scrivici
mailing list
guestbook
links
aiutaci
info
ringraziamenti
 
torna indietro
 

 

 

TRA PARENTESI
di Sebastiano Messina

Forse ha ragione Berlusconi, quando spiega ai suoi candidati che conviene ripetere sempre le stesse cose (scritte da lui) visto che saranno ascoltati da italiani che "hanno fatto la seconda media, e non erano neanche seduti al primo banco". Forse. Lui, bisogna ammetterlo, dà l'esempio: è la terza volta che ripete gli stessi trucchetti da venditore di aspirapolvere. E alla fine consegna a tutti lo stesso discorso da imparare a memoria, un discorso che dovrà essere identico da Courmayeur a Canicattì. Incipit: "ho deciso di accettare la candidatura a sindaco della mia città perchè voglio vedere una (Vicenza) più bella, più ordinata, più pulita, più sicura".

Ora, speriamo che i candidati di Berlusconi, ammaestrati a ripetere il Verbo con divieto assoluto di pensare, riaccendano il cervello davanti a quelle parentesi, e non promettano "una Vicenza più bella", per dire, a Perdasdefogu o a Petralia Sottana. Speriamo che non prendano a Gioia del Colle il solenne impegno di "mandare tutti i vigili di Vicenza nelle strade della nostra città". No, se lo ricorderanno di sicuro. Sostituire quel nome è la sola cosa che toccherà ai candidati, l'unica modifica autorizzata, tutto lo spazio lasciato alla loro creatività.

Tra quelle parentesi c'è la loro libertà (se non sono di Vicenza, si capisce).

 

direte "Farò come Berlusconi".
Ecco il vademecum del candidato

 

 

 

di Dario Oliviero

I consigli di marketing e i trucchi per parlare in pubblico
fotocopie dell'inno del partito e di quello (sbagliato) di Mameli


DOTAZIONE del candidato sindaco o presidente di provincia tipo: vademecum del candidato (100 pagine di cui una ventina di allegati), guida illustrata per il rappresentante di lista (con disegni, vignette e fac simle delle schede elettorali e altro materiale), fotocopia con il testo dell'inno del partito (sul retro le prime due strofe dell'inno di Mameli con relativo errore blu), documentazione sulle iniziative del partito, indirizzo internet con relativa password per accedere al centro di documentazione. E' il kit del candidato di Forza Italia. Uno strumento, come si legge nell'introduzione del vademecum che si rivolge direttamente all'interessato, per "aiutarti a trarre il meglio da te stesso, a renderti più sicuro ed incisivo nelle azioni, più efficace nelle iniziative".

A metà strada tra un manuale di training autogeno e un libro di temi già svolti, il vademecum del candidato effettivamente risolve (almeno dovrebbe) una serie di inghippi in cui potrebbe trovarsi chi entra in politica per la prima volta. Più nessun mister Smith che va sprovveduto e pieno di buone intenzioni a Washington, più nessun Mario Rossi impreparato alla guida di un'amministrazione. C'è scritto tutto: come si organizza un ufficio stampa, chi sono e dove vanno ricercate le figure indispensabili per portare avanti una campagna elettorale. Il responsabile dell'agenda, per esempio. Figura indispensabile. "Ricordalo - filosofeggia il vademecum - il tempo è uguale per tutti, ma chi lo usa meglio avrà un vantaggio impareggiabile". Oppure il responsabile marketing, personaggio che in un partito moderno riveste un ruolo chiave poiché "recepisce le indicazioni di carattere nazionale sia sul piano dei contenuti che su quello della confezione (sic) integrandole con il messaggio a carattere prevalentemente locale".

Ma sono i consigli pratici, quelli che ogni studente avrebbe voluto avere a disposizione la notte prima della maturità, il vero punto forte del vademecum. La vetta si raggiunge nel capitolo relativo al look. "Mai deve trasparire distonia - si legge - tra ciò che il candidato dice e ciò che appare". E ancora: "Esiste una scala di valori dell'immagine che il pubblico sente guardando una foto o un servizio in tv: 1. simpatia/calore umano/sincerità; 2. competenza; 3. intelligenza; 4.disponibilità". Per chi si stupisse dell'ordine gerarchico, la guida sottolinea: "Sono questi i valori, e con quest'ordine, che devono emergere con forza dalla sua (del candidato ndr) immagine e dal suo comportamento.

Poi si danno istruzioni su come organizzare party, cene elettorali, telemarketing, personalizzare la propria auto, misure e composizioni dei cartelloni, volantini, fac-simile di schede elettorali con la croce sul nome del candidato. Di come "aggredire con decisione tutta quella fascia del non voto e delle astensioni varie". Cioè, "censire e visitare personalmente" asili nido, scuole, ospedali, supermercati, bar, parrocchie, ospedali, residenze per anziani, "insomma tutto ciò che di associato esiste sul territorio, tutto ciò che si muove". Per esempio, "utilissimo è l'elenco di tutti i sacerdoti presenti sul territorio".

Inoltre, la vera macchina da guerra è il centro di documentazione a cui si accede solo con una password sull'apposito sito Internet. Per ogni argomento, dalla legge Cirami alle riforme istituzionali alla crisi irachena c'è una scheda, un elenco di obiezioni con relative risposte, chiodi retorici per fissare i punti salienti della questione, elenco delle fonti primarie. C'è tutto.

E se, per esempio, qualcuno avesse paura di parlare in pubblico? Magari parlare di temi complessi, economia, finanza, problemi del lavoro, giustizia? Non c'è problema, c'è anche questo. Ci sono le tracce, gli schemi dei discorsi. Si inzia così: "Ho deciso di accettare la candidatura a consigliere (o sindaco) della mia città perché voglio vedere una (spazio da riempire con il nome della città, per esempio Vicenza) più bella, più ordinata, più pulita, più sicura". E poi: "Ma innanzitutto, nell'amministrare (Vicenza), voglio imitare la capacità di realizzare messa in atto dal governo Berlusconi". Seguono tracce di discorsi su tasse, pensioni, lavoro, scuola, con tanto di frecciate alle "bugie" e ai "notabili delle sinistre". C'è una copia del famoso contratto con gli italiani sottoscritto da Berlusconi in televisione e che il candidato sindaco può fare suo. Si finisce così: "Viva (Vicenza). Viva Forza Italia. Viva la libertà".

Poi dovrebbe partire l'inno di Forza Italia (per il testo non c'è problema visto che è nel kit). Attenzione però a quello nazionale: la strofa "Dov'è la Vittoria? Le porga la chioma ché schiava di Roma Iddio la creò" contiene un errore. Nella fotocopia distribuita ai candidati il ché (perché) diventa che (la quale). Il suono è (quasi) lo stesso, il contenuto no.

 

   
  articolo tratto da "la Repubblica" del 30 aprile 2003

motore di ricerca italianoscrivi al webmaster

 

 

 

informazioni scrivici! torna all'home page home