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di Giorgio Frasca Polara
Straordinario questo ministro leghista della Giustizia che bacchetta
e ammonisce, rimuove e denuncia, ma poi quando si viene al
dunque regala la libertà ad un pericoloso contrabbandiere
ricercato in mezza Europa. Roba vera e scottante, rivelata da un
flash dellagenzia Ansa, ripresa e portata in Parlamento da
uninterrogazione del diessino Francesco Bonito e da altri
deputati dellUlivo, ma sulla quale non si è avuto il
bene né di una smentita allagenzia e tantomeno di una
risposta chiarificatrice agli interroganti. E son già passati
quasi due mesi dalla rivelazione: se abbiamo tardato a parlarvene
è stato a bella posta, nel senso che abbiamo (invano) sperato
in una spiegazione di Roberto Castelli, il guardasigilli distratto.
E allora raccontiamo i fatti, nudi e crudi. A febbraio la polizia
italiana, sulla base di uninformativa della polizia tedesca,
acciuffa al confine con la Svizzera un noto e pericoloso contrabbandiere
serbo, Sacha Kentier, che opera soprattutto in Germania (valuta,
droga, traffico di umani). Operazione encomiabile, quella dei nostri
poliziotti, cui non corrisponderà alcuna soddisfazione, semmai
la beffa.
Accade infatti che, appena giunta a Berlino la comunicazione dellarresto
di Kentier, il ministero tedesco della Giustizia avanza richiesta
al dicastero di via Arenula di estradare immediatamente il contrabbandiere
sul cui capo pendono pesantissime accuse ed anche una condanna passata
in giudicato. I rigorosi funzionari del rigorosissimo Castelli leggono,
soppesano, valutano, alla fine decidono per il sì allestradizione.
Ma ci hanno riflettuto tanto che la risposta parte dodici giorni
dopo la richiesta: tempo scaduto, sono trascorsi due giorni in più
del periodo stabilito dalla convenzione italo-tedesca. Allora alla
quinta sezione della Corte dappello di Milano per Castelli
si tratta, comè noto, del più pericoloso covo
di toghe rosse non resta altro da fare che scarcerare Kentier.
Il quale non solo si frega le mani per la riguadagnata, insperata
libertà, ma fa immediatamente perdere le proprie tracce.
Immaginatevi che cosa avranno pensato in Germania tanto i funzionari
del ministero quanto polizia e magistratura. E Castelli? Castelli
che dice, come ha reagito, che provvedimenti ha preso contro i funzionari
responsabili o (ancor meglio) contro se stesso? Si attende
da due mesi la risposta del guardasigilli. Qui non si può
che promettere che quando questa arriverà, sarà resa
di pubblico dominio.
Per ora contentatevi della sarcastica chiosa di Bonito alla sua
interrogazione: Qual è la giustificazione di questo
ulteriore favore al crimine dopo quello rappresentato dalle leggi
sulle rogatorie, sul falso in bilancio e sul rientro anonimo dei
capitali?.
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