposo di cui
avevo bisogno, una pace che sembrava a portata di mano.
Decisi istintivamente e mi presentai al gestore del bar in piazza.
Sono ormai diversi anni che sono qui.
Gente generosa questa di montagna, ma terribilmente taciturna, seri e
puntuali a cui il lavoro non fa fatica, sobri e sommessi nelle loro
intenzioni e nei loro gesti, quasi che il freddo raggelasse il loro sangue,
impacciandone i movimenti.
Con questa temperatura e questo silenzio mi sembrano fedeli in una
cattedrale di ghiaccio.
Al contrario io sono nato su uno scoglio alla luce prepotente del sole della
mia terra del sud, generosa e calda. Una focina dell’inferno.
Ho sempre bisogno di sentire il fuoco nelle vene .
Per questo mi muovo di continuo e per rompere il silenzio troppo pesante per
i miei gusti faccio tintinnare piattini e tazze, bicchieri e brocche,
cucchiaini e zuccheriere.
I miei buongiorno , arrivederci e grazie sono diventati la mia carta di
identità.
Hanno avuto sguardi di aperta riprovazione, inizialmente non mi reggevano,
anzi proprio non mi sopportavano, ma la mia confusione deve avere in qualche
modo intaccato la loro scorza di vecchie querce.
Tant’è che nessuno più si ricorda che mi chiamo Antonio Silvestri , tutti mi
chiamano “Ammuina”.
Conosco tutti qui ormai, e pur restando uno “straniero” mi accettano come
uno di loro .
Li ho osservati uno ad uno, senza malizia, tant’ cch cazz teng’a ffa??
Ho visto passeggi e fughe, chiacchiere e liti, sguardi diretti e sfuggenti
ammiccate.
Parlano con il corpo , loro non se ne accorgono neppure .
Le loro piccole manie sono talvolta più eloquenti dei loro discorsi.
Conosco la marca di sigarette che fumano, quale giornale leggono, che tipo
di profumo utilizzano.
E posso garantire che in questa apparente normalità ci sono tipi davvero
speciali e molto, molto particolari.
SARAH LERNER (medico legale)
Dalla finestra osservo il cielo
nel massimo suo splendore,ma nulla di questa pace fa per me, sono appena
tornata dalla riunione mensile di Medicina Legale e sono esausta.
E' stata una lotta disgustosa, da un po' di tempo succedono cose strane,
tipo appuntamenti non comunicati ect, ed oggi ho scoperto il motivo, c'è in
ballo il posto di Responsabile e il mio collega Pagliani pensa debba andare
a lui, solo perché è uomo, li ho mandati tutti al diavolo ed ho preso 4
settimane di ferie, se la vedano da soli.
Sono medico legale da 10 anni e sono preparata, ora sono pure
arrabbiatissima
il mio nome è Sarah Lerner e al mio attivo ho diversi casi risolti.
Mi guardo intorno, solo silenzio, entro in camera e decido che fare; prendo
la valigia dall'armadio, raccatto qualche indumento, biancheria, una tuta ,
pantaloncini corti e T-shirt, un paio di scarpe ed una visiera parasole,
infilo tutto dentro, inserisco l'allarme e senza ripensamenti mi tiro la
porta dietro. Impiego molto tempo ad uscire dalla città ma finalmente sono
in viaggio.
Mentre percorro l'autostrada penso, chissà se a La Thuile fa più fresco,
spero che la portinaia abbia tenuto in ordine le mie due camerette, di
solito in questo periodo di vacanze collettive non vengo mai, poi scrollando
le spalle mi rispondo che in fondo poco importa, io ho bisogno di pace,
spero di dimenticare esami di laboratorio, resti di cibo, tumefazioni,
ferite da arma da fuoco e tutto il resto che ultimamente ho dovuto
attendere.
Quando arrivo è già notte, come temevo tutte le finestre sono buie, suono
diverse volte e finalmente la Sig.ra Giuditta mi apre la porta.
<Dottoressa ma è lei? > mi dice <Come mai non mi ha avvisata , avrei
preparato qualcosa>, Va bene così, ho solo bisogno di riposare, mi basta
poter entrare, rispondo, grazie di tutto, ci vediamo domani e mi butto sul
letto così come sono, piombando in un sonno agitato.
