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articolo tratto dal "Diario della settimana".

Pubblichiamo in questa pagina la prima parte dell'articolo. Per continuare nella lettura, cliccate sul link che compare alla fine.


 

 

 








 
Lo strano caso di Telecinco

 

 

 

di Rossend Domenech

La vicenda giudiziaria spagnola di Silvio Berlusconi inizia il 23 luglio 1997 e con tutta probabilità finirà durante le prossime elezioni italiane del 13 maggio

A maggio di quest'anno vanno infatti in prescrizione i reati ipotizzati dal magistrato Baltazar Garzón, prescrizione alla quale si sarà arrivati dopo una serie di cavilli giudiziari sollevati dal governo di centrodestra di Madrid e dalla presidente del Parlamento europeo, la popolare Nicole Fontaine. Quel giorno del 1997 il magistrato Garzón, della Fiscalía Especial para la represión de los delitos económicos relacionados con la corrupción, aprí un fascicolo intestato a Berlusconi, al presidente di Publiespaña, Marcello Dell'Utri, e ad altri 30 dirigenti Fininvest. Per tutti l'accusa era di aver evaso 58 miliardi al fisco spagnolo e di aver raggirato la legge che imponeva un tetto massimo del 25 per cento a tutti gli azionisti delle quattro licenze per televisioni private autorizzate in Spagna. Le accuse a Fininvest si riferivano a Tele 5, un'emittente nata nel 1989, le cui azioni cambiarono di mano fino a metà degli anni Novanta. Secondo la Fiscalía, alla fine del balletto societario, Fininvest possedeva l'86 per cento di Tele 5.

L'azienda milanese avrebbe comperato le quote illegali da Javier de la Rosa, pluri inquisito successivamente per altri reati, attraverso operazioni fatte nella banca Bil, in Lussemburgo. Il gruppo dirigente di Fininvest veniva accusato di evasione fiscale, falso in bilancio, irregolarità societarie. La cauzione per le eventuali responsabilità civili fu fissata in 75 miliardi di lire, successivamente ridotti a circa 32. Il denaro sottratto al ministerio de Hacienda fu stimato in 130 miliardi di lire. Gli altri soci di Tele 5, accusati per le quote societarie, erano l'Once, l'associazione dei ciechi spagnoli, il finanziere Javier de la Rosa e il tedesco Leo Kirsch. Poco dopo, il procuratore anticorruzione Carlos Castresana aprì un'altra istruttoria per un presunto finanziamento illecito del Partido popular español (Ppe) e del Partido socialista español (Psoe). L'accusa era di aver favorito gli accusati includendoli in una amnistia e di non aver ritirato la licenza a Tele 5. Secondo l'accusa, per il favore ricevuto avrebbero ricevuto commissioni in nero in una banca svizzera.

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  articolo tratto dal "Diario della settimana".

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