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Ecco
un ampio stralcio di uno degli articoli del dossier dedicato a Berlusconi
che comparirà sul numero dello Spiegel in edicola lunedì
29 giugno. La copertina del giornale è titolata: “Il
padrino”.
«Fino a questo momento nella Repubblica-Berlusconi è
valsa solo una regola: diventa legge solo ciò che può
servire al piccolo uomo alto un metro e sessantaquattro ma con un
grande Ego. Tutto ciò che disturba, deve scomparire. Berlusconi
era entrato in politica per risolvere, lo dice lui stesso, tutti
i suoi problemi giudiziari e finanziari. E lui lo fa in un modo
che finora in una democrazia europea non era nemmeno immaginabile.
L’Italia viene smontata e ricostruita secondo le esigenze
del suo capo di governo. Della divisione del potere, base fondante
di una forma di Stato democratica e pluralistica, quasi non se ne
parla nemmeno».
«Il suo partito Forza
Italia, un urlo usato per incoraggiare la squadra di calcio italiana,
è la più grande forza in Parlamento. Pende dalle sue
labbra. L’ha fondato sul modello di un’azienda, tant’è
che molti deputati di Forza Italia sono stati scelti tra i suoi
consiglieri personali. Non era nemmeno arrivato al potere, che già
pensò di fare ordine in Rai. Tutti i critici di Berlusconi
furono allontanati, perché rei di aver fatto, secondo Berlusconi,
un «uso criminoso» della televisione. (cita poi il caso
Biagi, ndt)
«A gennaio il Consiglio europeo, dopo che un gruppo di esperti
avevano preso in esame il caso Italia, aveva constatato: Il conflitto
di interesse tra il ruolo politico di Berlusconi e i suoi interessi
privati nel campo dei media, è una minaccia al pluralismo
dell’informazione.
Martedì prossimo quest’uomo
guiderà per sei mesi la presidenza del Consiglio dell’Unione
europea. L’Europa lo accetta in silenzio, imbarazzata e tutto
al più solo nelle stanze chiuse della politica critica il
fatto che tocca al “Lider Maximo” del Tevere, essere
per sei mesi “Mr. Europa”. Occhi chiusi e via, questo
è il motto dei suoi 14 colleghi europei. Perché ciò
che irrita i suoi colleghi europei non è solo la sua quantità
di potere, il fatto che lui, il padrino delle politica italiana,
smonta e usa per il suo bisogno la repubblica romana, ciò
che rende davvero nervosi i principali leader europei è l’umiliante
consapevolezza di essere rappresentati da qualcuno che molti europei
molto semplicemente considerano un imbroglione».
«Perché nonostante
Berlusconi senta su di sé il “profumo di santità”,
la sua carriera fin dall’inizio è stata in penombra.
(Elenca tutti suoi guai giudiziari avuti con la giustizia italiana
e internazionale, ndt). Non c’è dubbio che Berlusconi
abbia vinto democraticamente le elezioni. Berlusconi ha talento
per la messinscena politica. Giorno per giorno fino ad oggi, è
stato il regista e il protagonista principale del Berlusconi-Show:
re Silvio, il buon padre, l’imprenditore di successo, l’avvocato
di tutti gli italiani». «Anche con i suoi colleghi internazionali
ci tiene a fare bella figura. È piaciuto all’istante
per esempio al presidente americano George W. Bush, così
come è piaciuto al russo W. Putin. Racconta barzellette,
suona il piano, canta, prende tutti sotto braccio e li assicura,
“sono il vostro migliore amico”.
...«Non è un
segreto per nessuno cosa pensa Prodi del prossimo presidente di
turno dell’Ue. Lo considera pericoloso. Durante la preparazione
della presidenza italiana, prendendo parte alla guerra in Iraq,
andando in Medio Oriente quasi in missione per conto di Bush, Berlusconi
si è allontanato in maniera eclatante dalle decisioni dell’Unione
europea, in un modo che non ha paralleli nei 50 della storia della
comunità europea. I colleghi di Berlusconi non sono così
entusiasti dei prossimi sei mesi della sua presidenza. Chirac considera
il premier italiano un “pallone gonfiato”. Secondo lui,
l’Italiano ha dei problemi con il proprio ego. Tant’è
che da quando Berlusconi è al governo le relazioni tra Francia
e Italia, sempre serene, sono diventate di colpo più fredde.
A Berlino invece si guarda all’Italia come un paese con delle
inclinazioni anti-europee. Ai diplomatici tedeschi, rimasti anonimi,
si sente dire che in questo momento “non è tanto semplice
avere a che fare con gli italiani”. Molto meglio è
visto Berlusconi invece a Londra». «Ciò che di
Berlusconi irrita Bruxelles non è il fatto che lui difenda
a spada tratta gli interessi italiani accorpando cose che non hanno
a che fare l’una con l’altra, minacciando poi il veto.
Quanto soprattutto il fatto che lui costringa i capi di Stato e
di Governo, ad un vertice peraltro sull’Iraq, di parlare delle
quote latte e inscenare uno show quando l’olandese Balkanende
cerca di difendere gli interessi dei propri contadini: tutto ciò
fa venire dei dubbi se Berlusconi sia davvero in grado di tenere
una presidenza imparziale».
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