scrivici
mailing list
guestbook
links
aiutaci
info
ringraziamenti
 
torna indietro
 

articolo tratto da"La Repubblica" del 14 settembre 2002


 

 

 








 
"Non punto la pistola al Cavaliere
ma so perché ha perso l'onore"

 

 

 

di Antonello Caporale, La Repubblica

INTERVISTA ALL'EX MINISTRO DELLA GIUSTIZIA FILIPPO MANCUSO: "LE COSE CHE SO SONO FRUTTO DI CONOSCENZA DIRETTA"

ROMA - Onorevole Mancuso, lei è un uomo avvilito, stanco, deluso dalla mancata nomina a giudice costituzionale.
"Esattamente in questi termini mi dipingeranno. Questi signori sono capaci di credere che Attilio Regolo si sia fatto maciullare per fare la reclàme a una ditta di chiodi!".

E' però un fatto che solo da qualche mese ha scoperto che Berlusconi non è un uomo libero. E soltanto da poche settimane è convinto che in Forza Italia ci sia un gruppo di altissimi e specialissimi fetentoni.
"Ho parlato oggi e ho parlato ieri. Oggi come ieri in nome di quel che reputo un interesse superiore: salvare i valori fondanti di Forza Italia, quelli che hanno garantito a questa maggioranza il governo del Paese".

Un grande girotondo: liberare Berlusconi dalle catene.
"Il condizionamento di Previti, del circolo dei "previtisti" su Berlusconi è tale da costringerlo a perdere l'onore. E di Berlusconi si può dire tutto: l'uomo è a volte superficiale, sicuramente un narciso, con una inguaribile disposizione alla menzogna. Ma è comunque molto migliore di quel che è costretto ad essere per colpa di Previti".


Che lo tiene ai ceppi.
"Ne sono certissimo".

L'accuseranno di essere un provocatore e basta.
"Penso di no. Penso che staranno in silenzio, qualche sussurro e niente più".

Perché dovrebbero stare in silenzio?
"Perché sono consapevoli che ad una eventuale loro smentita seguirebbe una mia replica impossibile da screditare, confutare o minimamente scalfire. Niente, niente, niente. Non ci sarebbe partita".

Onorevole Mancuso, diranno che da quando ha perso la poltrona di giudice dell'Alta corte anche la sua testa è andata un po' in fumo.
"Sussurri similari. L'ipotesi è ampiamente plausibile".

Lei comunque fa la figura di chi non sa più a che santo votarsi pur di guadagnare un rigo sul giornale.
"Tranquillo e certo che non mi va di apparire come chi sta con la pistola puntata addosso a Berlusconi, pronto a fare bum!".

Mica il suo è un bluff?
"Le cose che dico sono frutto di una conoscenza diretta, non sono parole o giudizi abbaiati. Parlo perché so".

Cosa sa?
"Non lo dico a lei".

Ha speso una vita nei tribunali e solo al momento della pensione è giunto, da tecnico, al ministero della Giustizia. Non aveva rapporti con Berlusconi né tantomento con Previti. Al primo venuto i due facevano confidenze così scottanti?
"Io non ho origliato nulla, men che mai ho usato il ruolo del mio ufficio, quando ho ricoperto la carica di ministro, per accedere a notizie riservate".

Allora è stata la cicogna!
"Sono venuto a sapere. Mi sono, come dire, trovato dentro la notizia".

Notitia criminis?
"Non mi va di aggiungere altro, né lo farei qui".

Prima lancia il sasso, poi ritira la mano.
"Ritiro? Ho detto che Berlusconi è soggiogato da Previti, subisce da quest'uomo un ricatto morale e psicologico. Aggiungo che secondo me Berlusconi sarebbe ben felice di disfarsene e completo la mia posizione dicendo che i rilievi mossi non sono smentibili".

Lei semina il terrore, Vespa non la inviterà mai nel suo programma.
"Io voglio bene a Forza Italia e so che ci sono tante brave persone".

Ma anche tante cattive persone.
"Il circolo dei 'previtisti' è ampio. Gente che ci sta perché ha paura di non essere ricandidata, di essere messa da parte... e quindi si presta".

Tanti calabraghe...
"L'uomo per natura non è coraggioso".

Mancuso non è un calabraghe ed è un piacere grandissimo vedere Previti imbestialito e angosciato.
"Ma no, anche se quello lì ha obbligato Berlusconi a vendere il mio nome e il mio onore al tempo della candidatura a giudice di Corte costituzionale".

E allora perché lo fa?
"Le ho appena riferito il giudizio che questi signori possono avere anche per i sacrifici più alti, come quello di Attilio Regolo. Figurarsi per me! Non credono affatto possibile che io sia mosso soltanto dal desiderio di tutelare questa maggioranza ed evitarle imposizioni indecorose come lo è questa legge sul legittimo sospetto".

Onorevole Mancuso, cosa vuol fare?
"Far crescere l'inquietudine in vista del voto a scrutinio segreto".

Lei sogna ad occhi aperti.
"Me lo dicono anche altri amici".

Si accontenti della soddisfazione di oggi: un altro ceffone sulla guancia di Previti.
"Mezz'oretta spesa bene in Parlamento".

L'amico Cesare la vorrebbe finalmente in vacanza, che so, alle terme.
"Io uscirò da questo Palazzo a fine legislatura e certo non ci rimetterò più piede".

Allora, arrivederci.
"Arrivederci. Ehm, e se chiudessimo l'intervista con un post scriptum?".

Post scriptum.
"Nemmeno la legge sul legittimo sospetto basterà a salvarlo. Previti ha di nuovo sbagliato a fare i conti, ah ah ah..."

La Repubblica, 14.09.2002

   

motore di ricerca italiano

 

 

 

informazioni scrivici! torna all'home page torna indietro