di Francesco De Vito
La candidatura del vicepresidente del Consiglio alla poltrona lasciata
da Ruggiero scuote il Vecchio continente. La stampa britannica grida
allo scandalo. Ma Berlusconi non lascerà linterim prima
di marzo
Nonostante Silvio Berlusconi abbia annunciato che intende mantenere
linterim degli Esteri per almeno sei mesi, la polemica sul
successore di Renato Ruggiero alla Farnesina è in pieno svolgimento.
Al centro di essa è lautocandidatura del vice presidente
del Consiglio Gianfranco Fini.
I colonnelli di Alleanza nazionale se ne mostrano
tutti entusiasti, convinti che larrivo del loro leader alla
Farnesina rappresenti la piena legittimazione della destra ex fascista
come forza di governo sia sul piano interno che su quello internazionale.
Ma si dividono tra chi ritiene che in quel caso Fini debba mantenere
la presidenza di An e chi giudica invece che la debba abbandonare.
Fuori di An un sostegno a Fini viene dal vicepresidente
della Camera Alfredo Biondi, che afferma: «Una scelta corrispondente
alla qualità della persona e al ruolo istituzionale finora
esercitato non consentirebbe a nessuno di frapporre motivi di critica
ove la scelta cadesse sul massimo rappresentante del governo, dopo
Berlusconi, che si chiama Gianfranco Fini».
Pierluigi Castagnetti, capogruppo della Margherita
a Montecitorio, osserva: «Se il vicepresidente del Consiglio
si espone, è evidente che ha qualche affidamento. Se a questo
punto il nuovo ministro sarà una persona diversa, dovranno
dire quali sono le ragioni che impediscono al vicepresidente del
Consiglio di divenirlo». E aggiunge: «La scelta di Fini
alla Farnesina è ineluttabile per un governo sempre più
di destra, ma il problema resta il modo in cui il presidente di
An sarà accolto dalle cancellerie europee».
E quali siano gli umori di una parte almeno
delle cancellerie europee lo anticipa in qualche modo la stampa
britanica. «Il fantasma di Mussolini nella leadership italiana»,
titola The Times. Il Guardian scrive: «Lallarme
europeo sullo scivolamento dellItalia nelleuroscetticismo
si è acuito quando uno dei controversi alleati di Silvio
Berlusconi è emerso come il candidato più probabile
per il posto di ministro degli Esteri. La notizia che Gianfranco
Fini, capo del partito di destra Alleanza nazionale, potrebbe sostituire
Renato Ruggiero ha causato sgomento». La Bbc, infine, riferisce
che la notizia «è destinata a far suonare altri campanelli
di allarme in Europa».
Per evitare sia lipotesi di dire no a
Fini, sia quella di altre reazioni polemiche in Europa, Berlusconi
non mostra alcuna fretta a lasciare linterim. Antonio Tajani,
capogruppo di F.I. al Parlamento europeo, annuncia che lo farà
dopo aver riformato profondamente la Farnesina. Il sottosegretario
agli Esteri Alfredo Mantica (An) indica una scadenza temporale:
«Forse è giusto pensare a due-tre mesi» con una
«nomina che avvenga in un quadro di aggiustamento della compagine
di governo».
|