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da "l'Unità"
Ulivo e Rifondazione hanno abbandonato mercoledì
anche i lavori delle commissioni giustizia e cultura della Camera,
per protesta contro il disegno di legge governativo sul conflitto
di interessi. Martedì se ne erano usciti dalla commissione
affari costituzionali.
«Forse è stato un disguido ma in Commissione non abbiamo
trovato niente sul conflitto d'interessi: non è possibile
discutere sul nulla». È la battuta con la quale il
diessino Giuseppe Giulietti ha spiegato la decisione da parte
dell'Ulivo e del Prc di abbandonare i lavori in commissione Cultura
della Camera, impegnata oggi a fornire un parere sul testo approvato
ieri sera in Commissione Affari Costituzionali.
«È stato presentato un testo - ha aggiunto l'esponente
della Quercia - che non ha nulla a che fare con il conflitto, quanto
piuttosto sull'unificazione degli interessi. In pratica - conclude
Giulietti - viene eliminata ogni possibile interferenza che possa
contrastare i molteplici interessi del Presidente del Consiglio».
«Siamo nel pieno di una battaglia durissima per la libertà:
c'è il rischio di una occupazione della Rai e di una truffa
clamorosa sul conflitto di interessi» dice il leader dell'Ulivo
Francesco Rutelli «per questo rivolgo un appello, non
solo ai cittadini che sostengono l'Ulivo, ma a tutti i movimenti
e le realtà della società civile perché si
mobilitino, si uniscano, per difendere la libertà. Perché
già in questi giorni l'Italia potrebbe ritrovarsi in una
stagione buia per la democrazia e noi dobbiamo impedirlo».
Secondo Rutelli, «è questa la cosa più urgente
ed importante da fare: comprendere tutti insieme in queste settimane
che noi ci giochiamo molto per il futuro della democrazia italiana».
Per Piero Fassino, sul conflitto di interessi «non
c'è un problema di trattativa» tra centrodestra e centrosinistra.
Il problema è che il centrodestra «ha dimostrato di
non voler risolvere» la questione del conflitto di interessi
che coinvolge il premier Silvio Berlusconi, ma soprattutto c'è
in ballo «una legge farsa», «norme che assolutamente
paradossali che escludono e assolvono qualsiasi conflitto di interessi
si produca in qualsiasi situazione. Siamo di fronte non solo ad
una legge brutta ma ad una legge farsa e, di fronte a una legge
farsa, la nostra scelta è quella di lasciare che chiunque
vuole se la voti».
Secondo Massimo DAlema «il testo Frattini è
davvero totalmente privo di nerbo e di significato. A questo si
aggiunge che per essere ancora più tranquilli hanno detto:
ma questo non si applica al proprietario, bensì agli amministratori.
Il conflitto di interessi non è con il padrone di una impresa
che ha gli appalti con lo Stato, ma con i suoi impiegati. Loro non
possono fare i ministri, il padrone invece sì. È un
punto tale di disprezzo dell'opinione pubblica che non si poteva
non reagire come abbiamo reagito. Spero che i grandi mezzi di informazione
e l'opinione pubblica ne parlino, ne va della credibilità
del Paese».
Sul conflitto d'interessi «dobbiamo fare un'opposizione durissima,
mobilitando l'opinione pubblica». Lo sostiene il deputato
Verde Paolo Cento, il quale condivide «pienamente»
la proposta della Margherita di fare una tre giorni per la libertà
davanti alla Camera perché «il dibattito sul conflitto
d'interessi non sarà un momento ordinario nei lavori parlamentari».
Per questo «dobbiamo assediare» il palazzo della politica,
aggiunge Cento, per far sentire «a Berlusconi che il conflitto
d'interessi deve essere risolto davvero». Altrimenti rischiamo
di «trasformare la nostra democrazia in una monarchia mediatica».
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