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articolo tratto da"La Repubblica" del 23 maggio 2003


 

 

 








 
Tangenti discount a Bari: lite tra Forza Italia e AN

 

 

 

di Antonello Caporale, La Repubblica

I consiglieri arrestati esigevano somme in cambio di atti dovuti
Nelle telefonate dicevano: "Qui siamo tutti affamati"


BARI - Tutto si può dire tranne che i tangentisti di Bari rivolgano richieste esose. Anzi i prezzi, veramente, sono molto popolari, tanto che la piazza pugliese appare un discount o quasi, alla portata dei costruttori meno abbienti, o di quelli giovani, con la società ancora in fase di start up. Un consigliere comunale barese, benchè di Forza Italia, dunque del partito di maggioranza relativa, non vale più di cinquemila euro. Sempre se è vero ciò che dice l'accusa, persino al capogruppo del partito, il signor Giuseppe Gonnella temporaneamente obbligato dalla legge a non uscire di casa, tutte le telefonate, e gli appuntamenti e i colloqui, e i pensieri per gestire la soluzione cara al costruttore, il signor Lorenzo De Santis, hanno fruttato meno di una tredicesima.

C'è da dire, perché i verbali parlano chiaro, che i tangentisti di Forza Italia e non solo, persino quelli dell'Udc, ammesso sempre che abbiano preso la mazzetta ("qui siamo tutti affamati" hanno comunque ricordato negli incontri intercettati) lo hanno fatto seguendo scrupolosamente criteri legali. Anzitutto i soldi non li volevano in assegni, "perché - spiegavano - la legge punisce queste cose", e soprattutto garantivano al costruttore - che al giudice ha riferito di una "cupola" regnante in municipio - la soluzione del problema soltanto dopo il conforto legale degli uffici comunali, cioè "solo se i pareri dell'ufficio urbanistica sono favorevoli".

Peccato che il sindaco della città - si chiama Simone Di Cagno Abbrescia ed è sempre molto presente in municipio, e se non lo trovate in municipio provate nella hall del suo albergo - non abbia saputo niente, e infatti ha detto che nulla sa e nulla vuol sapere e questa storia non gli interessa affatto. Anche in queste vicende sporche del piano regolatore, dove un costruttore molto noto e conosciuto ha bisogno - per lottizzare - di oliare un po' i meccanismi, gli uomini, tutti, hanno dimostrato di avere in qualche modo un'anima e anche un'etica. Quando l'imprenditore ha invitato cortesemente il politico (affamato) a contare i soldi: "conta bene che ci sono cento euro in più", l'affamato, e qui sta la gentilezza, la cortesia e la voglia di correttezza, gli ha risposto: "Ti do la mia parola d'onore che se sta qualcosa in più...".

L'onore politico è stato salvato dalla Procura persino al premier che, purtroppo, ha fatto visita alla città di Bari - per un incontro con i capi di Stato dell'altra sponda dell'Adriatico - proprio martedì scorso, mentre i carabinieri stavano arrestando gli amici di partito. Gli arresti sono stati rinviati ed il Procuratore aggiunto Dinapoli, autore delle indagini, è felicissimo della scelta: "Non volevamo dare la stura a polemiche strumentali. Se nessuno parla di complotto giudiziario è perché gli incontri e le dazioni sono state filmate, intercettate, totalmente documentate". Appena Silvio Berlusconi è ritornato a Roma, a cinque uomini politici (tre in carica, due ex) è stato notificato un ordine di arresto domiciliare. Meno stress e più comfort per tutti.

Dopo che i giudici hanno concluso la prima parte del proprio lavoro, è toccato ai partiti, specialmente a quelli di centrodestra, fare alcune considerazioni. Ad Alleanza nazionale la vicenda è piaciuta così poco che, per bocca del segretario regionale Salvatore Tatarella, ha detto: la prima urgenza "è di azzerare tutto". Un bel rimpasto in giunta: ripulire, riordinare e riprendere il cammino. Forza Italia qualche dubbio lo cova sul comportamento del partito di Fini. Infatti Salvatore Mazzaracchio, assessore regionale alla Sanità e coordinatore forzista pugliese, da uomo franco qual è si è interrogato: il pagatore della tangente, il signor De Santis, da "costruttore esperto" avrebbe potuto rivendicare i suoi diritti "avvicinando i dirigenti dei partiti".

A Bari sanno tutti che De Santis flirta con An. E pensano i tanti Mazzaracchio di Forza Italia: tu stai con Alleanza nazionale, hai amicizia in alto loco e che fai? Vieni a bussare non alla porta del tuo amico ma a quella di fianco, alla nostra? Vieni a bussare, ma prima passi dai carabinieri. Vieni a bussare, però registri tutto. O è un complotto, o poco ci manca che lo diventi.

Ecco, il dubbio che in Puglia An tenti di far male, e Forza Italia per poco più di venticinquemila euro si trovi, insieme all'Udc di Pierferdinando Casini, ad annaspare in un mare di buste, bustarelle, buste offerte e ricevute o, secondo l'ultima versione del mediatore d'affari, mai richieste per gli uomini politici. Adesso c'è da stare con gli occhi bene aperti, perché De Santis non è l'unico imprenditore in città e gli arrestati sono una piccola parte del consiglio comunale. E se il procuratore Dinapoli volesse, mettiamo, personalmente verificare che in municipio gli "affamati" sono solo cinque e non di più?

La Repubblica, 23.05.2003

   

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