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articolo tratto da l'Unità
 

Berlusconi insiste: "La Rai è stata infame". Neanche Ciampi riesce a fermarlo

 

 

 

da "l'Unità" del 19/04/2002

Sulla minaccia di ‘tabula rasa’ in Rai: «Non ho fatto nessuna lista di proscrizione, non ho niente ad personam. Ho detto all’opposizione “non farò a voi quello che voi avete fatto a noi”». E tuttavia: «Delle dichiarazioni di ieri (dell’altroieri,ndr) non cambio una virgola. C’è stato un uso criminoso della tv di Stato. Quello che è accaduto negli ultimi due mesi di campagna elettorale è stato infame, indegno di un Paese civile, fece perdere al centrodestra 17 punti e gli italiani devono saperlo». Sul richiamo del Presidente Ciampi all’autonomia editoriale: «Sottoscrivo, ma fare processi a chi non si può difendere non è informazione». Sul famoso buco nei conti pubblici: «L’extradeficit di 32mila miliardi c’è, la settimana prossima lo spiegherò nei dettagli, dall’opposizione solo menzogne e mi sono stancato». Sull’attività del governo: «Siamo pieni di lavoro, 61 i provvedimenti già approvati in Parlamento dalla nostra validissima maggioranza, le prestazioni record non si fermano». Sui consensi: «Un sondaggio in corso dice che una percentuale vicina al 70% degli italiani è in sintonia con quanto ho detto sulla Rai». Sul mancato plenum della Consulta: «Noi abbiamo indicato con coerenza un candidato che ha tutte le caratteristiche (Filippo Mancuso, ndr), inaccettabile il muro dell’opposizione, che non ha presentato un nome. L’organico va completato ma è importante che non si ribaltino le verità: c’è chi ha ragione e chi ha torto». Sul centrosinistra: «Non so dove voglia arrivare... Forse finirà al 10% alla fine dei 5 anni di governo». Sui posti vuoti nelle prime file della sala stampa di Palazzo Chigi invasa dalle telecamere: «Riempitemi quelle sedie».

Silvio Berlusconi conosce il valore di una buona comunicazione. Alla tradizionale conferenza stampa, ieri dopo il Consiglio dei ministri, ha sostituito un ‘one man show’. Di buon umore, annuncia che nei prossimi due mesi Roma sarà al centro di tre avvenimenti. Il 28 maggio la firma dell’accordo Nato Russia, presso la sede dell’aeronautica militare di Pratica di Mare: «La fine della guerra fredda». Il 10-13 giugno il vertice Fao che avrebbe dovuto tenersi l’anno scorso: fu rinviato perché «eravamo preoccupati, oggi «le cose sono cambiate». Il 16 giugno la santificazione di Padre Pio in Vaticano: «A arriveranno centinaia di migliaia di persone». Il premier manifesta il suo debole per gli Esteri: «Credo di aver fatto capire in questi mesi agli interlocutori internazionali che l’Italia deve tornare ad avere un ruolo pari a ciò che rappresenta. Non siamo rappresentati abbastanza negli organismi internazionali». Il motivo: «Dobbiamo recuperare un tempo infinito in cui l’Italia non contava perchè ha avuto 58 governi in 50 anni, non avevano il tempo di fare lobby nè di dire “io dò questo a te e tu dai questo a me”» come invece «Gonzales, la Thatcher, Kohl». Il rimedio sta nei rapporti personali: «Per questo insisto a tenere posizioni drammatiche sul piano personale». Per questo va al prossimo vertice di Valencia: lì «prendi uno sottobraccio, e con tutti stabilisci un ruolo preferenziale. Non siamo forse il Paese più autorevole e simpatico del Mediterraneo? Questo si ottiene se si sa contare sul piano personale con tutti i ministri». Come in Romania: «Nessuno troverà più porte aperte dei nostri imprenditori». Berlusconi annuncia che il ministro della Sanità Sirchia - seduto al suo fianco - è in partenza per New York dove sarà istituito presso l’Onu il fondo globale contro Aids, Tbc e malaria «fortemente voluto dal nostro Paese». Sottolinea che l’Italia ha già versato i 50 milioni di dollari richiesti. Precisa che intendono «modernizzare la raccolta dei fondi». Grazie agli sponsor: unendo «al marchio Onu i marchi... di aziende multinazionali e nazionali». Sirchia assiste e tace. Infine viene congedato: «Vai e torna con un successo, sennò resta là». Va meglio alla Moratti, lodata per il «no sonante» alla Germania che aspirava alla guida del progetto Ue Galileo di navigazione satellitare: «Speriamo di portare a casa noi la ‘leadership’». E dopo che il ministro dell’Istruzione ha esposto le linee guida sulla ricerca scientifica, la gratifica di un «Grazie Margaret, cioé Letizia».

Sul fronte interno Berlusconi mostra qualche impaccio in più. Gli equilibrismi sulla Rai che inducono Baldassarre a smentirlo: «Biagi e Santoro ovviamente restano, i suoi sono desideri di un politici che restano confinati a quel livello». Il lapsus sul deficit: prima parla di 37mila miliardi, poi li riduce a 32mila. Sul misterioso sondaggio che vedrebbe il 70% degli italiani d’accordo con lui, non aggiunge altro. Per Renzo Lusetti, dovrebbe: «Finge di ignorare che i sondaggi vanno corredati di un’informativa su committente, criteri, campione e data». I l premier scrive a Patrono, il presidente dell’Anm riunita per decidere sullo sciopero: «Il governo è disponibile al dialogo, la riforma non prescinde dal confronto con i magistrati». In serata commenterà: «In Italia non c’è una dittatura».


  articolo tratto da l'Unità del 19.04.2002
   

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