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intervento di Luciano Violante, 11 febbraio 2002
 
le voci della chiarezza

di Luciano Violante

A Torino, la macchina dell'intero Ulivo ha dimostrato di essersi messa in moto.
Abbiamo saputo dimostrare capacità organizzativa, ma anche un forte pensiero critico. Nessuna seria innovazione politica infatti può prescindere da un'altrettanto seria innovazione teorica. E non c'è innovazione senza analisi delle cose.
La destra che governa è diversa dalla destra che ha vinto le elezioni. Quella si presentava con un volto benevolo e suadente. Ora sta emergendo l'altra faccia, quella dell'occupazione del potere e della discriminazione tra le persone. Massimo Salvadori ha fatto a Torino un intervento serio e chiaro sulla concentrazione del potere nelle mani di una sola persona: il governo, la maggioranza parlamentare, il partito, la coalizione, molti giornali, quattro reti televisive, la RAI, prossimamente, forse. Ciò che non è posseduto è attaccato violentemente: l'opposizione, la magistratura, il presidente della RAI. Se si svela una menzogna, se si indica una contraddizione, la reazione parte violenta: c'è un complotto dei giornalisti «comunisti» apparentati ai giudici «toghe rosse».

L'asse Bossi-Tremonti è la chiave di volta di questa destra, che mette insieme il provincialismo prepotente del primo ed il protezionismo economico dell'altro. Le altre componenti, spiace dirlo, sono solo il contorno.

Circa cinque milioni di pensionati non prenderanno il milione al mese, promesso. Sono stati presi in giro; è necessario che se ne accorgano. Le tasse aumenteranno per la somma tra le imposte nazionali e le crescenti imposte locali. Gli italiani devono accorgersene. Il progetto scuola Brichetto-Moratti torna alle antiche discriminazioni tra ragazzi poveri che facevano l'avviamento e gli altri che sceglievano la scuola media per poi andare al liceo.
Si sta programmando il controllo dei partiti sulla magistratura. In varie regioni si discriminano le coppie di fatto. Il federalismo lo stanno soffocando, nel silenzio dei Galan e dei Formigoni che gridavano all'attentato statalista contro ogni scelta del centrosinistra.

L'onnipresenza del controllo politico e la discriminazione sono la linea guida di questo governo.

La nostra idea di governo si fonda sul pluralismo e sulla coesione sociale. Loro stanno governando per frantumazione sociale. C'è lucidità in questa scelta; nella frantumazione il forte è riconoscente ed il debole, per avere diritto a qualcosa, può sentirsi costretto a mettersi dalla parte del forte.
Anche l'Italia è cambiata. L'Italia della campagna elettorale, non aveva i No Global e non aveva il movimento della scuola. In quell'Italia non era pensabile che un centinaio di professori universitari, con alcuni cartelli scritti in latino, muovessero quindicimila persone in una sera di pioggia, come è successo a Firenze. Gli scioperi da un lato, la riuscita di una manifestazione come quella di Torino dall'altro, hanno dimostrato che c'è combattività e voglia di impegnarsi. Su queste qualità deve far leva l'Ulivo per costruire l'alternativa.

La Fondazione ItalianiEuropei, diretta da Giuliano Amato e Massimo D'Alema, terrà nelle prossime settimane un grande convegno sull'Italia aperto a tutte le forze democratiche. Ne abbiamo bisogno per riprendere a pensare in termini generali, per mettere in campo valori che nascano dallo studio, dallo sforzo, dall'impegno, non dalla reazione emotiva che vuole buttare il cuore oltre l'ostacolo, ma non ha misurato l'altezza dell'ostacolo.
L'arma della destra è la banalità. Berlusconi dice che le tessere di Torino erano vere, solo che i titolari non sapevano di essere iscritti. Una battuta da bar hanno detto alcuni, come le corna durante la foto, o le scarpe mostrate ai fotografi. No, i bar sono più composti e più educati. In realtà questa destra usa la banalità come un'arma e l'arma della banalità può essere smontata solo se si squarcia il velo e si mostra cosa c'è sotto. Dietro la battuta sulle tessere c'è il disegno di distogliere l'attenzione dalla corruzione sottostante. Dietro le corna e le scarpe sollevate all'altezza degli occhi dei cronisti c'è l'idea che il leader di un grande paese sia alla mano, come tutti. Ma chi a oltre sessant'anni fa le corna in una fotografia o si leva le scarpe? Nessuno. E allora? allora quei gesti vogliono distogliere l'attenzione dai problemi veri. Vogliono creare assopimento. Ed è contro l'assopimento che dobbiamo batterci, perché sia conosciuta la verità e perché sulla critica dell'avversario sia costruita la nostra alternativa.

Luciano Violante

   
   

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