Municipio
Interno Parrocchiale della Natività di Maria Santissima
Parrocchiale della Beata Vergine Maria del Carmine
Monumento all'alpino Pilone Pozzo medioevale in
località Zucchi Trittico |
MAGLIANO ALPI
Provincia di Cuneo Superficie kmq 32,63 Altitudine m 304
I tre nuclei principali
I1 territorio comunale si sviluppa sulla sinistra del torrente Pesio,
che pochi chilometri a valle dell'abitato si getta nel fiume
Tanaro.Caratteristica di questo comune è che non presenta un vero e
proprio concentrico, bensì un incessante articolarsi di abitazioni lungo
l'asse via- no centrale costituito dalla strada provinciale collegante
Carrù con la strada statale 28 Torino-Savona. Su un'estensione lineare di
circa sei chi- lometri si articolano i tre nuclei principali: Magliano
Soprano o Carmine, Magliano Sottano con le due sezioni di San Bernardo e
Sant'Antonio, San Giuseppe, sede del palazzo comunale. Sul lato destro il
territorio digrada sino alle sponde del torrente Pesio, sul sinistro sale
sul vasto altopiano del Beinale. Ma il comune non è tutto di pianura; una
vasta parte del suo territorio si sviluppa infatti in alta montagna, a ben
50 chilometri di distanza dal capoluogo. È questa una vera e propria
isola amministrativa del comune di Magliano posta - i comuni di Frabosa
Sottana, Frabosa Soprana, Ormea e Roccaforte Mondovì, che si sviluppa per
circa 1350 ettari oltre i 1800 metri di quota ed è costituita dall'Alpe
Seirasso, Alpe Brignola, Alpe Raschera. Questa vasta area di alpeggi,
agevolmente raggiungibile dal- la stazione turistica di Prato Nevoso per
mezzo di una bella strada asfaltata, fu assegnata al neocostituito comune
nel 1698 a seguito dello smembramento territoriale amministrativo del
districtus di Mondovi; nel 1873 e nel 1875 veniva definitivamente
dichiarata parte integrante del territorio comunale di Magliano. Questa
caratterizzazione alpina ne ha in parte definita la stessa denominazione,
in antico ricordata come Malianus, Malianum e Meyano. Esperti fan- no
derivare l'origine del toponimo dal gentilizio latino Mal(l)lius, primo
proprietario del fundus sul quale sorgerà l'insediamento attuale, altri
più prosaicamente, dall'esistenza di un importante maglio a servizio del
territorio. Ancora nel XIX secolo, per distinguerlo da altri centri dal
nome analogo, veniva citato come Magliano di Mondovì, città cui era da
lungo tempo strettamente legato tanto da assumerne lo stemma con la semplice aggiunta di una banda
trasversale. A seguito della definitiva attribuzione territoriale delle
Alpi (1875), queste di- vennero l'attributo nominale che ne caratterizzò
il toponimo iniziale, distinguendolo in tal modo dagli altri centri
italiani quasi omonimi.
Le vicende storiche
II territorio dell'attuale comune di Magliano Alpi in antico fu
probabilmente colonizzato dai bagienni, che presso la vicina Bene Vagienna
avevano fondato il loro centro principale. Una lapide votiva eretta in
onore della dea Diana da M. Valerio, decurione di Augusta Bagiennorum,
ci testimonia come l'area passasse quindi sotto il controllo del potere
romano, che vi fece transitare una via di comunicazione (la cosiddetta via
Sonia) collegante l'area dei bagienni, lungo il corso del fiume Tanaro e
la val Casotto, all'alta valle del Tanaro (Garessio) e quindi alla
limitrofa area ligure e al mare. Con la nascita dei comitati fece
ovviamente parte di quello di Bredulo, con sede nella vicina Breolungi,
così come della diocesi di Asti, sorta già sul finire, del IV secolo d.
C., che estendeva la propria giurisdizione su tutto il comitato ed era a
sua volta sottoposta alla Chiesa metropolitana di Milano. Vi ebbero
signoria i Morozzo, ma ben presto con l'affermarsi del potere politico del
nascente libero comune di Mondovì e del suo districtus o mandamento,
Magliano ne entrò a far parte, designando i propri rappresentanti
all'interno dell'unica amministrazione centrale che governava tutto il
terrItorio delle Ville convenzionate. Di questa entità politico-amministrativa
seguirà le sorti sino al XVII secolo, così come sin dalla sua costituzione,
1388, entrerà a far parte della diocesi di Mondovì. Dal 1680 al
1699 il Monregalese è scosso dalle due violenti ribellioni, o
"guerre del sale", che contrapposero alla volontà dei Savoia di
imporre il loro potere centrale eliminando gli antichi privilegi (quali l'esenzione
dalla levata del sale), la potente coalizione locale che tutti i diritti
intendeva difendere. L'opposizione venne alla fine soffocata nel sangue e
il mandamento di Mondovi smembrato, costituendo tanti comuni autonomi
quante erano le Ville confederate. Anche Magliano conobbe la ritorsione
sabauda e la deportazione nel Vercellese di alcune famiglie, 11, per
complessive 33 persone. Nel 1698 viene costituito il comune autonomo di
Magliano, che come ricordato fece proprio lo stemma del- la città di
Mondovì, barrandone lo scudo crociato. È in tale occasione che dalla
divisione del comune patrimonio delle Alpi tra i neocostituiti comuni, a
Magliano vengono assegnati gli alpeggi della Raschera, Brignola e Seirasso.
