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di Ezio Mauro
Mi auguro che molti italiani abbiano potuto seguire l'altra sera
in televisione Silvio Berlusconi nel salotto di Bruno Vespa a "Porta
a Porta". Il leader di Forza Italia si è detto certo
di vincere le elezioni, ha dichiarato falsi i sondaggi che danno
in risalita il centrosinistra, ha bocciato Rutelli come uno "che
non ha fatto nulla", ha annunciato che costruirà ponti
e scaverà trafori, e come clou ha rivelato il nome misterioso
di un ministro telematico. Poi, ha attaccato "Repubblica".
Le cose che il nostro giornale ha scritto su All Iberian e sulla
galassia off-shore della Fininvest, secondo Berlusconi, "sono
assolute falsità". Non solo: poiché i cittadini
italiani sono "avveduti", tutte le volte che si scrivono
queste cose "il consenso elettorale per la nostra parte politica
aumenta e in particolare aumenta l'apprezzamento per Silvio Berlusconi".
Sarà per questo che il Cavaliere, pur agitandosi molto nell'affrontare
l'argomento, sorrideva.
Poiché nessuno di noi era in trasmissione e dunque non abbiamo
potuto replicare in diretta all'indisturbato Berlusconi, e poiché
nessuno dei presenti ha sentito il dovere di ricordargli che il
compito del giornalismo in un Paese civile è quello di pubblicare
le carte che l'opinione pubblica deve conoscere e formulare le domande
che l'opinione pubblica vorrebbe rivolgere al Potere, vorrei provare
a discutere pacatamente di tutto questo. Spiegando al Cavaliere
perché ha sbagliato indirizzo, e perché questa inchiesta
di D'Avanzo, Bonini e Fedrizzi (che firmano anche l'inchiesta sullo
scandalo Telekom Serbia, molto scomoda per il governo dell'Ulivo)
non si può liquidare sostenendo che "è soltanto
un mezzo per gettare fango sul competitor durante le campagne elettorali".
Proviamo a mettere in ordine i fatti,
lasciando da parte il fango. Venerdì 6 aprile il "Corriere
della Sera" annuncia in prima pagina che riparte il caso All
Iberian, cioè l'indagine giudiziaria sui presunti conti esteri
della Fininvest. All'interno, il giornale scrive che sono in corso
"accertamenti su 40 miliardi", spiega che secondo gli
inquirenti "la somma è stata ritirata in contanti nella
primavera del '94" e rivela che "sono 64 le società
estere al centro dell'inchiesta": società che secondo
la procura di Milano "appartenevano al Fininvest group B very
discreet, cioè al presunto comparto estero riservato della
Fininvest". Fin qui il 'Corriere', che dà la notizia
ma non cita documenti. Il giorno dopo, ecco il documento. I giornalisti
di 'Repubblica' entrano in possesso delle 800 pagine della relazione
di consulenza della società internazionale di revisione che
è stata chiamata dalla Procura di Milano a svolgere una perizia
su sette anni di bilanci di quella galassia societaria che semplificando
tutti chiamano All Iberian. Dunque, attenzione. Non si tratta di
una requisitoria, o di un'ipotesi di accusa formulata da qualche
magistrato. E' un'analisi tecnico-contabile condotta in due anni
e mezzo di lavoro dalla Kpmg, un 'perito' che in realtà è
un gigante dell'accounting, un gruppo con 130 anni di vita, operativo
in 155 Paesi, con un fatturato di 27 mila miliardi di lire e 100
mila professionisti al lavoro. La perizia fa parte dell'inchiesta
penale di Milano per un sospetto falso in bilancio del gruppo Fininvest
per 1550 miliardi. Ma è un documento tecnico che al di là
delle possibili ricadute giudiziarie ha un suo interesse oggettivo,
perché per la prima volta fa luce sul presunto comparto segreto
della Fininvest. Lasciamo stare le ipotesi penali, che fanno parte
della vicenda giudiziaria, sono tutte da dimostrare e devono passare
al vaglio di un giudizio. Ma i segreti della Fininvest, se esistono
e se sono documentati da una società internazionale che per
mestiere analizza i bilanci, sono evidentemente e immediatamente
rilevanti per la figura politica di Silvio Berlusconi, che concorre
alla guida del Paese e che come ogni candidato deve rispondere a
una domanda di trasparenza.
'Repubblica' si è limitata
a far parlare le carte della Kpmg, ritenendole di indubbio interesse
pubblico, visto anche il mistero che ha sempre circondato questa
strana galassia di società senza volto, senza padrone, senza
missione, che il 'Corriere' aveva attribuito al "group B very
discreet della Fininvest". E' davvero così, c'è
una sorta di Fininvest parallela segreta e nascosta? E perché
queste società sono definite "very discreet"? A
chi fanno capo, come operano, per conto di chi, per fare che cosa?
