di
Antonello Caporale,
La Repubblica
INTERVISTA ALL'EX MINISTRO
DELLA GIUSTIZIA FILIPPO MANCUSO: "LE COSE CHE SO SONO FRUTTO
DI CONOSCENZA DIRETTA"
ROMA - Onorevole
Mancuso, lei è un uomo avvilito, stanco, deluso dalla mancata
nomina a giudice costituzionale.
"Esattamente in questi termini mi dipingeranno. Questi signori
sono capaci di credere che Attilio Regolo si sia fatto maciullare
per fare la reclàme a una ditta di chiodi!".
E' però un fatto che solo da
qualche mese ha scoperto che Berlusconi non è un uomo libero.
E soltanto da poche settimane è convinto che in Forza Italia
ci sia un gruppo di altissimi e specialissimi fetentoni.
"Ho parlato oggi e ho parlato ieri. Oggi come ieri in nome
di quel che reputo un interesse superiore: salvare i valori fondanti
di Forza Italia, quelli che hanno garantito a questa maggioranza
il governo del Paese".
Un grande girotondo: liberare Berlusconi
dalle catene.
"Il condizionamento di Previti, del circolo dei "previtisti"
su Berlusconi è tale da costringerlo a perdere l'onore. E
di Berlusconi si può dire tutto: l'uomo è a volte
superficiale, sicuramente un narciso, con una inguaribile disposizione
alla menzogna. Ma è comunque molto migliore di quel che è
costretto ad essere per colpa di Previti".
Che lo tiene ai ceppi.
"Ne sono certissimo".
L'accuseranno di essere un provocatore
e basta.
"Penso di no. Penso che staranno in silenzio, qualche sussurro
e niente più".
Perché dovrebbero stare in silenzio?
"Perché sono consapevoli che ad una eventuale loro smentita
seguirebbe una mia replica impossibile da screditare, confutare
o minimamente scalfire. Niente, niente, niente. Non ci sarebbe partita".
Onorevole Mancuso, diranno che da quando
ha perso la poltrona di giudice dell'Alta corte anche la sua testa
è andata un po' in fumo.
"Sussurri similari. L'ipotesi è ampiamente plausibile".
Lei comunque fa la figura di chi non
sa più a che santo votarsi pur di guadagnare un rigo sul
giornale.
"Tranquillo e certo che non mi va di apparire come chi sta
con la pistola puntata addosso a Berlusconi, pronto a fare bum!".
Mica il suo è un bluff?
"Le cose che dico sono frutto di una conoscenza diretta, non
sono parole o giudizi abbaiati. Parlo perché so".
Cosa sa?
"Non lo dico a lei".
Ha speso una vita nei tribunali e solo
al momento della pensione è giunto, da tecnico, al ministero
della Giustizia. Non aveva rapporti con Berlusconi né tantomento
con Previti. Al primo venuto i due facevano confidenze così
scottanti?
"Io non ho origliato nulla, men che mai ho usato il ruolo del
mio ufficio, quando ho ricoperto la carica di ministro, per accedere
a notizie riservate".
Allora è stata la cicogna!
"Sono venuto a sapere. Mi sono, come dire, trovato dentro la
notizia".
Notitia criminis?
"Non mi va di aggiungere altro, né lo farei qui".
Prima lancia il sasso, poi ritira la
mano.
"Ritiro? Ho detto che Berlusconi è soggiogato da Previti,
subisce da quest'uomo un ricatto morale e psicologico. Aggiungo
che secondo me Berlusconi sarebbe ben felice di disfarsene e completo
la mia posizione dicendo che i rilievi mossi non sono smentibili".
Lei semina il terrore, Vespa non la
inviterà mai nel suo programma.
"Io voglio bene a Forza Italia e so che ci sono tante brave
persone".
Ma anche tante cattive persone.
"Il circolo dei 'previtisti' è ampio. Gente che ci sta
perché ha paura di non essere ricandidata, di essere messa
da parte... e quindi si presta".
Tanti calabraghe...
"L'uomo per natura non è coraggioso".
Mancuso non è un calabraghe
ed è un piacere grandissimo vedere Previti imbestialito e
angosciato.
"Ma no, anche se quello lì ha obbligato Berlusconi a
vendere il mio nome e il mio onore al tempo della candidatura a
giudice di Corte costituzionale".
E allora perché lo fa?
"Le ho appena riferito il giudizio che questi signori possono
avere anche per i sacrifici più alti, come quello di Attilio
Regolo. Figurarsi per me! Non credono affatto possibile che io sia
mosso soltanto dal desiderio di tutelare questa maggioranza ed evitarle
imposizioni indecorose come lo è questa legge sul legittimo
sospetto".
Onorevole Mancuso, cosa vuol fare?
"Far crescere l'inquietudine in vista del voto a scrutinio
segreto".
Lei sogna ad occhi aperti.
"Me lo dicono anche altri amici".
Si accontenti della soddisfazione di
oggi: un altro ceffone sulla guancia di Previti.
"Mezz'oretta spesa bene in Parlamento".
L'amico Cesare la vorrebbe finalmente
in vacanza, che so, alle terme.
"Io uscirò da questo Palazzo a fine legislatura e certo
non ci rimetterò più piede".
Allora, arrivederci.
"Arrivederci. Ehm, e se chiudessimo l'intervista con un post
scriptum?".
Post scriptum.
"Nemmeno la legge sul legittimo sospetto basterà a salvarlo.
Previti ha di nuovo sbagliato a fare i conti, ah ah ah..."
La Repubblica,
14.09.2002 |