II Nallino ricorda nei suoi studi come una grande contrada di Magliano
sorgesse nei pressi del torrente Pesio; le ricorrenti epidemie del
XVI-XVII secolo la decimarono e ne provocarono il totale abbandono.
Un'epidemia di colera, proveniente dalla vicina Francia, investi ancora
nel XIX secolo (1884-86) il territorio maglianese provocando oltre un
centinaio di vittime fra i circa 2400 abitanti. Il comune appartiene
territorialmente al- la provincia di Cuneo dalla sua creazione (1859), e
con la recente nascita delle comunità montane è entrato a far parte di
quella delle valli monregalesi, con sede in Vicoforte.
Il patrimonio artistico
A Magliano Sottano, la Parrocchiale della Natività di Maria
Santissima, venne eretta in parrocchia nel 1581. Grande edificio a tre
navate, è la risultante di successivi ampliamenti (1670, 1800, 1851)
dell'antica originaria cappella. Conserva al suo interno due statue
lignee del Roasio, un pulpito del XVII-XVIII secolo, l'organo costruito
dai fratelli Vittino di Centallo nel 1870. La decorazione pittorica, opera
di Bartolomeo Giorgis, e il monumentale altar maggiore sono del primo
Novecento. A Magliano Soprano la Parrocchiale della Beata Vergine Maria
del Carmine, è struttura sostanzialmente ottocentesca, eretta in
parrocchiale il 20 marzo del 1844. Da questa dipende la Cappella di San
Rocco che sorge sulla destra della strada statale 28 in direzione
Magliano-Fossano e che conserva effigiato sulla parete d'altare un bel
trittico ad affresco, databile alla prima metà del XVI secolo,
raffigurante la Madonna col Bambino e Santi. L'iconografia è ancora
tipicamente gotica; il disegno, come sottolinea il Raineri, è sottile e
la stesura dei colori accurata. La Chiesa di San Giuseppe. eretta in parrocchiale
nel 1947. fu fatta edificare nel 1895-96 sul sito di una precedente
cappella. In bello stile neogotico, riccamente ornata all'interno dai pittori
Solaro, Corrado e Aimo, venne fatta erigere a spese dei comiugi Rayneri,
che ne sostennero completamente l'onere.
L'economia alpina e di pianura
Le Alpi di Magliano costituiscono non solo un punto di riferimento per
il turismo estivo e invernale, ma anche un riferimento agricolo-economico. Gli
alpeggi ospitano infatti un buon
numero di bovini e ovini e costituiscono la zona privilegiata di
produzione del tipico formaggio Raschera (dal nome del lago superiore) che
può oggi fregiarsi della denominazione di origine protetta. È un tipico
formaggio alpino, prodotto sugli alti pascoli con latte di mucca misto a
quello caprino e ovino, dal sapore fine, tendente al piccante, molto
apprezzato e ricercato particolarmente sulle tavole piemontesi e liguri,
sue tradizionali regioni di commercializzazione . Anche nell'area di
pianura, stretta attorno al capoluogo, l'agricoltura ha da sempre
avuto un ruolo fondamentale, potendo contare su terreni fertili, sin dal
XV secolo irrigati con la derivazione di due canali (di Brobbio e di
Magliano) dalle acque sgorganti in territorio di Beinette. Le aziende
agricole hanno impostazione prevalentemente cerealicola-foraggiera ;
l'allevamento bovino, imperniato sulla razza piemontese, è di alto
livello per quanto attiene alla produzione sia della carne che del latte.
Consistente è diventato anche l'allevamento suino. Diffusa,
particolarmente sull'altopiano del Beinale, la coltivazione della vite che
produce un' uva tipica del Monregalese, il Neiretto, affiancata dal
Dolcetto. Sempre più importante è la realtà industriale che ha visto
l'insediamento di piccoli e medi stabilimenti, particolarmente nel settore
della lavorazione del legno e della commercializzazione dei suoi prodotti
ma anche, ad esempio, della fabbricazione di biciclette che vengono
esportate in tutto il mondo. Lo sviluppo industriale è sicuramente
favorito dall'essere il territorio comunale ben servito da una buona rete
di comunicazione sia stradale che ferroviaria.
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