Il vertice Fininvest illuminato dal sole lo sa? E lo sa il fondatore
dell'impero? E infine, e sommessamente: sarà o no tutto questo
rilevante per l'opinione pubblica italiana, soprattutto quando l'immagine
imprenditorial-finanziaria della Fininvest e quella mediatico-politica
di Berlusconi si fondono nella campagna elettorale? In realtà,
la Kpmg risponde a molte di queste domande. Il gruppo B, spiega,
è un'espressione utilizzata per differenziare le società
del gruppo A da quelle "pur controllate nello stesso modo dalla
Fininvest che non dovevano apparire come società del gruppo
per essere tenute fuori dal bilancio consolidato". Very discreet,
dunque, quelle società, "perché il collegamento
con il gruppo Fininvest doveva rimanere segreto". Secondo Kpmg,
le società off-shore (cioè "al largo", perché
nascoste in Stati fiscalmente impenetrabili) sono 64, divise su
tre livelli, distribuite tra Isole Vergini, Jersey, Bahamas, Guernsey
e altre località del genere. Il fatto singolare, secondo
il documento di perizia, è che tutte le società sono
"prive di organizzazione propria e di dipendenti"; i loro
organi amministrativi "sono formali"; la gestione "spetta
ad altri e non a chi figura nei registri ufficiali delle società";
questa gestione - certifica la perizia - "è a cura di
amministratori e personale del gruppo Fininvest". I beneficial
owner sono "amministratori, dirigenti, consulenti o società
del gruppo Fininvest". E il finanziamento "dipende quasi
esclusivamente dalla Fininvest". E' un quadro sconcertante
dal punto di vista della trasparenza, o da qualunque altro punto
di vista lo si consideri. Dice in sostanza Kpmg: Fininvest si muove
su due livelli societari, uno noto e uno nascosto; il livello nascosto
deve rimanere segreto, ha organi dirigenti fittizi, fa capo a veri
uomini Fininvest del primo livello. E tutto ciò, per fare
che cosa? Il documento Kpmg è chiaro: "per alterare
la rappresentazione della situazione economica, finanziaria e patrimoniale
nel bilancio consolidato Fininvest", attraverso otto compiti
specifici assegnati al comparto riservato: controllare "per
interposta persona" quote di partecipazione in emittenti tv
"che le normative non avrebbero permesso"; "alterare"
la rappresentazione del bilancio Fininvest; detenere quote di società
"senza informare la Consob e le società partecipate";
detenere quote di società non quotate "tramite interposta
persona"; erogare finanziamenti "tramite terzi";
effettuare "pagamenti riservati" a terzi; "intermediare"
tra società del gruppo Fininvest l'acquisizione di diritti
televisivi; "ricevere fondi da terzi per il finanziamento di
operazioni effettuate da Fininvest per conto di terzi". Tutto
questo, operando principalmente nei settori della televisione, della
grande distribuzione e dell'editoria. Fin qui il documento della
Kpmg, a cui abbiamo lasciato la parola.
E' molto probabile che alcuni elementi
rivelati dalla perizia dei consulenti internazionali configurino
ipotesi di reato, come balza agli occhi leggendo le carte. Ma paradossalmente,
non è questo il punto. Dentro l'eterna partita penale tra
il Cavaliere e la giustizia, su cui non vogliamo soffermarci, per
la prima volta è venuta in chiaro una immagine imprenditoriale,
economica, finanziaria che chiede di essere esaminata, discussa
e vagliata nel corso di questa campagna elettorale. Perché,
come ha detto ieri Giuliano Amato, non è giusto agitare requisitorie
senza il vaglio dei giudici e delle sentenze, ma è sacrosanto
discutere la questione delle proprietà e degli interessi
di chi si candida al governo, senza che questo significhi demonizzazione.
Berlusconi ha sicuramente il diritto e a mio parere ha anche il
dovere di spiegare il caso, rispondendo quanto prima alle domande
di merito e di sostanza che nascono dal documento Kpmg, e che Giuseppe
D'Avanzo gli ha rivolto dalle pagine di 'Repubblica' fin da sabato
scorso. Nel silenzio del Cavaliere ha parlato la Fininvest, con
comunicati notturni alla fine di giornate si suppone laboriose:
ha annunciato querele, ma non ha chiarito. Si possono certo querelare
le società che per mestiere analizzano i bilanci, se dicono
cose scomode. Ma poi, bisogna trovare il modo di spiegare quelle
cose, in qualche modo. Non è la Fininvest che può
chiarire: anzi, questa volta Silvio Berlusconi dovrebbe distinguersi
dalla sua azienda. Il Cavaliere sa che l'avventura politica lo espone
al giudizio della trasparenza, davanti ai cittadini. Ci sono domande
che non sono giudiziarie, tantomeno penali, neppure contabili: soltanto
di buon senso. Perché questi segreti, e questi misteri? Sono
veri? Perché questo traffico riservato e nascosto? Perché
questo muoversi nell'ombra? Perché tutto ciò, nel
2001, a Milano, Europa? Il vero nucleo politico, ma prima ancora
culturale, della questione, sta qui. Perché l'imprenditorialità,
l'efficienza, l'homo faber, la costruzione dell'impero - in una
parola 'i soldi' - sono il corpo mistico dell'ideologia berlusconiana.
Garanzia di successo e promessa di sviluppo insieme, questo misto
di populismo e modernismo, di ricchezza vigorosa e di intrapresa
sbrigativa (i soldi, potremmo dire, come garanzia della politica)
è il vero messaggio politico subliminale del leader della
destra italiana. Bene, allora domandiamoci qual è l'immagine
di imprenditorialità, di managerialità, di modernità
che emerge dal rapporto Kpmg. O è tutto falso, un abbaglio,
oppure è tutto preoccupante: tutto molto poco europeo, affatto
trasparente, per nulla moderno. Un quadro da prima repubblica, una
republichetta degli affari, e anche degli affari riservati. Persino
il capitalismo italiano è un'altra cosa. Ecco perché
è giusto chiedere a Berlusconi di spiegare pacatamente tutto
questo, un mistero finanziario primitivo e scandaloso. Com'è
scandaloso il silenzio che lo circonda.
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