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le reazioni del dopo-Ruggiero

 

 

 


Bruxelles ha paura di un'Italia senza Ruggiero

Dal primo gennaio tocca alla Spagna, per i sei mesi di turno, guidare l’Unione europea. E i giornali e i leader politici del paese iberico esprimono viva perplessità sulla tenuta ‘europeista’ dell’Italia, dopo le dimissioni del ministro Ruggiero e l’interim (auto)affidatosi da Berlusconi.
Per «El Mundo» l'Italia è «un paese fondamentale in seno all'Unione europea», ma Silvio Berlusconi «con l’interim agli Esteri lo dirige verso un isolazionismo che risulta suicida». In un editoriale, il quotidiano conservatore spagnolo si occupa dell'allontanamento dal governo di quella che definisce come la «persona più rispettata del variopinto governo di centrodestra». «Le dimissioni di Ruggiero non hanno solo aperto una crisi nell'esecutivo - scrive El Mundo - ma hanno fatto sì che l'Unione europea tornasse a meravigliarsi per le balordaggini di Berlusconi».
Per il ministro degli esteri spagnolo Josep Piquè, dal primo gennaio presidente di turno dell'Ue, il problema più grave non è tanto l'antieuropeismo di Berlusconi, ma la posizione della Lega nord. «Non dobbiamo confondere né i fatti, né i livelli - ha detto Piquè nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles per il passaggio del timone Ue con il Belgio - una cosa è un partito politico come Forza Italia che fa parte del Ppe. Altra cosa è la coalizione di governo con ministri di altre forze politiche le cui dichiarazioni non coincidono con le idee europee».
Ma quelle spagnole non sono le uniche voci di preoccupazione europee. Per il quotidiano francese «Liberation», le dimissioni di Renato Ruggiero e l'instabilità che arrecano all'area dell'euro «giustificano a posteriori le diffidenze della Germania, e più in generale nordica, verso un sud decisamente incontrollabile». Il quotidiano francese ricorda come sia stato proprio il governo di Bonn a chiedere alla fine degli anni '90 criteri rigorosi per la moneta unica in modo da escludere un partner, l'Italia, «giudicato poco affidabile». «Liberation» sottolinea l'impatto che le dichiarazioni euroscettiche di alcuni ministri italiani hanno avuto nei giorni scorsi sui mercati, contribuendo a un calo dell'euro sotto quota 90 centesimi di dollaro. «Non è difficile immaginare i danni che si sarebbero prodotti se questo dibattito cosiddetto interno avesse avuto luogo in Francia o Germania...», scrive il giornale transalpino.
Intanto in Italia si prepara il debutto di Silvio Berlusconi come ministro degli Esteri. Sarà Parigi ad ospitarlo. Giovedì è, infatti, in programma un quadrangolare con i colleghi britannico, Jack Straw, tedesco, Josckha Fischer, e con il padrone di casa, Hubert Vedrine. Al centro dei colloqui, tra l'altro, la situazione in Afghanistan e in Medio Oriente.
A palazzo Chigi e alla Farnesina si continua a studiare l'agenda degli impegni già messi in calendario per organizzare il lavoro delle prossime settimane del presidente del Consiglio nel suo nuovo incarico. In programma, secondo l'agenda lasciata da Renato Ruggiero, ci sono almeno sei viaggi all'estero solo a gennaio. A metà mese le visite in Algeria e Marocco, il 17 quella a Belgrado con il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Poi, il 22 gennaio, in Israele e nei Territori palestinesi e, alla fine del mese, il viaggio negli Stati Uniti.

(da "l'Unità" del 7 gennaio 2002)
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Agnelli: "Italia più debole senza Ruggiero"
di Mara Montanari

In un'intervista a Repubblica l'Avvocato sottolinea la propria amarezza per le dimissioni del ministro degli Esteri. "Ruggiero rendeva più presentabile il governo in Europa". "L'Italia ha solo fichi d'India"

TORINO - ''E' una brutta giornata per l'Italia, e anche per me''. Così Gianni Agnelli commenta la notizia delle dimissioni di Renato Ruggiero, persona che lui stesso aveva sostenuto fin dal primo giorno nel ruolo di ministro degli Esteri del Governo Berlusconi.In un'intervista rilasciata a La Repubblica, l'Avvocato sottolinea la propria amarezza per la vicenda. E' ''un grande peccato per l'Italia e una brutta perdita per il governo'', afferma Agnelli che vedeva in Ruggiero ''l'uomo giusto al posto giusto''. ''Era un uomo che ha cantato per l'Europa fin dalla prima ora. - spiega Agnelli - Ma era anche un uomo che parlava con il segretario di Stato americano più facilmente e più frequentemente di tutti gli altri ministri messi assieme''. L'uscita di scena di Ruggiero si farà sentire solo nei prossimi giorni. "Non credo che si rendano ancora conto di quello che hanno perso - commenta - Ma, a quel punto, gli farà male". ''La sua uscita di scena - continua - farà del male al governo ben più di quanto lo stesso governo oggi pensi. E' l'immagine internazionale dell'Italia - sottolinea con una certa amarezza - che verrà a soffrire, perché oggi è più debole''. Per l'Avvocato Agnelli "Ruggiero rendeva il governo più presentabile in Europa e nel resto del Mondo, e non esita a definire ''sciocchezze che possono soltanto danneggiarci'' le ultime polemiche sull'Europa nate nell'esecutivo.In conclusione, Agnelli corregge le affermazioni rilasciate di fronte alle critiche della stampa internazionale per l'insediamento del governo Berlusconi:l'Italia non è una ''repubblica delle banane. Nel nostro Paese - conclude - purtroppo non ci sono nemmeno banane. Ci sono soltanto fichi d'india''.

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tratto da "Il Nuovo" del 6 gennaio 2002

   

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