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tratto da "l'Unità" del 1 giugno 2002
 

Il Vescovo di Caserta: «La Bossi-Fini? Una legge infame. Organizziamo la disobbedienza»



CASERTA - «E’ un’infamia la negazione del diritto d’asilo così come prevede la legge Bossi-Fini. Penso che dovrebbero sospendere l’approvazione di una legge che conculca i diritti della persona umana. E se verrà approvata, non resta che la disobbedienza civile. Bisogna aiutare i clandestini e autodenunciarsi. Se necessario, bisogna aprire le chiese per ospitare gli immigrati». A parlare così, senza peli sulla lingua è il vescovo di Caserta, monsignor Raffaele Nogaro, un prelato da sempre al fianco degli immigrati e che non nasconde il proprio disappunto per come è stata concepita la legge sull’immigrazione. Martedì prossimo, probabilmente il varo definitivo alla Camera di un provvedimento che suscita perplessità non solo tra i cattolici. E il vescovo invita tutti a prepararsi per attuare anche «gesti estremi» di disobbedienza civile.

«Già avevo perplessità sulla Turco-Napolitano – afferma Nogaro - ma questa legge così concepita, limita la libertà delle persone. Non si può pensare di accettare la persona in regola con i documenti e cacciare quelli che non li hanno, senza appello, senza possibilità di potersi ricongiungere alla famiglia. Questa è una legge che, se approvata, concepisce il clandestino come “soggetto di reato”. Ma basta guardare a tutte le ragazze nigeriane o di altra nazionalità costrette a vivere con la prostituzione e che noi ospitiamo nelle nostre comunità. Chi gestisce il traffico umano, sono quelli della malavita locale. Di questo si deve tener conto. Perciò penso che quella che stanno per approvare è una legge contro la libertà della persona. L’uomo è nato libero. Prendere le impronte non è una questione di privacy, è unicamente rispetto della libertà e dell’autonomia della persona umana. La libertà individuale è qualcosa che fa parte della natura dell’uomo. E la Bossi-Fini è una legge che è “sovversiva” da questo punto di vista”. Per me vale sempre il principio che la libertà della persona viene ancor prima della Fede di ognuno di noi. Perché senza libertà non ci può essere fede».

Le dichiarazioni di Nogaro trovano anche il consenso del capo della comunità senegalese a Caserta, Ibrahim che insieme ai suoi connazionali cerca di rendere la vita meno difficile a tutti quelli che non sono in regola. La Provincia di Caserta è terra di forte immigrazione. I cittadini stranieri in regola presenti sul territorio provinciale – secondo l’Ufficio stranieri della questura - sono 11922. Di essi, 7118 sono maschi e 4804 donne. I permessi di soggiorno per lavoro subordinato sono quelli più numerosi: 6943. Consistente anche il numero di autorizzazioni per lavoro autonomo: 1032. Sono 2606 quelli concessi per motivi di famiglia. Ci sono anche 121 stranieri ai quali è stato riconosciuto l'asilo politico e 347 che sono ospiti per motivi religiosi. 84 sono poi gli extracomunitari residenti in provincia per studio e 85 in attesa di adozione. Gli irregolari sarebbe circa 10mila circa. Dai dati della Questura, emerge che per 107 è scattato il provvedimento di accoglienza presso centri di permanenza temporanea. A 300 è stato intimato di lasciare il territorio nazionale entro 15 giorni. L'accompagnamento coattivo alla frontiera è scattato per 217. I magrebini ed i senegalesi costituiscono le comunità più grandi, seguite da ghanesi, nigeriani, polacchi ed ucraini. Non mancano pochi pakistani ed indiani.

Ma la polemica di Nogaro con Umberto Bossi, uno degli autori della legge che sta per essere approvata, è datata. Nogaro, uomo del nord, anche in questo caso, non le ha mai mandato a dire. Ecco già qualche anno cosa pensava del leader dei Lumbard: «Bossi per fortuna non é un genio politico, ma ha lo spirito di Hitler. La difesa della purezza della razza qui si tramuta nella difesa egoistica della economia del nord più riuscita. Quelle di Bossi sono idee molto pericolose. Potremmo scoprire che dopo cento anni che abbiamo creato l’unità degli spiriti, ci rendiamo conto che non siamo un solo popolo. Bossi non si sente italiano ma non ha neanche lo spirito europeo. Il Sud, invece, ha le radici nella civiltà Latina e Greca, quella civiltà cioé che ha formato l’Europa nei secoli. L’uomo é anche al centro del mercato dell’economia. Bossi difende il mercato a rischio di mercificare anche l’uomo. Va denunciata con forza la mentalità neoliberista che privilegia l’economia che tira, e giudica una insopportabile palla al piede la presenza delle genti bisognose e povere del Sud. Questo è anticivile ed è antinazionale. Non possiamo accettare forme di esaltazione del ricco e di pestaggio del povero. Questo é come se si volessero difendere i ricchi contro i poveri: é l’antisolidarietà. E’ come voler difendere quelli che camminano bene contro quelli che zoppicano».


  tratto da "l'Unità" del 1 giugno 2002
 

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