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articolo tratto da l'Espresso del 7 gennaio 2002




 
Caso Ruggiero, Italia sotto osservazione

 

 

 

di Francesco De Vito

In settimana dibattito alla Camera sul dimissionamento del ministro degli Esteri. Cresce in Europa lo sconcerto delle Cancellerie e della stampa

Silvio Berlusconi riferirà alla Camera, lunedì 14 gennaio, sul dimissionamento del ministro degli Esteri Renato Ruggiero, a seguito delle polemiche coi ministri Antonio Martino, Giulio Tremonti, Umberto Bossi e lo stesso presidente del Consiglio. Tempi e modi del dibattito sono stati discussi nel pomeriggio di lunedì 7 in una conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Un dibattito a tempi ravvicinati in Parlamento, che diversamente avrebbe dovuto riunirsi non prima del 20 gennaio, era una delle condizioni poste dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi per tentare di tranquillizzare l’Europa.

Sarà difficile, per il premier, riuscire a convincere le Cancellerie, e soprattutto l’opinione pubblica dell’Unione, che con l’uscita di scena di Ruggiero nulla cambia nella politica europea del governo di Roma. A Parigi il portavoce del ministero degli Esteri, il cui titolare Hubert Vidrine aveva espresso tempestivamente «forte rammarico» per l’allontamento di Ruggiero, dichiara: «Saremo molto attenti agli orientamenti indicati dal presidente del Consiglio che ha annunciato che assumerà lui stesso l’interim». Dall’Eliseo il presidente Jacques Chirac fa sapere che non ha nulla da aggiungere a quella dichiarazione, per indicare che la condivide pienamente.

A Berlino il cancelliere Gerhard Schroeder si associa al rincrescimento espresso dal ministro degli Esteri Joshka Fischer. A Bruxelles il ministro degli Esteri belga Louis Michel afferma: «Ruggiero non aveva più lo spazio politico per portare avanti le sue convinzioni». Il collega spagnolo Josep Piquè, che lo sostituisce alla presidenza semestrale dell’Ue, mostra di credere agli orientamenti europeisti di Berlusconi, tuttavia è costretto ad ammettere che Bossi è altra cosa.

Ma le critiche più esplicite vengono da tutta la stampa europea, sia quella progressista che quella moderata, e che a differenza delle Cancellerie non ha obblighi di prudenza diplomatica. Cominciamo dalla Spagna, il cui governo, come si è detto, ha la presidenza semestrale della Ue. L’Editoriale di “El Pajs” comincia così: «Il governo Berlusconi si sta trasformando nella zavorra d’Europa». E aggiunhe: «Ruggiero era stato nominato per tranquillizzare l’Europa. La sua uscita di scena inquieta». “El Mundo”, quotidiano madrileno vicino al governo di Josè Maria Aznar, scrive: «Berlusconi, che ha assunto l’interim degli Esteri, dirige la nazione verso un isolazionismo suicida». “La Vanguardia», quotidiano indipendente di Barcellona, titola: «La deriva italiana».

Spostiamoci in Francia. Per “Le Monde le dimissioni di Ruggiero «isolano Berlusconi dal resto dell’Europa» e «non è rassicurante» che il premier abbia assunto l’interim degli Esteri. In Gran Bretagna, per il “Financial Times” «l’Italia si muove verso l’ignoto». In Germania il quotidiano di Colonia “Koelischer Rundschau” osserva che Berlusconi mette «gli Usa al primo posto, l’Ue solo al secondo». Insomma, una caduta d’immagine di proporzioni macroscopiche.

07.01.2002

   

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