GIORGIO DEL BO' (spaccapalle)
Hi... il mio nome è Giorgio del
Bò detto Spaccapalle, le mie origini non sono montane, per amicizia mi sono
trasferito a La Thuile dove il mio vecchio compagno di scuola Fittipaldi mi
ha convinto a fare coppia con lui nel gioco delle bocce, gli occorreva uno
veramente forte ed io che non mi tiro mai indietro ho accettato, sapendo che
il posto pullula di belle sfitinzie ho impiegato meno di uno slalom
parallelo per fiondarmi in questo posto accogliente e rigenerante per chi ha
certi tipi di esigenze, si… prima di ogni cosa è meglio dire che a me
occorre fare l’amore almeno una volta al giorno ed in montagna l’appetito
non manca mai, anche quello sessuale. Ma che bel posticino che ho trovato e
chi va più via, considerando che nella stagione turistica le turiste
vogliose fanno la fila per contribuire al mio "dolce ed innocente
sollazzo".... mi viene in mente una rima poetica, oooh che gioia che
contento se tirasse sempre il vento... oooh che gioia che sollazzo se
tirasse sempre il …… vento, ricordo ai tempi del liceo un nostro compagno
che recitava spesso questi “poetici versetti” e l’allora innocente mio
grande amico Fittipaldi (che in quel periodo ancora non aveva questo
nomignolo) con fare sbigottito mi bisbigliava all’orecchio “ma la rima mica
c’è?”, ed io gli rispondevo "ce staaaa ce staaaa".
Non posso dire che madre natura non sia stata generosa con me, ottengo il
meglio da chi mi sta vicino soprattutto con le mie innate doti di genialità
pura, posso essere campione di qualsiasi disciplina sportiva grazie anche ad
un fisico possente ed agile allo stesso tempo, esprimo il meglio di me
stesso durante le numerose visite a base di solo sesso che sovente ho con
donne sposate e non, preferibilmente nella fascia d’età che va dai venti ai
trent’anni, all’incirca 27 sono gli anni giusti per me. Attualmente ho una
relazione quasi fissa con una donna eccezionale, Raffaella, sposata con un
uomo che non ha mai tempo per farla sentire donna, cosa per la quale io non
ho rivali... avendo avuto "maestre" che si sono prodigate nell’insegnamento
dell’arte amatoria sono diventato un accanito praticante del kamasutra sia
nella sua forma originale che in tutte le sue varianti.
Lo sport nel quale eccello in questo periodo è sicuramente il gioco delle
bocce, pratico questa impegnativa attività con la mia solita verve, sono uno
che spacca talvolta le palle vista la forza immane che imprimo con tutta la
violenza del braccio e della spalla nel cercare di colpire le bocce
dell’avversario vicine al pallino, riesco quasi sempre ad ottenere il mio
scopo se non proprio di spaccare almeno di bocciare via la palla avversaria.
Questo impegno quotidiano toglie molto tempo alla mia naturale vocazione, la
caccia al gentil sesso (non so se si era capito), sottraggo tempo al sonno
per poter essere più volte possibile presente ai raduni bocciofili che si
tengono con frequenti tornei in tutta la regione, quando, una volta all’anno
a Montecarlo, si può finalmente partecipare al meeting internazionale fra i
campioni dei campioni..... il famosissimo “TORNEO DELLE 5 NAZIONI DI BOCCE”.
RAFFAELLA BESCAPE'
Per fortuna non mancano i soldi. E posso tranquillamente decidere di
andarmene per un giorno a far compere dovunque. Tanto l'autista è a mia
disposizione. E tanto quel cretino di Luca è sempre indaffarato con i suoi
conoscenti… E chi lo regge per un giorno intero? Certo che sposare un tizio
solo per fare la vita da signora ha i suoi lati negativi: veder sobbalzare
una pancia indefinita mentre le lenzuola cercano disperatamente di coprirla,
sentire quel russìo continuo nonostante i tappi per le orecchie… ah, prima o
poi mi deciderò a dormire in un'altra stanza.
