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di
Dario Oliviero
I
consigli di marketing e i trucchi per parlare in pubblico
fotocopie dell'inno del partito e di quello (sbagliato) di Mameli
DOTAZIONE del candidato sindaco o presidente di provincia tipo:
vademecum del candidato (100 pagine di cui una ventina di allegati),
guida illustrata per il rappresentante di lista (con disegni, vignette
e fac simle delle schede elettorali e altro materiale), fotocopia
con il testo dell'inno del partito (sul retro le prime due strofe
dell'inno di Mameli con relativo errore blu), documentazione sulle
iniziative del partito, indirizzo internet con relativa password
per accedere al centro di documentazione. E' il kit del candidato
di Forza Italia. Uno strumento, come si legge nell'introduzione
del vademecum che si rivolge direttamente all'interessato, per "aiutarti
a trarre il meglio da te stesso, a renderti più sicuro ed
incisivo nelle azioni, più efficace nelle iniziative".
A metà strada tra
un manuale di training autogeno e un libro di temi già svolti,
il vademecum del candidato effettivamente risolve (almeno dovrebbe)
una serie di inghippi in cui potrebbe trovarsi chi entra in politica
per la prima volta. Più nessun mister Smith che va sprovveduto
e pieno di buone intenzioni a Washington, più nessun Mario
Rossi impreparato alla guida di un'amministrazione. C'è scritto
tutto: come si organizza un ufficio stampa, chi sono e dove vanno
ricercate le figure indispensabili per portare avanti una campagna
elettorale. Il responsabile dell'agenda, per esempio. Figura indispensabile.
"Ricordalo - filosofeggia il vademecum - il tempo è
uguale per tutti, ma chi lo usa meglio avrà un vantaggio
impareggiabile". Oppure il responsabile marketing, personaggio
che in un partito moderno riveste un ruolo chiave poiché
"recepisce le indicazioni di carattere nazionale sia sul piano
dei contenuti che su quello della confezione (sic) integrandole
con il messaggio a carattere prevalentemente locale".
Ma sono i consigli pratici, quelli che ogni studente avrebbe voluto
avere a disposizione la notte prima della maturità, il vero
punto forte del vademecum. La vetta si raggiunge nel capitolo relativo
al look. "Mai deve trasparire distonia - si legge - tra ciò
che il candidato dice e ciò che appare". E ancora: "Esiste
una scala di valori dell'immagine che il pubblico sente guardando
una foto o un servizio in tv: 1. simpatia/calore umano/sincerità;
2. competenza; 3. intelligenza; 4.disponibilità". Per
chi si stupisse dell'ordine gerarchico, la guida sottolinea: "Sono
questi i valori, e con quest'ordine, che devono emergere con forza
dalla sua (del candidato ndr) immagine e dal suo comportamento.
Poi si danno istruzioni su
come organizzare party, cene elettorali, telemarketing, personalizzare
la propria auto, misure e composizioni dei cartelloni, volantini,
fac-simile di schede elettorali con la croce sul nome del candidato.
Di come "aggredire con decisione tutta quella fascia del non
voto e delle astensioni varie". Cioè, "censire
e visitare personalmente" asili nido, scuole, ospedali, supermercati,
bar, parrocchie, ospedali, residenze per anziani, "insomma
tutto ciò che di associato esiste sul territorio, tutto ciò
che si muove". Per esempio, "utilissimo è l'elenco
di tutti i sacerdoti presenti sul territorio".
Inoltre, la vera macchina
da guerra è il centro di documentazione a cui si accede solo
con una password sull'apposito sito Internet. Per ogni argomento,
dalla legge Cirami alle riforme istituzionali alla crisi irachena
c'è una scheda, un elenco di obiezioni con relative risposte,
chiodi retorici per fissare i punti salienti della questione, elenco
delle fonti primarie. C'è tutto.
E se, per esempio, qualcuno
avesse paura di parlare in pubblico? Magari parlare di temi complessi,
economia, finanza, problemi del lavoro, giustizia? Non c'è
problema, c'è anche questo. Ci sono le tracce, gli schemi
dei discorsi. Si inzia così: "Ho deciso di accettare
la candidatura a consigliere (o sindaco) della mia città
perché voglio vedere una (spazio da riempire con il nome
della città, per esempio Vicenza) più bella, più
ordinata, più pulita, più sicura". E poi: "Ma
innanzitutto, nell'amministrare (Vicenza), voglio imitare la capacità
di realizzare messa in atto dal governo Berlusconi". Seguono
tracce di discorsi su tasse, pensioni, lavoro, scuola, con tanto
di frecciate alle "bugie" e ai "notabili delle sinistre".
C'è una copia del famoso contratto con gli italiani sottoscritto
da Berlusconi in televisione e che il candidato sindaco può
fare suo. Si finisce così: "Viva (Vicenza). Viva Forza
Italia. Viva la libertà".
Poi dovrebbe partire l'inno
di Forza Italia (per il testo non c'è problema visto che
è nel kit). Attenzione però a quello nazionale: la
strofa "Dov'è la Vittoria? Le porga la chioma ché
schiava di Roma Iddio la creò" contiene un errore. Nella
fotocopia distribuita ai candidati il ché (perché)
diventa che (la quale). Il suono è (quasi) lo stesso, il
contenuto no.
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