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articolo tratto da "l'Espresso" del 09.01.2002


 

 

 








 
Fini agli Esteri? In Europa è polemica

 

 

 

di Francesco De Vito

La candidatura del vicepresidente del Consiglio alla poltrona lasciata da Ruggiero scuote il Vecchio continente. La stampa britannica grida allo scandalo. Ma Berlusconi non lascerà l’interim prima di marzo


Nonostante Silvio Berlusconi abbia annunciato che intende mantenere l’interim degli Esteri per almeno sei mesi, la polemica sul successore di Renato Ruggiero alla Farnesina è in pieno svolgimento. Al centro di essa è l’autocandidatura del vice presidente del Consiglio Gianfranco Fini.

I colonnelli di Alleanza nazionale se ne mostrano tutti entusiasti, convinti che l’arrivo del loro leader alla Farnesina rappresenti la piena legittimazione della destra ex fascista come forza di governo sia sul piano interno che su quello internazionale. Ma si dividono tra chi ritiene che in quel caso Fini debba mantenere la presidenza di An e chi giudica invece che la debba abbandonare.

Fuori di An un sostegno a Fini viene dal vicepresidente della Camera Alfredo Biondi, che afferma: «Una scelta corrispondente alla qualità della persona e al ruolo istituzionale finora esercitato non consentirebbe a nessuno di frapporre motivi di critica ove la scelta cadesse sul massimo rappresentante del governo, dopo Berlusconi, che si chiama Gianfranco Fini».

Pierluigi Castagnetti, capogruppo della Margherita a Montecitorio, osserva: «Se il vicepresidente del Consiglio si espone, è evidente che ha qualche affidamento. Se a questo punto il nuovo ministro sarà una persona diversa, dovranno dire quali sono le ragioni che impediscono al vicepresidente del Consiglio di divenirlo». E aggiunge: «La scelta di Fini alla Farnesina è ineluttabile per un governo sempre più di destra, ma il problema resta il modo in cui il presidente di An sarà accolto dalle cancellerie europee».

E quali siano gli umori di una parte almeno delle cancellerie europee lo anticipa in qualche modo la stampa britanica. «Il fantasma di Mussolini nella leadership italiana», titola “The Times”. Il “Guardian” scrive: «L’allarme europeo sullo scivolamento dell’Italia nell’euroscetticismo si è acuito quando uno dei controversi alleati di Silvio Berlusconi è emerso come il candidato più probabile per il posto di ministro degli Esteri. La notizia che Gianfranco Fini, capo del partito di destra Alleanza nazionale, potrebbe sostituire Renato Ruggiero ha causato sgomento». La Bbc, infine, riferisce che la notizia «è destinata a far suonare altri campanelli di allarme in Europa».

Per evitare sia l’ipotesi di dire no a Fini, sia quella di altre reazioni polemiche in Europa, Berlusconi non mostra alcuna fretta a lasciare l’interim. Antonio Tajani, capogruppo di F.I. al Parlamento europeo, annuncia che lo farà dopo aver riformato profondamente la Farnesina. Il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica (An) indica una scadenza temporale: «Forse è giusto pensare a due-tre mesi» con una «nomina che avvenga in un quadro di aggiustamento della compagine di governo».

   

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