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(segue capitolo primo)
Dorotea Basier
Fonduta e mocetta.Oppure
polenta grassa. O gnocchi alla valdostana. O una carbonade.
sono stata indecisa su cosa preparare per cena , alla fine mi sono
risolta per una soupe paysannè, una minestra di pane di segale con
fondina e toma, burro,cipolla e brodo, accompagnato da tocchetti di
pane.
E dopo la frutta un dolce al cucchiaio che so, un blanc manger o il
fiandolein.
Naturalmente il tutto innaffiato da un ottimo nus, un Pinot grigio
appassito.
La tavola è stata preparata con cura . In modo semplice ma ricercato.
Ripasso la mano nei capelli, ravvivandoli in un gesto di civetteria
solitaria.
Eccomi a voi :Dorotea Basier, dal nome altisonante, Dora per gli intimi.
Ho un grande pregio che è anche il mio principale difetto : una grande
abilità culinaria , che uso all’occorrenza come arma per il mio
appetito .Sessuale .
Si sa, i pregi portati agli eccessi son sempre difetti.
Non sarebbe grave cosa se l’oggetto , neppure tanto occulto, della mia
smodata passione non fosse il reggente della parrocchia di Sant’Orso,
dove sono perpetua.
Certamente lontana da tutte le immagini di manzoniana memoria.
Orfana di genitori ,sono cresciuta con la precedente anziana perpetua di
Don Renato , curato di quella deliziosa chiesina: buonanime, ambedue
vecchi da non ricordarne neppure più le età ,passati a miglior vita a
sei mesi di distanza l’uno dall’altra .
Sono restata a ricoprire quel ruolo che , a dirla tutta sembrerebbe
assolutamente impensabile per me. Come dire : il diavolo e l’acqua
santa.
Il mio carattere esuberante, mal tenuto a freno dai due vecchi, si era
manifestato tale da subito , appena cresciuta il necessario per andare
in giro per la montagna da sola, e da ritirarmi di volta in volta in
compagnia di ragazzini sempre differenti.
Il vecchio prete mi minacciava del fuoco eterno, ma con uno scrollar di
spalle e con un gesto della testa reclinato e canzonatorio ridevo del
mondo intero – Chiacchiere, signor Curato, chiacchiere, mi avete
cresciuto sotto il vostro tetto, con i santi principi della Chiesa ! –
e il vecchio si faceva abbindolare.
Troppo affetto per me che avrei potuto essergli figlia.
Il tempo poi mi ha insegnato ad essere più prudente nelle mie
estemporanee necessità e urgenze.
tutti in paese mi sono noti e tutti mi conosco.
Sorrisi e sguardi languidi
sono la mia specialità.
In questo modo mi sono presentata al nuovo reggente della parrocchia ,
un bel giovanottone dall’aria un po’ smarrita , fresco di seminario
, di circa quindici anni più giovane di me, che ne ho quaranta , e che
mi sento pienamente matura. Da tutti i punti di vista.
Non mi è parso vero poter “accudire” il nuovo arrivato, che dal
canto suo è restato sconcertato dall’età della sua perpetua. Ma
tant’è … la mia figura robusta dai larghi fianchi e dal generoso
seno impongono comunque un rispetto che non ha messo in discussione la
situazione inizialmente imbarazzante.
Da anima pia qual è, poverello , cerca di non darmi più confidenza del
necessario ,ma io ho meditato rapidamente il piano di azione per farlo
“ cuocere” . A modo mio.
In montagna l’appetito non manca mai , e Don Giacinto da una grande
soddisfazione quando mangia.
Lo spio nei dettagli e imprimo bene in mente , in modo indelebile.
Conosco la curva delle sue labbra, e ogni particolare del suo viso,
finanche le fossettine che si formano quando sorride.
Ma quello che mi dà la scossa elettrica è il momento del pasto.
Prediligiamo entrambi gli arrosti : ma per motivi assai differenti .
Ho cura di dargli sempre qualche pezzo succulento e panciuto, in modo da
rendere necessaria l’apertura della bocca in un lento e voluttuoso
morso.
I suoi denti bianchi contrastano contro la doratura accentuata dei
cosciotti e la lingua rosa e lucida passa e ripassa sulle labbra unte di
grasso per non permettere alle trasudanti gocce di macchiare abito e
tovaglia.
Il movimento della masticazione poi accentua la fermezza di quella
mascella maschia, e negli occhi luccicano, tentando di nascondere la
maligna tentazione di quel peccato di gola che va soddisfacendo.
Anche il dolce al cucchiaio è una passione comune.
Morbida vellutata crema trattenuta tra la lingua e il palato per far sì
che ogni più remoto aroma possa avvincere il gusto. Poi, con un
movimento di rassegnata inevitabilità , lentamente lo ingoia e pare di
poter seguire quel percorso interno come attraverso una radiografia.
E’ uno spettacolo da godere, in tutti i sensi – e difatti di tanto
in tanto mi scappa un compiaciuto sospiro, osservando cadere nella mia
trappola il povero Giacinto.
Marco Angelici
(Pennino)
La Thuile… La Thuile…
eccola! 23 B5. 23, la fortuna… non andiamo molto d’accordo
ultimamente. Ma dove cazzo sta? B5…B5… trovato! Cielo, altro che
Napoleone a S.Elena! Meglio partire subito se voglio arrivare in
giornata. Controvoglia mi siedo al volante e via… lontano da una
situazione divenuta insostenibile. Chissà cosa pretendeva il direttore.
Che scrivessi l’articolo senza amputarlo di quelle parti fonte di
sicura e grave turbativa sociale? L’episodio taciuto era circoscritto
ad uno spaurito gruppo di malfattori ma la gente, in questo clima di
tensione, avrebbe saputo discriminare? Questa volta non sono riuscito a
nascondermi dietro un codice deontologico scritto soprattutto per
sollevarti da ogni responsabilità morale. Ho preso le mie decisioni ed
ho informato solo la magistratura: in fondo sono prima un cittadino, poi
giornalista.
