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Duro attacco del settimanale inglese "The Economist"
"Il premier non può guidare l'evoluzione dell'Ue"
"Se si sente vittima di un complotto
vada in tribunale e si difenda"
ROMA -
Aprile 2001: "Berlusconi è inadatto a guidare l'Italia".
Maggio 2003: "Berlusconi è inadatto a guidare l'Europa".
A distanza di due anni, il settimanale inglese "The Economist"
torna a sferrare un duro attacco contro il presidente del Consiglio.
E lo fa nel pieno delle polemiche politiche che investono il premier
e alla vigilia della presidenza italiana della Ue. Un ruolo che
Berlusconi si appresta a ricoprire dal primo di luglio.
"Politicamente - osserva
il settimanale britannico - l'Europa è divisa. Economicamente,
sta arrancando. La guerra in Iraq ha lacerato le relazioni con il
suo principale alleato, gli Stati Uniti. Dieci nuovi Paesi stanno
per entrare e, se l'Unione allargata non vuole rimanere paralizzata,
si deve arrivare a un accordo sulla nuova Costituzione". Se
questa è la situazione, ciò che serve, insiste l'Economist,
è "una finezza diplomatica, una lungimiranza e un esercizio
di una sorta di autorità morale che deriva da un rispetto
incondizionato. Può l'Italia offrire questa leadership? O
meglio può farlo il suo primo ministro, Silvio Berlusconi?
La nostra risposta è no".
Leggendo l'articolo del settimanale inglese, i cronisti britannici
mettono in fila le vicende italiane di questi mesi. Ricordano "i
cambiamenti introdotti dal parlamento dominato dalla maggioranza
di Berlusconi", con la legge sulle rogatorie, il falso in bilancio,
il legittimo sospetto. Segnalano il progetto riguardante l'immunità,
una legge che, anche se passasse, "non farebbe nulla per migliorare
la reputazione di Berlusconi all'estero".
La posizione dell'Economist
non sorprende. Due anni fa, il settimanale diede voce a tutte le
sue perplessità sulla guida berlusconiana dell'Italia. Lo
faceva rilanciando il conflitto di interessi e sottolineando l'incompatibilità
del premier. Ed ora che Berlusconi si trova alle prese con un processo
"destinato a durare per molti mesi", per l'Economist quell'inadeguatezza
si fa più forte."Il semestre così potrebbe così
trasformarsi nel terreno di battaglia tra il premier e uno dei suoi
predecessori, Romano Prodi, che è ora presidente della Commissione
Europea" scrive il settimanale.
Nel lunghissimo e durissimo
editoriale, l'Economist, in edicola domani, sostiene che invece
di discutere dell'immunità, il Parlamento potrebbe concentrare
la sua attenzione sul conflitto di interessi di Berlusconi, che
costituisce "un reale o potenziale imbarazzo sin da prima che
guidasse il governo per la prima volta nove anni fa e sembra incredibile
che neanche per mera decenza sia stata trovata una soluzione prima
del voto del 2001. Ma Berlusconi sembra trovare difficile la distinzione
tra proprietà e proprietario".
"Se Berlusconi è
veramente vittima di un complotto, deve mostrare al mondo le prove
- conclude l'Economist - Il modo migliore per farlo è dimettersi
dall'incarico pubblico e difendersi in un tribunale. Se e quando
avrà pienamente chiarito la sua posizione, per gli europei
sarà più facile avere lui che parla a nome dell'Europa".
(8 maggio 2003) |