corto
VOCE NARRANTE
Si parlava di sesso?
Può un artista abbandonarsi alla lusinga?
VOCE PARTECIPANTE
In Italia seicento e quaranta
In Lamagna duecento e trent’una
VOCE NARRANTE
Don Giovanni era poeta
VOCE PARTECIPANTE
cento in Francia
in Turchia novant’una
VOCE NARRANTE
L’artista deve cedere alla lusinga
la resa è la sua azione
il poeta agisce
cambia
se stesso e gli altri
VOCE PARTECIPANTE
ma in Ispagna son già mille e trè
mille e trè
mille e trè
VOCE PROTAGONISTA
cielo azzurro da vento ponente
ricordo di femmine vita esplodente
VOCE PARTECIPANTE
In Italia seicento e quaranta
In Lamagna duecento e trent’una
VOCE PROTAGONISTA
carta stagnola cellophan cuki
quando non lo userò più ci metterò il mio cazzo
e lo conserverò in ghiacciaia per la posterità
sceglierò al momento la confezione
VOCE PARTECIPANTE
cento in Francia
in Turchia novant’una
VOCE PROTAGONISTA
poesia cosa si fa per te cioè per me
si son dannati l'anima
cercando di rincorrermi sulle sabbie mobili
cadendo nelle trappole e
non accorgendosi che la loro rincorsa
li può trasformare in poeti
se guardassero in se stessi
VOCE PARTECIPANTE
ma in Ispagna son già mille e trè
mille e trè
VOCE PROTAGONISTA
il banale è nobilitato dai ritmi e dagli spostamenti laterali
tutto quanto da scoprire è stato scoperto
lungi da me il contagio
è plagio
VOCE PARTECIPANTE
ma in Ispagna son già mille e trè
mille e trè
VOCE PROTAGONISTA
non riesco più a prendermi sul serio
diventerò un messia
VOCE NARRANTE
Scrutare e narrare come muta in un periodo di tempo determinato il
proprio io la propria identità sociale e pertanto il proprio stesso
essere poetico in rapporto all'estro alla voglia di epifania: questa è
l'unica vera azione creativa oggi possibile. L'arte è morta come è
morta la poesia. Sono vivi gli artisti sono vivi i poeti.
CORO
Coro
Maltese
cretese
minosse
pasifae
granntroia
granvaccalapazza
cispaccaimarroni
1^voce solista
Coloriospessori
2^voce solista
accumuloetumulo
3^voce solista
leloschefigure
1^voce solista
dilagantipremure
2^voce solista
attenzionipuntute
3^voce solista
ferocia
1^voce solista
astutocontrasto
2^voce solista
schermo
3^voce solista
lucorefurore
Coro
scopiazzaramazza
lamentesollazza
sehailettosinqua
nonseipiùcomeprima
nelbeneonelmale
1^voce solista
setueriunpoeta
oraseiilpoeta
2^voce solista
setunonloeri
orapuoidiventarlo
3^voce solista
puoiessere
1^voce solista
grande
2^voce solista
grosso
3^voce solista
rosso
1^voce solista
smalto
2^voce solista
alto
3^voce solista
lungo
1^voce solista
corto
2^voce solista
maltese
3^voce solista
cretese
Coro
all together now
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sole
Il Messia
Lo chiamavano il Messia.
Ovviamente era solo un modo per prenderlo in giro, un’ironia neppure
tanto fine per sottolineare la sua smania di primo della classe. La
consapevolezza di essere il più bravo. Il migliore.
Recitava e dirigeva una compagnia teatrale di parrocchia, ma quando era
su quelle quattro assi tenute insieme solo dalla buona volontà si
trasformava completamente e da lui usciva fuori un’energia
sconosciuta, e da persona qualsiasi si trasformava in straordinario
personaggio , facendo rivivere personaggi noti del teatro di Eduardo .
Ovviamente lui era sempre il protagonista indiscusso.
Per questo era il Messia : la sua parola non si discuteva , non veniva
messa mai in dubbio dalle piccole stature morali dei più, dalle piccole
meschinità, dalle malcelate gelosie.
Per lei tutto questo era chiaro anche se era la più piccola del gruppo,
quindici anni non di più.
Lo guardava con gli occhi incantati dell’ammirazione senza limiti.
Pendeva dalle sue labbra in modo assoluto.
C’era della magia quando lui le parlava e mentre tutto intorno
scompariva e sfuocavano i rumori e i colori a lei sem-brava di udire
lontane campane. Chissà cos’era, ma alla sua presenza lei smetteva di
essere ragazzina e si sentiva donna.
Glielo avevano detto di starci attenta : lui aveva una terribile fama di
don Giovanni , aveva ragazze grandi più di lei di almeno una decina
d’anni, ma non le importava.
A lei bastava l’aria che lui respirava, bastava il suo sguardo, la
carezza silenziosa dell’incontro degli occhi.
Era inverno la prima volta che lui le tenne la mano nella mano : non era
capitato niente di simile prima di allora alla ragazzina e il cuore si
era trasformato in un tamburo assordante che pulsava nelle orecchie :
bum, bum, bum.
Le mani pudicamente sprofondate nelle enormi tasche del cappotto verde
stile militare.
E una dolce emozione completamente sconosciuta , nuova, che sapeva di
buono.
La sera della prima ,nel teatrino parrocchiale con una scusa la trasse a
parte e non si sa come avvenne, lei si trovò av-volta nel primo vero
bacio .
Peccato che lei non sapesse neppure da dove cominciare e la lingua
estranea le sembrò una terribile offesa, nella mente si accavallavano
le risate delle amiche più pratiche di lei , che descrivevano il primo
bacio : ma ora non le sembrava tanto piacevole , così come ora le
scocciava di essere dolcemente forzata dall’insistenza che sapeva di
dolce e di nuovo dell’amico.
Scappò via, come se la inseguisse il diavolo : allora era davvero un
don Giovanni, davvero voleva prendersi gioco di lei, davvero…davvero..
non sapeva cosa pensare .
il Messia smise di essere tale ai suoi occhi .
Ma le aveva regalato la prima emozione vera di donna.
Il primo bacio.
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