All'inizio pensava davvero che io fossi una mogliettina affabile, sempre
pronta a servirlo, a seguirlo, a sopportare le sue cene d'affari, come le
definisce (un gruppo di cretini a lanciarsi occhiate e darsi pacche sulle
spalle dopo una battuta volgare…), ma infine sembra aver capito di che pasta
sono fatta. Ho dovuto agire con furbizia ed evitare di farlo inquietare,
questo è vero. Ho dovuto aspettare qualche giorno dal trasferimento prima di
vagliare gli abitanti del posto per i miei desideri. Ma sembriamo aver
trovato una dimensione e sembra bastargli di vedermi a sera tarda. A volte.
In effetti, so di avere fin troppi desideri, ma non li ho mai considerati
più grandi di me, e Luca ha sempre assecondato i moti del mio animo.. Se
pensasse davvero che il sesso con lui sia tutto ciò di cui una donna può
vivere avrebbe un quoziente intellettivo di gran lunga inferiore rispetto a
quello che mostra…un leggero orgasmo mentre mi sforzo di cavalcarlo e sento
la sua pancia sbattermi sul ventre.. uh, per fortuna mi lascia stare
abbastanza da respirare a pieni polmoni.
Quel Giorgio, invece… uhmmm, si che ci sa fare.. sarà gretto, sarà borioso e
chissà quant'altro, ma riesce a prendermi e a farmi godere anche più volte
di seguito. Quello è sesso. Devo andare a cercarlo più tardi. Magari è al
circolo di bocce. Sono sicura che farà volentieri una pausa.
Anche quell'Ambrosio cerca di darsi da fare, devo ammetterlo, ma in fondo..
niente di speciale, meglio spendere il tempo in altri modi. Ultimamente mi
son trovata a fantasticare su quel tale, lo chiamano ammuina, non credo di
sapere il suo vero nome. Colpa del fascino meridionale. Colpa del sudore che
costantemente gli imperla la fronte anche quando fuori fa -20. Sembra sempre
pieno di energie.. chissà che non riveli una buona resistenza.. questo paese
rinfresca spesso la carne: se avessi dovuto continuare a scopare quel
ributtante maresciallo forse sarei tornata alla monogamia. E sai che
divertimento.
Però, vecchio Luca, me ne permetti di cose: cene costosissime, ogni
settimana parrucchiera ed estetista, teatro a 30 km dal paese, viaggi
(rigorosamente da sola, per fortuna sei sempre indaffarato) in posti che in
passato potevo soltanto sognare… ma si, è stato un buon affare. Qualche
scopata indifferente per un lusso perpetuo. La vita è fatta di compromessi.
SALVATORE ESPOSITO
(maresciallo)
Non mi piace questo paese,
anche se tutti dicono che è bellissimo.Mi manca il mio sud, qui tutto è
freddo come le persone che ci vivono.
Sono le sette e mi sto facendo la barba, davanti allo specchio. Mi guardo:
capelli neri, occhi scuri e due baffoni folti, neri pure quelli, proprio da..maresciallo.
Da me vengono tutti, prima o poi, soltanto per mantenere buoni rapporti
oppure per farmi confidenze "interessate", è risaputo.
Ma tutti sanno che niente mi sfugge, che io SO!
Addolorata (Tina), mia moglie, dice che sono un'autorità. Certo la famiglia,
innanzi tutto, che deve essere secondo la tradizione.
E per rispettarla a dovere, non manca qualche scappatella (si sa l'uomo non
è di legno). Per non dilungarmi rammenterò solo l'ultima: quella con la gran
gnocca del paese: Raffaella!
Sono stato uno dei tanti, ma credo di aver lasciato un buon ricordo...
Adesso scendo al bar vediamo se quel cameriere da strapazzo riesce a farmi
un caffè come si deve.
Magari lo prendo con quel poveraccio di Luca.
E poi cercherò Fittipaldi, voglio capire cosa si nasconde sotto quello
sguardo da faina.
Mah, speriamo che il brigadiere Caputo, mentre mi aspetta non faccia uno dei
suoi soliti casini...
ING. BESCAPE'
Ci mancava solo il braccio rotto.
“Venga su con noi, ingegnere, arriviamo al sito della diga che vuole
costruire, e lì parleremo dei nostri affarucci, che ne dice?”
Che ne dico? Dico volete mettermi in ridicolo, vedermi sudare, sbuffare,
arrancare dietro di voi. Dico che pensate di dimostrare la vostra
superiorità fisica, e così di acquisire anche un vantaggio negli affari. Ah
ah! Montanari del cavolo. Io vengo, certo che ci vengo, sudo, sbuffo e
arranco, ma il balletto vero lo conduco io, signorini!
