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articolo tratto da "l'Unità" del 20.02.2002


 

 

 








 
Conflitto di interessi, «una farsa» per l'opposizione. Rutelli:«Buio per la democrazia»

 

 

 

da "l'Unità"

Ulivo e Rifondazione hanno abbandonato mercoledì anche i lavori delle commissioni giustizia e cultura della Camera, per protesta contro il disegno di legge governativo sul conflitto di interessi. Martedì se ne erano usciti dalla commissione affari costituzionali.

«Forse è stato un disguido ma in Commissione non abbiamo trovato niente sul conflitto d'interessi: non è possibile discutere sul nulla». È la battuta con la quale il diessino Giuseppe Giulietti ha spiegato la decisione da parte dell'Ulivo e del Prc di abbandonare i lavori in commissione Cultura della Camera, impegnata oggi a fornire un parere sul testo approvato ieri sera in Commissione Affari Costituzionali.
«È stato presentato un testo - ha aggiunto l'esponente della Quercia - che non ha nulla a che fare con il conflitto, quanto piuttosto sull'unificazione degli interessi. In pratica - conclude Giulietti - viene eliminata ogni possibile interferenza che possa contrastare i molteplici interessi del Presidente del Consiglio».

«Siamo nel pieno di una battaglia durissima per la libertà: c'è il rischio di una occupazione della Rai e di una truffa clamorosa sul conflitto di interessi» dice il leader dell'Ulivo Francesco Rutelli «per questo rivolgo un appello, non solo ai cittadini che sostengono l'Ulivo, ma a tutti i movimenti e le realtà della società civile perché si mobilitino, si uniscano, per difendere la libertà. Perché già in questi giorni l'Italia potrebbe ritrovarsi in una stagione buia per la democrazia e noi dobbiamo impedirlo». Secondo Rutelli, «è questa la cosa più urgente ed importante da fare: comprendere tutti insieme in queste settimane che noi ci giochiamo molto per il futuro della democrazia italiana».

Per Piero Fassino, sul conflitto di interessi «non c'è un problema di trattativa» tra centrodestra e centrosinistra. Il problema è che il centrodestra «ha dimostrato di non voler risolvere» la questione del conflitto di interessi che coinvolge il premier Silvio Berlusconi, ma soprattutto c'è in ballo «una legge farsa», «norme che assolutamente paradossali che escludono e assolvono qualsiasi conflitto di interessi si produca in qualsiasi situazione. Siamo di fronte non solo ad una legge brutta ma ad una legge farsa e, di fronte a una legge farsa, la nostra scelta è quella di lasciare che chiunque vuole se la voti».

Secondo Massimo D’Alema «il testo Frattini è davvero totalmente privo di nerbo e di significato. A questo si aggiunge che per essere ancora più tranquilli hanno detto: ma questo non si applica al proprietario, bensì agli amministratori. Il conflitto di interessi non è con il padrone di una impresa che ha gli appalti con lo Stato, ma con i suoi impiegati. Loro non possono fare i ministri, il padrone invece sì. È un punto tale di disprezzo dell'opinione pubblica che non si poteva non reagire come abbiamo reagito. Spero che i grandi mezzi di informazione e l'opinione pubblica ne parlino, ne va della credibilità del Paese».

Sul conflitto d'interessi «dobbiamo fare un'opposizione durissima, mobilitando l'opinione pubblica». Lo sostiene il deputato Verde Paolo Cento, il quale condivide «pienamente» la proposta della Margherita di fare una tre giorni per la libertà davanti alla Camera perché «il dibattito sul conflitto d'interessi non sarà un momento ordinario nei lavori parlamentari». Per questo «dobbiamo assediare» il palazzo della politica, aggiunge Cento, per far sentire «a Berlusconi che il conflitto d'interessi deve essere risolto davvero». Altrimenti rischiamo di «trasformare la nostra democrazia in una monarchia mediatica».

   

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