SCALA PARLANTE (2)
 

corto

VOCE NARRANTE

Si parlava di sesso?
Può un artista abbandonarsi alla lusinga?

VOCE PARTECIPANTE

In Italia seicento e quaranta
In Lamagna duecento e trent’una

VOCE NARRANTE

Don Giovanni era poeta


VOCE PARTECIPANTE

cento in Francia
in Turchia novant’una

VOCE NARRANTE

L’artista deve cedere alla lusinga
la resa è la sua azione
il poeta agisce
cambia
se stesso e gli altri

VOCE PARTECIPANTE

ma in Ispagna son già mille e trè
mille e trè
mille e trè

VOCE PROTAGONISTA

cielo azzurro da vento ponente
ricordo di femmine vita esplodente

VOCE PARTECIPANTE

In Italia seicento e quaranta
In Lamagna duecento e trent’una

VOCE PROTAGONISTA

carta stagnola cellophan cuki
quando non lo userò più ci metterò il mio cazzo
e lo conserverò in ghiacciaia per la posterità
sceglierò al momento la confezione

VOCE PARTECIPANTE

cento in Francia
in Turchia novant’una

VOCE PROTAGONISTA

poesia cosa si fa per te cioè per me
si son dannati l'anima
cercando di rincorrermi sulle sabbie mobili
cadendo nelle trappole e
non accorgendosi che la loro rincorsa
li può trasformare in poeti
se guardassero in se stessi

VOCE PARTECIPANTE

ma in Ispagna son già mille e trè
mille e trè

VOCE PROTAGONISTA

il banale è nobilitato dai ritmi e dagli spostamenti laterali
tutto quanto da scoprire è stato scoperto
lungi da me il contagio
è plagio

VOCE PARTECIPANTE

ma in Ispagna son già mille e trè
mille e trè

VOCE PROTAGONISTA

non riesco più a prendermi sul serio
diventerò un messia

VOCE NARRANTE

Scrutare e narrare come muta in un periodo di tempo determinato il proprio io la propria identità sociale e pertanto il proprio stesso essere poetico in rapporto all'estro alla voglia di epifania: questa è l'unica vera azione creativa oggi possibile. L'arte è morta come è morta la poesia. Sono vivi gli artisti sono vivi i poeti.

CORO

Coro

Maltese
cretese
minosse
pasifae
granntroia
granvaccalapazza
cispaccaimarroni

1^voce solista
Coloriospessori

2^voce solista
accumuloetumulo

3^voce solista
leloschefigure

1^voce solista
dilagantipremure

2^voce solista
attenzionipuntute

3^voce solista
ferocia

1^voce solista
astutocontrasto

2^voce solista
schermo

3^voce solista
lucorefurore

Coro
scopiazzaramazza
lamentesollazza
sehailettosinqua
nonseipiùcomeprima
nelbeneonelmale

1^voce solista
setueriunpoeta
oraseiilpoeta

2^voce solista
setunonloeri
orapuoidiventarlo

3^voce solista
puoiessere

1^voce solista
grande

2^voce solista
grosso

3^voce solista
rosso

1^voce solista
smalto

2^voce solista
alto

3^voce solista
lungo

1^voce solista
corto

2^voce solista
maltese

3^voce solista
cretese

Coro
all together now

 

 

sole

Il Messia

Lo chiamavano il Messia.
Ovviamente era solo un modo per prenderlo in giro, un’ironia neppure tanto fine per sottolineare la sua smania di primo della classe. La consapevolezza di essere il più bravo. Il migliore.
Recitava e dirigeva una compagnia teatrale di parrocchia, ma quando era su quelle quattro assi tenute insieme solo dalla buona volontà si trasformava completamente e da lui usciva fuori un’energia sconosciuta, e da persona qualsiasi si trasformava in straordinario personaggio , facendo rivivere personaggi noti del teatro di Eduardo .
Ovviamente lui era sempre il protagonista indiscusso.
Per questo era il Messia : la sua parola non si discuteva , non veniva messa mai in dubbio dalle piccole stature morali dei più, dalle piccole meschinità, dalle malcelate gelosie.
Per lei tutto questo era chiaro anche se era la più piccola del gruppo, quindici anni non di più.
Lo guardava con gli occhi incantati dell’ammirazione senza limiti. Pendeva dalle sue labbra in modo assoluto.
C’era della magia quando lui le parlava e mentre tutto intorno scompariva e sfuocavano i rumori e i colori a lei sem-brava di udire lontane campane. Chissà cos’era, ma alla sua presenza lei smetteva di essere ragazzina e si sentiva donna.
Glielo avevano detto di starci attenta : lui aveva una terribile fama di don Giovanni , aveva ragazze grandi più di lei di almeno una decina d’anni, ma non le importava.
A lei bastava l’aria che lui respirava, bastava il suo sguardo, la carezza silenziosa dell’incontro degli occhi.
Era inverno la prima volta che lui le tenne la mano nella mano : non era capitato niente di simile prima di allora alla ragazzina e il cuore si era trasformato in un tamburo assordante che pulsava nelle orecchie : bum, bum, bum.
Le mani pudicamente sprofondate nelle enormi tasche del cappotto verde stile militare.
E una dolce emozione completamente sconosciuta , nuova, che sapeva di buono.
La sera della prima ,nel teatrino parrocchiale con una scusa la trasse a parte e non si sa come avvenne, lei si trovò av-volta nel primo vero bacio .
Peccato che lei non sapesse neppure da dove cominciare e la lingua estranea le sembrò una terribile offesa, nella mente si accavallavano le risate delle amiche più pratiche di lei , che descrivevano il primo bacio : ma ora non le sembrava tanto piacevole , così come ora le scocciava di essere dolcemente forzata dall’insistenza che sapeva di dolce e di nuovo dell’amico.
Scappò via, come se la inseguisse il diavolo : allora era davvero un don Giovanni, davvero voleva prendersi gioco di lei, davvero…davvero.. non sapeva cosa pensare .
il Messia smise di essere tale ai suoi occhi .
Ma le aveva regalato la prima emozione vera di donna.
Il primo bacio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-----3