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Il portavoce della Commissione critica il leader
leghista che aveva parlato di Europa "fascista"
Ma il Senatur insiste: "Sono smandrappati"
Buttiglione: "Ha raggiunto il limite"
BRUXELLES - "Le dichiarazioni di Bossi sono sorprendenti".
Arriva da Bruxelles la critica al leader leghista. Dopo gli attacchi
e gli insulti lanciati dal palco del congresso del Carroccio, il portavoce
della Commissione europea ribatte alle accuse e parla di "rammarico"
di fronte alle dichiarazioni forti del Senatur. Accostare l'Europa
al fascismo, come aveva fatto Bossi, è "sorprendente".
E seppure Bruxelles precisi "che queste dichiarazioni non costituiscono
una violazione del trattato Ue da parte dell'Italia", è
facile immaginare che la credibilità del governo non ne esca
certo rafforzata.
"L'uso di questa parola è ovviamente
motivo di rammarico e speriamo che non sia ripetuta", ha detto
il portavoce della Commissione, Jonathan Faull, rispondendo ad un
giornalista che aveva notato come Bossi abbia attaccato la Ue usando
la parola "fascismo". "Non è una parola che
siamo abituati a sentire - ha detto ancora il portavoce - è
sorprendente trovarla usata in discorsi politici nell'Unione Europea
del 2002. Ma non penso - ha aggiunto - che di per se stessa costituisca
una violazione del Trattato o di valori fondamentali".
Alla domanda se il presidente del Consiglio
Berlusconi debba "prendere le distanze" dal suo ministro,
Faull ha risposto: "Non ho ragione di credere che il primo
ministro sia d'accordo con queste affermazioni. Non gli ho mai sentito
dire qualcosa del genere".
Ma intanto Bossi non accenna a placarsi. E
a nulla servono i tentativi di Berlusconi che attribuisce le posizioni
del leader leghista alle sue intemperanze caratteriali. Una tesi
che non convince nemmeno gli alleati centristi del governo. Peraltro
sonoramente fischiati durante il congresso del Carroccio. Non a
caso oggi, sul Messaggero, Rocco Buttiglione, ministro centrista
delle Politiche comunitarie, avverte: "Ci sono dei limiti oltre
cui non possiamo andare, altrimenti diamo l'impressione di non credere
nell'Europa. Quel limite è stato raggiunto". E dall'Ulivo
arrivano le richieste di dimissioni di Bossi. Dal leader dei Sdi,
Enrico Boselli, al capogruppo del Pdci, Marco Rizzo, è un
coro. Con Pierluigi Castagnetti, presidente della Margherita alla
Camera, che dice: "Solo le dimissioni del ministro delle Riforme
possono ripristinare un minimo di credibilità internazionale
del nostro governo".
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