di
Federico Mercuri, www.dsonline.it
Giornata convulsa
a Strasburgo in occasione dei lavori dell’Europarlamento dedicati
all’illustrazione delle linee guida della Presidenza di turno
italiana dell’Unione europea. Berlusconi si è prodotto
in una serie di polemiche e di aggressioni verbali soprattutto nei
confronti del vice presidente del Gruppo Socialista, il tedesco
Schultz e di tutti i parlamentari definiti, in un aula in tumulto,
“turisti della democrazia”.
Alle affermazioni di Berlusconi
Fassino da Roma ha così replicato: “Adesso
nessuno potrà più dire che l’opposizione aggredisce
Berlusconi. E’ il Presidente del Consiglio che ha dimostrato,
anche oggi, di essere incapace di accettare il confronto con qualsiasi
interlocutore, in Italia come in Europa, dimostrando la sua totale
assenza di qualsiasi cultura democratica. Berlusconi dimostra di
essere capace di una sola cosa: aggredire, in Italia e in Europa,
chiunque non la pensi come lui. Siamo avviliti della pessima immagine
dell’Italia offerta dal Presidente del Consiglio. Se il buongiorno
si vede dal mattino, il semestre di Presidenza italiana rischia
di essere un vero calvario”.
Fassino ha poi aggiunto:
"Un vero e proprio 8 settembre dell’Italia in Europa.
Nel giorno dell’apertura del semestre di presidenza italiana
della UE, Berlusconi ha inferto un colpo terribile alla credibilità
del nostro Paese. Un danno che rischia di compromettere l’efficacia
della Presidenza Italiana. Una pagina tanto più desolante
perchè scritta di proprio pugno dal Presidente del Consiglio.
Sarà compito dell’Ulivo e del Centrosinistra riscattare
la credibilità italiana in Europa e ridare prestigio e funzione
internazionale al nostro paese”.
Ecco cosa è successo.
Nel suo intervento Schultz aveva indicato come
problemi di rilievo agli esordi della Presidenza italiana, il conflitto
di interessi: “Il virus del conflitto di interessi non deve
estendersi al livello europeo”, le dichiarazioni xenofobe
di Bossi: “Ogni minima dichiarazione di Bossi è più
grave di quelle per cui furono decise a suo conto sanzioni contro
l’Austria”, e il mandato di cattura europeo: “Cosa
ne pensa del mandato di cattura europeo, di una procedura europea,
non pensa che il suo paese ha un tantino bisogno di riforme?”
Le parole del vice presidente
del Gruppo Socialista hanno indignato Berlusconi
che nella sua replica non è riuscito a contenere il disappunto,
accusando il tedesco con pesanti offese: “In Italia stanno
preparando un film sui campi di concentramento nazisti, la proporrò
per il ruolo di kapò”. A nulla è servita poi
la tardiva giustificazione del Premier italiano giunta nella successiva
conferenza stampa: “stavo scherzando”, “non ritiro
le mie dichiarazioni se lui non le ritira”, dopo la presa
d’atto dello stesso Schultz: “Il rispetto delle vittime
del fascismo e del nazismo mi impedisce di commentare le sue parole.
Mi chiedo però se chi è capace di certe cose può
essere in grado di svolgere una funzione pubblica”.
Attoniti hanno assistito
alla scena il Presidente della Commissione europea Romano
Prodi e il vice presidente del Consiglio Gianfranco
Fini, che hanno rilasciato lapidarie dichiarazioni. Prodi
ai giornalisti che gli chiedevano se questo non fosse un bel giorno
per l’Italia rispondeva “No, di certo non avete visto
il mio sorriso”. Fini: “Non condivido l’ostinazione
con cui il presidente Berlusconi ha difeso le sue parole…
era molto meglio chiedere scusa”.
Anche il segretario dell’Udc
Marco Follini, raggiunto telefonicamente ha reagito
così alla notizia: “Non condivido e faccio fatica a
capire”.
Pat Cox,
Presidente dell’Europarlamento ha definito l’accaduto
“al di là delle norme generali".
“Le parole di Silvio
Berlusconi aprono una crisi inter-istituzionale tra europarlamento
e Consiglio UE”. Questo il commento di Enrique Baron
Crespo, capogruppo del Pse, agli eventi di oggi. “Il
presidente del Consiglio italiano ha descritto molti deputati come
turisti della democrazie. Non si può continuare a lavorare
come se fosse niente. Ci siamo sentiti feriti perché la lotta
al nazismo fa parte dei nostri valori fondamentali dell’Ue.
Abbiamo anche dato a Berlusconi – conclude Baron Crespo –
la possibilità di scusarsi, ma lui non l’ha fatto”.
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