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di Luciano Violante
A Torino, la macchina dell'intero Ulivo ha
dimostrato di essersi messa in moto.
Abbiamo saputo dimostrare capacità organizzativa, ma anche
un forte pensiero critico. Nessuna seria innovazione politica infatti
può prescindere da un'altrettanto seria innovazione teorica.
E non c'è innovazione senza analisi delle cose.
La destra che governa è diversa dalla destra che ha vinto
le elezioni. Quella si presentava con un volto benevolo e suadente.
Ora sta emergendo l'altra faccia, quella dell'occupazione del potere
e della discriminazione tra le persone. Massimo Salvadori ha fatto
a Torino un intervento serio e chiaro sulla concentrazione del potere
nelle mani di una sola persona: il governo, la maggioranza parlamentare,
il partito, la coalizione, molti giornali, quattro reti televisive,
la RAI, prossimamente, forse. Ciò che non è posseduto
è attaccato violentemente: l'opposizione, la magistratura,
il presidente della RAI. Se si svela una menzogna, se si indica
una contraddizione, la reazione parte violenta: c'è un complotto
dei giornalisti «comunisti» apparentati ai giudici «toghe
rosse».
L'asse Bossi-Tremonti è la chiave di
volta di questa destra, che mette insieme il provincialismo prepotente
del primo ed il protezionismo economico dell'altro. Le altre componenti,
spiace dirlo, sono solo il contorno.
Circa cinque milioni di pensionati non prenderanno
il milione al mese, promesso. Sono stati presi in giro; è
necessario che se ne accorgano. Le tasse aumenteranno per la somma
tra le imposte nazionali e le crescenti imposte locali. Gli italiani
devono accorgersene. Il progetto scuola Brichetto-Moratti torna
alle antiche discriminazioni tra ragazzi poveri che facevano l'avviamento
e gli altri che sceglievano la scuola media per poi andare al liceo.
Si sta programmando il controllo dei partiti sulla magistratura.
In varie regioni si discriminano le coppie di fatto. Il federalismo
lo stanno soffocando, nel silenzio dei Galan e dei Formigoni che
gridavano all'attentato statalista contro ogni scelta del centrosinistra.
L'onnipresenza del controllo politico e la
discriminazione sono la linea guida di questo governo.
La nostra idea di governo si fonda sul pluralismo
e sulla coesione sociale. Loro stanno governando per frantumazione
sociale. C'è lucidità in questa scelta; nella frantumazione
il forte è riconoscente ed il debole, per avere diritto a
qualcosa, può sentirsi costretto a mettersi dalla parte del
forte.
Anche l'Italia è cambiata. L'Italia della campagna elettorale,
non aveva i No Global e non aveva il movimento della scuola. In
quell'Italia non era pensabile che un centinaio di professori universitari,
con alcuni cartelli scritti in latino, muovessero quindicimila persone
in una sera di pioggia, come è successo a Firenze. Gli scioperi
da un lato, la riuscita di una manifestazione come quella di Torino
dall'altro, hanno dimostrato che c'è combattività
e voglia di impegnarsi. Su queste qualità deve far leva l'Ulivo
per costruire l'alternativa.
La Fondazione ItalianiEuropei, diretta da Giuliano
Amato e Massimo D'Alema, terrà nelle prossime settimane un
grande convegno sull'Italia aperto a tutte le forze democratiche.
Ne abbiamo bisogno per riprendere a pensare in termini generali,
per mettere in campo valori che nascano dallo studio, dallo sforzo,
dall'impegno, non dalla reazione emotiva che vuole buttare il cuore
oltre l'ostacolo, ma non ha misurato l'altezza dell'ostacolo.
L'arma della destra è la banalità. Berlusconi dice
che le tessere di Torino erano vere, solo che i titolari non sapevano
di essere iscritti. Una battuta da bar hanno detto alcuni, come
le corna durante la foto, o le scarpe mostrate ai fotografi. No,
i bar sono più composti e più educati. In realtà
questa destra usa la banalità come un'arma e l'arma della
banalità può essere smontata solo se si squarcia il
velo e si mostra cosa c'è sotto. Dietro la battuta sulle
tessere c'è il disegno di distogliere l'attenzione dalla
corruzione sottostante. Dietro le corna e le scarpe sollevate all'altezza
degli occhi dei cronisti c'è l'idea che il leader di un grande
paese sia alla mano, come tutti. Ma chi a oltre sessant'anni fa
le corna in una fotografia o si leva le scarpe? Nessuno. E allora?
allora quei gesti vogliono distogliere l'attenzione dai problemi
veri. Vogliono creare assopimento. Ed è contro l'assopimento
che dobbiamo batterci, perché sia conosciuta la verità
e perché sulla critica dell'avversario sia costruita la nostra
alternativa.
Luciano Violante
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