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di
Mara Montanari
Dallo spostamento del vertice Fao al no al progetto Airbus, passando
per l'intervento militare in Afghanistan, il mandato di cattura europeo
e il "Rocky coniglio" di Cossiga.
ROMA - Il disappunto per il silenzio
e lo scetticismo dell'esecutivo sull'euro è solo l'ultimo
episodio di una lunga serie di attriti tra il ministro Renato Ruggiero
e i colleghi di governo. Dall'Airbus al mandato di cattura europeo:
più di una volta, il titolare della Farnesina si è
trovato in disaccordo con il premier Berlusconi, tanto da far dire
al presidente delle commissione Esteri della Camera, Gustavo Selva
(An) che "Ruggiero è un cavallo solitario, non informa
il governo e il presidente del consiglio". Problemi con Berlusconi
e non solo.
In diverse occasioni il ministro degli Esteri ha dovuto mediare
in sede europea le intemperanze del ministro Bossi. Per la
verità, con il leader del Carroccio le cose sono andate male
sin dall'inizio. Il 22 maggio, nei giorni della composizione della
squadra di governo, di fronte all'ipotesi di un incarico a Renato
Ruggiero, Bossi si mise subito di traverso . "Quello lì
- disse - rappresenta tutto quello che la Lega combatte". La
polemica poi reintrò, ma la freddezza è rimasta.
Il vertice Fao - Berlusconi voleva spostarlo a ogni costo
per il timore di una nuova Genova. Per Ruggiero trasferire il vertice
della Fao da Roma avrebbe messo in gioco la credibilità nazionale
del'Italia. Un tira e molla che durò settimane fino alla
tragedia dell Twin Towers che spinse la stessa Fao a rinviare il
vertice.
L'intervento militare in Afghanistan - Il 29 novembre scorso,
al termine della riunione congiunta delle commissioni Esteri e Difesa,
Ruggiero se ne uscì sconfessando le intenzioni del governo
di inviare truppe a Kabul. "Sarebbe molto grave - disse - se
mandassimo i nostri soldati in Afghanistan, in questo momento, in
una situazione in cui non ci sono garanzie". Parole che riaprirono
le tensioni tra il ministro degli Esteri e il collega della Difesa,
Martino. I due si erano infatti scontrati già nelle settimane
precedenti, quando Ruggiero aveva anticipato il possibile invio
di carabinieri a Kabul per mantenere l'ordine pubblico dopo la caduta
del regime talebano. "I carabinieri? Forse quelli del nucleo
del ministero degli Esteri?", aveva ribattuto Martino.
L'Airbus A400M - "Farò di tutto per difendere
il mio punto di vista. Dobbiamo avere una visione lungimirante dei
nostri interessi futuri". Era il 29 ottobre, quando Ruggiero
dichiarava battaglia sull'Airbus A400M. Erano scettici il ministro
Martino, Buttiglione, lo stesso Berlusconi. "Perchè
dovremmo sovvenzionare l'areonautica francese?", attaccava
Buttiglione. Alla fine l'Italia è rimasta fuori dal progetto
tra le esultanze di Bossi: "Macchè Europa, è
solo industria francese e a noi non sarebbe rimasto niente. Ci davano
solo quattro lamiere da tagliare. Se il ministro Ruggiero non è
d'accordo, sono problemi suoi''. Ruggiero subì anche un durissimo
attacco da parte dell'ex-capo dello Stato, Francesco Cossiga: ''Continuo
ad essere nettamente contrario a questo dispendioso e inutile aereo
- diceva Cossiga - ma se è il prezzo che dobbiamo pagare
perchè il presidente della Repubblica francese oltre che
il caffè offra addirittura una colazione all'Eliseo al nostropresidente
del Consiglio, aiutandolo nel suo coraggioso tentativo di rompere
l'isolamento europeo dell'Italia o se serve a saldare definitivamente
il conto con l'avvocato Agnelli e con l'ambasciatore Ruggiero forse
vale le pena di buttare nel cesso quei seimila miliardi...''.
Mandato di cattura europeo - "Ruggiero è un
po' permalosetto". Buttiglione se la prendeva così con
il ministro degli Esteri che aveva risposto piccato alle accuse
del leader del Cdu. "Sul mandato di cattura europeo, Ruggiero
non ha aiutato Berlusconi", attaccava Buttiglione. Anche sulla
vicenda del mandato di cattura, infatti, il titolare della Farnesina
si è distinto dal resto dell'esecutivo per la volontà
di trovare un accordo con gli altri partner europei: "L'Italia
è sempre stata tra le pattuglie di testa dell'Ue - insteva
Ruggiero - Sarebbe la prima volta che ciò non avverrebbe
in una questione così fondamentale''. Parle che non trovarono
ascolto nel resto dell'esecutivo, anzi il ministro degli Esteri
si trovò costretto a smussare le frasi di Bossi che aveva
definito l'Europa "forcolandia". "Mi dispiace per
Ruggiero - replicava il ministro Castelli - il governo è
compatto sulle preplessità all'adesione al mandato di cattura
europeo. Del resto Ruggiero non è il presidente del Consiglio,
al quale io faccio riferimento".
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