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tratto da l'Unità del 9 maggio 2003
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THE ECONOMIST: inadatto a guidare l'Europa

 

 

 


Questa è la traduzione integrale dell'articolo pubblicato da The Economist di Londra

Inadatto a guidare l’Europa. Il primo ministro italiano non è l’uomo che può parlare per l’Europa. Il primo luglio l’Italia diverrà presidente dell’Unione Europea. Passaggio semestrale che solitamente non suscita eccitazione in circostanze normali, ma in questi giorni le circostanze non sono molto normali. Politicamente l’Europa è divisa. Economicamente, sta arrancando. La guerra in Iraq ha lacerato le relazioni con il suo principale alleato, gli Stati Uniti. Dieci nuovi Paesi stanno per entrare e, se l’Unione allargata non vuole rimanere paralizzata, si deve arrivare a un accordo sulla nuova Costituzione. Dunque, sostiene l’Economist, è chiaramente il momento per chiarire, per una finezza diplomatica, una lungimiranza e un esercizio di una sorta di autorità morale che deriva da un rispetto incondizionato. Può l’Italia offrire questa leadership? O meglio può farlo il suo primo ministro, Silvio Berlusconi? La nostra risposta è no. Due anni fa durante la sua campagna elettorale per la premiership, spiegammo perchè pensavamo che non fosse adatto per quel posto. Sostenemmo che, oltre ai numerosi conflitti di interesse tra i suoi affari e quelli dello Stato che sarebbero emersi se fosse stato eletto, sarebbe anche stato costretto a rispondere a una serie di gravi accuse. Sebbene, i giudici di più alto grado in Italia non lo abbiano definitivamente condannato per nessuna di quelle accuse, deve ancora mettere a tacere tutte le preoccupazioni sulla sua onestà. La ragione è il modo in cui tutte le cause contro Berlusconi si sono concluse. Per lo più senza un chiaro proscioglimento basato sulle prove, o sulla legislazione italiana, o sui recenti cambi di legislazione che sembrano destinati a beneficiare il primo ministro nella sua veste di imputato. Questi cambiamenti, spinti attraverso il Parlamento, dominato da una maggioranza pro-Berlusconi, ha incluso una legge sulle rogatorie (con l’implicazione in almeno un caso contro Berlusconi), una sulla depenalizzazione del falso in bilancio, (un altro dei tre casi) e una legge che dia la possibilità agli imputati di spostare i loro processi ad un altro tribunale per legittimo sospetto che la corte tratti il loro caso con dei pregiudizi (che può essere usata per spostare un processo). Quest’ultima è stata invocata inutilmente da Berlusconi in uno dei suoi processi, che è ancora aperto, e ciò spiega il perché lui fosse in aula questa settimana, a negare le accuse di corruzione dei giudici nel 1985.

 

   

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