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di Roberto Petrini
L´Espresso: pagati 35 milioni
di euro. L´Ulivo: la prova degli interessi personali
ROMA - Sorpresa: anche Mediaset ha partecipato al condono. La notizia
è stata scovata da «L´Espresso» che la
pubblica nel numero oggi in edicola: la cifra pagata all´erario
ammonta a 35 milioni di euro a fronte di una contestazione di 197
milioni. La sanatoria si riferisce ad una evasione fiscale accertata
sull´acquisto di diritti cinematografici del 1994-1995: Mediaset,
grazie agli ammortamenti aveva abbattuto anche negli anni seguenti
Irpeg e Ilor con vantaggi fiscali che, secondo l´erario, non
le spettavano. Tecnicamente, dunque la società è ricorsa
ad uno dei molteplici strumenti previsti dal pacchetto di sanatorie
varato dal ministro dell´Economia Tremonti nell´ambito
della Finanziaria 2003: la sanatoria delle liti pendenti. Pur avendo
motivo di partecipare Mediaset non ha invece aderito al più
gettonato condono «tombale»: secondo quanto riferisce
«L´Espresso», che ha effettuato riscontri con
azienda, il costo sarebbe stato troppo elevato e dunque resterebbe
aperta con il fisco una pendenza di 61,8 milioni relativa alla contestazione
sull´utilizzo della legge Tremonti sugli investimenti per
il 1995 e il 1996.
Il caso finirebbe qui anche perché quasi tutti i grandi gruppi
hanno partecipato al condono (con quote che vanno dai 2 milioni
delle Generali ai 200 della Philip Morris) ma questa volta in ballo
c´è un´azienda che fa capo per il 48 per cento
alla Fininvest che a sua volta è controllata per l´84,7
per cento dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Conflitto d´interessi? Un qualche imbarazzo deve aver circondato
la vicenda, tanto è vero che lo stesso Berlusconi, lo scorso
dicembre, a una giornalista che gli chiese se le sue aziende avrebbero
usufruito del condono replicò con un secco «no».
Così ieri l´anticipazione de «L´espresso»
è rimbalzata con fragore in Parlamento, tanto più
che anche la Mediolanum ha chiuso alcune pendenze pagando 3,8 milioni
di euro. «Potevamo immaginare - ha detto il Verde Pecoraro
Scanio che ha invitato il premier a chiarire la questione di fronte
alla Camera - che potesse esserci qualche interesse personale dietro
la scelta del condono fiscale, ma non pensavamo che Berlusconi potesse
arrivare a tanto». Mentre Mantini della Margherita ha già
annunciato una interrogazione Parlamentare: «Il premier ha
mentito agli italiani?».
Mai una bugia fu tanto redditizia
MASSIMO RIVA
Le bugie, si sa, hanno le gambe corte. Ma par di capire che quelle
che escono dalla bocca di Silvio Berlusconi le abbiano addirittura
cortissime.
Sono passati giusti cinque mesi soltanto da quando il presidente
del Consiglio, nella tradizionale conferenza-stampa di fine anno,
si fece bello proclamando con orgoglioso sussiego che le sue aziende
non avrebbero in alcun modo approfittato del contestato condono
fiscale voluto dal ministro Tremonti.
Una dichiarazione perentoria che allora consentì al Cavaliere
di uscire trionfante e a testa alta dall´incontro con i giornalisti.
Ora si apprende che, viceversa, proprio la società più
in vista del gruppo Berlusconi - la Mediaset - ha aderito alla sanatoria
tributaria, chiudendo un contenzioso con il Fisco nell´ordine
dei 197 milioni di euro attraverso il versamento della ben più
modica somma di 35 milioni. Dunque, con un risparmio di 162 milioni
di euro, pari a circa 320 miliardi di vecchie lire: per intenderci,
circa un quinto del denaro impegnato per alzare le pensioni al minimo.
Qualcuno, a suo tempo, aveva già ammonito che la pur ferma
smentita del presidente del Consiglio non poteva essere presa sul
serio per un´evidente ragione di mercato. Mediaset - questo
era l´argomento - è una società quotata in Borsa,
Berlusconi ne sarà anche l´azionista di maggioranza,
ma in ogni caso non può pregiudicare l´eventuale interesse
degli altri soci a chiudere la partita con l´Erario risparmiando
un sacco di soldi. Se le cose fossero andate così, forse
la dichiarazione berlusconiana di fine anno potrebbe anche essere
archiviata come una delle tante guasconate alle quali il Cavaliere
fa disinvolto ricorso quando si trova dinanzi a domande imbarazzanti.
Ma, la realtà di questa vicenda va molto oltre.
Il punto cruciale è che, quando le azioni Mediaset furono
collocate sul mercato, la Fininvest per renderne più appetibile
la sottoscrizione si rese garante nei confronti dei nuovi soci per
i rischi derivanti dai numerosi contenziosi in atto, fra i quali
anche quelli con il Fisco. Morale: è oggi la Fininvest -
interamente controllata da Silvio Berlusconi e famiglia - ad usufruire
dello strepitoso sconto ai danni dell´Erario. Il che equivale
a dire che 162 milioni di euro, destinati a entrare nelle casse
dello Stato, resteranno invece nelle tasche del presidente del Consiglio.
Si dura fatica a ricordare un altro caso di bugia che abbia reso
così tanti soldi al suo autore. Ma ancora più fatica
si fa a trovare una prova altrettanto immediata e scandalosa del
degrado istituzionale che i conflitti di interesse di Silvio Berlusconi
stanno disseminando al vertice dello Stato.
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