E poi quella buca, porca!; ero riuscito a stare al passo, loro andavano su
freschi ma non mi avevano distanziato, e poi pluff!, da fermo!
“Proprio ora! Con tutto quello che ho da fare!” la prima cosa che ho
gridato. E ora sono bloccato. Ma ci sono sempre degli aspetti positivi, in
tutte le cose. Allora, vediamo un po’:
1) Prima di tutto i miei compagni di gita, il sindaco e l’assessore, se la
scordano la loro supremazia morale; come erano contriti, si sentivano in
colpa, sapevano in fondo che la scalata era troppo per me, e ora sono
pentiti. Bene, questo gli costerà il 15% in meno sulla loro tangente. E le
discussioni le faremo qui, sul mio terreno, nel mio salotto. Gli farò
annusare cos’è il potere, non ne potranno più fare a meno. Bene.
2) Mi evito il caffè con quel maresciallo. Quel cretino che si sente in
dovere delle sue confidenze, solo perché è stato a letto con Raffaella.
Vuole farsi perdonare, vuole fare l’amico. Ma che crede, che siano tutti
scemi come lui?
3) Raffaella. Ora che sa che sono bloccato in casa potrà agire in completa
libertà, vedrà i suoi amanti senza dover ricorrere a sotterfugi. In questa
situazione non sono il suo nemico, non sono quello da cui si deve guardare.
Sono sostanzialmente innocuo. Potrebbe nascerle una specie di rimorso,
chissà…potremmo ritrovare una via. E almeno si sospende di fare sesso in
quel modo, ma che crede, che mi piacciano quelle sbattute? L’amore del
sabato… chi lo diceva..?
Insomma, anche questa situazione ha i suoi lati positivi. I miei li coordino
via Internet, in fondo non c’è male.
Adesso sto qui, sulla mia poltrona President, dietro la mia scrivania
Monumental, e aspetto i miei polli. Di qui dovete passare.
GIANNI BASELINA(FITTIPALDI)
La luce mi sveglia, non chiudo
mai gli scuri, sarebbe come negare accesso all'energia che proviene dallo
spazio, sconfinate suggestioni per un umanoide a sei gambe come me, tre di
legno, alla mia sinistra, facenti capo ad un'unica stampella, due di carne e
ossa, mal funzionanti da sempre e un'altra di legno, alla mia destra, il
famoso punto d'appoggio, tramite il quale, però, non sono mai riuscito a
sollevare il mondo ! Sollevarlo e, accuratamente, scrollarlo, per ogni lato,
da ogni peccato, per vedere cosa ci resta !
I miei sono tempi diversi, lenti e riflessivi, compongono un'analisi, spesso
burlona, ma sempre implacabilmente esaustiva e dove non arriva
l'osservazione subentra il percepire.
Quando gioco a bocce, sento le distanze e quando guido, le brucio, a bordo
della mia 500 L, di cui vivo ogni numero di giri.
Giorgio dice che corro troppo, è proprio azzeccato il soprannome che gli
hanno dato, Spaccapalle davvero, almeno sulle ruote fammi correre !
Fin dai tempi della scuola, era troppo preso a misurare la sua possente
forma fisica per accorgersi d'altro, dissi a me stesso che era meglio un
amico vanesio piuttosto che la compassione di chi non vede oltre il proprio
naso e , da allora, sopporto il suo strafare e rido con lui dei sani mezzi
uomini.
Sono tutti convinti che io viva di scommesse fatte sul campo da bocce, ma
non è così, una piccola rendita, che mia madre mi ha lasciato, fa di me un
uomo tranquillo, di quelli che sanno di poter sopravvivere con dignità,
senza mai dover adulare nessuno, nemmeno le donne, alle quali non sono mai
interessato, rendita troppo modesta e gambe troppo malmesse, mi hanno sempre
o troppo coccolato o abilmente ignorato, nessuna ha mai apprezzato quello
che sono, solo una volta, tanto tempo fa, ebbi una storia scritta con una
ragazza, ma al momento di incontrarla, non mi feci più vivo.
