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di Nedo Canetti
Il governo Berlusconi da un lato non ha esitazioni e scrupoli nel
favorire privilegi e privilegiati, dall'altro, si accanisce contro
la categorie più deboli e disagiate.
Un altro esempio eclatante, il decreto-legge sulla proroga degli
sfratti, all'attenzione dell'aula del Senato, che lo ha approvato
a maggioranza, con i voti dei partiti della Cdl. Il provvedimento
era stato assunto in via d'urgenza, dal momento che il 31 dicembre
scadeva la proroga allora in vigore, per impedire che molte famiglie
italiane fossero messe per una strada. Era il risultato positivo
di un lunga, dura battaglia delle associazioni degli inquilini e
dei sindacati, fieramente avversata dalle associazioni dei proprietari.
Sospiro di sollievo al momento dell'emanazione del decreto con proroga
al 30 giugno di quest'anno (le Unioni degli inquilini chiedevano
il 31 dicembre 2002).
Il decreto però nascondeva, tra le righe, un'insidia, che
hanno segnalato a Palazzo Madama i senatori ds e verdi. La proroga
non è disposta, infatti, per tutte le categorie che già
avevano, in passato, lo sfratto bloccato, se pur per un periodo
limitato di tempo. Viene operata una pesante scrematura, cancellando
dal beneficio categorie altamente disagiate, come i disoccupati,
i cassaintegrati, gli invalidi al 100 per 100, le famiglie con cinque
o più figli a carico, gli inquilini della case popolari (che
hanno perso l'alloggio, posto in vendita dall'Istituto proprietario,
non avendo i mezzi per acquistarlo), in attesa, appunto, di un nuovo
alloggio. Proprio i più bisognosi. Restano garantiti gli
ultrassessantacinquenni, gli handicappati gravi e i malati terminali.
Tutti gli emendamenti presentati dal centrosinistra per allargare
le categorie dei beneficiari sono stati respinti. E respinto è
stato anche un emendamento ds che tendeva ad allargare agli invalidi
totali la categoria degli handicappati gravi. Una chiusura blindata
da parte della maggioranza e del governo che è stata duramente
stigmatizzata dal vice presidente dei ds, Antonello Falomi e dal
verde Sauro Turroni. Il giorno prima su uno degli emendamenti dell'opposizione
era mancato il numero legale. Per questo, il relatore , Giuseppe
Specchia, An, ha accusato il centrosinistra di ostruzionismo. Gli
è stato fatto osservare che la richiesta di votazione con
sistema elettronico, sul quale si è verificata l'assenza
del quorum, nasceva non da volontà ostruzionistica ma dall'esigenza
di constatare, nel voto, chi si schierava a favore dei più
bisognosi e chi no. Verifica che è poi puntualmente avvenuta
al momento del voto sugli emendamenti.
Per capire fino in fondo qual è la politica del governo verso
gli sfrattati indigenti, ricordiamo che, nella finanziaria di quest'anno
gli stanziamenti destinati al Fondo per sostenere, attraverso i
comuni, il pagamento dell'affitto da parte delle famiglie bisognose
e delle giovani coppie (che ha avuto, soprattutto nelle grandi città,
un buon successo), sono stati diminuiti di 150 miliardi (da 650
a 500). La proroga era attesa e il decreto dava una boccata d'ossigeno.
Per questo era stato visto con favore anche dai gruppi dell'opposizione
che, però, di fronte all'ostinata volontà della maggioranza
di respingere, senza motivazioni e senza nemmeno discuterle, tutte
le ragionevoli proposte di miglioramento, non se la sono sentiti
di votare a favore.
Il provvedimento va ora alla Camera. Falomi auspica che in quella
sede la Cdl rimuova questo atteggiamento di chiusura e si possano
aprire spiragli per un testo migliore, meno punitivo per le categorie
più bisognose, a favore delle quali, assicura, proseguirà
l'impegno dei ds.
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