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di Luana Benini
Regole di base: stabilite un clima di simpatia
con gli elettori, sorridete molto, pronunciate spesso nome e cognome
dellinterlocutore, perché «per ciascuno il nome
e cognome è la musica preferita», e poi fate complimenti,
«che bella cravatta, che begli occhi, condivido quello che
dici...». A questo punto gli organizzatori spengono audio
e video in sala stampa. Scatta la censura. E i cronisti restano
appesi alla curiosità di quello che Silvio Berlusconi può
avere detto dopo scendendo sul terreno più minuto della sua
lezione ai candidati del Polo. Ma si può sempre consultare
il ponderoso kit e il vademecum consegnato ieri a tutti gli aspiranti
sindaci del centrodestra.
E salito in cattedra ieri Silvio Berlusconi per una vera e
propria lezione sul tema: come si vende il prodotto Cdl e come si
conquistano gli elettori alla causa. Forma, contenuti, linguaggio.
Trucchi del mestiere di imbonitore che il nostro ha già sperimentato
con successo e che ora dispensa al suo esercito, numeroso in sala
ad ascoltarlo. Una specie di «dietro le quinte» del
teatro elettorale. Ma cè anche qualcosa di più
sotto la valanga di aneddoti , battute sul calcio, il sorriso buonista
da attore che vuole piacere. Cè un quadro a toni foschi
dellopposizione, una sua delegittimazione politica, accuse
pesantissime al centrosinistra di voler «dare una spallata»,
di voler usare «sistemi che niente hanno a che vedere con
la democrazia», fino a paventare rischi di brogli elettorali:
«Dovrete prestare molta attenzione, basta la distrazione di
un minuto e si mette un 1 davanti al 94».
«Sarò pedagogico», è lesordio di
Berlusconi. «Alzino la mano i sindaci», «Alzino
la mano quelli alla prima prova»... E giù in pillole
i cardini del berlusconismo. Ricordare: «La forza della Cdl
è lunità e voi siete parte di una squadra, di
un sogno, di una missione», noi mettiamo «lesercito
del bene tra il male e i cittadini», «noi siamo i guardiani,
le sentinelle della libertà». Parla per quasi due ore.
«Ricordate che coloro che vi ascoltano in Tv hanno fatto per
lo più la seconda media. E già tanto se di un
discorso trattengono tre argomenti». Tira fuori lo schema
di «orazione» da tenere, lo schema di contratto da stipulare
con i cittadini. I punti sono prescrittivi: dal vigile di quartiere
ai parcheggi, allabbellimento delle città anche attraverso
i concorsi per i balconi più belli, basta che il candidato
li adatti alla sua città. Tutti gli aspiranti cloni berlusconiani
(ma in prima fila ci sono anche Fini e Follini)ascoltano lo show
senza interloquire. Berlusconi afferma che non farà campagna
elettorale («come Dalema», che quando era premier
«fece 113 comizi»), ma allultimo consiglio dei
ministri è stato perentorio: dovete propagandare il nostro
buon governo. Lui tiene la regia di insieme. Tutto controlla e guida.
E lui il maestro dorchestra. Quello che detta le argomentazioni
per tutti. Gli altri eseguono lo spartito e fanno il coro.
Sulla sinistra toni da grand guignol. E «unaccozzaglia»
di «vari portavoce di fazioni lun contro laltro
armate», «non collabora e pensa di dare una spallata
al governo attraverso le piazze e sistemi che niente hanno a che
vedere con la democrazia». «A forza di fare girotondi
ha perso la bussola». «Disinforma e mistifica»
su rogatorie, Ocse, falso in bilancio. Dice che non cè
libertà di stampa, «ma lo sapete tutti che il 90% dei
giornalisti ha simpatia per la sinistra». E in Rai «non
è cambiato niente: i nostri uomini avrebbero difficoltà
se volessero cambiare qualcosa». Registro vittimistico. Mai
parlato di «liste di proscrizione in Bulgaria» e a sentire
la tv, a leggere i giornali «devo stropicciarmi gli occhi:
ascolto cose che non hanno contatto con la realtà».
La Rai di ieri, degli «attacchi tremendi» e quella di
oggi, pari sono. Registro adirato. Dopo i fatti di Genova DAlema
«parlò di deriva cilena, e accusò la maggioranza
di connivenza con la mafia». «Come si può interloquire
con questa sinistra?». Non lo fate. «Lasciate che dicano
quello che vogliono, non rispondete a nulla».
La rilettura della storia recente come una lotta fra male e bene,
infarcita di comunisti, malagiustizia e inediti veri e propri. Berlusconi
rivela infatti che alle ultime elezioni politiche «è
stata la prima volta che un partito comunista al potere è
stato scalzato da libere elezioni». Che la sinistra senza
«programma», «era rimasta al governo 10 anni».
Ecco dunque la storia.. Siamo scesi in campo «perché
avevamo paura di un futuro soffocante e autoritario». Dopo
«la vittoria storica del 94, la nomenclatura che aveva
in mano il potere e la Rai» ci ha rispedito a casa aiutata
da «una giustizia politicizzata,una giustizia politica che
significa malagiustizia». Noi «abbiamo resistito»
e siamo riusciti a mandare a casa i comunisti «che erano rimasti
al potere nonostante fosse caduto Prodi». Dopo DAlema
«trovarono Amato che non era stato votato e si arrivò
a una democrazia che non si può definire vera democrazia».
Applausi scroscianti.
Sul governo toni enfatici: in sintesi, abbiamo mantenuto tutte le
promesse e «con la prossima finanziaria cominceremo a ridurre
Irpef e Irpeg», questanno non abbiamo potuto a causa
del «buco» lasciato dalla sinistra di «37mila
miliardi». Le riforme non possiamo farle perché «le
forze della conservazione» ci boicottano come sullart.18.
A proposito, «larticolo 18 non tocca i diritti di nessuno.
E soprattutto non tocca i diritti di chi ha un lavoro». Il
risultato francese. «Il mio caro amico Chirac ha trionfato».
E stato «un voto contro la destra estrema di Le Pen
ma conferma che il pendolo in Europa e nel mondo è ormai
orientato verso il centro destra». Insomma, «la sinistra
è ormai in ritirata in tutta Europa».
Approfittiamone.
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