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Bufera
sugli esami di Stato: mancano all'appello 40 milioni di euro per
pagare i compensi ai commissari. Letizia Moratti propone di pagare
metà delle indennità nel 2003, si rischia la rottura.
ROMA Niente soldi per i prof,
maturità in bilico. A meno di un mese dall'avvio delle per
gli esami di Stati (al via il 19 giugno), il ministro Letizia Moratti
ha fatto sapere ai sindacati degli insegnanti che non tornano i
conti. Nonostante la riforma introdotta con la finanziaria con cui
è stata modificata la composizione delle commissioni esaminatrici,
aumentando la presenza di commissari interni e quindi abbattendo
i costi, mancano in cassa almeno 40 milioni di euro.
Non solo, gli importi stanziati non sono tutti
immediatamente disponibili e i compensi previsti per commissari
e presidenti sono addirittura inferiori a quelli dello scorso anno.
Il ministero avrebbe proposto ai sindacati di dilazionare il pagamento
dei compensi: metà ora e metà al 2003. Una proposta
che ha fato salire il livello della tensione tra sindacati e ministero
dell'Istruzione dove ieri pomeriggio si è svolto un incontro
tra i sindacati di categoria Cgil, Cisl, Uil, Snals e Anp e i dirigenti
generali del dicastero Criscuoli e Zuccaio, che si è per
ora concluso con una nuova richiesta di convocazione con il ministro
Moratti.
L'incontro - dichiara il segretario generale
della Cgil Scuola, Enrico Panini - ha segnato una netta e profonda
rottura fra ministero e sindacati di categoria. Basti dire
spiega - che aumentano in modo consistente i compiti e le responsabilità
dei commissari e dei presidenti rispetto al passato, per i cambiamenti
introdotti con la legge finanziaria per il 2002, e non solo non
si adeguano le retribuzioni, ma in diversi casi, viene ridotto il
loro importo rispetto al 2001. La media dei compensi scenderebbe
da 367 a 316 euro. Non si riconosce nemmeno il recupero dell'inflazione
su compensi che si confermano profondamente inadeguati. Addirittura
la copertura economica prevista dalla finanziaria è sottostimata,
secondo previsioni caute dello stesso ministero, di almeno il 50%
dello stanziamento. Secondo queste previsioni servono almeno altri
40 milioni di euro subito. In questa situazione - conclude Panini
non potrà che peggiorare la condizione di quanti svolgono
un lavoro tra giugno e luglio per vederselo retribuito completamente
a distanza di anni.
E per lex ministro della Pubblica istruzione
Luigi Berlinguer, il vero rischio è che i soldi non arrivino:
Molti uffici amministrativi dice Berlinguer al quotidiano
Italia Oggi sostengono che i docenti svolgono la loro funzione
di commissario nel loro orario, periodo di servizio e sede, per
cui non hanno diritto a nessuna indennità aggiuntiva.
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