Ho dimenticato le uniche due storie a pagamento, perché non ero io, ero solo
qualcosa che voleva dimostrare qualcos'altro a chissà quale dio, un ibrido
di uomo, ben peggio che malforme.
Mi preparo qualcosa da mangiare, prendo un caffè da Ammuina e vado alle
bocce, oggi ho voglia di stravincere, speriamo che Spaccapalle sia in forma,
dovrebbe esserci anche quel gufo del Muto, Giacomo Bondo, 007, che fantasia
i suoi genitori !
EGIDIO BRAMBILLA (assessore
ai servizi sociali comune di La Thuile)
Mi chiamo Egidio
Brambilla, sono l’assessore ai servizi sociali del comune di La Thuile, no
non sono di qui, ho lasciato tanti anni or sono la natia Brianza per
trasferirmi qui in mezzo a questi montanari che certo non sono molto
espansivi però sono molto affidabili e generosi.
In questo luogo ho trovato le condizioni ideali e terreno fertile per
coltivare i miei hobbies ovvero il commercio off shore ed il sesso, si certo
qualcuno mi vede un po', come dire, disgustoso con le mie mani sempre
sudaticce e la forfora che cadendo copiosa dalla mia chioma asperge sempre
le mie spalle come la prima neve la montagna, ma poi finiscono per trovarmi
gradevole, insomma io so tutti i segreti di letto di questa cittadina, i
vizi privati di tutti e loro consapevoli fanno di tutto per compiacermi, per
farla breve li tengo in pugno.
Fin da piccolo ho avuto una certa propensione per il commercio, a 9 anni
mentre andavo a scuola riuscivo a sottrarre qualche giornalino esposto
all’edicola e qualche frutto al fruttivendolo, questa merce poi la rivendevo
ai compagni di scuola; poi ho cominciato il commercio delle figurine,
trattenevo quelle più rare per rivenderle a prezzo alto; un giorno Cinzia la
bimba più bella della classe, ma anche la più povera, mi chiese “mi mancano
il koala, il panda, il giaguaro e il babbuino per completare l’album degli
animali mi hanno detto che le hai me le puoi dare?”, certo io le avevo tutte
e risposi “ti do il koala e tu che mi dai in cambio?”, lei senza pensarci su
disse “te la faccio vedere”, e senza dire altro si alzò la vestina e calò le
mutandine, io rimasi folgorato per me fu la visione della croce sulla strada
di damasco, consegnai la figurina del koala, e così comincio il mio enorme
interesse per il sesso e capii che si poteva conciliare con gli affari, e
così feci da intermediario tra gli altri bambini e Cinzia, lei la faceva
vedere singolarmente ed io riscuotevo, poi cedevo una piccola parte a lei e
trattenevo il grosso degli introiti.
Una volta stabilitomi qui in questa amena vallata cominciai subito ad
accumulare confidenze e conoscere così i segreti di alcova ed i vizietti di
tutti e grazie a questo convinsi il candidato sindaco Virieux (gran
collezionista di filmini hard fatti in casa) a mettermi in lista ed una
volta eletto a nominarmi assessore ai servizi sociali.
Nella mia veste politica mi occupo del recupero delle immigrate
extracomunitarie, soprattutto nigeriane, che ho installato in una ex
colonia, ho trovato loro alloggio e lavoretti saltuari, ma memore della
Cinzia, la sera nell’ex colonia le immigrate possono svolgere un’altra
professione, così oltre a riscuotere, grazie a telecamere nascoste, ho
scoperto gli altarini di tutti i valligiani, alcuni messi davanti
all’evidenza mi hanno reso partecipe di altri segreti, insomma sul sesso so
tutto di tutti.
In confidenza l’ex colonia è frequentata dai bocciofili (Spaccapalle e
Fittipaldi), dal maresciallo Esposito, con cui sono diventato moltissimo
amico, dall’ Ingegner Bescapè, dal cameriere Ammuina, e udite udite dal
Sostituto Procuratore, tutti questi evidentemente non si accontentano delle
grazie della bella Raffaella Bescapè si la moglie del palazzinaro, che
elargisce i suoi favori con generosità e disinteressato altruismo, insomma
il richiamo del sesso esotico eheheheheh, e anche qualche signora viene
nottetempo, ma i segreti sono come il buon vino vanno centellinati, il resto
ve lo racconterò poco per volta, a presto.
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