Certo sarebbe stato uno scoop sensazionale. Questa era la rabbia del
direttore. “Allora torna alla cronaca” gridava, “…anzi vattene a
La Thuile Mia zia Clementina si lamenta spesso della cattiva gestione
comunale, dice che c’è del marcio… ecco… vai… vai… Vai lì e
indaga”
Ed ora eccomi in viaggio; io, Marco Angelici, detto “Pennino”,
articolista di fondo, penna acuta e graffiante, in esilio! Sorrido
all’idea.
Accelero, è tardi. La macchina schizza via sull’asfalto, leggera,
come la mia coscienza.
Buonasera…scusi… dove
posso trovare un albergo?
“C’è la Signora Giuditta che affitta camere…. in fondo alla
strada a destra”
“Grazie, buonasera”
Infondo a destra…. In fondo a destra generalmente ci sono i bagni…
speriamo bene.
“La signora Giuditta? Buonasera, vorrei una camera”.
“Quanto si trattiene?”
“Non so, sono Marco Angelici inviato stampa di Comunicazione…”
Mi ero volutamente pubblicizzato. Era una tecnica collaudata nel tempo.
Il tam tam avrebbe lavorato per me: le persone interessate si sarebbero
autoattivate rendendo nel contempo visibili quelle che per qualche
motivo avrebbero preferito rimanere nell’ombra.
“…il tempo necessario per scrivere un articolo sul fenomeno della
urbanizzazione di piccoli centri montani”
“Siamo al completo ma c’è la 17… rimane sempre libera…”
“Va bene, accetto”
E’ stupita. Nessun gesto scaramantico
“Sono tutte stupidaggini…” affermo, con compiaciuta superiorità,
mentre inosservato struscio i genitali sul massiccio bancone di legno,
“…allora buonanotte. Non si preoccupi per la colazione, andrò al
bar”.
Giacinta
Crotta (colei che vede dentro)
Sono....ehm....si sono Giacinta (che nome demenziale!) Crotta....e non
chiedetemi il perché! Vado e vengo ma solo rigorosamente di
notte...quando tutti pensano di non essere visti e allora diventano se
stessi...Ma io li vedo...io li conosco....io SO!
Arrivo a La Thuille un po' di tempo fa...il tempo è uno stato
mentale...la sua velocità dipende da quanto velocemente viviamo
noi...ma dov'ero rimasta ?...ah si....
Da che mi sono installata nella casa (che affaccia sulla piazza del
paese di fronte a quell'impunito di Ammoniaca) lasciatami dalla zia
Jenny, vecchia veggente e fattucchiera del paese, chissà perché, la
gente ha cominciato a venire da me e raccontarmi i propri guai...Ho
visto e sentito più io che quel poveraccio di Don Giacinto (che nome
demenziale!)...Non do assoluzioni....o pozioni magiche...ma la gente
entra nel mio regno e si sente libera di parlare, raccontare, dire,
finalmente, quello che ha bisogno di dire...
All'inizio provavo a mandarli via (Ma che volevano da me ???), dicevo
che io ero sana di mente e che non praticavo stregonerie ma...non
so...come entravano qui, stavano bene e
parlavano...parlavano...parlavano come non avevano mai fatto...E io ?
Beh...che potevo fare ? Ho cominciato ad ascoltarli....
Li ho visti passare tutti, anche i più recidivi...anche quelli che non
"credono a nulla", senza rendersi conto che credono nel non
credere...ed è già qualcosa.
Tutti sono passati di qui...anche anche gli sciancati...anche i
rompipalle....anche le belle fuori...Io li guardo...e loro parlano...e
io sento se dicono il vero o se mentono a se stessi...Non dico nemmeno
una parola...loro finiscono...spesso si soffiano il naso e se ne
vanno....regalandomi un semplice sorriso...C'è di tutto nel cuore di
queste persone....violenza carnale...violenza fisica...violenza
psicologica...ma alla base di tutto...una grande solitudine...
Spesso vorrei andarmene da qui...mi dico che tra gli abitanti ed i
turisti non è posto che fa per me....anche perchè una volta fuori,
tutti mi additano come la matta....IO matta ? Dio come sanno essere
ottusi...ma io li osservo da dietro le persiane...e non mi fregano...no
no....io so cosa tramano...io so quali sono i loro desideri...io conosco
i loro segreti....
Un giorno è venuto quello strano...quel Bondo...ho aperto la porta e
lui era lì...mi son scostata e l'ho fatto entrare...siamo andati in
cucina...ho messo su il caffè...mentre aspettavamo che 'salisse', ci
siamo guardati...studiati...Ero sorpresa che fosse venuto, tutti lo
chiamano il muto e dunque....cosa poteva volere da me ? Non l'ho
chiesto...non l'ha detto. Abbiamo bevuto il caffè sempre in silenzio,
sempre osservandoci dal bordo della tazzina...siamo rimasti ancora
qualche minuto così, ad ascoltare i nostri pensieri poi...un suo
leggerissimo cenno del capo e...l'ho riaccompagnato alla porta....ha
varcato la porta e si è voltato...mi ha guardato negli occhi ed è lì
che ho capito il suo segreto...e che ho sentito la sua malinconia...
Con la bella Raffaella è stato più facile ...ma ora è notte...i lupi
mi chiamano...la luna è piena ed hanno voglia di cantare...E' bello
fuori...Così limpida e tersa la notte veste tutto di profondo blu ed
ogni cosa sembra...sicura....Non so quando tornerò...forse
domani...forse mai...
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