torna alla sezione "giustizia"
torna alla home page

scrivici
mailing list
guestbook
links
aiutaci
info
ringraziamenti
 
torna indietro
 
articolo tratto da "l'Unità" del 3 maggio 2002


 

 

 








 
Castelli/1, ovvero come regalo la libertà al contrabbandiere

 

 

 

di Giorgio Frasca Polara

Straordinario questo ministro leghista della Giustizia che bacchetta e ammonisce, rimuove e denuncia, ma poi – quando si viene al dunque – regala la libertà ad un pericoloso contrabbandiere ricercato in mezza Europa. Roba vera e scottante, rivelata da un flash dell’agenzia Ansa, ripresa e portata in Parlamento da un’interrogazione del diessino Francesco Bonito e da altri deputati dell’Ulivo, ma sulla quale non si è avuto il bene né di una smentita all’agenzia e tantomeno di una risposta chiarificatrice agli interroganti. E son già passati quasi due mesi dalla rivelazione: se abbiamo tardato a parlarvene è stato a bella posta, nel senso che abbiamo (invano) sperato in una spiegazione di Roberto Castelli, il guardasigilli distratto.

E allora raccontiamo i fatti, nudi e crudi. A febbraio la polizia italiana, sulla base di un’informativa della polizia tedesca, acciuffa al confine con la Svizzera un noto e pericoloso contrabbandiere serbo, Sacha Kentier, che opera soprattutto in Germania (valuta, droga, traffico di umani). Operazione encomiabile, quella dei nostri poliziotti, cui non corrisponderà alcuna soddisfazione, semmai la beffa.

Accade infatti che, appena giunta a Berlino la comunicazione dell’arresto di Kentier, il ministero tedesco della Giustizia avanza richiesta al dicastero di via Arenula di estradare immediatamente il contrabbandiere sul cui capo pendono pesantissime accuse ed anche una condanna passata in giudicato. I rigorosi funzionari del rigorosissimo Castelli leggono, soppesano, valutano, alla fine decidono per il sì all’estradizione. Ma ci hanno riflettuto tanto che la risposta parte dodici giorni dopo la richiesta: tempo scaduto, sono trascorsi due giorni in più del periodo stabilito dalla convenzione italo-tedesca. Allora alla quinta sezione della Corte d’appello di Milano – per Castelli si tratta, com’è noto, del più pericoloso covo di toghe rosse – non resta altro da fare che scarcerare Kentier. Il quale non solo si frega le mani per la riguadagnata, insperata libertà, ma fa immediatamente perdere le proprie tracce.

Immaginatevi che cosa avranno pensato in Germania tanto i funzionari del ministero quanto polizia e magistratura. E Castelli? Castelli che dice, come ha reagito, che provvedimenti ha preso contro i funzionari responsabili o (ancor meglio) contro se stesso? Si attende – da due mesi – la risposta del guardasigilli. Qui non si può che promettere che quando questa arriverà, sarà resa di pubblico dominio.

Per ora contentatevi della sarcastica chiosa di Bonito alla sua interrogazione: “Qual è la giustificazione di questo ulteriore favore al crimine dopo quello rappresentato dalle leggi sulle rogatorie, sul falso in bilancio e sul rientro anonimo dei capitali?”.

   

motore di ricerca italiano

 

 

 

informazioni scrivici! torna all'home page torna indietro